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Autore: Bliss Blake    17/06/2011    2 recensioni
La luce intermittente di un lampione illumina la figura di un ragazzo. La prima cosa che mi salta agli occhi è il sangue ai bordi della bocca. Immediatamente mi precipito da lui.
- Cos’hai? Stai male? -
Gli scosto i capelli dalla fronte e gli alzo delicatamente il viso per guardarlo meglio. Ha un livido violaceo sulla guancia destra e un taglio sul labbro superiore.
Nella borsa dovrei avere un fazzoletto di stoffa. Frugo in tutte le tasche e non appena lo trovo, corro a bagnarlo sotto il getto d’acqua di una fontanella lì accanto. Quando torno dal ragazzo, noto che mi sta fissando. Gli sorrido mentre gli tampono delicatamente le labbra con la stoffa umida.
- Lo sai vero che non è prudente per una ragazza andare in giro da sola a quest’ora? -
- Ma allora parli anche tu! Credevo che ti avessero mangiato la lingua! -
Lui ridacchia divertito.
- Non dovresti aiutarmi. Ho fatto a botte! Sono un bambino cattivo, io! -
- Ah si? -
- E già! In genere la fatina buona non aiuta i monelli come me! -
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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2. Papà che canta… è da vedere!




 


{MILLY} 




- In punizione? -
Sospiro rassegnata.
- Si, senza possibilità di appello! Papà non ha voluto sentire ragioni -
- Non credo che presentarmi a casa tua sia una buona idea, vero? - 
Bingo! Ha centrato il punto in pieno. Mio padre ha dato parte della colpa anche a lui. Non sapevo davvero come gestire la situazione stamattina, durante la nostra “chiacchierata a quattr’occhi”. Papà era leggermente incavolato, se gli avessi anche confessato di essere tornata a casa da sola a notte fonda perché Luca era ubriaco perso, non so come sarebbe andata a finire. O meglio, lo so ma non voglio pensarci… 
- Beh, in effetti non credo sia proprio l’occasione ideale. Possiamo sempre vederci domani a scuola - 
- Hai ragione, però… No niente - 
Dall’altro lato della cornetta sento la voce della madre di Luca.
- Saranno arrivati i ragazzi… -
- Ho capito… Allora ci vediamo domani - 
Passano alcuni secondi prima che Luca risponda.
- Ok, a domani - 
Chiudo la chiamata e poggio il cordless sulla libreria. Luca mi è parso molto strano stasera. Forse era solo deluso per il fatto che non siamo potuti uscire insieme… Mah, sicuramente mi sto immaginando tutto. Devo smetterla di farmi questi viaggi mentali! Mi stendo sul divano, accendendo la televisione mentre dal lato opposto, Poppy protesta mordicchiandomi le pantofole. 
- Poppy? - 
Il simpaticone si gira, inclinando la testa e le sue deliziose, lunghissime orecchie gli ricadono ai lati della testolina.
- Sai vero che le mie pantofole valgono più della tua vita? - lo minaccio ma il simpaticone mi ignora, riprendendo la sua opera.
- Ma bene! Soldato, questo è un ammutinamento! - 
- Ma parli col cane? -
Mi giro di scatto verso l’ingresso con la tremarella. Ero sicura di aver chiuso la porta a chiave appena papà è uscito.
Un ragazzo alto con i capelli castani tutti spettinati mi guarda perplesso.
- Giorgio! - grido raggiungendolo - Mi hai fatto prendere un colpo! - 
Giorgio mi abbraccia e ridacchia tra i miei capelli.
- Anche tu! Credevo fossi ammattita ma poi ho capito che stavi parlando con l’unico essere in grado di sostenere una conversazione sensata con te: Poppy! - 
Gli tiro un pizzicotto sul braccio, offesa.
- Se avete finito con i convenevoli, ci sarei anch’io! - 
Dalla porta spalancata fa capolino Ilaria con i cartoni delle pizze in mano e diverse buste appese alle braccia.
- Scusa Il, veniamo subito a darti una mano - dico staccandomi da Giorgio.
- Grazie Milky, Mi faresti un enorme favore! Queste buste pesano… - dice, lanciando un’occhiataccia a Giorgio.
- Ti stai lamentando da quando hai messo piede fuori di casa! Cos’hai da borbottare di continuo? Sembri una teiera! - la punzecchia lui, prendendo le pizze mentre io recupero le buste.
- Ora che ci penso, come avete fatto ad entrare? - chiedo, avviandomi verso la cucina.
- Abbiamo incontrato tuo padre. Ci ha dato le chiavi e ha ordinato di stare buoni! -
- Non ha nemmeno detto dove andava - 
- Di sicuro starà andando ad un appuntamento. Un bell’uomo come lui… - commenta Ilaria sospirando.
- Sarà… - faccio, anche se mi sembra totalmente assurdo… Cioè, non ce lo vedo proprio mio padre ad un appuntamento… Non è da… Non è da papà, ecco!
Dal salotto arriva la voce di Giorgio che litiga con Poppy. Io e Ilaria recuperiamo tovaglioli, bicchieri e qualcosa da bere e lo raggiungiamo. Ci sistemiamo a terra, sui cuscini e apriamo i cartoni. Il profumino che mi sale al naso mi fa venire l’acquolina in bocca. Prendo la prima fetta e comincio a mangiare.
- Buon appetito! -
- A che serve dirlo Il? Qualcuno qui ha già divorato anche lo scatolo! - 
A momenti mi strozzo! 
- Ohi, Milky, non mi morire proprio ora! Dobbiamo ancora mangiare il gelato e vedere “Cado dalle nubi” - si lamenta Ilaria, porgendomi un bicchiere d’acqua. Bevo tutto d’un sorso per mandare giù il boccone, poi guardo Giorgio di traverso.
- Che c’è? - chiede, facendo il finto tonto e Ilaria scoppia a ridere. Dopo mangiato, spegniamo le luci e, approfittando del fatto che Giorgio si sia seduto giusto al centro, io e Ilaria ci sdraiamo usando le sue gambe come cuscini.
- Ma prego, non fate complimenti - si lamenta lui sarcastico, addentando il suo cucciolone - Fate attenzione però, potrebbe andarvi il gelato di traverso! - 
Ilaria gli tira una gomitata e io ridacchio mentre Poppy, ai piedi del divano, sbadiglia annoiato.
- Non fate casino adesso che questa scena è divertentissima - li avviso mentre alzo il volume della televisione.
- Ma l’avrai già visto un centinaio di volte! Non ti stanchi mai? - Si lamenta Giorgio. E poi sarebbe Ilaria la teiera!
- No! - rispondo scimmiottandolo.
- Se se! - 
E come a dimostrazione dell’assoluta, totale incoerenza di Giorgio, dopo solo pochi minuti, lui è il primo a cominciare a cantare a squarciagola, imitando Checco Zalone.
- Se mi chiedi chi è il ragazzo per te… Angela, io dico me! Faccio la pipì, faccio la pupù ma con la mente sto costantemente ad Angela!!! Saremo in due a curarle, le tue malattie e casomai saranno loro ad averla vinta su di te... LA SPINGO IO LA CARROZZELLA, ANGELAAAA!!! -
E no, questo è troppo! 
Finita la sua impeccabile interpretazione canora, Giorgio ci stringe tutto soddisfatto. Io e Ilaria ci lanciamo un’occhiata e, afferrati i cuscini, lo colpiamo contemporaneamente e comincia la guerra. Ovviamente partecipa anche Poppy che comincia a tirare i lacci delle scarpe di Giorgio come se stesse giocando al tiro alla fune da solo. Io cerco di immobilizzarlo mentre Ilaria gli salta a cavalcioni e inizia a fargli il solletico.
Giorgio comincia a dimenarsi come un ossesso non riuscendo a trattenere le risate.
- Basta, basta… Mi arrendo! Pietà! - implora il pappamolle.
- Nessuna pietà - grida Ilaria infierendo su di lui mentre io me la rido.
All’improvviso la luce si accende e noi tre ci blocchiamo. Poppy invece, continua indisturbato la sua opera.
- Beh, in tre contro uno non mi sembra molto sportivo - scherza papà, togliendosi la giacca e sistemandola sull’attaccapanni. Giorgio e Ilaria si ricompongono immediatamente, imbarazzati.
- Poppy, cosa ti hanno fatto le scarpe del povero Giorgio? - 
E Poppy si stacca immediatamente, seguendo papà in cucina. Ma guarda te che leccapiedi! 
- Ah ragazzi, non badate a me, continuate pure! - dice papà facendo capolino dalla cucina - Io mi faccio un caffè nel frattempo. Qualcuno mi fa compagnia? - 
- No grazie signore, non si preoccupi - 
- Se cambiate idea sono di qua - 
Annuiamo e riprendiamo a guardare il film tranquilli quando ad un certo punto ricomincia la canzone ma stavolta chi attacca a cantare non è Giorgio ma mio padre! Dalla cucina infatti arriva il suo vocione stonato.
- MA COSA VUOI DA ME SE ANZICHÉ AL CAFFÈ, IO COME MI SVEGLIO LA MATTINA PENSO A MARIKA… FACCIO LA PIPì, FACCIO LA PUPù MA CON LA MENTE STO COSTANTEMENTE A MARIKAAA!!! MARIKAAAAA… - e papà esce dalla cucina mimando dei passi di danza.
Vedo Ilaria che diventa blu a furia di trattenere le risate. Papà all’improvviso si blocca e ci guarda dubbioso.
- Ma come mai nessuno canta? Non era il vostro film preferito? - 
E nessuno resiste. Scoppiamo a ridere e tra una risata e l’altra, riparte il coro. Avevo scordato che anche papà va pazzo per Checco Zalone. Appena finisce il film, Giorgio e Ilaria ci salutano e vanno via.
- Papà, io vado a letto! Buonanotte! - 
- Notte tesoro! Non ti dimenticare che domani mattina non posso accompagnarti! - 
- Si si! Notte - dico, chiudendomi la porta alle spalle. Mi tuffo sul letto e mi addormento come un sasso.






{GABE} 




La sveglia segna le sette e cinque. Direi che è ora di alzarsi. Scendo dal letto e recupero qualcosa da mettere dall’armadio. Esco dalla mia camera e vado in bagno. Stranamente è tutto troppo tranquillo, silenzioso. Possibile? Un fracasso infernale mi annuncia che mia sorella si è appena svegliata. Apro l’acqua e mi infilo sotto la doccia prima che venga a rompere per avere il bagno. L’acqua gelida mi scivola addosso, rinfrescandomi e mentre sto per rilassarmi, la porta si spalanca di botto e la mia adorabile sorellina comincia già di buon mattino a rompermi le scatole, aprendo il box doccia.
- CHE CI FAI TU IN PIEDI A QUEST’ORA??? - chiede sfracassandomi i timpani.
- Buongiorno anche a te, sorellina! - 
- NON PRENDERMI PER I FONDELLI ED ESCI IMMEDIATAMENTE DALLA DOCCIA O MI FARAI FARE TARDI A SCUOLA! - 
Dal corridoio compare Lidia in vestaglia.
- Ragazzi, non fate casino a quest’ora! Sveglierete i vicini! - 
- ESCI DA QUI! - sbraita la pazza, tirandomi per un braccio. Ma che ha ingoiato, un amplificatore vocale?
- Che avete da gridare così di primo mattino? - 
Ed ecco anche papà.
- Ma bene, che ne dite di invitare anche tutto il vicinato, nel caso qualcuno non mi avesse ancora visto nudo! - ringhio seccato, dirigendo il getto dell’acqua sulla mia adorabile sorellina.
- E CHE CAVOLO! - urla allontanandosi - TI ODIO! - 
- Si cara, anche io ti voglio bene! E adesso fuori dalle palle! - 
- TROGLODITA! - 
Finalmente la rompiscatole se ne va sbattendo la porta. Mi lavo con calma e mi vesto. Esco dal bagno e scendo in cucina. La pazza si precipita al piano di sopra in fretta e furia, come un toro furioso.
Lidia è in cucina che prepara la colazione.
- Gabe, tesoro, fai colazione con noi? - 
- No, sto andando a scuola! - 
- A SCUOLAAAA? - urla la pazza, ricomparendo sulle scale.
- Ma tu non sai parlare come tutte le persone normali? - 
- CHE DEVI FARE A SCUOLA? É UN MESE CHE NON CI VIENI! - 
- All’improvviso m’è venuta voglia di studiare! - 
- Benissimo! Io però non ti conosco! - 
- Sicuro! Non ho nessuna intenzione di far sapere a tutti che mia sorella è una pazza scatenata! - 
- Ragazzi, non potremmo cercare di comportarci come tutte le normali famiglie? - 
- Noi non siamo una famiglia normale, Lidia, forse l’hai dimenticato! - 
- Non rispondere così alla mamma! - 
- Quella non è più mia madre! - 
E a quel punto suona il campanello.
- Questo è Alex! Non aspettatemi per pranzo! - dico sbattendo la porta. Respiro a pieni polmoni l’aria fresca del mattino e raggiungo Alex che si sfila il casco e mi saluta.
- Guarda te cosa mi tocca fare per accontentare il mio migliore amico - mi sfotte il bastardo col sorriso sulle labbra.
- Non rompere e parti - gli rispondo salendo sulla mia moto - Oggi non è proprio giornata! - 

  
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