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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    20/06/2011    7 recensioni
(Personaggi: Tsunade Senju; Mei Terumi; Pain; Madara Uchiha; Kage; Kakashi Hatake)
FANFIC SCRITTA CON Dolly_Penny_26... WHAT IF!! (non tiene conto dei capitoli spoiler)
(le risposte alle recensioni saranno date da entrambe le autrici)
“Una storia in cui due donne, due forze della natura, due animi diversi e perennemente in contrasto saranno costrette a battersi contro i più pericolosi nemici pur di difendere ciò che amano: a qualsiasi costo, anche a patto di unire le proprie forze e guardare verso un’unica direzione.”
Nonostante la morte della bestia a nove code avvenuta durante l’attacco al Villaggio della Foglia, Pain non ha intenzione di rinunciare al potere immenso che vuole rievocare: quale sarà dunque il suo piano?
I Kage decidono di riunirsi per discutere sul da farsi: tuttavia, due di loro non hanno intenzione di lasciare tempo ai nemici di organizzarsi di nuovo e decidono di agire in modo autonomo, affrontando senza timore ogni avversità con la convinzione di voler proteggere il proprio paese e salvare i suoi abitanti.
PS. Ogni capitolo riguarderà uno dei personaggi (Mei e Tsunade principalmente) e sarà scritto una volta da me e un’altra da Dolly, ma verrà specificato l’autore del capitolo. Recensite numerosi ^.^
E' presente una sola scena "Lemon" al capitolo 15!
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Madara Uchiha, Mei Terumi, Nagato Uzumaki, Tsunade, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Life of a Queen'
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Questo è un omaggio che facciamo a Tsunade e Mei, che noi riteniamo due importantissimi personaggi della saga di Naruto! Un omaggio alla loro forza di volontà, al loro animo sincero, al loro cuore puro e al loro coraggio di mettersi sempre in gioco per chi amano, senza ripensamenti e senza esitazioni nel mettere a repentaglio la loro vita.
Un omaggio alle uniche due donne che abbiano mai preso in mano un paese e lo abbiano guidato e protetto fino ai loro ultimi respiri.
Non è femminismo, crediamo sia la verità!
Speriamo vi piaccia e recensiate in molti, dato che l’impegno per portare avanti questo racconto è parecchio xD
 

CAPITOLO UNO:

E’ mio dovere, e lo farò a modo mio!

(Autrice: Ellacowgirl in Madame_Butterfly)

 
 

 Tsunade Senju (Quinto Hokage) 

Image and video hosting by TinyPic La luna si erge alta sopra Konoha, solitaria nel manto blu della notte che avvolge il paese del Fuoco come a volerlo cullare in un sonno tranquillo e sereno, dopo così tante battaglie.
 
Il vento tiepido che annuncia l’arrivo della primavera si muove delicato tra le vie del centro per poi andare ad accarezzare le foglie degli alberi ed i boccioli dei fiori che di qui a giorni sbocceranno.
 
Con i gomiti appoggiati sulla finestra ed i capelli biondi che si muovono all’arrivo del vento, osservo l’intero Villaggio della Foglia che si mostra ai miei occhi: sembra godersi quelle poche ore di quiete che per tanto tempo l’hanno abbandonato, le stradine sono illuminate dalla fioca luce di alcuni lampioni, mentre all’interno delle case ogni fonte di luminosità è messa a tacere per permettere un sonno tranquillo.
 
Respiro a pieni polmoni quell’aria piacevole, quel clima così mite che mi consente di accennare ad un tenue sorriso: dopo tante battaglie, dopo tante guerre, finalmente la terra dei miei padri e delle persone che ho amato dorme serena.
Eppure io so che questa calma non durerà a lungo, e a questo pensiero mi si stringe un nodo alla gola che ho intenzione di scogliere il prima possibile.
 
Anche il palazzo dell’Hokage, imponente all’interno del paese, è immerso nel buio se non per una piccola e fioca luce proveniente dalla stanza più alta, impossibile da individuare se non dall’occhio vigile di un attento osservatore: la debole candela che ho acceso sulla scrivania per permettermi di muovermi all’interno della stanza è in balia del tiepido vento e questo mi spinge ad allontanare il mio sguardo da quell’angolo di paradiso che mi sono creata intorno.
 
Ritorno ad avvicinarmi alla libreria e mi muovo silenziosa ed agile all’interno dell’ufficio dell’Hokage, il mio, poggiando talvolta qualche oggetto all’interno di una borsa piuttosto grande mentre la mia mano pallida dalla pelle delicata e dalle unghie smaltate di rosso sfiora le copertine dei numerosi libri riposti nell’ampia libreria poggiata alla parete: conosco a memoria tutti quei volumi, non avrei nemmeno bisogno di impiegare così tanto tempo per rileggere ancora tutti i titoli, eppure questo lento rituale mi consente di restare ancora un poco legata alla mia Konoha, al ricordo delle persone che amavo e che ora non esistono più…
 
- Piante Curative, questo potrebbe essermi utile. – Dico fra me e me, con una voce moderata ma allo steso tempo piena di determinazione, mentre spolvero silenziosamente il grosso volume e lo ripongo delicatamente nella borsa posta sulla scrivania, dopo averlo estratto da uno scaffale.
 
Ho bisogno di tutto ciò che mi possa essere utile per sopravvivere, in questa missione piuttosto delicata…
Sono consapevole del pericolo che corro, della mia scelta probabilmente avventata, ma non ho intenzione di restare ancora qui immobile, senza poter fare nulla, mentre il Villaggio corre continuamente il grave pericolo di un’ulteriore attacco da parte di Pain.
Quel mostro… Accidenti a lui e alle sue assurde idee di pace!!
Accidenti a lui e a…
 
No… Non posso fermarmi di nuovo a piangere sul passato… Non posso lasciare che il ricordo di Jiraya mi ferisca nuovamente…
Io sono l’Hokage della Foglia, è ad altro a cui devo pensare!
I miei sentimenti devono essere secondari, ed io lo so molto bene…
 
Mi dirigo verso l’imponente sedia dietro la scrivania e mi siedo con fare svogliato, spostando con un gesto rapido della mano un ciuffo biondo che mi ricade sul viso mentre i miei occhi color ambra sembravano splendere di luce propria al solo sguardo della luna: a volte vorrei essere come lei, perennemente in pace…
 
Lancio una rapida occhiata verso la grande borsa sulla scrivania, piena di libri: dovrebbero bastarmi, non posso portare con me troppo peso, nel caso dovessi combattere avrei bisogno di muovermi agilmente anche se certamente un paio di volumi e qualche antidoto non sono certamente una fatica per la mia straordinaria forza, ma è sempre meglio essere prudenti.
 
Sento una presenza alle mie spalle, un ninja molto rapido e veloce è giunto sulla mia finestra, restando immobile ad un mio segnale: finalmente è arrivato.
 
Non mi scompongo e resto della mia espressione tranquilla e rilassata, limitandomi a voltare la sedia facendo perno sulle gambe per poter così incrociare lo sguardo dell’abile ninja che è giunto silenzioso sino alla mia finestra sotto mio ordine, restando immobile sul davanzale in attesa di una qualsiasi mia parola.
 
- Mi avete fatto chiamare, Quinto Hokage? – Dice una voce bassa e cupa: l’uomo che si è presentato tiene una specie di passamontagna che gli copre gran parte del viso, mentre il coprifronte impedisce la vista di uno degli occhi.
La classica tenuta di tutti i giorni, non è cambiato affatto!
I capelli argentei si muovono lenti al soffio del vento primaverile, ma non ho altro tempo da perdere con queste riflessioni superflue, non l’ho convocato per osservare i suoi lineamenti.
 
- Sei in ritardo, Kakashi, come al solito. – Dico con tono canzonatorio accompagnato da un accenno di sorriso scherzoso: la puntualità non è mai stata il suo forte e non voglio farlo preoccupare più del dovuto, meglio iniziare creando un’atmosfera tranquilla, almeno apparentemente…
Il ninja davanti a me risponde limitandosi ad annuire col capo: fortunatamente non è permaloso e so di potermi permettere qualche battuta del genere, anche perché sa bene cosa rischia nel contraddirmi…
 
Non mi è mai piaciuto venire contraddetta, soprattutto ora che sono la più alta autorità del Villaggio e, a parte una marea di scartoffie da sbrigare, la cosa mi risulta piuttosto divertente!
Ma ora credo sia giunto il momento di spiegargli per quale motivo l’ho convocato, so di potermi fidare soltanto di lui, oltre a Shizune, e mi servirà la sua collaborazione per la riuscita di questa missione, per quanto io cerchi di tenerlo comunque lontano dalle mie intenzioni: non voglio che corra alcun rischio. Né lui né nessun altro: la responsabilità è soltanto mia.
 
Prendo a parlare con tono più autoritario mentre sul mio viso l’espressione ritorna seriosa, gesti che costringono il ninja più abile della Foglia a prestare particolare attenzione alla mie parole.
 
- Pain non si darà pace finché non otterrà ciò che vuole, ovvero riunire tutti i cercoteri per avere un potere assoluto, e sappiamo bene entrambi che nemmeno la morte di Kyuubi lo fermerà a riguardo: sicuramente cercherà un modo per compensare il potere immenso andato perduto con la morte della Volpe a Nove Code…-
 
Faccio una breve pausa, riprendendo fiato: sono consapevole del tasto dolente che ho toccato, soprattutto in presenza del maestro dell’allievo in cui io stessa avevo riposto gran parte delle mie speranze, vanamente. 
E come me molti altri, non ultimo quel ninja che ora m’ascolta con uno sguardo intuitivamente malinconico al pensiero di quel ragazzo pieno di grinta che non si era mai arreso a nulla… Soltanto allo stesso Kyuubi che lo aveva condotto sino alla morte.
 
Mi dispiace vederlo così, mi dispiace aver nominato indirettamente la morte di Naruto… Ma era necessario al fine di spiegare il mio piano e sappiamo bene entrambi che in casi così pericolosi le emozioni non posso prendere il sopravvento su di noi…
 
Entrambi soffriamo a quel pensiero, ma sappiamo bene che non sia il momento di piangere sul passato: di lacrime ne abbiamo versate in abbondanza entrambi ed ora il nostro dovere è quello di vegliare sul Villaggio e proteggerlo, per quanto le ferite del passato possano farci morire il fiato in gola…
 
Mi schiarisco leggermente le corde vocali e riprendo a parlare, mascherando la voce leggermente rattristata con una più roca ma decisa: sono io a dover mostrare per prima una certa sicurezza, sono io a dover dare l’esempio del giusto comportamento…
E di conseguenza sono soltanto io a dover soffrire più degli altri.
 
- … Ed io so qual è questo modo. – Termino la frase alzando lo sguardo deciso verso Kakashi: i miei occhi color ambra, determinati e sicuri più che mai, si scontrano contro quelli neri e scuri del mio più fidato ninja. So di aver rivelato il mio piano, ma per quanto io voglia agire da sola per limitare gli eventuali danni ho bisogno di un suo contributo.
 
Kakashi mi guarda leggermente stupito e forse un po’ preoccupato per la situazione: credo cominci ad intuire il motivo per cui l’ho chiamato nel bel mezzo della notte, lui soltanto, ma dopo tutto non potevo certamente aspettarmi un atteggiamento diverso data la sua intelligenza ed è un rischio che posso correre…
 
Tuttavia resta in silenzio, limitandosi ad ascoltarmi con più attenzione, lasciandomi proseguire senza interrompermi: lui fatica a reggere il mio sguardo così determinato e quasi intimidatorio, ma è necessario che io mi imponga in questo modo dato che ciò che ho in mente non deve assolutamente uscire da queste quattro mura, per alcun motivo.
 
- Per questo motivo ho deciso di partire per cercare di impedirglielo. Da sola. –
 
Il mio tono si fa più forte e accentuato nelle ultime due parole: non voglio coinvolgere nessuno in questa storia, voglio risolvere la questione per conto mio e affrontare Pain da sola…
 
E ancora una volta le mie emozioni mi prevalgono internamente, senza che io possa controllare totalmente la rabbia che mi infiamma al pensiero di quel bastardo: con lui ho un conto aperto!
Non gli perdonerò mai di aver ucciso Jiraya, colui che lo aveva salvato da morte certa insieme ai suoi compagni, che si era preso cura di lui e gli aveva insegnato tutte le tecniche che conosceva… Ma soprattutto non gli permetterò mai più di toccare nemmeno con un dito il Villaggio della Foglia, costi quel che costi!
 
Il mio viso si fa più teso, socchiudo involontariamente gli occhi per il nervoso al pensiero di quel ragazzo irriconoscente che non ha la minima idea di cosa sia davvero la pace!
 
Ma cerco di trattenermi, naturalmente, anche se a queste mie parole così determinate Kakashi non resta impassibile come sempre: intuisce senza difficoltà il pericolo che questa missione comporta e sicuramente si sentirà coinvolto nella questione: dopo tutto, come Pain ha tolto a me l’unica persona cara che mi era rimasta, a lui ha portato via il ragazzo in cui aveva riposto ogni sua speranza…
 
- Se mi permette, vorrei accompagnarla. La missione mi sembra piuttosto rischiosa, in due potremmo avere più possibilità contro quel mostro... -
 
Pronuncia quell’aggettivo con i denti stretti e la bocca che, benché nascosta dalla seta bluastra, posso intuirsi essere serrata: anche a lui il pensiero del capo dell’Akatsuki mette una certa rabbia addosso ma non posso permettergli di dar sfogo ad una sua reazione emotivo, non è il momento adatto.
 
Fermo la sua reazione di sdegno e rabbia intervenendo con voce fredda e determinata: non mi sono mai rivolta con arroganza verso di lui per il rispetto che nutro nei suoi confronti, ma questa volta la posta in gioco è troppo alta perché si lasci sopraffare dalle emozioni e per questo sono costretta ad utilizzare un tono più autoritario.
 
- Assolutamente no, Kakashi. Proprio perché la questione è così pericolosa non ho intenzione di coinvolgere un ninja del tuo livello, per cui ti proibisco di accompagnarmi in questa missione. -
 
Kakashi mi lancia uno sguardo piuttosto contrariato, ma poiché conosce la mia testardaggine sa di non avere più diritto di parola in merito, non ha la possibilità di opporsi e il fatto che io abbia usato un tono così autoritario non fa altro che aumentare in lui la consapevolezza della gravità della questione, nonché la pericolosità di ciò che ho in mente di fare.
 
Ma non m’importa, sapevo di trovarmi davanti qualcuno fin troppo sveglio a riguardo e questo non cambierà in alcun modo i miei piani!
Noto la sua espressione combattuta, forse è il caso che io arrivi subito al punto della questione, mettendo in evidenza il motivo per cui lo ho fatto chiamare, utilizzando un tono di voce meno forte ed autoritario rispetto a prima: conosco i rischi di ciò che voglio fare ma se la posta in gioco è il mio villaggio natale, il luogo dove hanno vissuto le persone che amavo e che ho il dovere di proteggere non avrei mai esitato a mettere in gioco la mia stessa vita per prima.
E di conseguenza non ho intenzione di rischiare la vita di qualcun altro, sebbene il ninja in questione si di un alto livello: comprendo la sua rabbia, la sua voglia di vendicare il suo amato allievo… Ma rischiare la sua vita è una cosa che non posso permettermi: è mio dovere difendere il Villaggio, è mio dovere proteggerlo da chiunque volesse distruggerlo.
 
Ed è quindi mio dovere, soltanto mio, quello di fermare Pain e vendicare la morte di Jiraya e Naruto.
 
- Io sono il Quinto Hokage, è mio dovere proteggere questo villaggio, qualunque siano i rischi da correre. E il tuo cadavere non servirebbe a nessuno, Kakashi, sei l’unico ninja di cui io mi fidi ciecamente, oltre a Shizune. Sarai molto più utile qui, a difesa del Villaggio in mia assenza. Pain non ha interesse ad attaccare adesso Konoha e non si deve comunque sapere della mia partenza, la cosa deve restare segreta finché si potrà occultarla. -
 
Dico queste parole con un’espressione piuttosto seriosa ed un tono della voce deciso e determinato: non voglio che Kakashi compia la pazzia di seguirmi, per lui ho ben altro in mente e sono costretta a comportarmi in questo modo con lui per assicurarmi che tutto proceda secondo i miei piani, in mia assenza…
 
Mi alzo senza aggiungere altro, prendendo la borsa nella quale ho riposto libri ed antidoti e me la metto a tracolla con movimento abbastanza lenti ma decisi: è notte inoltrata, il silenzio invade ogni cosa ed è il momento più opportuno per allontanarmi da Konoha: con la complicità del buio della notte, forse nessuno riuscirà a rendersi conto della mia partenza.
 
Il ninja ancora fermo sulla finestra tiene lo sguardo basso, stringendo ancora i denti, mentre mi è chiaro che non sia per nulla convinto di questa decisione ma non può obiettarla, conoscendo il mio carattere: ha certamente fiducia in me e sa quanto io sia forte e pressoché imbattibile, ma comprendo la sua preoccupazione per quanto riguarda il nemico in questione, ovvero Pain…
 
- I capi degli altri villaggi, nostri alleati, sono a conoscenza di tutto questo? -
 
Queste sue parole, dette quasi come fossero un bisbiglio nel tentativo di non irritarmi, mi costringono a fermarmi, restando comunque di spalle. Avverto la contrarietà a questa mia decisione nelle parole dell’uomo, ma sono convinta della mia scelta, ora più che mai.
 
- No e non devono sapere nulla. Domani al summit dei Kage ti presenterai tu come mio sostituto, inventandoti una scusa plausibile per la mia assenza. Soltanto Shizune è a conoscenza di questo mio piano, oltre a te, e insieme vi occuperete della gestione del Villaggio mentre io sarò in viaggio. -
 
Kakashi non è ancora sicuro, ne sono certa, ma io sono fermamente convinta della mia scelta: non posso permettere che il mio Villaggio corra ancora un rischio così alto, non lo avrei tollerato per nulla al mondo e l’unico modo che ho per fermare Pain è arrivare prima di lui al suo obbiettivo, cercando ovviamente di fare tutto di nascosto per non svelare le sue intenzioni.
 
- Non crede che gli altri Kage potrebbero essere d’aiuto per fermare Pain? Unendo le forze potremmo impedire alla sua organizzazione di raggiungere il suo obbiettivo. -
 
A queste parole accenno un sorriso, poi non posso fare a meno di rompere il silenzio con una mia risata ironica, per quanto contenuta: non ho la minima intenzione di fare affidamento su quei quattro idioti, sprecherebbero tutto il tempo per decidere chi farà il capo di una teorica alleanza, sempre che siano in grado di formarla, con l’unico risultato di dare al nemico ancora più tempo per prepararsi al meglio!
So bene che Konoha è il principale obbiettivo di quel pazzo ed io non ho intenzione di affidarmi nuovamente a quei bambocci: non permetterò che il mio Villaggio subisca ulteriori danni e sono pronta ad affrontare Pain da sola, qualsiasi siano i rischi, non m’importa.
 
- Non credo che quattro, o meglio cinque, babbei possano essere fonte di aiuto per noi quanto non lo siano di svantaggio! Presi come sono dalle loro idee egocentriche e dai loro interessi sono sicura che passeranno tutto il tempo del summit di domani a litigare per decidere chi sarà il capo di una teorica alleanza, sempre che si riesca a crearla con quelle teste calde, naturalmente! Ed io non ho tempo da perdere per discutere con loro, il pericolo che il nostra villaggio in particolare corre in questo momento è troppo grave e imminente perché io sprechi il mio tempo con quelli là. Preferisco agire autonomamente e risolvere la questione con le mie mani, piuttosto che sottostare al volere di uno di quei sbruffoni e perdere così molto tempo prezioso!-
 
A queste mie parole che da divertite e ironiche erano diventate sempre più rigide e fredde, Kakashi non sa più cosa rispondere e rimane in silenzio, tenendo gli occhi fissi su di me, mentre attraverso la stanza immersa nel buio: io continuo ad avanzare senza prestargli ulteriori attenzioni, non ho intenzione di discutere ancora su questa faccenda. Ormai ho preso la mia decisione e giusta o sbagliata che sia la porterò a termine, non m’importa di cosa penseranno domani quei rincitrulliti perditempo.
 
So di aver ragione, il summit dei Kage non porterà a nulla come la volta precedente, quando nonostante gli accordi presi non si era riusciti a salvare il Villaggio della Foglia, i cui abitanti erano sopravvissuti soltanto per merito della mia Tecnica della Rinascita… L’alleanza con loro non era servita a un bel niente e nemmeno adesso credo abbia un senso: se Pain vuole distruggere Konoha lo farà senza timore degli altri paesi, quindi è soltanto mia la responsabilità ed il dovere di fermarlo!
 
Mentre sono sul punto di uscire dalla stanza, mi fermo improvvisamente, tenendo una mano ancora appoggiata allo stipite della porta: con la coda dell’occhio osservo Kakashi, ancora immobile e in attesa di un mio successivo movimento, mentre la determinazione trapela dal mio sguardo ed i miei occhi ambrati si specchiano nella luce tenue della luna, lasciando che le mie parole invadano il silenzio e rendano l’atmosfera ancora più tesa.
 
- Se entro cinque giorni io non avrò fatto ritorno, prenderai tu il comando del Villaggio, Kakashi. -
 
Dico queste parole con la stessa decisione e sicurezza di qualche attimo prima, nonostante un velo di preoccupazione si possa intuire nel mio tono di voce: il ninja dai capelli argentei non si stupisce troppo di quest’affermazione, aveva intuito ormai dalle prime parole dove volessi arrivare e soprattutto perché avessi deciso di dirgli la verità: ma questo non mi scompone e soprattutto non mi sposta dal mio obbiettivo.
 
Mi allontano dalla luce fioca di quella candela, percorrendo a passi rapidi e silenziosi i corridoi bui del palazzo: non posso nascondere a me stessa la preoccupazione per ciò che accadrà e il turbamento per il possibile finale di questa storia, ma una cosa è certa: io non ho paura!
Non mi interessa se morirò, non mi interessa se lascerò questo mondo nel peggiore dei modi e non mi interessa contro chi o cosa mi dovrò scontrare: ciò che mi batte in petto è molto più potente, la mia forza di volontà e l’amore per le persone che amo e che ho amato mi spingono a continuare la mia corsa nell’oscurità, alla ricerca della luce e della pace: per Konoha e, forse, anche per me stessa…
 
Non so se la mia è pura pazzia, ma ciò che porto dentro è qualcosa di molto più grande dell’odio e dell’oscurità, è molto più potente di Pain e di tutte le sue diavolerie!
 
Io sono il Quinto Hokage della Foglia, e farò qualsiasi cosa pur di proteggere il mio villaggio, a qualsiasi costo! 

  
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