Era
un anno che non lo vedeva.
Era un anno che ogni notte lo sognava.
lo aveva sempre odiato.
un odio datogli dal suo rifiuto nel diventare suo amico.
Perché? Pensava. Perché
mi ha rifiutato? E io che non
vedevo l’ora di diventare suo amico.
Draco rivedeva davanti a se lo sguardo risoluto del piccolo
Potter, che gli
diceva di farsi i fatti propri e che era capace di badare a se stesso.
Spesso rivedeva davanti a se quel maledetto giorno in cui lo aveva
rifiutato.
Un odio lo aveva allora invaso, accecandolo, e portando a prendere in
giro
Potter ogni qualvolta ne aveva l’occasione.
ma il suo odio era solo un sostituto dell’amore.
Draco lo aveva capito quasi due anni prima, quando il suo guscio si era
scoperto, quando suo padre lo aveva costretto a ricevere il Marchio
Nero.
Draco non lo voleva.
Era sempre dell’idea che i Nati Babbani non dovessero
frequentare Hogwarts, ma
non voleva macchiarsi le mani con il sangue di nessuno.
Voleva solo vivere tranquillo, in un mondo dove poteva essere amico di
Potter.
Durante il sesto anno era troppo preso, e lo aveva visto rare volte.
Si era quasi scordato dei suoi sentimenti, ma poi lo aveva rivisto la
notte in
cui avrebbe dovuto uccidere Dumbledore.
E allora aveva capito che non era cambiato niente.
Ma era dovuto fuggire.
Da allora, non lo aveva più rivisto.
Potter, assieme a Weasley e alla Granger, era partito per una
ricerca.
Mentre lui era bloccato ad Hogwarts.
Ogni notte aveva pensato a lui.
Qualche volta aveva avuto dei ripensamenti, e avrebbe voluto scappare,
trovare
Potter, dirgli tutto e andare via.
Ma ogni volta che quei pensieri attraversavano la sua mente, il Marchio
Nero
gli bruciava sul suo avambraccio, come a ricordargli qual’era
la sua missione,
il suo compito.
Draco non aveva scelta.
Avrebbe soffocato i suoi sentimenti e sarebbe andato avanti.
Tiger
aveva provato a colpire Potter! Come aveva potuto?
Una forte rabbia lo aveva invaso e aveva provato a fermare il compagno,
che
invece aveva appiccato il fuoco maledetto alla Stanza Delle
Necessità.
E Potter lo aveva salvato.
Draco, semisvenuto, era appena sceso dalla scopa di Potter e ora
cercava di
riprendere fiato, senza successo; aveva inspirato troppo fumo.
Potter gli battè sulla schiena per aiutarlo.
Un altro colpo di tosse, poi la vista di Malfoy si fece meno appannata
e vide
distintamente Potter davanti a lui, che lo fissava preoccupato.
“Tutto bene, Malfoy?” gli chiese Potter, il viso a
un centimetro dal viso di
Malfoy.
Draco annuì, senza staccare gli occhi dalle labbra del moro
Grifondoro.
O adesso o mai più, pensava.
Potrei anche morire.
Potrebbe anche morire.
Malfoy, forse colto da un lampo di pazzia, avvicinò il suo
viso a quello di
Potter di quel fastidioso centimetro che li separava, allacciando le
sue labbra
a quelle di Harry e stringendolo forte a se.
Harry rispose al bacio e all’abbraccio, sconcertato, ma
felice.
I ragazzi si staccarono e Malfoy avvicinò il suo viso al
lobo di Harry,
sussurrandogli dolcemente “Non provare a morire,
Harry…”
Harry
non aveva mantenuto la promessa.
Malfoy non poteva, non riusciva a crederci, quando vide il cadavere del
ragazzo
che amava tra le possenti braccia di Hagrid.
Sentì le grida strazianti dei suoi amici e della
Professoressa McGonagall,
quando Lord Voldemort fece tacere tutti con un
incantesimo.
Oh, quanto avrebbe voluto andare da Harry! Abbracciarlo e cercare di
rianimarlo! O almeno dare sfogo al suo dolore! Ma invece no.
Non poteva. Doveva restare li e combattere contro di lui. Far finta che
non
gliene importasse niente.
Ma non era così..
Poi Weasley ruppe l’incantesimo e ci fu un gran baccano.
Potter era svanito.
Malfoy stava per mettersi a cercarlo, quando lo vide sbucare
dall’aria.
Vivo.
Il ragazzo sentiva una forte euforia dentro di se.
Avrebbe combattuto.
Dalla parte giusta…
La
guerra era finita.
Tutti, o quasi, ne gioivano.
Molti piangevano e ridevano contemporaneamente, abbracciando i propri
morti.
Così stava facendo Malfoy, accanto ai cadaveri dei genitori.
Piangeva.
Ma si sentiva anche libero.
Si guardò l’avambraccio: il Marchio nero era
svanito.
Una mano gli accarezzò la testa.
Draco si voltò.
Era Harry.
Era sporco, sudato, aveva il volto bagnato di lacrime, ma era felice.
Malfoy si alzò e lo abbracciò.
Harry gli prese la mano, poi lo baciò.
Un bacio lento e doloroso, pieno di sentimenti mai detti, che loro
compresero
all’istante.
“Ti amo, Harry.”
“Ti amo, Draco”
Senza mollare la presa della sua mano, Harry guardò i corpi
di Narcissa e
Lucius Malfoy.
Doveva portare via Draco.
“Andiamo…” sussurrò.
Draco annuì.
E insieme andarono lontano da li, lontano da tutti.
Per stare, finalmente, insieme.
RAGAA ^^
spero vi piaccia la mia ff! lo so che è un po’
corta e scritta un po’ di fretta
devo ammettere, ma era arrivata l’ispirazione. Preso di non
aver accelerato troppo
le cose. Un bacione.