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Autore: wordsaredeadlythings    18/06/2011    5 recensioni
Kakashi H.; Tsunade; Sorpresa | Triste, Malinconico | What if...? One-Shot
Storia Classificatasi sesta allo Spring Contest indetto da Deidaradanna93 e vincitrice del premio drammaticità
Kakashi e Tsunade si ritrovano al cimitero, in una giornata piovosa.
Perché, nonostante la primavera sia la stagione della rinascita, senza di lei non è più lo stesso.
Cit:/«Sembra che tutte le persone a cui io abbia mai voluto bene si trovino qui» disse la donna, all’improvviso, con un sorriso malinconico dipinto sul volto. «L’unica consolazione che ho è quella che sono insieme, in pace, per una volta.» Sospirò.
«Lei se la meritava, un po’ di pace.» sibilò l’uomo, stringendo di nuovo lo stelo tra le dita callose, dolcemente, cercando di non romperlo o danneggiarlo in qualche modo.

Spero che vi piaccia
Cris
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Sorpresa, Tsunade
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Autore/ autrice: Imperfect_ angel
Titolo fan fiction: Freddo
Sottotitolo:
Tipo di fan fiction: One-Shot; What If...?
Rating: Verde
Personaggi principali: Kakashi Hatake; Tsunade; Sorpresa.
Pairing: /
Genere: Triste; Malinconico.
AU: No
Avvertimenti: /
Note dell'autore / autrice: Ho scelto di paragonare Sakura alla primavera, visto che 'Sakura', in Giapponese vuol dire 'Fiore di Pesco' e che i suoi capelli ne ricordano il colore di quei fiori. E, visto che i fiori di pesco sbocciano in primavera, ho deciso di perseguire con la mia idea. La frase di Tsunade nell'introduzione è dovuta al fatto che la maggior parte delle persone a cui voleva bene (vedisi fratellino e fidanzato) sono morte. Spero che ti possa almeno piacere, ci ho messo tutta me stessa nello scriverla ^^
Introduzione:
Kakashi e Tsunade si ritrovano al cimitero, in una giornata piovosa.  
Perché, nonostante la primavera sia la stagione della rinascita, senza di lei non è più lo stesso.
Cit:\ «Sembra che tutte le persone a cui io abbia mai voluto bene si trovino qui» disse la donna, all’improvviso, con un sorriso malinconico dipinto sul volto. «L’unica consolazione che ho è quella che sono insieme, in pace, per una volta.» Sospirò.
«Lei se la meritava, un po’ di pace.» sibilò l’uomo, stringendo di nuovo lo stelo tra le dita callose, dolcemente, cercando di non romperlo o danneggiarlo in qualche modo.

 

 

 

Freddo

 

 

 

La pioggia precipitava rapida e abbondante sul terreno.
Le nuvole violacee scintillavano di pura energia, mentre le gocce d’acqua cadevano sul mondo con la stessa velocità di mille, potenti proiettili. Era quasi impensabile credere che, aldilà di quelle nuvole impenetrabili, ci fosse il cielo azzurrino, irradiato dalla luce del sole.
Un raggio d’energia sbucò fuori dalle nuvole, trapassando il cielo, e colpendo la terra con violenza. Il boato arrivò poco dopo, facendo tremare le finestre e, soprattutto, l’animo di Kakashi Hatake.
Che strana stagione, la primavera.
Un momento prima era caldo e tranquillo, gli uccellini cinguettavano e svolazzavano nel vasto cielo azzurro, i fiori si beavano della luce del sole e sbocciavano lentamente. Il momento successivo il cielo si tingeva di macchie scure ed impenetrabili, la pioggia cominciava a battere con violenza sul mondo, e i lampi spaccavano il cielo, rimbombando talmente tanto da far tremare le vetrate delle case e l’animo di chiunque, quasi come se un singolo lampo potesse squarciare il mondo e distruggerlo.  
Era quasi strano, pensare alla Primavera come la stagione della rinascita. Specie in quei momenti, quando la pioggia non faceva altro che cadere, e il cielo si incupiva terribilmente, quasi come se stesse piangendo per qualcosa di non ben definito.
L’uomo sospirò, guardando per quella che reputò l’ennesima volta l’enorme statua informe davanti a sé. Nonostante non avesse forma, gli sembrava comunque molto bella. Aveva un colorito rosso cupo, e sotto di essa c’era una candela ormai spenta dalla pioggia scrosciante.
Decine e decine di nomi erano scritti ordinatamente sull’effige in oro scintillante. Tante colonne di persone che mai avrebbero rivisto il sole, o sentito la pioggia solcare la loro pelle. Tante persone che ormai non c’erano più, svanite nel vento, aldilà delle stelle, dell’universo.
Trovò quasi immediatamente quel nome.
Che strano, proprio lei figurava in quel monumento collettivo, lei che per molti era considerata unica. Lei che aveva gli occhi di giada e i capelli intessuti con i fiori, che profumava di primavera.
Peccato che la sua pelle fosse diventata improvvisamente fredda come granito, come la pioggia che ora scosciava sopra la sua testa coperta dall’ombrello nero, e che i suoi occhi giada si erano spenti quasi all’improvviso, privi della solita luce interiore che partiva dal cuore, come un piccolo sole personale che faceva sbocciare un sorriso sul suo volto. E i suoi capelli intessuti con i fiori si erano spenti senza preavviso, appassiti, bagnati da quella stessa pioggia maledetta, diluita con il sangue.
L’uomo sospirò ancora, rigirandosi tra le mani lo stelo di un minuscolo fiore allegro, non ancora toccato da quelle gocce assassine, ancora caldo, puro e morbido, come era lei quando era successo tutto.
«Anche tu qui?» la voce di Tsunade aveva la stessa potenza del tuono che colpì il suolo proprio in quel preciso istante, rimbombando nelle orecchie dell’Hatake.
«Già.» sussurrò, voltandosi. Abbozzò un sorriso, ben visibile dalle pieghe che la sua maschera assunse. Anche Tsunade sorrise, affiancandolo rapida come un gatto.
Calò il silenzio. Si sentiva solamente la pioggia, che picchiava sui loro ombrelli, violenta, mentre entrambi guardavano con intensità l’effige. Anche Tsunade aveva, tra le mani, un fiore bianco e delicato, avvolto in una carta rosata.
«Sembra che tutte le persone a cui io abbia mai voluto bene si trovino qui» disse la donna, all’improvviso, con un sorriso malinconico dipinto sul volto. «L’unica consolazione che ho è quella che sono insieme, in pace, per una volta.» Sospirò.
«Lei se la meritava, un po’ di pace.» sibilò l’uomo, stringendo di nuovo lo stelo tra le dita callose, senza rischiare di romperlo o danneggiarlo in qualche modo.
«Ha sopportato tanto. Sai, a volte, quando la guardavo, era come se mi rivedessi anni addietro. Mi somigliava, un po’.»
Entrambi rimasero in silenzio, guardando semplicemente quel nome inciso nell’oro, quella parola che ricordava solamente una delicata e felice primavera. Quel nome che profumava di fiori di pesco, quel nome che sembrava nato per ricordare il rosa delicato di quei semplici boccioli.
«È stata un’ottima allieva» disse Kakashi, ad un certo punto «Spero che almeno adesso sia felice.» aggiunse. Tsunade lo guardò, con un leggero sorriso stampato sul volto. Era un sorrisetto molto forzato.
«Sono certa che lo sia, Kakashi. Sakura era una ragazza forte» l’uomo sentì una stretta al cuore, sentendo quel nome. Non era ancora pronto per sentire il nome della ragazza. E soprattutto non era pronto per parlare di lei al passato.
Perché ormai lei non c’era più. Perché ormai i suoi sorrisi delicati e la sua voce quasi squillante non sarebbero tornati per irradiare le sue giornate di sole. I suoi capelli color fiore di pesco non avrebbero scintillato più, e i suoi occhi giada non avrebbero più luccicato.
Kakashi posò il suo fiore sulla fredda roccia, lasciandolo in balia delle crudeli gocce d’acqua, che bagnarono subito i suoi petali, raffreddandolo. Proprio come la sua pelle morta sotto i suoi tocchi leggeri, come i suoi occhi che Naruto aveva chiuso con molta delicatezza, come se potesse provare ancora qualcosa.
«Spero che smetta presto di piovere. Rivoglio la primavera.» sussurrò, voltandosi, per poi andare via, con le mani in tasca.
Tsunade posò il suo giglio accanto al fiore di pesco del sensei, prima di andarsene.
Le nuvole si squarciarono, e un raggio si sole colpì l’effige, irradiandola di luce.
Ed il cielo si sgombrò, i lampi finirono, e le gocce d’acqua smisero di colpire qualsiasi cosa con la violenza di mille proiettili.
Ma il fiore di pesco rimase comunque bagnato.
E freddo.

 

 

 



 

Imperfect_ angel - Freddo
Correttezza grammaticale: 13/15
Stile e forma: 8/10
IC: 15/15
Originalità: 8/10
Trattazione del tema: 10/10
Tot: 54/60
Tot: 54/60
Terribilmente drammatica. Hai reso la morte di Sakura con una drammaticità e con un realismo agghiacciante, e il linguaggio che hai usato in molti punti contribuisce a dare questo effetto. Ho amato tantissimo l'immagine finale, del raggio che cade ad illuminare la lapide. È un'immagine che dà speranza ai vivi, ma in realtà è fasulla, perché il fiore rimane comunque freddo. Il risultato è un buon realismo, dato anche dalla totale credibilità dei personaggi di Kakashi e Tsunade. Non ho esitato un momento a darti punteggio pieno, i due sono perfetti. Entrambi affrontano il dolore rimanendo nella loro compostezza tipica degli shinobi, e non si abbandonano alla disperazione, ma dispensano sulla lapide semplici e saggi messaggi di speranza. In particolare ho adorato Kakashi, e la sua delicatezza nell'omaggiare la morte della ragazza, della sua allieva. Anche Tsunade, calma e semplice, non è da meno. È bello anche il modo in cui descrivi Sakura, ormai presente solo nei ricordi degli altri due personaggi. Dai un'immagine quasi remota di lei, l'immagine di una dolce primavera sepolta, di un'innocente risata spezzata.
Anche la trattazione del tema primaverile è ottima. L'idea del parallelismo tra Sakura e la primavera ha riempito di un duplice significato la frase di Kakashi, “rivoglio la primavera”, è come se si rivolgesse sia a Sakura che alla stagione, nascosta dietro le pesanti nuvole. Ho apprezzato anche l'idea di far piovere durante tutto lo svolgimento della scena, e altri elementi principali come la morte di Sakura che creano un'efficace antitesi con la primavera, la stagione della rinascita. E inoltre anche i fiori che Kakashi e Tsunade recano a Sakura, richiamano l'idea della primavera, e infatti vengono anch'essi “uccisi” dalla pioggia.
Passando a parlare dell'originalità della storia, ho dovuto toglierti due punti perché in fin dei conti la scena che hai presentato non è originalissima, benché tu abbia aggiunto tanti diversi particolari che la impreziosiscono. Spesso ci capita di vedere Kakashi inquadrato davanti ad una lapide sotto la pioggia scrosciante, a commemorare una persona ingiustamente perduta. Per questo non me la sono sentita di darti di più, perché purtroppo l'immagine complessiva è già vista ed è ricorrente.
Infine, non hai ottenuto punteggio pieno nello stile a causa di alcune ripetizioni, e di alcune espressioni che spezzano a volte la scorrevolezza della lettura. Il linguaggio che usi e lo stile complessivo rimane comunque più che buono.

 

 

 

AAA

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