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Autore: WeasleyG98    19/06/2011    1 recensioni
“Quando si SBAGLIA, si PAGA.” scandì bene le due parole, sorrise al fratello e scappò via.
“Se solo mamma sapesse quanto è cornuto il suo figlio prediletto!”
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“James Sirius Potter!” un nome, una leggenda, perlomeno dai Potter.
Un ragazzino di 12 anni, più o meno alto, dai capelli corvini e profondi occhi verdi si diresse con aria scocciata verso la cucina della grande casa - Harry Potter e Ginny Weasley l' avevano acquistata qualche anno dopo la sconfitta di Tom Riddle, accanto a quella dei loro amici d'infanzia Ron Weasley e Hermione Granger così da essere più vicini in caso di bisogno - richiamato dall'urlo isterico della madre. Entrò e la vide in piedi, con le braccia incrociate sul petto e l'aria di chi non è del tutto contento.
“Che ho fatto questa volta?” chiese lui con l'espressione più innocente possibile.
“Niente, come al solito, no?” disse Ginny Weasley di rimando con tono sarcastico. “Soltanto, che continui a tormentare tuo fratello con la storia di Serpeverde.”
“Ma sta sempre a frignare quello lì!” rispose lui cantilenando. “Non gli ho detto niente di strano, solo che potrebbe finirci. Tutto può succedere, compreso questo.”
Ginny lo guardò scettica e rispose: “Questo non ti dà il diritto di continuare a dirgli che non finirà mai in quella casa perché è un piagnucolone, mentre i Grifondoro sono coraggiosi e non hanno paura di nulla, cosa che non è affatto vera.”
James sbuffò e prese a guardare il pavimento. Tra tutte le disgrazie che gli potevano capitare, aveva avuto un fratello come Albus Severus Potter, il ragazzino più frignone che il Mondo Magico avesse mai visto. Quando erano piccoli, non voleva neanche essere sfiorato, perché se no cominciava a piangere e dimenarsi urlando “MAMMAAAA, JAMIE MI HA FATTO MALE!”. Poi arrivava la madre ed erano guai per il piccolo Jamie, che non poteva neanche difendersi perché lui era più grande. Più grande... avevano solo un anno di differenza, un misero anno. Certo, lui era il maggiore, ma Al era praticamente un suo coetaneo e non capiva il motivo per cui dovesse avere un trattamento di favore. Poteva capire per Lily, la piccolina della famiglia, ma lei era anche più tranquilla di Albus. James tornò alla realtà quando la madre lo richiamò: “Non voglio più sentire di questa storia, è chiaro Jay?” lui abbassò nuovamente la testa e dopo una manciata di secondi annuì. “Puoi andare, ora.” A quelle parole uscì dalla cucina, percorse il corridoio e salì le scale, diretto verso la camera che condivideva con il fratello. Vi entrò e lo trovò dentro, così prese la palla al balzo.
“Potter!” urlò, tanto che Albus sussultò quando lo sentì. James lo ignorò e continuò a parlare: “Vuoi smetterla di andare a raccontare tutto quello che faccio e ti dico?”
“Ma mi dai fastidio, non riesci a parlare d'altro!” si difese il piccolo Potter alzando di un tono la voce.
James alzò gli occhi al cielo. “Io sarei quello che non cambia mai argomento?” ribatté lui. “Chi è che dice sempre 'Oh, oh, oh! Non vedo l'ora di andare a Hogwarts, di essere smistato in Grifondoro come papà, di fare grandi cose...' e bla bla bla?”
Albus diventò paonazzo, ma cercò di non intimorirsi. “Be' però sei sempre tu che mi aggredisci dicendo che non succederà mai, perché non ne sono degno.”
“Mamma mia, Al! Lo dico tanto per prenderti in giro. Ok che tutto è possibile...” Albus lo guardò severo e lui si corresse: “Va bene, va bene, la smetto. Comunque, non preoccuparti di quello che dico io, lo faccio solo perché non ti sopporto.” qui mostrò un bianco e luminoso sorriso a trentadue denti, che il fratello ricambiò con una risatina. “Tu finirai, dove meriterai di stare, sia Grifondoro, sia Serpeverde. Non importerà la casa, importerai tu.” Sorrise di nuovo a bocca chiusa e poi riprese: “Però, non ti illudere, io continuerò a tormentarti, solo smetti di spifferare tutto alla mamma, intesi?”
“Io non ti prometto niente, fratellino caro.” rispose Albus con espressione furba e allo stesso tempo angelica. “Quando si SBAGLIA, si PAGA.” scandì bene le due parole, sorrise al fratello e scappò via.
“Se solo mamma sapesse quanto è cornuto il suo figlio prediletto!”




Spazio autrice:
Mia prima fan fiction! *asciuga lacrimuccia* E' così orrendamente squallidosa, a parer mio, ma chissà magari vi piace - potrei prendervi per pazzi fosse così.
  
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