Questa te la dedico, cara ^^ grazie per le recensioni che mi lasci sempre ^^
“Sai... io non so se sono un uomo. Cioè, lo capisco perché mi osservo allo specchio e riconosco la mia figura come maschile, ma io potrei essere una donna.
Vabbé, ma lei non è interessato a queste cose, vero?
Non so cosa le interessa, posso solo immaginarlo.
Lei vuole sapere quando sono diventato pazzo, non è vero? No, non lo so quando lo sono diventato.
Ma, suvvia, io sono sano, in confronto a certa gente che gira da queste parti! Dico, ha visto quello che piscia in giro? Ma fa niente, non stiamo parlando di quel matto.
So solo quando ho fatto quello che ho fatto. Quando stavo per restare da solo.
Lui voleva lasciarmi solo, capisce? E io come avrei fatto? Non so neanche chi siano i miei genitori, come poteva prendere che io mi sarei trovato bene da solo?
Così l' ho ucciso, senza troppi problemi. Lui non doveva lasciarmi solo....
Solo adesso mi rendo della cazzata che ho fatto.
Ora.... sono più solo che mai. Ma fa niente, tanto qui, fra i due, sono quello pazzo.
Ma mi dica, dottore.... la diverte lo spettacolo? Le diverte vedere come potrebbe essere fra pochi anni?”
Il medico stringe la cartellina, osservando il paziente.
La cosa che l' aveva spaventato quando aveva visto le foto era che la sua copia sputata.
Misteri della genetica. Oppure, molto semplicemente, il mistero di famiglia, il figlio segreto della zia del medico.
Ma questo il paziente non deve saperlo, ovvio.
“N-non è un bello spettacolo... n-non mi diverto a vederla cos--”
“Ma si che la diverte! Le piace vedere il suo destino!”
Si alza il paziente, andando ad accarezzare la guancia del medico.
“Perché sa pure lei che questo accadrà.”
E il medico ha paura, una fottuta paura.
“No! Sta mentendo!”
“Allora perché tieni quel coltello in mano, Luke?”
Il medico non perde neanche tempo a guardarsi la mano.
Uccide il paziente, fissandolo con uno sguardo folle.
“Allora, Luke.... chi dei due è quello pazzo, qui?”
Aprì gli occhi, trovandosi a tremare come una foglia.
Poi iniziò a ridere, fissando la parete davanti a sé.
Chissà quando avrebbe avuto la pace, lui.
E chissà quando avrebbe capito quando era rimasto solo.