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Autore: Kumiko_Walker    17/06/2011    1 recensioni
Sì, Katou D. Kumiko, era il nome della ragazza che cercava di andare verso di lui. Senza neanche un livido in faccia, per il potere del frutto che aveva ingerito, il frutto Cur Cur, che ha il potere di guarire ogni ferita e malattia, anche del prossimo. Ma la stanchezza lei la sentiva, le sue gambe ad ogni passo si facevano sempre più pesanti, quasi a non sentirle più. I suoi occhi erano pieni di lacrime, che però non voleva fare uscire, la bocca era storta in una smorfia di dolore interno. Non poteva lasciare morire il suo fratellino, non poteva provare questo eterno dispiacere, non voleva vedere Rufy, l’altro fratello minore, piangere e distruggersi, non voleva e lei poteva impedirlo.
[OCxAce]
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Kumiko-nee-san Capitolo 1: Io lo salverò!



Correva come una disperata, lei.
I lunghi capelli cremisi le si appiccicavano sulla fronte sudata, le guance rosse, il cuore che le batteva a mille. Il petto, molto formoso, che si muoveva molto velocemente per lo sforzo, ma non si poteva fermare, non ora. Negli occhi, del colore della brace, si vedevano paura e determinazione, ma anche amore e odio, un misto di emozioni che lei provava in quel preciso istante, mentre ansimava, senza smettere di correre, verso quel patibolo. Ed eccolo là, in ginocchio, che aspetta la sua sorte. La ragazza dette un veloce sguardo intorno, era l’inferno. Vedeva i suoi compagni morire, ma tutti con impresso negli occhi la determinazione di voler salvare il fratello. Ace. Così si chiamava suo fratello, il suo magnifico fratello minore. Occhi e capelli ondulati neri corvini, lentiggini, sguardo fermo, alto e muscoloso, ecco come era Ace. Kumiko lo adorava. Sì, Katou D. Kumiko, era il nome della ragazza che cercava di andare verso di lui. Senza neanche un livido in faccia, per il potere del frutto che aveva ingerito, il frutto Cur Cur, che ha il potere di guarire ogni ferita e malattia, anche del prossimo. Ma la stanchezza lei la sentiva, le sue gambe ad ogni passo si facevano sempre più pesanti, quasi a non sentirle più. I suoi occhi erano pieni di lacrime, che però non voleva fare uscire, la bocca era storta in una smorfia di dolore interno. Non poteva lasciare morire il suo fratellino, non poteva provare questo eterno dispiacere, non voleva vedere Rufy, l’altro fratello minore, piangere e distruggersi, non voleva e lei poteva impedirlo.

-Chi sei tu?- chiese Ace avvicinandosi alla ragazza con un bastone in mano.
-Sono Katou D. Kumiko, tu come ti chiami?- chiese lei sorridendo.
-Sono Portoguese D. Ace- il ragazzo abbandonò l’aria minacciosa di prima e sorrise, sedendosi di fianco a lei. Ci fu silenzio, il vento accarezzava dolcemente la pelle dei due giovani.
-Vorresti fare la piratessa?- ruppe il silenzio Ace facendo una domanda improvvisa alla rossa.
-Pirat…? Perché no? Potrebbe essere divertente!- sorrise, riprendendo a guardare il mare che si schiantava con furia sugli scogli.
Ace la osservò. -Sai, io diventerò il re dei pirati un giorno, e voglio che tu venga con me, appena avrò compiuto 17 anni!-.
-Quanti anni hai adesso?- chiese con poca curiosità Kumiko.
-14, tu?-.
-16-.
-Hai fratelli o sorelle?-.
-No, tu?-.
-Un fratellino di nome Rufy, è un idiota che ha 11 anni, ma gli voglio bene-.
-Capito-.
-Allora, la mia proposta?-.
-Ti mentirei se ti dicessi di no- sorrise Kumiko ad Ace.

Da quel giorno sono passati 6 anni. Kumiko considera Ace come un fratello minore a cui badare. Gli vuole molto bene, anche se non fa trasparire molto i sentimenti lei, preferisce fare la dura, ma in realtà ha un cuore di cristallo, che si rompe appena cade. Prima odiava il mondo, ora lo adora e non vuole perderlo a qualunque costo. Tutto merito suo, di Ace. Grazie. Lei lo aveva seguito ovunque, affrontando il mare, unendosi alla sua ciurma (che diventò anche la vice-capitano), anche quando venne sconfitto da Barbabianca, dopo che si unì alla flotta di quest’ultimo, lei ne era un po’ innamorata a dirla tutta, ma ad Ace non gli importano molto certe cose, lui la trattava come una sorella, e lei doveva trattarlo come un fratello, tenendosi tutto dentro.
Ma ora non aveva il tempo per pensare a queste cose, doveva salvarlo.
-Kumiko! Fermati, non ce la farai!- gli urlava Marco, la testa d’ananas, o come lo chiamava Kumiko.

-Posso farti una domanda?- chiese Kumiko, mentre si era accucciata sulla nave imponente.
-Dimmi pure- rispose lui con un sorriso sincero, veramente confortante.
-Perché lo chiamate tutti padre?-.
-Perché lui ci chiama “figli”. E’ solo una parola, ma ci rende felici, non che siamo stati emarginati da tutto il mondo, siamo stati abbandonati da tutti, quindi ci fa piacere, avere un po’ di affetto-.
Kumiko pianse, lei un padre lo aveva avuto, ma era come se non esistesse per lei.
-Devi prendere una decisione, o andartene da questa nave o accettare il marchio di Barbabianca-.
-Io sceglierò quello che deciderà Ace, lui è il mio fratellino e io seguirò la sua strada, è ancora ingenuo, ha bisogno di me, anche se non ci sarò sempre-.
Marco sorrise.


-Mi dispiace Marco, ma io lo salverò!- fece una piccola pausa per riprendere fiato -Ace è la persona che ha cambiato la mia vita!- detto questo, ricominciò a correre perdifiato, verso al patibolo, mancavano solo pochi metri, poi sarebbe arrivata da lui, dal suo amato fratello minore, che guardava la battaglia con le lacrime agli occhi, tutto ferito, chissà quali pene atroci deve aver subito ad Impel Down. Kumiko gli ha sempre voluto un mondo di bene, e non permetterà mai che finisca tutto così, lei non lo permetterà, perché Ace è la persona che più di tutte ne ha desiderato la felicità.
-ACE!- urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Fece fuori, con la spada che aveva sempre con sé, quattro o cinque marine che cercavano, inutilmente, di fermare la sua corsa disperata.
-KUMIKO!- si sentì rispondere. Ace la stava chiamando, e lei sarebbe venuta, costi quel che costi, si promise in quel momento. Corse, ancora più veloce, finche le gambe non le tremarono. Ma non ora avrebbe ceduto. Una goccia di sudore arrivò a terra, la ragazza era rossa, e si stava forzando troppo.
-Kumiko-nee-san! Presto salviamo ACEEE!- urlò una voce alle sue spalle, Kumiko si girò di scatto e sorrise ingenuamente. Rufy.
-Ovvio!- rispose con foga, mentre schivò un raggio laser sparato da uno dei Orsi. Con un agile salto, Kumiko distrusse l’orso con un calcio.
-Wow nee-san!- disse incredulo Rufy con gli occhi a scintilla. A Kumiko venne la solita gocciola in testa, mentre sorrideva al fratellino. Poi riprese a correre, mentre uccideva e feriva i marine che le andavano incontro. Si ritrovò proprio sotto il patibolo, ma come poteva fare per scavalcarlo? Poi ecco che la lampadine si accende in testa.
-RUFYYY!- urlò. Il ragazzo si precipitò davanti a lei. -ho un’idea, riesci a portarci fino lassù?- chiese con fare molto sbrigativo. Lui annuì, e allungò le braccia fino ad arrivare al patibolo, dove vi era Ace. Venne scaraventato insieme a Kumiko in aria, poi atterrarono sul legno duro e vecchio del patibolo. Il cuore di lei batteva all’impazzata, era felicissima di trovarsi dove era Ace. Si alzò e lo vide, occhi corvini, sbarrati, increduli, capelli neri, ferite qua e là, bocca aperta, muscoli, tatuaggio di Barbabianca sulla schiena, atro tatuaggio sulla spalla sinistra con scritto ASCE. S come Sabo, l’altro fratello, della stessa età di Ace, morto, per quanto si sa, 10 anni fa. Kumiko non lo conosceva di persona, ma per quello che aveva capito era un nobile scappato di casa, ucciso da un Drago Celeste, mentre prendeva il mare. Lei non era ancora arrivata su quel isola del Mare Orientale, il suo passato è stato solo pieno di sofferenze, che ora non vuole ricordare. Ma ad Ace e Rufy andava bene così, non hanno voluto ascoltare la storia della sua vita, si sono limitati a sorridere e a porgerle la mano, loro sono la sua salvezza, se li dovesse perdere morirebbe dentro ancora una volta, e lei non vuole farlo più. Vide Garp furioso, che cerca di assestarle un pugno, ma lei lo schiva prontamente. Rufy gli assestò un colpo che lo fece cadere dal patibolo. Lui lo aveva fatto apposta a farsi colpire, Ace lo voleva al sicuro, Rufy, però, non l’ha capito. Non c’era tempo per quello, ora dovevano salvare Ace e darsela a gambe, il più veloce possibile.
-Non ti preoccupare Ace, ho la chiave- dice Rufy frugandosi nel capello e tirando fuori una chiave, ma fu il loro errore, Kizaru con un raggio laser ferì Kumiko e ruppe la chiave. La ragazza cadde a terra, ma la ferita le si rimarginò in un batter d’occhio.
-Auch…- uno dei due che doveva uccidere Ace si alzò, visto che era svenuto a causa dell’Ambizione di Rufy.
-T-Tre?!- chiese Rufy incredulo, mentre osservava l'uomo rialzarsi, aveva gli occhiali e una strana barba, con una espressione da ebete.
-Capello di Paglia?!- una voce stridula, da far quasi saltare i nervi a Kumiko, che intanto si era alzata. Mentre tutti e tre erano concentrati a fissare il giustiziere con gli occhiali, Sengoku si trasformò in un Buddha gigante, d’oro, stava per sferrare un pugno -vi giustizierò con le mie mani!- disse, avvicinando quel gancio verso i quattro, che lo guardavano a bocche spalancate, non avevano mai visto una cosa simile.
-Tre! Copri Kumiko-nee-san ed Ace con la cera!- ordinò Rufy, mentre si trasformò in un pallone gigante, mentre si trasformò in un pallone gigante. Attutì il colpo col proprio corpo, mentre gli altri tre erano coperti da uno strato di cera che si ruppe poco dopo. Il patibolo cedette, e Kumiko, Ace, Rufy e “Tre” vennero scaraventati giù. Tre fabbricò una chiave -Capello di Paglia! Tu rideresti di qualcuno che ha abbandonato la sua dignità per aiutare un amico?- chiese.
-No di certo!- rispose mini-Rufy. Le palle da cannone si avvicinarono pericolosamente ai quattro, Kumiko sarebbe sopravvissuta, ma Ace era ammanettato, Rufy e Tre si sarebbero carbonizzati.
-Allora sia!- disse Tre, mentre passava la chiave a Rufy, che la mise dentro alla serratura delle manette di Ace. Click.
Un’esplosione. Le manette caddero giù a terra, fumo.
Tra quel fumo un tunnel di fuoco.
-Non imparerai mai, eh Rufy?- disse Ace che teneva per mano Rufy, a sua volta Tre. Kumiko era attaccata al collo di Pugno di Fuoco, era un po’ imbarazzata.
-ACEE!- dissero Rufy e Kumiko, felicissimi e sorridenti, finalmente potevano riabbracciare il loro amato fratello.


Note dell'autrice: spero vi abbia incuriosito! La Fan Fiction l'ho già finita, e in tutto sono 3 capitoli, se vi interessa!
   
 
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