Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Sayumi    05/03/2006    0 recensioni
A volte persino la più noiosa delle punizioni potrebbe rivelarsi interessante e molto spesso si colgono al volo le occasioni più preziose per scappare dalla solita routine... e poi forse anche le scommesse più stupide possono rivelarsi utili!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2

Capitolo 2

 

-Studentessa universitaria… -

 

I mesi passarono, e fortunatamente il bel voto alla maturità addolcì i miei che mi concessero di rivedere almeno Ginny e di andare a casa sua… questo mi rasserenò, anche perché dopo la fine del mese di Luglio, a furia di stare in casa i miei avevano notato che stavo decisamente rincretinendo e diventando estremamente instabile a livello mentale, quindi furono in un certo senso costretti a lasciarmi uscire.

Non potete nemmeno immaginare come può essere bello poter uscire all’aria aperta dopo mesi passati su libri di scuola! L’aria che ti soffia in faccia, il calore estivo quasi soffocante, il calore e la luce del sole

Ma la mia libertà era ancora limitata.

Presto anche l’estate finì. Ero sopravvissuta. Il mese di settembre come giunse passò altrettanto velocemente.

Dovevo riprendere a studiare per l’università questa volta e casa mia era invasa da miriadi di documenti per lo più inutili.

E poi iniziò il primo semestre. Ovviamente mio padre all’inizio era contrario che frequentassi in città l’università. L’aveva definita “piena di gente pericolosa” aggiungendo “non ti basta quello che ti è successo?” ma poi dopo un’ampia leccatina (non diciamo di cosa, ma a buon intenditore poche parole…) ho corrotto i miei a farmi proseguire negli studi. Forse studiare per cinque anni le tecniche pubblicitarie è servito a qualcosa.

Fatto sta che mi ritrovai catapultata in un mondo nuovo.

Dove la mia unica conoscenza era la mia compagna di mille avventure.

La stavo seguendo mentre osservavo decisamente curiosa tutta la gente che frequentava la struttura. Si andava dal genere metallaro più nero al punk più stravagante ai semplici e comuni soldatini, come li definisco io… ovvero tutta quella schiera di persone amanti della moda che non sapevo distinguere, non era di certo il mio genere di persone preferite, avendo spesso scontri con il genere amavo tenermene alla larga… io evitavo loro… e con un po’ di fortuna loro evitavano me.

L’ultima volta che avevo incontrato un amante di moda e vestiti ho rischiato l’osso del collo e mi ritrovo ancora con 20 punti di sutura su un fianco che nei giorni di pioggia si fanno sentire.

Mentre mi mostrava le varie aule e qua e là salutava qualcuno di conosciuto la mia vista si soffermò su un gruppetto di ragazzi dell’ultimo anno.

-Ehi!- mi richiamò alla vita Ginny che mi sventolava la mano davanti al muso –Già perso la testa per quelli dell’ultimo anno di Economia?- chiese divertita notando il soggetto del mio sguardo.

Tra i ragazzi che guardavo ce ne era uno, era alto con le spalle larghe e i capelli castani spettinati e lo sguardo scuro con accanto un altro ragazzo di poco più basso dai capelli più scuri e una sottile linea di barba che gli dava dei lineamenti che ricordavano quasi l’attore di un film ambientato nel medioevo. Il primo ci stava provando spudoratamente con una ragazza di molto più bassa di lui dai capelli neri che pareva pendesse come un pesce dall’amo di un pescatore. La scena era quasi disgustosa.

Mi voltai verso Ginny. –Se sono tutti così marpioni e presuntuosi non ne vale la pena di mettersi con nessuno di loro.- dissi ad un tono abbastanza alto da poter attirare l’attenzione dei ragazzi di pochi istanti prima. Percepii distintamente lo sguardo del ragazzo castano di prima che mi guardava quasi sfidato, ma dopo un sorriso ammiccante e fintamente allegro continuai con il giro delle aule.

Dopo aver assistito ad un paio di corsi mi ritrovai ad aspettare nel cortile interno dell’università, sotto un’arcata a tutto sesto. In attesa dell’arrivo di Ginny.

Mentre aspettavo notai che dall’angolo del corridoio di fronte a me erano appena comparsi i due tizi del quinto anno.

Vidi il sorriso dipingersi sul volto del ragazzo che avevo volontariamente punzecchiato poco prima.

Mentre passava si lasciò fuggire in tono abbastanza eloquente. –Che racchie le matricole di quest’anno!- disse consapevole che lo stavo ascoltando.

L’altro al suo fianco si limitò ad un’alzata di spalle e stette zitto.

Poi mi raggiunse Ginny e finalmente ci dirigemmo a pranzare.

Ovviamente, con la mia solita fortuna non potevo che non beccare nel fast food i due di prima.

Ormai era definitivo, dopo quel pranzo capii una cosa. Era guerra. Si erano seduti di fianco al nostro tavolo, era diventata una lotta all’ultima frecciatina!

-Allora sorellina cara come è andata?- chiese Ginny per evitare che mi mettessi a spaccare la faccia a quel tizio e creare una rissa nel fast food.

Tagliai con un gesto lento la mia fetta di pizza e risposi tranquilla… -Il prof spiega bene anche se ha un alito pestilenziale! Mi ricorda il prof di disegno!-

Dall’altro tavolo il tizio iniziò a farmi il verso con varie smorfie del viso.

Grosso errore. –Che strano oltre che marpioni e presuntuosi sono pure maleducati- dissi con un tono di voce quasi distratto.

Ginny mi guardò perplessa per poi notare l’occhiataccia del tizio seduto di fianco e la risatina, seguita da un calcio partito da sotto il tavolo all’amico.

-Capisco- fu la risposta finale di Ginny.

-Tu invece?- chiesi continuando a trafficare con la mia pizza.

Ginny prese a descrivermi la sua giornata mentre i due ragazzi al tavolo vicino mangiavano in silenzio.

A quel punto vidi la cosa più bella a cui potevo assistere in quel momento. Un lampo di pura perfidia passò negli occhi di Ginny. Ebbene si. Ginevra si era risvegliata in tutta la sua diabolicità!

Si voltò tranquilla con un sorriso angelico scostando una ciocca di capelli corvini dietro la spalla e lasciando intravedere per bene la scollatura data dalla camicia –Ragazzi… c’è qualche problema?- si rivolse ai due con il suo sorriso più angelico e fissandoli diritta negli occhi.  Per poi aggiungere –Sapete, la mia amica ha notato che la fissate intensamente, c’è qualcosa che posso fare per voi?- chiese accentuando il sorriso e proseguendo dopo una breve occhiata all’orologio –ma dovete fare in fretta perché non ho ancora terminato di mangiare e tra poco ho lezione e il mio Docente non rispetta il quarto d’ora accademico- aggiunse fintamente dispiaciuta.

-Non guardare me! E’ lui che ha perso la testa per la tua amica!- disse il moro indicando l’amico che lo ricambiò con un’occhiataccia nera.

-Traditore- mormorò a denti stretti –Non ho affatto perso la testa per la tua amica, figurarsi! Posso trovare di meglio, e comunque, grazie ma non ho bisogno dell’aiuto di nessuno per avere una donna- guardò Ginny sorridendole perfido.

Io guardai la scena estremamente divertita.

Ginny riprese alla carica -Ottimo, di ragazzi così sicuri di potersi fare la prima che passa ce ne sono a bizzeffe, ma tu hai un non so che di particolare..- gesticola con una mano, mentre finse di esaminare la personalità di lui -Dato che non hai bisogno dell'aiuto di nessuno, io mi concentrerò sul tuo amico -gli sorrise di scherno e si volse verso l'altro. -Piacere, sono Ginevra, ma chiamami Ginny -tese la mano - Spero di trovarti ancora in giro per i corridoi, magari potremmo incontrarci… -lo aveva provocato apertamente.

L’altro sorrise divertito mentre l’amico dai capelli castani rimase quasi scioccato mentre l’altro rispondeva –Piacere mio, mi chiamo Daniel, e quell’essere molto simile ad un animale è David.- disse mentre l’altro dichiarava apertamente la sua ostilità incrociando le braccia scocciato. –E tu sei?- chiese questa volta rivolto a me.

-Morgana, piacere- sorrisi educata porgendo la mano, ben attenta che non si vedessero da sotto i bracciali i vecchi graffi.

David scoppiò a ridere. –Ginevra e Morgana! Ah! Lancillotto e Re Artù dove li avete lasciati?- disse in tono canzonatorio.

Mi limitai soltanto a guardarlo.

Uno sguardo che lasciava capire chiaramente il mio pensiero: “Sei un cretino col cervello di un bimbo di due anni”.

-Cos’è non sai più cosa rispondere signorina Morgana?- chiese sfidandomi.

Quel ragazzo era evidente. Voleva morire. Non c’erano dubbi.

-Attento signorino David… Morgana era una strega molto potente… chi ti dice che non lo sia anche io?- sorrisi diabolica mentre lo guardavo scrutandolo fin nei minimi particolari e prendevo a giocherellare con un ciondolino di quarzo bianco.

-Non dire fesserie, le streghe non esistono!- disse lui allargandosi il colletto della felpa.

-Mah… mai dire mai- risposi con un sorrisetto angelico.

-Su dai nemmeno vi conoscete e già vi state scannando!- si intromise Daniel.

Ginny stava zitta, evidentemente aveva colto nelle mie parole riferimenti al passato che i due ragazzi che avevamo vicino non potevano cogliere.

Terminammo il pranzo. Chiacchierammo in tre tranquilli mentre David in un angolo mi guardava malissimo e interveniva ogni tanto per uno dei suoi tentativi di presa in giro.

Terminato il mio pranzo controllai sul display del mio cellulare, finalmente tornato nelle mie mani anche se decisamente ammaccato e pieno di graffi. A breve avrei avuto il treno e dovevo assolutamente andare a casa.

-Wow, deve avere una storia profondamente interessante quel cellulare per essere ridotto a quel modo!- esclamò Daniel osservando tutta la vernice scrostata dai graffi.

Esitai distrattamente prima di mettere via il cellulare e mi limitai ad un sorriso. –Già porta con se molti ricordi che mi aiuta a non dimenticare- guardai Gin per poi farle cenno con il capo che era ora di andare.

-Bene, cenerentola ha bisogno di tornare a casa anche oggi e la carrozza non aspetta- sospirò lei alzandosi e porgendo la mano ai due. –E’ stato un piacere conoscervi-

Daniel però si alzò e si offrì di accompagnarci alla stazione. David lo seguì più perché aveva anche lui il treno da prendere che non per accompagnare noi.

-Temo proprio che il destino sia avverso a voi due… mi sa proprio che dovrete sopportarvi per il viaggio di ritorno da soli.- affermò divertito Daniel poco dopo che scoprii che anche David prendeva il nostro stesso treno per tornare a casa e Ginny sarebbe rimasta in università fino a sera quel giorno.

-Non importa, il treno ha molte carrozze- affermai alzando le spalle.

-Forse non abbastanza- affermò lui acido.

Lo guardai furente. –Cosa vorresti insinuare?- sibilai vicina al prenderlo a sberle.

-Io? Niente!- affermò lui ammiccando diabolico.

Per evitare che la discussione sfociasse in una rissa mi voltai e mi diressi furiosa ai binari.

Mi dava troppo sui nervi! Non lo reggevo!

Mi infilai nella seconda carrozza e cercai posto. Gettai con non curanza la borsa sul sedile a fianco e mi stravaccai sul sedile. Avevo i capelli che sicuramente se ne andavano per i fatti loro sparando in riccioli assurdi e mi misi a giocherellare con uno di essi che penzolava sulla mia fronte mentre, con un piede appoggiato sul gradino rialzato sotto il finestrino pulii una macchia di polvere dalla lunga gonna nera e notai che lo smalto delle mie unghie reclamava il restauro urgente. Presi un fumetto dalla mia borsa e mi misi a leggere in attesa della partenza del treno.

Poco dopo mi raggiunse l’essere insopportabile.

-Posso?- fu la sua unica richiesta.

-Devi proprio?- risposi annoiata staccando lo sguardo dalle pagine.

-Non ci sono altri posti- rispose lui secco.

Alzai le spalle in segno di indifferenza e tornai al mio fumetto.

Il viaggio fu tranquillo, non ci rivolgemmo la parola e mi concentrai sul fumetto che leggevo. Ma l’occhio ogni tanto saliva a controllare oltre il margine della pagina e spesso lo scoprivo a fissarmi.

“Che diavolo ha da fissare?!” fu il mio pensiero.

 

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Sayumi