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Autore: fleacartasi    18/06/2011    3 recensioni
“Mi dispiace” Sirius distolse lo sguardo. Fissò il gradino da cui sembrava incapace di muoversi, trattenuto da una forza invisibile. “Ti hanno cancellato per colpa mia.”
“Non essere stupido, Sirius.”

Prima classificata a parimerito al contest "The lover with no home" e vincitrice del premio "Miglior uso del prompt"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Solo un gioco



Era stato tutto un gioco.
Le poche righe che gli aveva scritto sua madre, dopo che era diventato un Grifondoro. Parole aride, le uniche che gli avrebbe inviato durante gli anni trascorsi a scuola.
Lo schiaffo che gli aveva dato Bellatrix, furente, quando era tornato a casa. L'aveva salutato con un goffo e breve abbraccio, quando era partito per il suo primo anno a Hogwarts.
Lo sguardo vitreo di suo padre, quando vedeva la sua stanza traboccare di stendardi rossi e dorati. Aveva tentato di strapparli più volte, senza mai riuscirci.
Gli insulti mormorati da Kreacher mentre era obbligato a servirgli la colazione.
Le labbra contratte di zia Druella, quando le chiedeva notizie di Andromeda.
L'indifferenza di Narcissa, troppo occupata a nutrire la propria venerazione nei confronti di Malfoy.
La fuga, le estati trascorse a casa di James, il diploma, perfino la decisione di unirsi all'Ordine.
Tutto un gioco.
L'importante era solo nascondersi, non essere colpiti, rotolarsi fra l'erba, ridere, ridere, ridere.
Non pensare, mai.
Gettarsi su un prato, lasciandosi accarezzare dal sole. Ignorare la fitta di dolore al fianco che minacciava di fermare la corsa e di troncare il fiato. Dimenticarsi delle nuvole gonfie di pioggia e dell'obbligo di rientrare per cena.
Restare fuori ancora un po', solo dieci minuti.
Aveva raggiunto il suo obiettivo, o così credeva. Aveva impiegato tutte le sue energie, senza tirarsi indietro. Aveva partecipato a tutti i giochi che conosceva, fino a crollare a terra senza più forze.
Era diventato il Sirius che indugiava davanti ad una porta dipinta di rosso, in una strada di Londra. Mentre stringeva fra le dita la chiave, che gli sembrava gelida e pesante, si lasciò sfuggire un sospiro.
Una giovane donna, che camminava con passo spedito, si volse per lanciargli una fugace occhiata.
Era carina, pensò, con i capelli castani raccolti in una coda e un impermeabile rosso.
“Cosa c'è?”
Una voce profonda, rassicurante, che gli ricordava i giorni felici dell'infanzia, lo riscosse.
“Hanno tolto anche te, vero?”
L'uomo annuì. “Mi è giunta questa voce.” rispose. “La mia cara sorella non ha perso tempo. Spero che non abbia dato fuoco a tutta la tappezzeria... L'entusiasmo può fare brutti scherzi.”
“Mi dispiace” Sirius distolse lo sguardo. Fissò il gradino da cui sembrava incapace di muoversi, trattenuto da una forza invisibile. “Ti hanno cancellato per colpa mia.”
“Non essere stupido, Sirius.”
“Non avresti dovuto aiutarmi. Non avrai più una famiglia, adesso.”
Scoprì che smettere di parlare sarebbe stato impossibile.
“Fa male, zio. Pensavo di aver imparato ad ignorarlo, ma mi sbagliavo.”
Una pausa.
Forse sarebbe stato costretto a smettere di giocare.
“Non è vero che non ho nessuno. Ho te e ho Andromeda.” Alphard Black gli rivolse un sorriso rilassato, sincero. “Siete voi la mia famiglia, e noi siamo la tua, se ancora non l'hai capito. Devi smetterla di tormentarti, Sirius. Accetta il fatto che nella tua vita i veri legami sono solo in minima parte legati al sangue.”
“Sono anni che ci provo.” mormorò il ragazzo, quasi fra sé e sé. “E' difficile.”
“Io non credo di non esserci ancora riuscito del tutto, e ormai sono rinsecchito e pieno di reumatismi. Tu hai tempo, tanto tempo.”
“Non sei poi così rinsecchito, zio.” ribatté Sirius.
Regalarti quei soldi è stata la decisione migliore che abbia mai preso, e non ho intenzione di pentirmene” Alphard gli cinse le spalle con un abbraccio. “Ora andiamo a vedere la tua nuova casa, mi sono stufato di stare fermo su questo gradino. Spero che ci sia una stanza in più per ospitare questo vecchio relitto, ogni tanto!”
Sirius annuì, infilando la chiave nella serratura. “Ho investito bene i tuoi galeoni, non preoccuparti.” varcò la soglia, seguito dallo zio. “Benvenuto a casa Black!” Esclamò, respirando a pieni polmoni.
L'aria era stantia, ma gli sembrava già familiare. Sorrise.
Ancora un gioco.
Solo diverso.



* * * * *


NOTE

Alphard Black è stato cancellato dall'albero genealogico perché ha dato dei soldi a Sirius, ma non è specificato chiaramente che questi soldi fossero un'eredità. Ho assunto che fosse ancora vivo quando Sirius si è comprato una casa. Orion è morto nel 1979 e Walburga nell'85, e dubito fortemente che potesse usufruire di Grimmauld Place in quel periodo, quindi avrà pur dovuto trovarsi un posto dove vivere, no? ;)

Questa fic è stata scritta per il concorso “The lover with no home”, di ClaireTheSnitch.

Come sempre sono bene accetti commenti e critiche varie!
Alla prossima,
Flea.

  
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