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Autore: fila    18/06/2011    4 recensioni
Questo è un seguito ideale alla storia "La segretaria e l'aspirante suicida" di Vannagio. Se non l'avete letta potete trovarla con nome autore "Il Circolo di Aro".
Edward a Volterra ha incontrato la segretaria umana Gianna; possibile che di quest'incontro non sia rimasto nulla? Secondo me e Vannaggio si. Benvenuti a Volterra.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aro, Edward Cullen, Gianna, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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Birichino

 
 

 Note: Se non avete letto la storia "La segretaria e l'aspirante suicida" vi conviene farlo prima (ne vale la pena vi assicuro); la mia shot sarà più comprensibile. In ogni caso si può leggere anche da sola.

 

La prima volta che il tarlo aveva cominciato a fare capolino nella mente di Edward era stata la notte del ritorno dall'Italia mentre guardava Bella dormire. Tutto era partito da “Ora sei al sicuro”. Poi era passato a rammentare i pensieri dei Volturi, in particolare quelli di Aro. Da qui a quelli della sua segretaria il passo era stato breve. Con il suo maldestro tentativo di suicidio l'aveva messa in grande pericolo. Lo aveva capito perché, malgrado lei cercasse di concentrarsi su un vecchio post it, ciò che il suo cervello urlava era “SONO IN PERICOLO. Il mio Signore non perdonerà mai la mia debolezza! Se mi andrà bene sarò semplicemente il dessert per qualcuno qui dentro; se Lui è molto irritato, e lo so che lo è (non l'ho forse visto il Suo sorriso?),mi darà a Jane.... No, no, non devo pensarci...”

Così notte dopo notte il piccolo tarlo aveva cominciato a scavare voragini nelle sue sicurezze.

Quando, dopo la battaglia contro i neonati di Victoria, Jane disse “Felix pensaci tu, voglio tornare a casa” associando a ciò il viso di Gianna, il dubbio per il rosso Cullen divenne certezza. Aveva condannato una povera, sciocca umana a dolori indicibili. Doveva rimediare.

Fu così che, mentre si trovava in Germania per noleggiare una Mercedes Guardian, trovò il tempo per fare un salto in un certo appartamento di Volterra.

Quella sera Gianna si era portata a casa cena cinese e lavoro per almeno tre ore. Quando si lavora per un capo esigente come il suo è assolutamente raccomandabile non deluderlo. Mai.

Per cui entrò nel suo alloggio, lanciò le chiavi di casa sul tavolo della cucina e si diresse immediatamente alla scrivania della camera da letto. Qui quasi morì d'infarto. Un ben noto vampiro con gli occhi dorati l'attendeva seduto sulla sua sedia. Lei si bloccò cercando di calmare il ritmo vorticoso del cuore e dei pensieri. Lui le fece il suo famoso sorriso sghembo e le offrì un enorme mazzo di gigli bianchi. “Tranquilla non voglio farti del male. Pace?” La segretaria lo guardò così a lungo con la bocca aperta e gli occhi sbarrati che lui ridacchiò, si aggiustò i capelli con una mano e riprovò “Guarda che se non mangi, la tua cena si raffredda. Mi hanno detto che gli involtini primavera gelati sono indigesti”. A quel punto la proprietaria di casa fece un passo avanti “Ehm scusa potrei avere la sedia? Sai non mi piace mangiare in piedi”. Poi imbarazzata aggiunse “Scusi le ho dato del tu”. Ma lui sorrise radioso “Certo che puoi darmi del tu! In fondo siamo quasi morti insieme!” A quest'affermazione si rabbuiò. La giovane italiana quasi si soffocò con un boccone nel tentativo di tranquillizzarlo. Lo ricordava bene in fase depressiva e non voleva riprovare l'esperienza. Lui ridacchiò e continuò “Spero tu non abbia avuto problemi con i tuoi datori di lavoro a causa mia!” Poi, dopo un minuto di silenzio, aggiunse “Sono stato così in pensiero per te in questi ultimi mesi”. Il suo sguardo era così dolce che il cuore della ragazza mancò un paio di battiti. Questa volta inghiottì e con un timido sorriso aggiunse “No, no. Nessun problema. Davvero! Certo Jane mi ha guardato con certi occhiacci per quasi un mese... Mi aspettavo di accasciarmi al suolo urlando da un momento all'altro. Invece niente. Il mio Signore Aro mi ha sicuramente protetto!” Il vampiro vegetariano non era convinto. Si avvicinò fino a sfiorarle l'orecchio destro con le labbra e sussurrò “Sei sicura?”

A quel punto la poveretta non era nemmeno più certa del suo nome! Tuttavia cercò di darsi un contegno rispondendo con tono professionale “Il mio Signore è il miglior datore di lavoro che abbia mai avuto” Non fosse stata tutta rossa con una tachicardia da record sarebbe stato meglio. “Certo, certo” rispose lui cominciando a giocare distrattamente con una ciocca dei lunghi capelli e accarezzandole il collo. Smise quando si accorse che era in iperventilazione. “Ma che diavolo sto facendo? Lei non è Bella!”

Gianna finì la sua cena e mise i fiori in un vaso. “Non dovevi” sussurrò. Ma lui, seduto sul letto “Un vero gentiluomo non si presenta mai a casa di una bella donna senza fiori” Altro sorriso sghembo. La giovane, imbarazzata, si rifugiò in bagno a lavarsi il viso. Quando alzò gli occhi lui era li, dietro di lei. Voltarsi e baciarlo fu un tutt'uno. Lui non la respinse. In un qualche modo si ritrovarono avvinghiati nel letto.

Sul più bello però Edward si alzò di scatto “Scusa, non posso. Amo Bella, davvero. Tra poco ci sposeremo... io... io non posso.”

Un attimo dopo era sola a fissare la finestra della camera aperta.

Il mattino dopo, in ufficio, si accorse di non aver lavorato per nulla la sera prima. Panico. “Come faccio ora? Oddio calma, ragiona, ce la posso fare” In quel momento fece il suo ingresso Aro. Un sorriso enigmatico sul volto. Si sentì morire. Il Volturo le sfiorò il viso “Hai fatto un magnifico lavoro ieri sera mia cara. E' incredibile cosa non si riesca a fare oggi giorno con la tecnologia. Com'è che l'ha chiamata Corin? … Ah si, webcam. Fa riprese meravigliose del tuo appartamento sai?” La segretaria era basita. Il vampiro ridacchiò al “Ma … ma ...ma” interiore e le sussurrò all'orecchio sinistro”Hai tre ore di lavoro arretrato Giovanna Dono di Dio, non vorrai deludermi vero?” E uscì dalla stanza.

Qualche mese dopo la non battaglia di Forks, Edward ricevette da Volterra una foto che lo ritraeva poco vestito mentre baciava appassionatamente una Gianna seminuda. Sul retro una sola parola “Birichino” e una A in scrittura gotica.

Se avesse potuto avrebbe cominciato a sudare freddo.


Ringraziamenti: Grazie mille a Vannagio che mi ha permesso di utilizzare i "suoi" personaggi. Spero di essere alla tua altezza.
La Corin citata nella storia da Aro non è quella della Guida ma quella di OttoNoveTre.
Grazie a chiunque abbia letto la mia storia
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