INCONTRI
Già
da piccolo il suo più grande sogno era quello di guidare i
treni , di viaggiare
, vedere luoghi lontani , ma poi , quando il suo amico se ne era andato
, aveva
deciso che non aveva senso abbandonarla ed era rimasto in
città.
Appena
compiuti i diciotto anni aveva lasciato la scuola ed era entrato
nell’ ATK ,
per diventare tramviere ed avvicinarsi il più possibile ai
suoi sogni
infantili.
Appena
un anno e mezzo dopo era il più giovane guidatore di tutta
Konoha .
Aveva
sempre pensato che il giorno in cui aveva ricevuto la licenza sarebbe
stato il
più bello di tutta la sua vita. Ma si era sbagliato.
Quel
giorno era arrivato esattamente sei mesi dopo , in una fredda giornata
di
ottobre , quando era salita sul suo mezzo la creatura più
incantevole che
avesse mai visto.
I
capelli lunghissimi e dai riflessi blu oltremare facevamo forte
contrasto con
la pelle d’avorio e con un paio di occhi di un bianco
agghiacciante. Le labbra
, le più morbide e sensuali sulle quali avesse mai messo gli
occhi , si
stagliavano rosee in quel candore . I jeans scuri risaltavano le lunghe
gambe e
il maglione celeste evidenziava il ventre piatto e il seno florido
mentre il
collo era celato da una pesante sciarpa bianca.
Rimase
incantato ad osservare tanta bellezza , quasi senza accorgersi che la ragazza era già
passata , lasciando impresso
nella sua mente l’ odore del suo profumo . Viole e Cannella.
Lei
, silenziosa e leggera , si era posizionata dietro la cabina del
conducente e
restava in piedi , osservando la strada fuori dal finestrino.
E
da quel giorno , ogni pomeriggio , per i seguenti tre mesi , lei era
salita sul
tram delle 13.17 , il suo , e si era sistemata dietro di lui , schiena
contro
schiena con solo una sottile parete di ferro a dividerli, tenendo
stretti al
petto i libri dell’ università e tamburellandovi
sopra con le dita il ritmo
delle canzoni che ascoltava con l’ipod senza che lui trovasse
mai il coraggio
di rivolgerle la parola.
Scendeva
sempre al capolinea che
si trovava ,per
fortuna sfacciata , proprio di fronte alla grande villa oltre il cui
cancello
lei spariva ogni giorno.
Accadde
per sbaglio che , in uno di quei giorni , un incidente bloccasse
l’intera città
nel traffico, e mentre lui pazientemente aspettava , gli giunse
all’ orecchio
una
voce << S-scusa , da qui , c-come ci arrivo in via
Fukushima ?
>> Senza ombra di dubbio quella voce le apparteneva ,
dolce , timida e
riservata , come probabilmente il suo carattere . << Puoi
prendere quell’
autobus laggiù >> le sorrise indicandole un
punto. Fece per parlarle
ancora ma lei era già scomparsa tra la folla sul marciapiede.
Rimase
fermo quasi due ore , ripensando a quelle parole sussurrate , appena
udibili
che però rimbombavano nella sua testa come urlate.
Arrivato
al capolinea decise di fermarsi , dato che non c’erano
più passeggeri sul mezzo
e si mise a fissare la casa.
La
vide uscire piangendo dal cancello in ferro battuto e andare a sedersi
sulla panchina
proprio di fronte a lui massaggiandosi un polso.
Scese
dal tram e le si avvicinò cautamente << Cosa
ti è successo ? >> lei
sollevò gli occhi colmi di lacrime incrociandoli con i suoi
color del cielo e
senza alcuno motivo si gettò tra le sue braccia e
continuò a piangere.
<<
Puoi stare tranquilla , raccontami cosa è successo
>> la incoraggiò
ancora accarezzandole i capelli per calmarla.
<<
Mi ha picchiato , pensa che io mi veda di nascosto con un ragazzo e che
sia per
questo che oggi ho ritardato >> I segni rossi sulla
candida pelle non
mentivano e lui , non avendo idea di come gestire la situazione con le
parole
rimase saggiamente in silenzio aspettando che lei finisse di sfogarsi.
Le
porse un fazzoletto e le sorrise mentre lei lo guardava negli occhi
<< Io
sono Naruto , come ti chiami ? >>
<<
Hinata >> sussurrò lei abbassando lo sguardo
<<
Ti và di fare un giro sul tram ? >> si
alzò porgendole la mano che venne
subito afferrata e l’accompagnò sul mezzo
continuando a sorridere .
“Che bel nome“ pensò “Hinata“