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Autore: Dew_Drop    19/06/2011    4 recensioni
Cosa accadrebbe se Milo fosse un maggiordomo incapace e Camus il ricco erede che l'ha assunto?
Nella Parigi dell'alta borghesia fondata sul rapporto padrone/dipendente, che la Folie abbia inizio!
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Cap 9






< CAPITOLO 9 >


In partenza , ovvero: "Il mio Buddha è un architetto"


Madre Natura, miei cari ospiti, s'è data da fare per metter d'impiccio l'essere umano; e questi, preso il guanto de' la sfida, s'è oltremodo impegnato per dar ad Ella filo da torcere. Basti pensare all'erba che cresce rigogliosa da una parte e alle falciatrici dall'altra; basti ancor pensare alla distanza, che Homo ha limitato tramite impeccabili reti di autostrade e marchingegni d'ogni sorta.
E' di uno di questi mezzi di trasporto che voglio raccontarvi. Giacché io, pigro e mansueto cagnolino col papillon al posto de' collare, non m'ero mai interessato a viaggi che andassero fuor di Parigi, almeno escludendo il tragitto Grecia/Francia che m'ha recluso a sì crudele impiego; giacché, dicevo, rifiutavo mentalmente ogni forma di spostamento oltre costì Terra-di-Baguette, non realizzai subito d'essermi condannato al giro del mondo. Ché le prove cui m'ero sottoposto per 'gentil invito' di Felipe Romero non pensavo potessero osare d'uscir dalla Nazione.
E invece, con sorriso glassato, la parola a Monsieur Bonnet:


Ehm, ehm...!


"S'ha da prepararsi Milo, che si partirà domattina."
In un primo momento di ghiacciata quanto timorosa sorpresa - di trovarlo davanti proprio non se l'aspettava -, Semper Fidelis fece sì col capo mascherando l'intento di menar qualche pugno a' suo ex-padrone: "Per di dove, il signore?"
Giusto in quell'istante, tronfio [1] nel bell'abito adornato d'immancabile rosellina, el Senor fece sua comparsa tirando un sorrisotto d'intesa al giudice: "Come si prosegue, con le prove?"
"Più che bene" fu la fredda risposta dell'Acharya, ancora intento ad architettare congetture per raddrizzar la Torre di Pisa. "A parte qualche appunto, s'intenda."
"Non favorite della cena?"
"Giusto mio desiderio."
"Ah, lei! Monsieur Blanchard, venga, venga...", e se lo portò dietro ciarlando nell'alfabeto de' potenti, che solo Iddio, e forse nemmen lui, sa intendere. Rimase di stucco il nostro Bau-Bau, mentr'essi svanivano di dentro nella luce de' convito; di sol un battito di ciglia e pur l'indiano fu lor alle spalle a piccoli passettini simil al saltellar de' passeri, con le zampette in su la testa, per tentare, ahimè invano, di ristrutturar l'acconciatura. T'eri tanto impegnato per sfoggiar il simbolo di Terra-di-Baguette, povero il nostro giudice, ed or che ti trovi su territorio baguettoso ti devi accontentare d'una Torre straniera! Perché magari i convitati italiani ti lanciarono un occhio e pensaron ch'avessi sbagliato Nazione in cui atterrare. Ma questi non son discorsi che c'interesanno a fin di bene, per cui torniamo a Me Infelice rimasto, vermetto intra galli, a fissare i due interlocutori.
"...Monsieur Dellas?"
"O-ouais, il signore?" si fece fretta di dire rivolto al Romero. "Ah, mi si dovrebbe spiegare la questione. De' partenza."
"Riguarda la Prova di Adattamento. L'ultima, per precisare. La più difficoltosa, per precisar di nuovo."
"Tanti riguardi, Bonnet. [2]"
"Si deve viaggiare nella terra natia del giudice assegnato e restarvi d'alloggio per un po' di tempo" riprese lo spagnolo, pizzicando la rosellina nel taschino. Aveva egli una cert'aria di pomposità che lo ridicolizzava, in quella postura con cui tendeva a tener avanti il ventre, con le spalle ritte indietro, come se recitasse la parte del signorotto senza però il panzone. "La partenza sarà domattina, all'ereoporto della città. Si cambierà volo a Bucarest e da lì si procederà in privato."
"S'intende che da di qui a quell'altra città dovremo viaggiare come tutti i passeggerri de' mondo?"
Il Bonnet si portò la mano al mento a tastare un'invisibile barbetta da vecchio intenditore e si lasciò scappare un "oh-oh!" degno de' balocchi. "Oh-oh!" ripetè, "volo di linea."
"Volo di linea." gli fece eco il Romero.
"Volo di linea?" cinguettò Bau-Bau.
"Volo di linea, Dellas."
"Volo di oh-oh!"
"Volo di..."
"...OH-OH!"
"...linea, Dellas" concluse lo spagnolo lanciando un occhio all'intercalare de' ricco collega, ancora intento a massaggiarsi ora i baffetti fantasma. "S'ha d'intendere, è questo, quella del viaggio per l'appunto, un test d'ammissione all'ultima prova. Mi par ovvio che se non s'atterrerà in India, la prova d'Adattabilità non si può mica far in Burundi, m'ha compreso il maggiordomo?"
"Compreso."
Anche se più che fissar nel vuoto la paura per gli aerei - della qual purtroppo Semper Fidelis soffriva -, parea egli svenire al pensiero di viaggiare così lontano con un padroncino come il Blanchard. Con a seguito, come concluse lo spagnolo, il Bonnet-Jouet [3] e l'Acharya.


E s'affievoliscono le luci sulla scena


[Petits Acteurs]


Tira in fretta le funi del sipario,
corri corri davanti al pubblico seduto in attesa!,
fila sul precipizio del palcoscenico,
schizza allegro trascinandoti dietro le tende de' commedia,
attento a non...!
"Ohè, Ria! Sbaglio o non è ancor ora per te d'entrar in scena?"
"Stavo solo tirando il sipario per la prossima scena, Blancha- Che- Ma tra quanto io dovr-?"
"E s'ha da smettere, di mangiar le parole, qual vizio orrendo!"
...
"Finalmente silenzio" sospira sconsolato Petit-Blanchard sedendosi lì sul bordo del palcoscenico.
Con un paccheto di caramelle gommose, fissando assente il pubblico.
Ciup-ciup.
Ciuppy-ciup

E ciup.


Ehm, ehm...!


Acceptation, ovvero 'check-in'

Allegra combriccola, quella che quel dì sostò ad uno dei banchi di check-in! Semper Fidelis mise i bagagli - lì lasciò cadere, meglio dire - sul nastro trasportatore con l'intenzione d'afflosciarvisi sopra, distrutto dal peso non certo ragionevole de' valigie. Un po' come una strisciolina di carta,rigata in volto da ondine nere, che s'ammoscia buffamente al vento, priva d'ossa; così Bau-Bau si presentò al banco con palline d'Albero Natalizio al posto di perline di sudore.
"Sta bene, il Dellas?" s'informò il Bonnet con un sorrisetto affilato. "Deve aver faticato..."
"Ahm." - un "ouais" strozzato.
"Oh-oh!"
 "Eh...."
"Il signore, prego" domandò la gentil donzella da dietro al banco dopo aver ispezionato il biglietto de' Carrera rifilatole dal nostro giudice. "Monsieur...?"
"Monsieur Blanchard. Camus Blanchard."
Tic-tic da parte della registrazione.
"Bagagli?"
"Cinque. Ognuno di trentasette chili, a onor d'esattezza. Vrai, Milò, che son trentasette?"
"Ahm."
E la fanciulla, esibendo 'l classico sorriso d'impiego: "Ecco la carta d'imbarco. Uscita numero sei, tra un'ora e quindici, posto quattordici. Venti invece per Monsieur Dellas, trentuno per Monsieur Acharya. Lei, Monsie...?"
"No mia cara" fu subito di risposta il Bonnet, facendo un certo movimento con le sopracciglia come se uno dei numeri citati fosse riferito al camerino di suddetta signorina, "s'è in errore, io non m'imbarco. Ho giusto accompagnato."
"Mi si perdoni. Allora buon viaggio ai signori."

Détecteur, ovvero 'cercametalli'
 
Passò per primo Bau-Bau, a guisa de' vittima sacrificale o d'assaggiatore per il re.
Via libera.
Passò or dunque il Blanchard, lanciando un'occhiata marshmallowsiana all'agente, ché d'occhiate del genere la gente farebbe volentieri a meno. Il controllore fece un balzo, ritirando un poco il dispositivo come crocifisso da sì terribil e zuccherosa minaccia, e nulla osò trillare.
Fu quando toccò all'Acharya che Monsieur Détecteur, annusatolo come un cane di tartufi, abbaiò di fare un'analisi al soggetto.
S'ha da dire allo spettatore che quel dì il nostro giudice avea ben provvisto al cambio di bandiera; e non la Tour Eiffel, non quella di Pisa, bensì il Taj Mahal simbolo d'India troneggiava sui suoi capelli con una precisione da far invidia al più pignolo de' architetti. Una crocchia a forma di cupola centrale e due piccoli chignon ai lati, a raffigurar le torrette dell'edificio. E c'erano anche i fermagli a far da punte!
In ogni caso il dispositivo ebbe da ridire e l'Acharya, lento lento, molto probabilmente in attesa del "mondo di Dio che verrà per giudicare i vivi e i morti" - citazione non azzeccata ma necessaria, in quanto non trovo altro modo per darvi l'idea del bradipo insito in lui -, ficcò le mani nei saloni del Taj Mahal. E più estraeva un gingillo dietro l'altro, più l'agente si faceva cencio bianco mentr'elencava:
"Fermaglio, fermaglio, fermaglio... modellino del Colosseo, modellino di Piazza S. Marco, modellino del Big Ben, model- ...Twin Towers, Torre di Pisa, Sky Tower, Chrysler Building, ponte di San Francisco, Partenone..."
Ecco chi era Agni Acharya. O forse sarebbe meglio dire, cos'era: un giudice chissà come incappato nel proprio impiego, eppur desideroso di metter mano a' lavoro degli architetti. Individo della massa che sfuggiva alla piatta quotidianità usando i capelli a mo' di mattone e cemento. E il nostro Semper Fidelis, che fissava atterrito il contenuto a-non-finire di quella chioma edificata, s'era pur reso conto che il controllore aveva rinunciato a dir "modellino". Tanto non se ne vedeva il bisogno.


° ° ° 
 
Note:
Tronfio [1] - preferisco metterlo nelle note, essendo un aggettivo poco conosciuto: "tronfio" è sinonimo di "altezzoso" e "pomposo".
"Tanti riguardi, Bonnet" [2] - un altro modo per dire: "Tante grazie".
Bonnet-Jouet [3] - nomignolo carino, a detta mia, dato che fa anche rima ** Significa "Bonnet-Balocco".
Taj Mahal - monumento simbolo indiano. Eccovi l'immagine, per darvi un'idea di cosa s'è messo in testa (nel vero senso della parola, ahimè XD) il nostro giudice:



Taj Mahal  


Buh! Eccomi con il nono capitolo, devo dire, sudato. Ero indecisa sulla caratterizzazione di Sion - che vedrò di far comparirere ancora, in un modo o nell'altro -, ma alla fine ho pensato: "Ha già le scarpe da folletto... mi ha sempre dato l'idea, almeno in una caricatura di vignetta, di un tipo gioviale e sempliciotto..."; e alla fin fine è uscito uno pseudo Babbo Natale che fa: "Oh-oh!" O_O Non so proprio come la prenderete, ma pace XD
In più abbiamo scoperto che il nostro Shaka ha la mania per l'architettura - in effetti quei capelli mi hanno sempre fatto rabbia, sempre perfetti come sono, magnifici, insomma l'opposto dei miei ç_ç ----> e allora perché non rovinare la loro reputazione in questo modo crudele? °° *sguardo malefico* Tra l'altro, il piccolo siparietto "Petits Acteurs - Piccoli Attori" mi è balzato in testa ieri, dato che l'idea di vedere in formato "chibi" i personaggi già stravolti dalla comicità mi piaceva un sacco, e spero che anche voi abbiate apprezzato. Protagonisti, in questo caso, Camus e Ria, che comparirà fra qualche capitolo con un bel ruolo pronto sfornato per lui °v°

Allora vi lascio, e buona domenica **

Fe'

 


   



 
 

   
 
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