GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
Molly Weasley
faceva sempre infuriare Sirius Black.
Diventava
rossa come i suoi capelli e fumante quanto l’acqua
in ebollizione dicendo che “le
sembrava ogni
giorno sempre più infantile e capriccioso” e
lo sapeva lei, che aveva “cresciuto
sette figli e un marito” e mai,
in tutta la sua vita, “nemmeno gli
gnomi del
giardino, o peggio, Fred e George” le avevano dato
più problemi.
E quando lei
cominciava a sbraitare, Sirius s’infuriava ancor di
più, perché dopo dodici
anni passati ad Azkaban, una volta finalmente libero, oltre che
rinchiuso
comunque, gli pareva di aver trovato a Grimmuld Place un carnefice ben
più
terribile di un Dinnennatore.
Era
circondato
dai cimeli di una famiglia che avrebbe voluto dimenticare,
ventiquattr’ore su
ventiquattro e inoltre non poteva uscire né vedere Harry.
La sola
idea di quella nuova prigionia gli faceva venir voglia di spaccare
qualunque
cosa si trovasse sottomano o sbranare qualunque cosa si trovasse sotto
i denti.
E poi
c’era
sempre lei, a comportarsi come se
avesse un qualche tipo di autorità su di lui.
A dirgli
cosa fare o cosa non fare.
A leggere
la posta che lui indirizzava ad Harry, a riempire tutti i suoi spazi, a
smontargli tutti i progetti, a ricordargli di farsi la barba, non bere
troppo,
pulire la casa.
Era
lì
ogni maledetto giorno, ad ogni maledetta ora.
Sirius sapeva
bene che il comportamento di Molly era il risultato di un istinto
materno
particolarmente sviluppato, e non di un ben articolato piano per farlo
impazzire (anche se avevano gli stessi effetti) e che doveva esserle
grato per tutte
le volte che gli aveva permesso di evitare l’acqua calda
vagamente salata che
Kreacher continuava a chiamare zuppa vegetale. A volte pensava
seriamente che
strappasse l’erbaccia del giardino intorno alla casa e la
gettasse nel
calderone prima che lui potesse vederlo.
Ma non
era solo quello.
Doveva
esserle
grato per il modo in cui gli chiedeva sempre se avesse bisogno di
un’ulteriore
coperta, per il profumo di pulito e accoglienza che in qualche modo
lasciava
nelle stanze al suo passaggio. Per l’occhiolino quando gli
metteva da parte una
grossa fetta della sua torta preferita, prima che i membri
dell’Ordine la
prendessero d’assalto e la sensazione di quando, aperta la
porta della sua
stanza, al mattino, e sentiti i rumori dalla cucina, non si sentiva
solo.
Ma Sirius
s’infuriava lo stesso, e di rimando, la faceva infuriare,
perché non voleva
accettare che questo gli facesse piacere, non voleva abituarsi alla
cosa.
Doveva
mettere
in conto che prima o poi lei non sarebbe più tornata, quindi
non poteva
permettersi di affezionarsi più di tanto alla sua presenza.
La guerra
sarebbe finita, Harry sarebbe andato a vivere con lui e avrebbe visto
Molly
soltanto qualche volta, per cena, insieme agli altri Weasley.
Non
l’avrebbe
più cercato per sfogarsi sulle preoccupazioni che la notte
non le facevano
chiudere occhio o chiesto il suo aiuto nelle faccende di casa, se ne
avesse
avuto bisogno, non avrebbe avuto il profumo del suo detersivo sui
vestiti
puliti e non l’avrebbe sentita più canticchiare
sottovoce.
E Sirius
sapeva che era una cosa più che normale, più che
giusta.
Per
questo serrava i pugni e ringhiava contro di lei finché,
esasperata, non si
lanciava, rabbiosa, tra le fiamme verdi del camino, lasciandolo nel
silenzio di
Grimmuld Place, un silenzio che avrebbe dovuto imparare a sopportare.