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Autore: Lirin Lawliet    19/06/2011    21 recensioni
Ho intenzione di riprendere a breve gli aggiornamenti, abbiate fede!
Ormai, dopo rispettabilissimi diciotto anni vissuti nello spasmodico desiderio di essere baciata (e magari anche sodomizzata, perchè no?) dalla fortuna, era giunta all'inoppugnabile conclusione che qualsiasi progetto avesse tentato di portare a termine sarebbe stato inevitabilmente disturbato da un morboso e sadico inconveniente che l'avrebbe portata a ricominciare tutto daccapo. Era un classico caso di A.S.N.C.M.S.; sigla che, per chi nasceva con la sfiga saldamente avviluppata al patrimonio genetico, aveva un significato quasi profetico: alla sfortuna non c'era mai scampo.
Un soggetto su un milione nasce con l'abbonamento alla sfiga cronica, la peculiarità di ingrassare con l'ossigeno, la dirompenza atletica di un bradipo paraplegico e la tendenza a sviluppare brufoli negli unici giorni in cui sarebbe estremamente gradita la loro assenza... E Nabiki Tsukiyama, franco-giapponese, figlia di mezzo (e perciò, già sfigata di suo!) era nata proprio sotto quella cattiva stella.
[Pairings: MORI X OC / HIKARU X KAORU / TAMAKI X HARUHI X HIKARU]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Takashi Mori Morinozuka, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.LA BOTTEGA DEI DESIDERI.

 

Ottavo ingrediente:

la sacra tecnica del paliatone universale

 

 

Ariete

Fortuna: guai in vista! Ci sono buone possibilità che una colonia di gatti neri invada il tuo giardino, che un vicino ti righi la macchina, che ti si stacchi la corrente mentre ti stai asciugando i capelli e che un meteorite atterri nel tuo salotto. Non disperare: poteva andarti peggio!

Salute: ma guarda! Scoppierai di salute! O, forse, scoppierai e basta... Tu però, intanto, assicurati di non mangiare latte e petardi a colazione. Vienimi incontro, no?! Com'era che diceva quel proverbio? "Chi semina vento raccoglie tempesta"? Bene. Nel tuo caso le possibilità sono due: o non hai un cazzo da fare, e ti metti a seminare vento, così, tanto per grattugiare le scatole al prossimo; oppure hai mangiato fagioli. In tutti e due i casi, minacci la salute di altri undici segni zodiacali, per cui facci un favore: chiuditi in casa!

Amore: no, ma dico...? Cioè, stai davvero leggendo la voce "amore"? Ma tu ancora ci speri? Sul serio?? ...MA RASSEGNATI, VA'!

 

«Allora?? Devo chiamare un notaio per fissare la data del compromesso, o pensate di ordinare qualcosa?» suggerì «...Magari prima che io entri in menopausa?»

Hikaru e Kaoru sbadigliarono sonoramente, osservando il menù della Bottega dei Desideri con la stessa espressione annoiata con cui avrebbero potuto contemplare un escremento di stercosauro adulto; e finalmente, con la micidiale rapidità di un bradipo paraplegico, si decisero a volgere lo sguardo su Sua Ringhiosità la Pasticciera, la quale stava emettendo da ben dieci minuti una serie preoccupante di borbottii, che già avevano abbondantemente superato il concetto stesso del suono per trasformarsi in un'unica vibrazione minacciosa... Un record, praticamente.
I
n tempi non sospetti, Nabiki sarebbe già passata alla fase number two, che consisteva in una famosa tecnica plurimillenaria (che la famiglia di Concetta Wakamoto tramandava di generazione in generazione), e che era stata pittorescamente battezzata "Mò ti faccio un paliatone*".

Intanto, Hikaru richiuse il menù con una tale solennità che Nabiki fu pronta a giurare che le sue prossime parole sarebbero state «La messa è finita. Andate in pace.», ma gli occhi dorati del ragazzo le lasciarono presupporre un divertimento mefistofelico, e nient'affatto innocuo, che presagiva tutto tranne la fine di qualcosa.
E infatti...

«Io prendo un caffè decaffeinato.» annunciò «Però lo voglio ristretto, alla nocciola, macchiato con una generosa dose di latte di mandorla freddo, senza schiuma e senza panna, non in bicchiere di vetro, amaro... » e qui si concesse di partorire un pensiero difficile «...Ma con due zollette di zucchero a parte, grazie.» concluse, consapevole di aver urtato i nervi della pasticciera, la quale liquidò i capricci del riccobastardo scrivendo semplicemente "cappuccino" sul proprio block notes.
«E tu, Hikaru?» chiese poi, senza staccare gli occhi dal taccuino «Cosa prendi?»
«Sono Kaoru.» la corresse l'altro, abituato ad essere confuso con il gemello «E prendo un caffè in tazza grande, macchiato, schiumato, con poco latte caldo e molta schiuma, nè troppo caldo nè troppo freddo; e, se è possibile, con lo zucchero di canna.»
«Praticamente, due cappuccini.» affermò Nabiki, aggiungendo un bel 2 accanto alla scritta precedente «Non so come siate riusciti a dire la stessa cosa con parole così diverse, ma non credo proprio che ve li farò pagare trecentocinquanta yen in meno solo perchè avete avuto il coraggio di chiamarli caffè.» precisò poi, consapevole dei sorrisi sghembi che i due Hitachiin rivolsero alla sua schiena che si allontanava velocemente verso il bancone. Istintivamente, l'ombra di un sorriso apparve anche sul proprio volto.
Certo, non riusciva ancora a distinguere Hikaru da Kaoru, ma finalmente poteva affermare di star imparando a relazionarsi con loro.
Però, bisogna precisarlo, relazionarsi e fare amicizia erano due concetti ben diversi; e Nabiki lo sapeva. Era per questo che non avrebbe mai abbassato la guardia, quando nei paraggi c'erano quei due diavoli degli Hitachiin. Dopotutto, com'era che si diceva? «Fidarsi e bene, ma non fidarsi è meglio».

Chissà? Magari questa piccola rivincita mi aiuterà a sbollire un po' di rabbia...

Perchè sì: era rabbiosa... E non perchè quella mattina Napoleone avesse sodomizzato Saru-chan (la sua scimmietta di peluche) eleggendola a sua concubina personale; non perchè avesse ottenuto un voto imbarazzante ad uno stupidissimo test di storia; non perchè sua madre le avesse spedito una foto che la ritraeva con il suo nuovo, e ventenne, fidanzato giamaicano... No.
Nulla di tutto ciò.
Era rabbiosa perchè l'Host Club aveva deciso di organizzare una gita a scopo didattico nel suo locale, con la scusa di apprendere quanto più possibile sui costumi e sugli usi del proletariato. E lei non aveva neanche potuto opporsi a quella ridicola pretesa, in quanto Kyouya aveva estratto un libro da chissà dove e, non senza una punta di sotterranea soddisfazione, aveva recitato: «Ouran Accademy, articolo 9: agli studenti è proibito lavorare part-time; pena l'espulsione. E noi non vogliamo che tu venga espulsa, vero? Sarebbe così facile ottenere il nostro silenzio...».
E, come se tutto questo non fosse stato già sufficiente a scatenarle una crisi di nervi, Miss Mi-Sono-Fatta-i-Boccoli-alla-Pataflocca si era armata di registratore ed aveva espresso tutta l'intenzione di trasformare quel tranquillo pomeriggio in un convegno sull'empirismo ontologico dei prostituti di lusso.
In sostanza, erano venuti tutti a prenderla per il culo. O, almeno, così sospettava Nabiki.
In compenso, la presenza di quei baldi giovanotti attirava clienti del gentil sesso come i fiori attiravano le api; e questo era sicuramente l'unico motivo che la tratteneva dal gridare «Tecnica segreta della scuola Wakamoto! Ya'tthà!!» e fare una strage di aristocretini.

Ok... Quello, e il fatto che Takashi riuscisse a trasformare la cannuccia del suo frappè in un irresistibile strumento erotico.

Quanto vorrei essere quella cannuccia...
Peccato che invece sei solo una porcona!
E io ti faccio un paliatone!
Chiedo umilmente perdono, Vostra Porchezza.

..

 

Tamaki quel giorno era a dir poco raggiante. Gli uccellini cinguettavano, i gemellini gemellavano, Haruhi era seduta accanto a lui e la vita era splendida.

Grazie al giro turistico che gli aveva fatto fare Nabiki aveva anche scoperto tante cose interessanti, come ad esempio che i "leccapentole" non erano degli gnomi adibiti allo smaltimento degli avanzi, ma dei semplici mestoli in silicone; o che la "bastardella" non era la controparte sadica di un cane bastardino, ma un tipo di pentola che serviva per montare la panna.
Quanti segreti che conoscevano i popolani!
Quanta saggezza!
E dire che non aveva ancora avuto il piacere di assaggiare il ramen istantaneo!
Peccato solo per gli sguardi incendiari con cui Ranka-san non mancava mai di trafiggerlo a tradimento, ma quelli sapeva ancora prenderli con ironia. Sotto sotto, era convinto che il padre di Haruhi non lo odiasse poi così tanto come teneva a fargli pensare... Insomma, non gli aveva messo l'acido muriatico nel frappè al cocco che stava bevendo; e questo era già qualcosa, no? In ogni caso, non avrebbe lasciato che l'espressione orchesca del signor Fujioka gli rovinasse quel pomeriggio di libertà. Niente avrebbe potuto rovinarglielo; neanche il pessimo oroscopo di Urino Suimuri, che gli aveva pronosticato morte, distruzione e parti dolorosi a profusione.

Scoppiava di salute, e questo era un dato di fatto.

Le filosofiche elucubrazioni di Tamaki vennero poi interrotte dalle grida di uno dei gemelli, che aveva rovesciato la tazza del proprio cappuccino e si stava coprendo le labbra con entrambe le mani. Per un attimo, Tamaki aveva sospettato che Ranka-san avesse usato la schiuma da barba al posto della crema di latte per causargli una reazione tanto esagerata, ma subito dopo si rese conto che la prole demoniaca stava semplicemente dando un po' di spettacolo. Infatti, Hikaru afferrò il volto del fratello fra le proprie mani e gli carezzò le guance arrossate, supplicandolo di non morire...

«Kaoru! Stai bene?» gli chiese, asciugando le lacrime ribelli che solcavano le guance del gemello.
«N-Non è niente. D-Davvero Hikaru, è tutto ok.» rispose Kaoru, distogliendo pudicamente lo sguardo, come se la vicinanza del fratello gli causasse imbarazzo.
«Non mentirmi, Kaoru!» gridò, costringendo l'altro a guardarlo dritto negli occhi «Non lo capisci, vero? Non capisci che sono preoccupato per te?»
«M-Mi sono solo scottato...» sussurrò Kaoru, allontanando le mani dalle labbra arrossate.
Hikaru si sciolse in un sorriso perfettamente studiato e chiuse gli occhi, nell'atto di soffiare delicatamente sulla bocca del fratello.
«Hi... Hikaru...» sussurrò Kaoru.
«Kaoru.» concluse sensualmente Hikaru, chiudendo gli occhi...

E, come volevasi dimostrare, a quel punto le clienti del locale esplosero in un grido d'eccitazione, accompagnato da un grottesco tripudio di occhi a cuoricino e tonsille al vento. E Tamaki si sarebbe anche unito alla loro approvazione, se non fosse stato per una ragazzina occhialuta che aveva trovato opportuno usare il suo timpano destro come megafono, nel quale urlò con tutto il fiato che aveva in gola un ultrasonico «Twinceeeeeeeest!!!» che causò un momentaneo black out nella mente del povero disgraziato. Tamaki si coprì le orecchie con entrambe le mani e deglutì più volte, nella speranza di annullare quel fastidioso effetto-tornado che gli si era scatenato in testa; ma invano.

No! Ce n'est pas possible!

Ritentò. Deglutì ancora. Si prese a schiaffi. Si turò il naso... Niente.
Non ci sentiva più.

Je suis dans la merde! Urinò Suimurì c'avev azzeccat! Sacrebleu!! E pourquoi sto pensando in francese? Nooooooooooo!!!

Haruhi si sporse verso di lui, scrutando con apprensione il pallore del suo viso.
«Senpai, va tutto bene? Hai un'espressione così assente...»
«Cos'hai detto? IL COBRA NON E' UN SERPENTE??» gridò Tamaki, che non era riuscito a sentire un'acca di quanto gli era stato chiesto.
Haruhi aggrottò graziosamente le sopracciglia.
«Cos'è? Hai la febbre o hai semplicemente voglia di prendermi in giro?» sbottò quindi, arrossendo senza accorgersene.
Tamaki non capiva il perchè di quell'atteggiamento, ma non sapeva cosa dire per farsi perdonare; soprattutto perchè non aveva idea di cosa l'avesse fatta innervosire.
«Ti giuro, Haruhi, non volevo offenderti. Ma il fatto è che quella ragazza mi ha...»
Haruhi gli chiuse la bocca con il palmo della mano e fissò con astio il povero Tamaki, inconsapevole di star camminando in equilibrio sul filo del vaffanculo*.
«Ci guardano tutti, senpai! Smettila di gridare come un ossesso!»
«COSA? VUOI CAMBIARE SESSO??» gridò l'altro, sovrastando il chiacchiericcio che saturava la Bottega dei Desideri, e provocando così lo sconcerto generale «Papà lo impedirà! Non temere Haruhi, ti guarirò io! Dovessi muovere mari e monti, non ti lascerò mai fare una cosa del genere!»
Le spalle di Haruhi tremarono convulsamente, mentre un'aura minacciosa si sprigionava a mo' di fungo atomico dal suo gracile corpicino.
«Chiudi quel forno!!!» strillò, stampandogli l'impronta di cinque dita sulla prima guancia che le era capitata a tiro «Ma si può sapere che accidenti ti prende? Sei impazzito?»
«Ma... Haruhi, lo so già CHE TUO PADRE E' UN TRAVESTITO!» si giustificò l'altro, tenendosi la guancia dolente con una mano, perfettamente ignaro di aver commesso l'ennesima gaffe.

Al che, Haruhi sembrò sul punto di chiedere in prestito gli occhiali di Kyouya per sparaflasharlo al meglio delle sue possibilità, ma lo sguardo omicida che colpì Tamaki fu estremamente potente anche al naturale, tanto che il povero disgraziato andò a nascondersi sotto il tavolo di Takashi e di Mitsukuni, pregando in turco per la propria salvezza.

«Stammi lontano, senpai.» dichiarò solennemente la ragazza, andando ad accomodarsi accanto ai gemelli «Non so cosa ti prende, ma so che mi dà fastidio.»
«DOV'E' CHE HAI IL PRURITO?» gridò quindi, beccandosi l'ennesimo sguardo in tralice da parte dell'amica; sguardo, che stavolta lo mise definitivamente a tacere.

C'est terrible! Haru-chan odia il suo papino!

«Questo significa che non solcheremo i cieli di Parigi in mongolfiera, che non invecchieremo insieme ricordando i bei tempi andati, che non daremo un nome ai futuri cuccioli di Antoniette, che non berremo sangria su un'isola del Mediterraneo, che non attraverseremo il Sahara a bordo di un cavallo da sabbia...»

«Si chiama cammello.» lo corresse Takashi, ma la sua voce venne risucchiata dal teatrale monologo del Re.

«... E tutto questo perchè non ci sento più!» concluse, portandosi una mano al petto dolente «E' giusto, è giusto così, Haru-chan... Cosa te ne fai di un papino con un handicap grave come il mio? Sono solo un peso per te. Vai per la tua strada, piccola colombella felice! Papino ti guarderà da lontano, mentre tu ti sposerai, avrai dei figli, e farai tutte queste cose con un altro uomo, dimenticandoti per sempre del tuo devoto padre... Però...Però papino è triste!!!» gridò fra le lacrime, abbracciando inconsapevolmente una gamba di Takashi (che porse prontamente dei fazzoletti sia a lui che a Mitsukuni, che si era commosso per il dolore del suo Re) «Papino è tanto, tanto triste!» latrò ancora, stritolando il polpaccio del proprio senpai.
«Tama-chan, non soffrire!» uggiolò Mitsukuni, abbracciando Tamaki con tutta l'erculea forza di cui disponeva «Ci vengo io nel Mediterraneo insieme a te!»
«EH? IL PAPA NON E' RE?» gridò Tamaki, che continuava a singhiozzare senza udire nulla.
A quel punto, Mitsukuni e Takashi sospirarono: il loro Re era proprio un caso senza speranza.

«Che succede qui? Che gli prende?» chiese improvvisamente Nabiki, che era stata attirata dalle grida isteriche di Tamaki «E perchè si è nascosto sotto il tavolo?»
«Fatemi indovinare... Non sente più nulla, ha litigato con Haruhi e adesso sta dando di matto?» suggerì Kyouya, che aveva seguito l'intera scena a distanza.
«E' un bel problema! Tra poco Winsurete inizierà ad intervistarci.» gli fece notare Mitsukuni «Ma ora come ora, Tama-chan non è in grado di capire le domande.»
«NON TI SEI CAMBIATO LE MUTANDE?» gridò una voce alterata al di sotto del tavolo.
A quel punto, Kyouya e Nabiki si scambiarono uno sguardo carico di comprensione. Era proprio un bel problema, senza alcun dubbio.

«Attenzione!» annunciò Miss-Ce-l'Ho-Lastricata-in-Cotto-Toscano, colpendo un bicchiere di vetro con la punta di un cucchiaino «L'intervista può cominciare!»

«E ora cosa si fa?» fece Mitsukuni, allarmato «Tama-chan ci metterà nei guai. Se risponderà fischi per fiaschi alle domande di Ririan Winsurete perderemo la scommessa.»
Takashi annuì con energia, per sottolineare il concetto appena espresso dal cugino.
«Ricorriamo alla tecnica del paliatone universale? Chiamiamo un medico? Lo imbalsamiamo e lo mettiamo sotto sale?» suggerì Nabiki.
«No. C'è solo una cosa da fare.» ragionò Kyouya «E no, Ranka-san, non intendevo dire che dobbiamo ucciderlo.» aggiunse poi, notando che il padre di Haruhi aveva afferrato due coltelli a mo' di scimitarre arabe e li aveva ninjescamente puntati contro le gambe del tavolo «Volevo dire che dobbiamo nasconderlo
«Ah, sì, sicuro. E dove lo nascondi uno che ha i capelli che emettono più raggi X di una risonanza magnetica? Sulla luna?» fece Nabiki, scettica.
Ma gli occhiali di Kyouya entrarono in modalità tempesta solare, e per un secondo accecarono i presenti, smentendo puntualmente l'ipotesi della pasticciera.
«Tsuki-chan, non vorrei sbagliare, ma mi sembra di aver visto un abbattitore nel tuo retrobottega...»
Nabiki si portò un indice alle labbra, fingendosi pensosa.
«Non credo che potrebbe funzionare.»
«Funzionerà.»
«Ok, ammettiamo pure che funzioni, ma dammi un buon motivo per aiutarti! A me personalmente non interessa se quella tizia americana vi fa perdere la faccia.»
«Mi risulta che tu abbia preso un bel "non classificato" nell'ultimo test di storia, dico bene?» chiese il prostituto delle tenebre, che aveva già pensato alla propria contromossa «Si dà il caso che io conosca qualcuno in grado di darti ripetizioni gratuite... Che ne dici? L'idea ti alletta?»
«No, se quel qualcuno saresti tu.»
«Fingerò di non aver sentito. E comunque io mi riferivo a Mori-senpai; era il più bravo del suo corso quando era ancora al liceo.» spiegò «Tu sei d'accordo, vero?»
Takashi annuì con convinzione, dischiudendo le labbra in un ampio e serafico sorriso a trentadue denti che, tra l'altro, causò un momentaneo arresto cardiaco alla povera Nabiki.
«Certamente, se per Nabiki va bene.»

Occasione ghiotta!
Occasione porca!!!

«Ok, credo che mi vada bene.» minimizzò Nabiki, con noncuranza «Ma solo perchè ho proprio bisogno di prendere almeno un sei.»
«EH? VENDI TUA MADRE SU E-BAY?» gridò Tamaki, ancora accucciato sotto il tavolo di Takashi e Mitsukuni.
«Potrebbe essere un'idea. La terrò a mente. Ma adesso vieni fuori che ti dobbiamo spiegare una cosa importante.»
«COME SAREBBE A DIRE CHE HAI SPOSATO UN IDRANTE??»
A quel punto, tutti i presenti levarono gli occhi al soffitto.
«Vieni fuori, scemo, e falla finita con questa storia!»
«HAI DETTO NO A VALSOIA??»
«Esci di lì!!!» ringhiò Nabiki, cercando di afferrare Tamaki per un braccio, senza riuscirci. Ma che aveva fatto? Ci si era incollato a quel pavimento?
«Quando si dice la delicatezza...» sospirò Kyouya, strappando una pagina a caso dalla propria agenda. Ci scrisse sopra qualcosa e porse il foglio a Nabiki.
«Mostragli questo, così capirà.»

Nabiki accettò il suggerimento e si accucciò maldestramente sotto il tavolo; quindi, sbattè la fronte contro l'ingombrante ginocchio d'acciaio di Takashi, pestò una mano a Tamaki e, finalmente, riuscì a consegnargli il foglio rivelatore. Il Re dell'Host Club impiegò più tempo del dovuto per assimilare il concetto, ed annuì stoicamente per qualche silenzioso secondo. Dopotutto, non aveva nulla di cui preoccuparsi. C'era scritto soltanto un innocuo «Ti portiamo nell'abbattitore». Nulla di complicato, imbarazzante o ...TI PORTIAMO NELL'ABBATTITORE?

I suoi occhi si dilatarono, la sua mascella si spalancò, e il grido di disperazione che ne seguì, per un attimo, fece tremare l'intero pianeta.

L'avevo detto io, che non poteva funzionare...

..


Haruhi non avrebbe saputo dire perchè si fosse innervosita così tanto. Certo, il senpai l'aveva messa in imbarazzo gridando in quel modo davanti a più di trenta persone ma, in fin dei conti, non aveva fatto nulla che non rientrasse nell'ambito della normalità. Della sua normalità, ovvio. Eppure, sentiva di aver reagito in modo eccessivo. Forse, un po' troppo eccessivo.

Sarà colpa degli ormoni... -si giustificò lei- Ma forse dovrei comunque chiedere scusa a Tamaki o, se non altro, chiedergli come si sente. Aveva una faccia, prima...

«Un penny per i tuoi pensieri.» scherzò Kaoru, seduto al suo fianco «Pagherei per sapere cosa ti sta passando per la testa. Hai un'espressione così assorta.»
Haruhi si sforzò di sorridere ai due gemelli, ma non fu sicura di risultare convincente; c'era qualcosa, un pensiero, che le impediva di tranquillizzarsi...

Dov'è andato a finire Tamaki?

«Haruhi, ma mi ascolti? Non mi stai proprio considerando.» protestò Kaoru, imbronciandosi.
«Sono solo un po' stanca. Quando finirà quest'intervista? Voglio tornare a casa.» mentì, e lo realizzò nello stesso istante in cui lo disse «Dovrei studiare.»
«Fra dieci minuti tocca a te. Ora Miss Winslate sta intervistando Takashi ma, considerando che parla a monosillabi, presumo non ci vorrà molto.» rispose Hikaru, sbadigliando.

A quel punto, Haruhi sospirò e cercò di concentrarsi sull'intervista. Dopotutto, Takashi per lei era l'unico "tassello mancante", in un certo senso; non aveva problemi nel distinguere Hikaru da Kaoru o nell'intuire le reali intenzioni di Kyouya, ma non era mai riuscita a scoprire cosa nascondesse Takashi dietro tutti i suoi silenzi.

Probabilmente, niente.

...O forse, tutto?

«Allora, Mori-senpai, inizieremo con delle domande di base. Delle curiosità.» spiegava intanto Lilian Winslate «Qual è il tuo colore preferito?»
«Il blu.» rispose meccanicamente l'altro, restando impassibile. Eppure, Mitsukuni capì che in realtà avrebbe voluto dirle "E a chi mai dovrebbe interessare?".
«Cosa ti piace indossare, di solito?»
«Quello che porto adesso.»
Lilian iniziò a spazientirsi per le sue risposte telegrafiche, e lo dimostrò arricciando il naso, come se sentisse la puzza del proprio nervosismo.
«Ok, ok, ora andiamo un po' più nello specifico... Dimmi, c'è una ragazza che ti piace?»
A quel punto, Takashi si irrigidì impercettibilmente, ma evitò di mostrare la propria agitazione.
Haruhi si scoprì stranamente curiosa di conoscere quella risposta, ma qualcosa le suggerì che Mori-senpai non avrebbe appagato la sua sete di risposte.
«Potrebbe essere.»
Lilian ghignò, consapevole di aver trovato un punto debole nella muraglia che Takashi aveva eretto dinanzi a lei. Stranamente, però, fu soltanto in quel momento che accese il registratore.
«Ah, quindi è un sì?» chiese retoricamente «Che tipo è?»
«Non vedo l'utilità di questa domanda.» rispose pacificamente l'altro, causando un sospiro esasperato da parte di tutte le ragazze che si erano riunite attorno a lui.
«Per caso è mora? Bassina?» insistette Winslate, sogghignando «Magari è piuttosto impacciata? Già, chissà, può darsi che ti piaccia l'idea di proteggerla. Non sarebbe romantico?»

Un coro di entusiastici «Oh sì!!» si levò dal gruppetto di ragazzine, che tra l'altro erano, guarda caso, tutte more e basse.

Takashi non sembrava irritato, ma in realtà lo era. Lo era, eccome.
Poi, improvvisamente, trafisse Winslate con uno sguardo terribile; con uno sguardo che sembrava dire "Te spiezzo in due".
Si alzò in piedi e scandì a dentri stretti «L'intervista finisce qui.»
Un'onda di panico si scatenò da parte dei membri dell'Host Club, che presero a gridare come se avessero una tarantola nei calzoni.

«Perchè si è messo a fare così???»

«Non lo so! Dovrebbe essere felice di avere così tante ammiratrici!»

«Calmati, Takashi! Ti presto un po' Usa-chan, se ti fa star meglio!»

«Capiamo che tu ogni volta hai solo una o due battute di dialogo e che di solito sono nell'ultima parte della seconda metà dei capitoli, ma non farne un dramma!»

«Fratellone, sei arrabbiato perchè non hai molte fanfiction dedicate solo a te???»


«Sbagliato.» disse seraficamente Takashi, con la sua voce al miele «Dovevo solo andare al bagno.»

Tutti rischiarono di rovinare a terra per lo sconcerto.

«Chissà a chi si riferiva Winslate-san...» fece poi Hikaru, stiracchiandosi «Mi riesce difficile immaginare Mori-senpai innamorato. Lui è così... Serio
Haruhi si strinse nelle spalle. Non trovava poi così strano che uno come Takashi potesse innamorarsi. In fondo, era sempre così affettuoso con suo cugino; perchè non avrebbe potuto esserlo anche nei confronti di una ragazza?
«Secondo me lui non è solo serio, come dici tu, è posato. Misurato.» lo corresse Haruhi «A me non dispiacerebbe un ragazzo così.»
«Ti piace Mori-senpai?» gridarono all'unisono i due gemelli, sconcertati.
«Non ho detto questo. Dico solo che non ci sarebbe nulla di strano se Takashi si trovasse una ragazza. Io lo vedrei bene con una come Nacchan, per esempio.»
«Ma ti droghi?» fece Kaoru «Nabiki sta bene solo con Nekozawa-senpai, che non fa altro che regalarle crocefissi e fiori appassiti, o al massimo con Tamaki.»
Quelle parole, stranamente, urtarono Haruhi.
Nella mente, le si formò l'immagine di un lago al tramonto e di una gondola che scivolava lentamente sull'acqua. E a bordo c'erano un'ammiccante Nabiki ed un sorridente Tamaki.

Scosse la testa, scacciando quel pensiero molesto.
«A proposito, che fine hanno fatto?» chiese Hikaru «E' da un po' che non li vedo più. Magari sono andati ad imbucarsi da qualche parte...»

CHE COSA???

E fu così che i gemelli persero di vista anche Haruhi.

..


«Hai visto che non era poi così terribile?» chiese Nabiki, alludendo all'abbattitore, che altro non era che una cella frigorifera che serviva ad evitare la proliferazione dei batteri.

Nabiki aveva alzato di poco la temperatura, in modo tale che Tamaki non morisse assiderato ma, per qualche strano motivo, quando lei stessa aveva provato ad uscire aveva scoperto che la maniglia era stata bloccata dall'esterno. E non ci voleva un genio per intuire che a farle quello scherzo di pessimo gusto era stato Kyouya.

«COME? HAI AFFITTATO UN DIRIGIBILE?» gridò Tamaki, accucciato sul pavimento.
Nabiki sospirò, andando ad accoccolarsi accanto a lui, se non altro almeno per scaldarsi. Scribacchiò qualcosa sul block notes e lo mostrò a Tamaki.
«Ah, ora capisco. No, l'abbattitore non è così terribile come avevo creduto... E dire che pensavo voleste uccidermi. La parola "abbattitore" mi ha fatto pensare ad un qualche oggetto di tortura! Che scemo, eh?» ridacchiò «Ma perchè ci hanno chiusi qui dentro?»
«Suppongo sia solo uno stupido gioco.»
«EH? TI VENDI A POCO?»
«Uno stupido gioco! Gioco!» ringhiò Nabiki.
«CHI E' CHE HA PRESO FUOCO?»
Nabiki ci rinunciò.

Per un po', nessuno dei due parlò, ma quando l'aria iniziò a diventare più fredda, Tamaki ebbe nuovamente bisogno di dar sfogo alla sua logorrea cronica.

«Sai, quando ho visto Haruhi così in collera con me, mi sono sentito perduto. Mi dispiace di aver fatto la figura del cretino. Vi ho messi tutti in imbarazzo, vero?»
«Non più del solito.»
«COSA? TI SALE IL VOMITO?»
Nabiki impugnò la penna come se fosse un coltello e scrisse "Vedrai che Haruhi si calmerà", in modo tale da salvare anche i suoi di timpani.
«Lo spero.» sospirò Tamaki, palesemente a disagio «Quando... Quando lei mi guarda in quel modo, io non so mai cosa fare. Ma dovrei, insomma! Sono suo padre.»
Nabiki scrisse "No che non sei suo padre, idiota!" e sottolineò il concetto un paio di volte.
Tamaki le riservò uno sguardo perso, e questa volta fu Nabiki a sospirare.
"Possibile che non ci arrivi?" gli scrisse.
Tamaki scosse il capo in segno di diniego.

Gesù, ma che è? Gli si è diamantificato il cervello?
No, è solo duro di comprendonio. Tutto qua.

A quel punto, Nabiki scrisse la grande verità sul proprio block notes e lo consegnò a Tamaki.

"Tu sei innamorato. Sei innamorato perso di Haruhi, e se non lo capisci adesso dimmelo subito che ti faccio anche un disegnino"

«C-Credi davvero che...?»

Ma in quel momento, la porta dell'abbattitore si aprì e Haruhi comparve sulla soglia...
E quello -decise Nabiki- sarebbe stato un buon momento per iniziare a tremare sul serio.



Continua...

 

Note:

paliatone: il paliatone è un'espressione tipicamente napoletana, ma piuttosto conosciuta (grazie alla canzone di Mina e Celentano "Che t'aggia di, che t'aggia fa?") che praticamente corrisponde ad una sculacciata molto violenta. In realtà, sculacciata non è il termine più adatto, perchè il paliatone comprende l'uso delle pantofole, mestoli, ed altri oggetti contundenti contro i denti XD
essere in equilibrio sul filo del vaffanculo: questa battuta appartiene a MYROSE *_* Dio, quanto ti adoro!

Vi ricordo che Concetta Wakamoto era la babysitter nippo-napoletana che si è occupata di allevare Nabiki. Lo specifico, giusto per chi non avesse colto l'allusione.
Mi scusate per l'immenso ritardo???^^ Ma sì, sì che mi perdonate, perchè vi ho scritto un capitolo LUUUUUNGO.
Certo, questo è un capitolo un po' più "serio" se così vogliamo vederlo; dovevo introdurre i sentimenti dei personaggi, e ho pensato di trovare questo simpatico espediente.
Ok, ma voi direte, NON CE NE FREGA NIENTE PERCHE' VOGLIAMO SAPERE CHE FINE HA FATTO IL SONDAGGIO.

E io vi rispondo che ci sono cose che è meglio non sapere...

MA IO VE LE DICO LO STESSO!

Esito del sondaggio:

1) GIRARE UN FILM RIGOROSAMENTE YAOI SU UN'ISOLA DESERTA = 9 voti

2) GIRARE UN REALITY NELLA CASA DEGLI ORRORI DI NEKOZAWA SENPAI = 6 voti

3) SCAMBIO DI VITE = 4 voti

Duuunque *rullo di tamburi* habemus victor!!!
Si aggiudica la vittoria l'opzione number one, con un totale di nove preferenze!
In ogni caso, l'autriCIA (!) ci tiene a ringraziare personalmente le 19 persone che hanno gentilmente espresso il proprio voto e ad assicurare la possibilità di sviluppare, in futuro, anche le due opzioni che purtroppo non hanno ottenuto la maggioranza di voti.
Ringrazio chi ha semplicemente letto.
Ringrazio chi ha inserito la Bottega dei Desideri nell'elenco delle storie PREFERITE, SEGUITE e RICORDATE.
E ringrazio soprattutto le 21 persone che hanno recensito lo scorso capitolo: Loonaty, Hazel, Nordlys, The White Lotus 23, Redseapearl, BlackRaven, Julia28, _Dae, _Althea_, Chiaki-chan, Boby, SmoothCriminal, Lorenz_123, ScheggiaRossa, Sherin, Argentea Michaelis, Kiriku, Myrose, Barbary ape e Yume1422.

Grazie di cuore!
Ah! E in bocca al lupo a tutti i maturandi!!!

   
 
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