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Autore: ka_chan87    06/03/2006    8 recensioni
Tempi duri aspettano il Continente delle Tre Terre con un nuovo nemico a minacciare la sua stabilità. Cinque giovani per unire le Tre Terre a comabattere sotto un'unica bandiera l'odiato nemico... avventure, scontri tra la magica atmosfera di tre misteriosi paesi, ognuno con la propria storia e le proprie magie e la nascita di grandi amicizie e grandi amori... tutto questo è "La Guerra delle Tre Terre"
Genere: Romantico, Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango, Shippou
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Miei carissimi lettori, sono tornata!!! Dopo un mese di assenza… sono di nuovo qui!!! Q__Q Non sapete come sono commossa, mi siete mancati tantissimo!!! In questo mese sono successe un sacco di cose, una in particolare… sono fiera di annunciarvi che la vostra scrittrice è stata ammessa alla Scuola Del Fumetto di Milanooo!!! Non avete idea di quanto io sia felice, ancora stento a crederci! Oltre a questo, finalmente, mi sono liberata della prima simulazione di terza prova per cui ora posso tirare – relativamente – un sospiro di sollievo. Ma ora veniamo alla fic… ragazzi, veramente, non so come ringraziarvi… il capitolo scorso ha ricevuto ben 13 recensioni, sono troppo contenta!!! Q______Q Grazie, grazie mille!! Per cui ora passo ai ringraziamenti veri e propri, è il minimo che posso fare dopo essere ‘sparita ’ per un mese… bene, cominciamo!: cri-chan (Uhuhuhuh, come avevo ardentemente sperato, l’ultima parte dello scorso capitolo ha suscitato curiosità e le ipotesi su chi sia il misterioso personaggio sono state le più svariate… ma non posso dirvi ancora nulla, per il momento! Comunque grazie mille per la bellissima recensione, sono contenta che il capitolo ti abbia emozionato – soprattutto il dialogo tra Inuyasha e Kagome ^__^ . Grazie per gli auguri a proposito dei vari esami che, in generale, sono andati molto bene – anche se aspetto ancora gli esiti della terza prova… - Ti mando un bacio e ancora grazie ^^); inukun; Lorimhar (Mio adorato! *____* . adesso mi prenderà per una maniaca… ;D – Due, addirittura DUE commenti per un solo capitolo!! Q___Q me profondamente commossa!!! Primo: sono stra felice che la parte dedicata ai Draghi ti abbia entusiasmato, ho cercato di fare del mio meglio! ^___^; secondo: non credevo che la parte dedicata alla ‘preparazione ’ di Sango e Kagome avrebbe suscitato curiosità… ne sono molto contenta!!!; terzo: non avete idea di quanto sia soddisfatta di aver suscitato commozione con la parte in cui Inuyasha si sfoga, ci contavo davvero!! Comunque, come hai detto tu, sì, in effetti Kagome si sta sciogliendo notevolmente… sono curiosa di vedere cosa mi dirai dopo aver letto questo capitolo!!! ^____^ Ringrazio anche te per l’imbocca al lupo per la simulazione, in matematica sono andata bene, ora aspetto di vedere come sono andate le altre materie…. Ti ringrazio ancora di tutto, sappi che ti adoro ^____^ Un bacione); Elychan; raska81; giodan; Lila; Topomouse; Honey; Hikari_Takaishi_87; lucy6; Elly.
Ecco, direi che ci siete tutti! Davvero, vi ringrazio ancora immensamente, non avrei mai creduto che la mia storia avrebbe mai riscosso così tanti favori ^_____^
Ora vi lascio al capitolo avvertendovi che, però è… veramente ma veramente lungo. Bè, non aggiungo altro e vi lascio alla lettura! ^____^

20° CAPITOLO “I SACRIFICI DEL CUORE”

Quando mise i piedi sulla terra ferma non poté che provare una sorta di approvazione. Le continue oscillazioni della nave, dovute al mare agitato dello stretto di Cronos, lo avevano decisamente irritato.
Naraku si guardò intorno, sentendo dietro di sé il vociare dei suoi soldati che si occupavano di attraccare il veliero, scaricando ciò che era loro necessario.
Con sguardo sicuro, cominciò ad avanzare per il pontile pericolante che lo avrebbe condotto sulla banchina dove, in tutta la loro imponente e terribile statura, li aspettavano due Orchi.
Il Signore del Regno del Sud ghignò, di certo non si faceva spaventare da degli ergumeni privi di intelligenza.
Avrebbe ottenuto ciò che voleva.
Seguito da quello che aveva nominato come suo vice, Naraku raggiunse i loro ‘ambasciatori ’ i quali, poté notare, erano decisamente innervositi dalla loro visita.
Si fermò davanti a loro, fissandoli intensamente coi suoi occhi carmini.
Le due creature cercarono di sostenere lo sguardo, ma dovettero cedere di fronte a tutto quel gelo e quella forza oscura che sentivano derivare da quell’uomo.
“Il nostro sovrano vi attende” grugnì uno dei due Orchi, i piccoli occhi scuri e quasi allucinati che brillavano dalla voglia di uccidere.
“Possiamo metterci in marcia, non ho alcuna intenzione di farlo attendere” rispose con tono suadente Naraku, sorridendo malignamente alle due creature. L’uomo dai capelli corvini fece un cenno al suo sottoposto, ordinandogli di far si che i suoi soldati li seguissero velocemente.
“Voi dovete venire con noi” disse l’altro Orco, riferendosi a Naraku. Questi lo guardò per qualche istante e la possente creatura lo fissò a sua volta seppur a fatica.
“Come desiderate” rispose, infine.
Diede qualche altra disposizione al soldato poi si volse, seguendo i due Orchi che lo precedevano.
Naraku osservò le massicce figure delle due ‘bestie ’ sorridendo maligno. Non era di certo la prima volta che vedeva degli Orchi e, in un certo senso, nonostante la sgradevolezza data dal loro aspetto, il Signore del Sud non poteva fare a meno di ammirare la loro brutale e naturale forza e brama di sangue e violenza.
Il suo ghigno si allargò maggiormente.
Quali creature migliori per piegare definitivamente la Terra Centrale?
Se c’era una cosa che gli Orchi odiavano… erano proprio i Draghi. Coloro che, secoli e secoli prima li avevano cacciati dal Continente, relegandoli su quell’isola infame.
Infervorare le loro anime sarebbe stato uno scherzo e in quanto a capacità persuasive lui era un esperto.
“Oho, i Kamlugh…” disse, poi. I due Orchi lo guardarono appena
“Siete informato” disse uno di quelli.
Naraku non rispose, ghignò solamente fissando lo sguardo su due grossi animali dalle sembianze simili a quelle di una iena gigantesca….
I Kamlugh, creature originarie dell’isola di Kadok, utilizzate dagli Orchi per i loro spostamenti oltre che come ottime ‘armi ’ di attacco vista lo loro ferocia.
Il Signore del Sud si avvicinò a una delle due creature la quale si mise subito a ringhiare ferocemente, pronta per attaccarlo.
Naraku incatenò il suo sguardo a quello dell’animale che, in pochi istanti rimase a fissarlo, gli occhi gialli – verdi, dal taglio felino, sbarrati e ricolmi di terrore. Poco dopo il Kamlugh si era inchinato di fronte all’uomo, facendosi accarezzare da quello, docilmente.
I due Orchi deglutirono, intimoriti da quello sguardo porpora, capace di chissà quali oscuri sortilegi.
“Voi salirete su quello” disse uno dei due Orchi, montando, nel frattempo, su un altro Kamlugh, imitato dal compagno.
Naraku non rispose e salì sull’animale appena addomesticato e attese che i due Orchi partissero, facendogli strada verso quello che, ne era più che certo, sarebbe diventato suo prezioso alleato.
La temperature torride che si avvertivano in quel luogo erano comparabili a quelle del Regno del Sud a differenza che lì, a Kadok, cresceva una fitta e selvaggia vegetazione che, testarda, si innalzava a dispetto del caldo torrido che avrebbe logorato qualsiasi cosa.
Il Majutsushi si guardò intorno quasi con nostalgia… l’isola di Kadok aveva spesso ricevuto visite da parte sua… peccato che solo lui potesse ricordarsene. Ghignò.
I Kamlugh procedevano velocemente, nemmeno il caldo riusciva a piegarli, le zampe possenti che facevano perno sul terreno, evitando abilmente i fitti alberi.
Procedettero spediti per diverse miglia mentre il paesaggio davanti a loro cambiava, la fitta e disordinata vegetazione lasciava spazio a un largo sentiero rettilineo che spariva dietro alcune colline.
Là, sulla sommità di una di quelle, la città di Roht, capitale dell’isola di Kadok.
I tre accelerarono ancora di più, lasciando nugoli di polvere dietro di loro.
Mentre procedevano spediti, Naraku poté vedere cominciare a delinearsi la grande città, le torri e le guglie nere che spiccavano, in contrasto col cielo illuminato dalla luce del sole.
Sorrise. Quel tipo di atmosfera era quella che più gli piaceva.
Dopo alcuni minuti, i tre si trovarono finalmente di fronte al grande castello, solo il ponte levatoio alzato impediva loro di entrare.
Uno dei due Orchi urlò alla sentinella che sorvegliava l’ingresso di farli passare.
Il Signore del Sud alzò lo sguardo, ammirando più da vicino l’imponenza della capitale.
Certamente non raggiungeva le dimensioni di Kaosu ma sicuramente, al solo vederla, non si poteva non venire pervasi da un senso di angoscia.
Per Naraku era come essere a casa.
I suoi pensieri vennero interrotti dal cigolare degli ingranaggi del ponte levatoio che, lentamente, si stava aprendo per poi appoggiarsi a terra con un tonfo sordo.
Gli Orchi cominciarono ad avanzare, seguiti subito dopo dal Signore del Sud, impaziente di concludere quel vantaggioso affare.
Nonappena fecero il loro ingresso nella città, l’uomo dai capelli corvini non poté non notare gli sguardi di disprezzo e insofferenza che le creature del luogo gli stavano rivolgendo.
Sorrise beffardo. Presto le cose sarebbero cambiate e quegli sguardi non sarebbero più stati per lui e i suoi soldati.
Scesero dai Kamlugh e si diressero senza indugiare verso il castello, dimora del sovrano Kraeliux del quale Naraku era ansioso di fare la conoscenza… lui, come tanti altri, sarebbe diventato una delle sue pedine da muovere a piacimento.
Soggiogare quelle creature dalle menti ristrette sarebbe stato davvero un giochetto.
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“Che diavolo è successo qui?!?”.
Kagura, come ordinatole da Naraku, si era recata presso la Shima no Nanimo per assicurarsi se Inuyasha, il secondogenito di Inu Taisho fosse, ancora vivo.
Di certo non si era aspettata quello spettacolo.
Il perimetro che circondava la prigione era una distesa di cadaveri in putrefazione. Tutti, dal primo all’ultimo, indossavano le divise ornate dal Ragno, simbolo del Regno del Sud.
“Maledizione!” esclamò accigliata la Yasha, aggirandosi tra i corpi senza vita delle guardie.
Sarebbe toccato a lei dare la brutta notizia della fuga dell’Hanyou… e il suo Signore, oltre che sorpreso, non ne sarebbe stato felice.
- Ma che cavolo sarà successo? Chi l’avrà liberato? – si domandò – Di certo non può aver fatto tutto da solo… -
Poi la sua attenzione venne attratta da alcuni strani solchi sul terreno, in prossimità dell’ingresso della piccola prigione.
Si accucciò vicino al terreno, per esaminarlo con attenzione.
- Ma questi… - con un dito andò a toccare il segno, percorrendone la forma… sembrava quasi che qualcosa avesse graffiato il terreno.
- Cosa può lasciare un segno simile… sembrerebbero quasi… artigliate! – pensò, sorpresa, e nella sua mente si delineò l’immagine della probabile causa di quei solchi
“Draghi!” esclamò, incredula. Come diavolo aveva fatto la Terra Centrale a sapere del Principe Inuyasha, tanto da riuscire a liberarlo?
Imprecò indispettita… di quel mezzo- demone non gliene importava niente, poteva essere vivo o morto, per lei non faceva differenza…! Quello che le premeva era la reazione che avrebbe avuto Naraku nel venire a sapere di quello scomodo contrattempo.
Di certo questo il suo Signore non lo avrebbe mai potuto prevedere… chissà perché, ma era sicura che questa ‘piccola sorpresa ’ le avrebbe portato solo un sacco di problemi.
Sbuffò. Guardandosi attorno scocciata, prese tra le dita una delle sue piume che, in pochi istanti, si ingrandì, fluttuando nell’aria.
Vi salì sopra con agilità poi, volgendo un altro, fuggevole sguardo a quella distesa di cadaveri, fece spallucce e prese velocemente il volo, dirigendosi verso il Regno del Sud.
Restare ancora lì non avrebbe avuto senso.
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“Bene, siete arrivati”.
Naraku osservò l’Orco appostato davanti a una grande porta chiusa che li guardava dall’alto in basso.
“Il nostro Signore vi attende” aggiunse, poi, fissando il sovrano del Sud.
Detto questo aprì l’ingresso, facendoli avanzare.
L’uomo dai capelli corvini si ritrovò a fissare Kraeliux, seduto impettito sul suo grande trono, occupato dalla sua imponente stazza. Il volto dai lineamenti così grezzi, teso in un’espressione dura e greve… Naraku notò benissimo lo sguardo di insofferenza che lui, come tutti gli altri, del resto, gli avevano rivolto.
- Divertente… - pensò ridacchiando.
Preceduto dagli altri Orchi, si avvicinò al trono del sovrano, guardandolo attentamente senza mai distogliere il suo sguardo porpora da quello nero pece di lui.
“Naraku… il Signore del Sud…. Tuttora la mia sorpresa perdura, anche se ora ti vedo qui, davanti ai miei occhi” la voce profonda e leggermente rauca dell’Orco riecheggiò per l’enorme sala, disperdendosi tra le sue alte e scure mura.
“Per me, invece, è un gran piacere essere qui… e sono convinto che dopo che avremo parlato ne sarete contento anche voi, nobile Kraeliux” rispose lascivo Naraku, sorridendogli gelido
“Mpf, chissà, dipende da cosa bisogna discutere” ribatté l’altro, guardandolo dall’alto in basso, accomodandosi meglio sul suo grande trono.
“Affari”
“Affari, eh? E che cosa potrebbe mai possedere il Regno del Sud che ci possa interessare? Naraku, immagino voi sappiate che gli Orchi non apprezzano molto i Demoni…” sghignazzò Kraeliux, mostrando ancora di più i canini fortemente pronunciati
“La cosa mi rattrista… per quel che mi riguarda, io ammiro molto la vostra razza” disse il Signore del Sud sorridendo, senza mostrare alcun tipo di tensione, cosa che fece leggermente irritare il sovrano di Kadok.
“Siete molto sicuro di voi, a quanto vedo”
“Sì, lo sono”.
Il signore di Roht indugiò i suoi piccoli occhi su quelli porpora del Majutsushi, guardandolo attentamente. C’era qualcosa, in quell’individuo, di minaccioso, di arcano e mentre pensava ciò vide come passare un lampo in quelle iridi, un concentrato di malvagità che non aveva mai visto.
Non poté fare a meno di rabbrividire.
- Non c’è nulla da temere… - una voce melliflua gli si insinuò nella mente, paralizzandolo
- Ascoltalo… Lui saprà darti quello che vuoi… -
“Vi ascolto” si ritrovò a dire, quasi involontariamente. Il suo volto ora in una espressione quasi febbrile, le iridi scure ricolme solo di desiderio, di trepidante attesa, senza riuscire a staccare gli occhi da quelli del suo interlocutore che, soddisfatto, sorrideva malvagio.
“Ciò che ha da offrirvi il Regno del Sud è qualcosa che voi e il vostro popolo brama da tempo…” cominciò Naraku, incatenando definitivamente, con quelle parole, lo sguardo di Kraeliux
“Ovvero?” lo incitò trepidante quello
“Il sangue della Terra Centrale” .
Sì! Sì, era proprio quello! Era quello che cercava, bramava da tanto, troppo tempo.
Il sovrano di Kadok guardò con occhi sgranati il signore del Sud che, in quel momento, gli sembrava quasi un dio.
Si alzò bruscamente, avvicinandoglisi quasi barcollante mentre il suo volto veniva trasfigurato ancora di più da un’espressione febbrile, ricolma di eccitazione e di straziante attesa.
“Ditemelo, ditemelo… come, come faremo per vedere la Terra Centrale sporca di sangue?!? Come? Quando?!?” gli chiese ansimante, sempre più agitato.
Naraku sorrise soddisfatto, posandogli una mano sulla spalla scossa dai tremori
“Presto amico mio, presto… il vostro popolo non dovrà attendere ancora troppo per far il suo meritato ritorno nelle terre che vi appartengono… e io sarei felice di questo, perché il Continente appartiene agli Youkai e agli Orchi”
“Sì, sì! Youkai e Orchi!” ripeté l’altro, afferrando le vesti del Majutsushi, sempre fissandolo con sguardo ardente
“Cosa dobbiamo fare?!? Come dobbiamo agire?!?” chiese poi, agitato
“Semplicemente… sancendo la prima alleanza tra Demoni e Orchi” Naraku fissò con maggiore intensità l’Orco ormai completamente succube di quella ‘droga porpora ’ “Grazie a questa alleanza spazzeremo via per sempre la feccia che appesta il Continente”
“Sì! Sì! La feccia! Spazzeremo via la feccia! Sì, un’alleanza!” urlò il re di Roht mentre i suoi sottoposti, come lui, venivano ammaliati dalla voce che precedentemente aveva incantato il loro sovrano.
Il Majutsushi guardava soddisfatto i loro volti febbrili, la sua vendetta stava prendendo finalmente avvio in modo inarrestabile… dopo quella alleanza per la Terra Centrale il declino sarebbe iniziato e niente, niente sarebbe stato possibile per cambiare quella meravigliosa realtà.
“Vi contatterò presto, allora” disse, ignorando le frasi sconnesse e senza senso di Kraeliux, voltandosi e uscendo dalla sala nella quale riecheggiavano ora le risate degli Orchi nei cui occhi si poteva vedere riflesso l’irrefrenabile e insaziabile desiderio di sangue mentre nelle loro menti rimanevano, come marchiati a fuoco, gli occhi purpurei del signore del Sud.

“Naraku, mio Signore!”
“Oh, siete qui, bene” una volta uscito dal castello, il Majutsushi incontrò, fuori dalle mura della capitale, i suoi uomini che, arrivati lì, avevano atteso che il loro sovrano avesse concluso i suoi affari.
“Avete già concluso?”
“Sì, possiamo far ritorno a Kaosu”
“Ma… siamo appena arrivati…” obiettò il suo vice
“Ora… si riparte per Kaosu” insisté Naraku, guardandolo gelido
“S- sì, come desiderate” balbettò quello in risposta, abbassando lo sguardo quasi terrorizzato.
Il signore del Sud, senza aspettare un momento di più, montò sul Kamlugh col quale era arrivato lì, dirigendosi nuovamente verso il porto dove lo aspettava la sua nave.
Doveva tornare immediatamente a Kaosu, i preparativi erano molti e finalmente, adesso che controllava anche gli Orchi, poteva concentrarsi su altro, in particolare su una persona….
- Piccola Kagome… non vedo l’ora di incontrarti e di vedere il tuo meraviglioso sangue vermiglio impregnare le mie mani – e rise malvagio, correndo veloce verso il suo piano di morte.
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“Mi hai fatto male, maledizione!!!”
- Se tu fossi meno distratto non ti faresti male -
“Ma quale distratto?! Tzè, come al solito è colpa mia!”
- Uff… ultimamente sei diventato proprio uno strazio, Inuyasha -
“COOOSA?!?”.
Nella soleggiata Eldoras, nel grande giardino del Palazzo, stavano Inuyasha e la sua fida Harliem, intenti in uno dei loro abituali allenamenti.
Dalla sera del ballo era trascorso circa un mese e la ‘piccola ’ dragonessa era cresciuta enormemente, tant’è che da qualche tempo, finalmente, per lei e il suo Cavaliere erano cominciate le prime lezioni di volo.
Durante quei giorni, poi, Inuyasha era decisamente migliorato nella Magia ed ora era capace di controllare ed usare diversi incantesimi.
Peccato che, però, allo stesso tempo, la concentrazione dell’Hanyou avesse qualche falla, impedendogli così di allenarsi al meglio.
“Uff… scusa Harliem, non ce l’ho con te…” sbuffò il ragazzo, sedendosi a terra e appoggiandosi al tronco di un grande albero.
- Cosa c’è che non va? Ormai è da un mese che sei così… - gli domandò leggermente preoccupato il Drago, accucciandoglisi vicino, sovrastandolo completamente con la sua imponente stazza.
“Non lo so… è che poi la notte non riesco quasi mai a dormire bene…” borbottò in risposta il Cavaliere strappando un ciuffo di erba.
- Ancora quel sogno? -
“Mh… e più i miei poteri si sviluppano più mi sembra reale… è una tortura” sbuffò ancora più rumorosamente, coprendosi gli occhi con un braccio.
Odiava sentirsi a quel modo, con quella continua e sgradevole sensazione di tensione che non lo abbandonava mai, dopo quel sogno. Rabbrividì ripensando a quella macabra distesa di sangue e il terribile ghigno di quell’essere che stringeva tra le braccia l’altra figura, dilaniata.
“Aaaaah, basta!” esclamò, balzando in piedi “Non ha senso stare a torturarsi! E poi ho ben altro a cui pensare, come alla nostra Cerimonia del Giuramento che ci aspetta domani!” disse, sorridendo cercando di essere disteso, verso Harliem.
- Sì, sono così eccitata! E poi è stata un’ottima idea, da parte del Governatore, farcela fare insieme a Sango e Sieg! – rispose allegra la dragonessa, alzandosi anche lei.
Inuyasha la guardò ammirato, incantato dalle sue squame fiammeggianti che brillavano con tutta la loro forza. Stando a quattro zampe ormai, il Drago, lo sovrastava di parecchio e le sue zanne e i suoi artigli si erano rafforzati, insieme ai suoi poteri che crescevano giorno dopo giorno.
Eh sì, non avrebbe potuto chiedere di meglio.
- Mi chiedo se però… ci sarà anche Kagome… - aggiunse poi Harliem, con tono leggermente triste.
L’Hanyou si ritrovò ad arrossire furiosamente al sentire il nome della ragazza. Per l’ennesima volta gli rivenne in mente la sera del ballo e, in particolare, il suo sfogo e… quell’abbraccio.
Se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire le narici piene del suo delicato e allo stesso tempo intenso profumo e i suoi capelli corvini contro la sua pelle.
Accidenti! Ma perché continuava e continuava a pensarci?
- Che hai Inuyasha, stai male? Sei tutto rosso! – gli chiese perplesso il Drago, riscotendolo
“N- no, sto benissimo!” si affrettò a rassicurarla il mezzo- demone scuotendo freneticamente le mani.
- Allora? Secondo te verrà Kagome? – Inuyasha notò il tono abbacchiato della dragonessa e sorridendole leggermente le si avvicinò, accarezzandole il dorso
“Vedrai che ci sarà, per questo tipo di occasioni la sua presenza è necessaria”
- Mh, speriamo, ultimamente è sempre così impegnata… dopo il ballo il Governatore non le ha dato un attimo di tregua tra lezioni di burocrazia e cose varie. In più ha gli allenamenti di Magia con Miroku, quelli di volo con Hirador… l’ultima volta che l’ho vista mi sembrava distrutta - .
Era vero. Da dopo il ballo anche lui l’aveva vista davvero raramente – anche se, a dir la verità, ne era quasi sollevato… tutte le volte che aveva incontrato i suoi occhi si era ritrovato ad arrossire come un idiota! – e quelle poche volte gli era sembrata a pezzi.
- Inuyasha? -
“Mh?” ma la dragonessa non disse nient’altro, rimase a fissarlo, cosa che lo innervosì parecchio
“Allora, che c’è?!?” sbottò, accigliato
- Ho fame! - il mezzo- demone la fissò spiazzato, si aspettava una di quelle domande che lei e Sango erano solite fargli e che lo mandavano nella più totale confusione… e invece quella se ne usciva che aveva fame!
“E non potevi dirlo subito?!? Dai andiamo, è inutile restare qui e poi ormai è ora di pranzo”
- Perché non mangiamo tutti insieme? Chiamiamo anche Sango e Miroku, stiamo nel mio appartamento! – propose Harliem già trepidante
“Sì, e Sieg dove lo mettiamo? Lo sai che non si stacca cinque minuti da Sango…” ribatté Inuyasha mentre, affiancato dal Drago, faceva ritorno verso il Palazzo
- Embè? Già una volta ci è venuto e ci siamo stati! -
“Ah, certo… per starci ci stavamo, il problema è far stare Sieg e Miroku troppo vicini in un luogo troppo piccolo…!”
- Bah, la gelosia è proprio una cosa stupida - commentò la dragonessa, ripensando ai comportamenti di Sieg e della sua forte gelosia nei confronti del suo Cavaliere
“Bè, non gli do tutti i torti… Miroku è un vero polipo! L’ultima volta non gliel’ha quasi staccata, quella mano!” ridacchiò divertito l’Hanyou al ricordo
“Allora, che vogliamo fare? – disse poi, una volta entrati nel Palazzo dall’ingresso abilitato per i Cavalieri e i loro Draghi - Vado a chiamare Sango e Miroku?” domandò guardando la dragonessa… domanda comunque inutile visto che sapeva già la risposta
- Sì! Chiamali, chiamali! – rispose contenta Harliem, muovendo frenetica la lunga e squamosa coda di fuoco
“Eeeh, e va bene, aspettaci nei tuoi appartamenti” le disse, rassegnato, il mezzo- demone, avviandosi. Era inutile, non riusciva proprio a dirle di no.
- Ah, Inuyasha! – lo chiamò il Drago
“Che c’è?”
- Magari, se lo vedi, invita anche Kouga! – gli disse, ridacchiando
“Ma non ci penso nemmeno!!!” le sbraitò contro l’Hanyou voltandosi con stizza e riprendendo a camminare mentre il suo Drago lo guardava, sghignazzando divertito.

“Sangooo, ti prego liberamiii!”
“No! Finché non imparerai a tenere le mani a posto te ne starai legato lì!”
“Ti prego perdonami, giuro che non lo faccio più!”.
Fuori, nella parte del giardino retrostante il Palazzo, Miroku e Sango si stavano allenando.
O, almeno, questo fino a poco tempo prima, visto che ora il ragazzo dal codino era saldamente legato al tronco di un albero con davanti una Sango che lo guardava a dir poco furente.
“Certo, non lo fai più! Quante volte te l’ho sentito dire e questo è il risultato! – esclamò, puntandogli un dito contro e sottolineando la condizione in cui si trovava – Questa è la volta buona che ti faccio sbranare sul serio da Sieg!”
“No, tutto ma non Sieg!!!” esclamò terrorizzato il Majutsushi… purtroppo era spaventosamente consapevole che se la Cacciatrice gli avesse dato quell’opportunità, il Drago non ci avrebbe pensato due volte a farlo sul serio a pezzi.
“A- avanti Sanguccia, se non mi liberi come farai con gli allenamenti? Sai che a proposito di Magia sono imbattibile…”
“Sì, peccato che alla tua bravura corrisponda anche una disgustosa tendenza ad essere un pervertito di prima categoria!!!” urlò Sango… si stava davvero arrabbiando
“M- ma dai… non esageriamo adesso…” ridacchiò nervosamente il ragazzo, deglutendo rumorosamente.
Per qualche ‘semplice ’ palpatina guarda come veniva trattato! Sospirò amareggiato, che ci poteva fare lui se quella ragazza era assolutamente splendida?
“Se tu non fossi così un cretino a quest’ora avremmo già finito con gli allenamenti! Ma no! Non riesci a trattenerti nemmeno in queste occasioni e adesso sono punto e accapo!” sbraitò la ragazza, sempre più infuriata
- Qualcuno mi aiuti… - pensava intanto Miroku, piangendo lacrime amare
“Ma possibile che vi si lascia soli un attimo a voi due che vi scannate?” una voce dietro di loro attirò la loro attenzione.
Per Miroku fu come la vista di un angelo
“Oh Inuyasha, mio salvatore, non sai come sono felice di vederti!!!” esclamò con gli occhi pieni di lacrime di gratitudine. Ora aveva una minima speranza di non morire alla giovane età di vent’anni.
“Ciao Inuyasha…” lo salutò nervosa la Cacciatrice
“Ho interrotto qualcosa?” chiese ironico l’Hanyou, guardando divertito la scena: Sango sull’orlo di una crisi di nervi e Miroku piangente, legato strettamente ad un albero. Non poté trattenersi dal ridacchiare
“Più o meno” ribatté il Cavaliere fissando con sguardo omicida Miroku
“Eh- eh –eh” ridacchiò nervoso quello, avendo quasi l’impressione che la sua speranza di salvezza stesse svanendo
“Bè, credo che dovrai rimandare l’esecuzione, Sango… ad Harliem farebbe piacere se veniste a mangiare con noi” le disse, facendola così calmare con quell’invito
“Certo, più che volentieri!” rispose con il suo solito tono dolce
“Sì, anche a me fa molto piacere!” si aggiunse il Majutsushi, guadagnandosi un’altra gelida occhiata da parte della ragazza
“Lo posso slegare, quindi?” chiese conferma Inuyasha indicando il ragazzo
“… Sì…” rispose stizzita la ragazza del Nord mentre Miroku sospirava di gratitudine… questa volta l’aveva scampata per un soffio e tutto per merito di Harliem che ringraziò mentalmente, benedicendola.
“Grazie Inuyasha, a volte sei davvero utile” gli disse il Majutsushi, una volta libero
“Ehi, guarda che è stato un caso e non pensare che la prossima volta ti vada così liscia, non posso sempre salvarti io anche perché una bella strigliata ti sta solo bene” ribatté secco l’Hanyou osservandolo con sguardo ammonitore
“Perché mi parli cosììì?!” piagnucolò Miroku, attaccandoglisi al collo continuando a blaterale
“Accidenti lasciami dannato!!! Se non stai attento sarò io a farti fuori e non Sango!”
“Eh no, questo è un piacere che devo avere io!” disse la Cacciatrice con sguardo omicida che fece rabbrividire i due.
Così i tre si avviarono verso l’interno del Palazzo con Miroku che, finalmente, aveva capito che per quel giorno, almeno, era meglio per lui parlare il meno possibile.
“Inuyasha hai invitato anche Kagome?” gli domandò poi Sango mentre si stavano dirigendo verso il secondo piano sotterraneo
“Bè, ecco veramente no… non so se è il caso, di solito è sempre piena di impegni” balbettò il mezzo- demone, la sola idea di dover invitare la ragazza lo faceva agitare
“Già, anche troppi” intervenne Miroku con tono tra il preoccupato e il seccato
“Miroku tu sei praticamente l’unico che riesce a vederla tutti i giorni… come sta? Io è da quasi una settimana che non la vedo…” gli chiese la ragazza del Nord.
Lo sentì sospirare
“Anche se cerca di non darlo a vedere… è sfinita. Un po’ per il suo orgoglio e la sua testardaggine, un po’ per le aspettative che hanno mio padre e tutta Eldoras nei suoi confronti, sta dando fondo a tutte le sue energie tra allenamenti e lezioni ‘di governo ’. Non so quanto potrà continuare così e mio padre che non fa altro che caricarla di lavoro!” disse con una certa disapprovazione. Da parte sua, tutte le volte che avevano avuto i loro allenamenti di Magia, aveva cercato più volte di dissuaderla dallo smettere di imporsi di dover per forza, in qualsiasi circostanza, soddisfare pienamente chiunque… doveva pur vivere anche lei, accidenti!
A Inuyasha, nel frattempo, gli rivenne alla mente la sera del ballo, quando aveva letto negli occhi argentei della ragazza tutte le sue preoccupazioni e quanto fosse gravosa per lei quella situazione.
Ma non l’aveva mai sentita lamentarsi, nemmeno una volta.
Anzi, alla fine, quella sera, era stata lei a consolare lui.
Ecco, era arrossito ancora una volta!
“Spero di riuscire a vederla, uno di questi giorni… mi spiace che non possa nemmeno sfogarsi con qualcuno…” disse Sango dispiaciuta per le condizioni dell’amica… che si trovasse in un luogo o in un altro… la sua vita la perseguitava comunque.
“L’unica cosa che possiamo fare è starle vicino, sa che le vogliamo bene e questa è la cosa più importante” cercò di rincuorarla il ragazzo dal codino, sorridendole.
“Ehi, ragazzi!” una voce dietro di loro li richiamò
“Oh, ciao Kouga!” lo salutò allegro il Majutsushi, andandogli incontro
“E ti pareva…” borbottò, invece, innervosito Inuyasha
“Dove ve ne andate di bello? A pranzo?” chiese l’ookami Youkai, avvicinatosi al gruppo
“Sì, Harliem ci ha chiesto di farle compagnia, perché non vieni? Ultimamente non ti si vede molto in giro…” gli propose Miroku
“Ehm… non saprei…” Kouga guardò incerto il mezzo- demone
“Tzè, sì, puoi venire, Harliem ha chiesto anche di te!” sbuffò l’Hanyou, girandosi
“Bè, quand’è così…”
“Oh, bene, la compagnia al completo!” esultò il Majutsushi
“Se lo avevo saputo prima avevo avvertito anche Kagome…” rifletté ad alta voce il Demone lupo
“Hai visto Kagome?” gli domandò Sango
“Sì, abbiamo appena terminato una riunione col Parlamento… io per il resto della giornata sono libero, ma a quanto ho capito lei, invece, ha un mucchio di appuntamenti con diversi Ministri e politici, non la invidio affatto” li informò
“Appena vedo mio padre lo strangolo!” sbottò Miroku, scioccato dal fatto che il Governatore non si rendesse conto allo stress a cui stava sottoponendo la cugina.
“Bè, noi non ci possiamo fare niente per cui non ha senso stare nemmeno a discuterne” intervenne Inuyasha guadagnandosi, con quelle parole, tre sguardi di rimprovero
“Come al solito la tua sensibilità lascia a desiderare, Inuyasha” gli disse con tono di rimprovero Kouga, guardandolo di traverso
“No, se qui c’è qualcuno che pecca di sensibilità non sono io. Credi forse che Kagome sarebbe contenta di sapere che la maggior parte della gente che la circonda la compatisce? Io credo proprio di no… ma, come hai detto tu, io pecco di sensibilità per cui la mia opinione non ha rilevanza, giusto?” e lo fissò con sguardo di sfida mentre l’altro taceva e ricambiava l’occhiata
“Va bene, va bene ragazzi, non è il momento di litigare… non possiamo fare aspettare Harliem, non è educato…” intervenne Miroku, cercando di smorzare l’atmosfera tesa che si era venuta a creare.
Il primo a incamminarsi fu l’Hanyou, innervosito, seguito poi dal resto del gruppo, con una Sango e un Miroku che cercavano in tutti i modi di distendere il più possibile la situazione.

“Uff…”
“Sei stanca Kagome- chan?”
“Un po’ piccolo Shippo, ma non preoccuparti”.
Kagome sorrise dolcemente al piccolo Demone volpe, carezzandogli affettuosamente la testa ramata.
Erano rimasti soli nella grande Sala del Parlamento dove da poco si era conclusa una delle ennesime riunioni che da un mese a questa parte erano all’ordine del giorno.
La ragazza sospirò sconsolata… dalla sera del ballo non aveva avuto un attimo di pace ma non poteva di certo lamentarsi. Lei era la Principessa ed era suo dovere occuparsi del suo Regno…. Sì, proprio così.
Si accomodò meglio sul suo trono, aspettando che Takehiko facesse ritorno poiché l’aveva invitata a pranzare insieme a lui e ad altre importanti personalità di Eldoras.
Mentre aspettava tranquilla, continuando a coccolare Shippo accucciato sulle sue gambe, la sua mente cominciò a vorticare, lasciandosi andare ai ricordi.
Ma non i ricordi della sua infanzia, degli anni passati a Kandem… no, in particolare stava ancora, per l’ennesima volta, ripensando a un evento accaduto di recente.
La sera del ballo e… la sua conversazione con Inuyasha.
Ancora stentava a credere a quello che era successo… aveva davanti agli occhi l’immagine di lui fragile, solo… non lo aveva mai visto così e né mai avrebbe immaginato di poterlo vedere in un simile stato.

“Inu… yasha…” sussurrò Kagome, sorpresa nel ritrovarsi stretta all’Hanyou. Ma la sua sorpresa aumentò poi quando sentì alcune gocce bagnarle una spalla nuda. Inuyasha… stava piangendo.
D’istinto lo abbracciò a sua volta, cominciando ad accarezzargli lentamente la larga schiena, cercando di calmarlo.
Dopo alcuni minuti lo sentì bloccarsi e irrigidirsi improvvisamente, staccandosi di scatto da lei e fissarla con sguardo ricolmo di stupore. Lei lo guardò interrogativa, rimanendo silente.
“Scu- scusa” lo sentì balbettare con voce flebile, le guance in fiamme mentre abbassava gli occhi dorati.
Non poté fare a meno di sorridere intenerita. Mai si sarebbe aspettata di poter vedere un lato simile nel carattere di quel testardo e fiero Hanyou.
“Va meglio?” gli chiese, mantenendo il sorriso.
Il mezzo- demone alzò titubante lo sguardo, rimanendo inevitabilmente folgorato da quell’espressione così dolce. Arrossì nuovamente e si girò di scatto, dandole le spalle.
“S- sì, grazie” le disse balbettante. Maledizione, stava facendo una figura da idiota! Come cavolo gli era saltato in mente di mettersi a piangere di fronte a lei e soprattutto… perché diavolo l’aveva abbracciata?!
Poteva ancora sentire addosso il suo calore e il suo profumo così particolare inebriargli i sensi….
E no, adesso basta!
Kagome lo osservò da dietro divertita mentre lo guardava mettersi le mani sul volto e borbottare qualcosa di completamente insensato.
Non lo aveva mai visto così imbarazzato.
Non riuscendo più a mantenere il controllo prese a ridere di gusto, attirando l’attenzione dell’Hanyou.
“Si può sapere che diavolo hai da ridere adesso?!?” sbraitò il mezzo- demone fissandola furente, col volto in fiamme sia per l’imbarazzo che per la rabbia.
“No, scusami è che… sei troppo buffo!” e continuò a ridere
“Feh, ma tu guarda questa!” sbottò Inuyasha mentre gli arrivava alle orecchie la risata argentina della ragazza. La guardò, il volto illuminato da un sorriso rilassato, con i capelli che, insieme al vestito candido, si muovevano accompagnati dalle carezze leggere del vento.
Era… davvero bella.
E questa volta non arrossì. Era vero.
Si ritrovò ad ammettere che tutto, in lei, era bello.
Certo era capricciosa, arrogante e spesso presuntuosa ma quella non era che una minima parte di lei.
Kagome, sentendosi osservata, sollevò lo sguardo e incontrò quello intenso e profondo di lui… sembrava che le stesse leggendo l’anima.
Smise di ridere di botto, indugiando ancora su quegli occhi ambrati ma dovette abbassare lo sguardo, imbarazzata.
Nessuno… l’aveva mai guardata a quel modo.
Si stupì in quel momento di quello che stava succedendo loro… insomma… non avevano ancora litigato!
Già… chissà quanto tempo era passato da quando era uscita dal Palazzo. Il suo volto si fece nuovamente teso all’idea di dover tornare di nuovo là dentro e vedere tutti quegli sguardi ricolmi di desideri, speranze e aspettative rivolte unicamente verso di lei.
Nuovamente si sentì soffocare.
Inuyasha notò il cambiamento della ragazza e comprese immediatamente cosa la turbasse.
“Se non vuoi… puoi non tornare” le disse, lo sguardo rivolto alla luna.
“Non me lo posso permettere. Questa serata… è stata organizzata per me” rispose lei, cercando, con quelle parole, di convincere anche se stessa e imponendosi di smorzare quel senso di oppressione. No, non doveva provare certe cose, non era giusto.
“Ma tu non volevi, se non sbaglio…” obiettò l’Hanyou
“Non è importante quello che voglio io, Inuyasha” lui si voltò a guardarla, rimanendo sorpreso da quell’espressione così terribilmente dolce e triste allo stesso tempo.
“Ora… sarà meglio che vada, sto facendo la figura dell’irresponsabile” ridacchiò, cercando di mostrarsi tranquilla.
Prese a camminare, sollevando delicatamente il lungo abito, sorpassando il mezzo- demone fino a dargli le spalle.
Sapeva che se fosse rimasta ancora per poco lì, scrutata da quegli occhi dorati, tutte le sue certezze sarebbero crollate definitivamente.
“Non devi pensare a che cosa gli altri si aspettano da te… - lo sentì dire poi, rallentando leggermente il passo, incerta – Devi pensare a cosa ti aspetti da te stessa” . Si bloccò, colpita da quelle parole.
- Cosa… mi aspetto da me stessa?- pensò, turbata. No, lei non faceva testo. Scrollò la testa, come a voler scacciare quelle parole.
Non si voltò e riprese a camminare sotto lo sguardo penetrante di Inuyasha.

“Kagome?”
“Eh? Oh, scusami Shippo devo essermi distratta” gli disse sorridendogli.
“Ah, bene, siete ancora qui”.
Dal grande ingresso della Sala del Parlamento si fece avanti il Governatore, accompagnato da alcuni uomini di mezza età, rappresentanti del Parlamento e della Milizia del Dragone i quali si inchinarono rispettosamente davanti alla ragazza, rivolgendole sorrisi cordiali.
“Allora Kagome, vogliamo andare?” la invitò Takehiko, porgendole la mano
“Sì… andiamo” sospirò quella sforzando un sorriso e afferrando la mano del cugino.
Shippo sulla sua spalla la guardò tristemente, osservando il viso chiaramente stanco dell’amica.
“Non ti preoccupare per me…” la sentì poi sussurrare verso di lui e la guardò leggermente sorpreso
“Ma, ecco…” balbettò il Demone, osservandola triste
“Davvero, Shippo, non voglio che ti preoccupi per me, non ce n’è motivo” cercò di rincuorarlo la miko, accarezzandogli la testa “Anzi, sono davvero felice di averti al mio fianco per queste occasioni… altrimenti come farei a non addormentarmi durante questi noiosi pranzi?” scherzò, riuscendo a far sorridere il piccolo Youko
“Va tutto bene, stai tranquillo…” insistette, spostando lo sguardo davanti a sé, continuando ad accarezzargli la testa
- Va tutto bene… -


Toc, toc.
- Avanti!!! – ruggì una voce, chiaramente irritata, nella mente dell’Hanyou.
Inuyasha, quasi titubante, fece ingresso nell’appartamento del Drago Supremo, trovandolo accucciato in un angolo della stanza, mentre, se avessero potuto, i suoi occhi color oro avrebbero lanciato saette.
“Ah, non è ancora tornata, eh?” disse, avvicinandoglisi.
- No, maledizione!!! – ruggì ancora più forte Hirador, emettendo sbuffi di fumo dalle narici.
Guardandolo così infuriato, Inuyasha non poté fare a meno di rabbrividire.
In quell’ultimo mese la creatura era cresciuta a dismisura e se già normalmente il solo vederlo poteva mettere in soggezione, vederlo infuriato incuteva unicamente terrore.
Le squame color della pece rilucevano splendenti, insieme ai suoi occhi dorati che, ora, infuriati, brillavano ancora di più.
La lunga coda squamata frustava l’aria in segno di disapprovazione mentre Hirador schioccava la lingua come in attesa di fare a pezzi la sua preda.
- Appena vedo il Governatore gli stacco la testa!!! – sbraitò, facendo sobbalzare il mezzo- demone.
“Da quanto non la vedi?” chiese titubante il Cavaliere, sedutosi davanti al Drago
- Da due, DUE giorni! Due, ti rendi conto?!? – dire che era furibondo era poco.
“Non so che dirti… però se tu parlassi con il Governatore sono sicuro che qualcosa cambierebbe. Per tutti gli impegni che un Cavaliere può avere, non si può pretendere che rinunci a stare con il suo Drago, è inconcepibile” disse Inuyasha, con voce quasi irritata. Se fosse successa a lui una cosa del genere sarebbe a dir poco adirato. La sola idea di non poter vedere a sua piacimento Harliem gli sembrava assurda.
Hirador sbuffò, sconsolato.
- Sì, credo proprio che gli parlerò, non posso permettere che la trattino in questo modo…. Io posso anche sopportare di non vederla spesso, ma non ammetto che la riducano in quello stato, è sempre così maledettamente esausta! -
“Mh, in effetti anche io, le poche volte che l’ho incontrata, ho notato che non era molto in forma…"
- Cascasse il mondo, domani non le permetto di fare niente, anche perché dobbiamo assistere alla vostra Cerimonia del Giuramento! – il mezzo- demone sorrise nel sentirlo parlare così. Il legame tra Hirador e Kagome era davvero meraviglioso.
- Tu, invece? Da dove arrivi? – gli chiese poi il Drago guardandolo con espressione più rilassata.
“Dagli appartamenti di Harliem… abbiamo pranzato lì insieme a Sango e Miroku… volevo chiamarti, ma ho pensato che sarebbe stato meglio lasciarti da solo con Kagome… ma evidentemente non c’ho azzeccato” disse mortificato l’Hanyou
- Non preoccuparti, anzi, grazie del pensiero… - per qualche istante rimasero in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri
- Ah, Inuyasha? – disse poi Hirador, guardandolo attentamente
“Sì?”
- Puoi dirmi cos’è successo al ballo? Quando poi Kagome è venuta qui a trovarmi mi sembrava un po’ turbata… -
Inuyasha si ritrovò ad arrossire ripensando a quella sera, ma cercò di darsi un minimo di autocontrollo… non poteva certo dire a Hirador che aveva abbracciato il suo Cavaliere… come minimo lo avrebbe spellato vivo!
“N- niente, non è successo niente che io sappia! Forse era un po’ stanca, il Governatore le ha presentato mezza Eldoras!” rispose leggermente agitato l’Hanyou, sperando di convincere con quelle parole la creatura
- Mh, sì, sarà così… -
“Bè, ora, mi spiace, ma ti devo lasciare… ti farei volentieri compagnia ma mi aspettano gli allenamenti…” disse il Cavaliere, alzandosi
- Sì, certo…. Allora ci vediamo domani, ci saremo sicuramente alla vostra Cerimonia, garantisco per Kagome -
“Mi fa piacere – sorrise Inuyasha – Magari passo a farti un saluto sta sera, ciao Hirador!” e si girò, uscendo dall’appartamento del Drago.
Una volta fuori, il suo sguardo si fece serio. Non erano affari suoi, ma almeno doveva fare in modo che qualcuno facesse capire al Governatore che non era suo diritto impedire a un Cavaliere e, in questo caso, soprattutto al Cavaliere Supremo, di non poter vedere nemmeno il proprio Drago, era inammissibile!
Si diresse verso i piani sotterranei, al suo appartamento. Quel pomeriggio ci sarebbero stati gli allenamenti di Magia e doveva andare a cambiarsi.
Un po’ di esercizio gli sarebbe servito a riappropriarsi della sua concentrazione nonché della sua sicurezza che, ultimamente, tendeva a vacillare.

“Accidenti… anf, anf… oggi ci sono andati pesanti, eh?”
“Già… bè, almeno sta notte non avrò problemi per dormire, appena vedrò il letto crollerò come un sasso”.
Verso sera, finalmente, gli allenamenti di Magia per i Cavalieri novizi erano terminati.
Sango e Inuyasha, esausti, stavano sorseggiando avidi l’acqua fresca delle loro borracce, asciugandosi il sudore con dei teli.
“Facciamo qualcosa, sta sera?” chiese poi la Cacciatrice guardando l’amico
“Mh, credo che dovrete fare a meno di me… sta sera ceno da Harliem e poi rimango a dormire con lei…” le disse Inuyasha mentre cominciavano ad avviarsi verso i loro appartamenti con il sottofondo delle voci degli altri Cavalieri che, man mano, abbandonavano la palestra.
“Ah, se è per questo anche io avevo intenzione di fare così… al massimo inviterò Miroku per un po’, sai che mette il muso se lo lasciamo da solo… sicuramente verrà a disturbare anche te!” rise la ragazza
“Bah, mi chiedo ancora come Varandir riesca a sopportarlo dopo tutti questi anni!”
“E chi lo sa… secondo me neppure lei riesce a capirlo! A proposito… sei passato da Hirador, oggi? Io avevo intenzione di andare a trovarlo, ma non ce l’ho fatta…”
“Sì, ci sono andato dopo pranzo. Era a dir poco furioso, è da due giorni che non vede Kagome…” la informò l’Hanyou ripensando alla conversazione avuta con il Drago
“Due giorni? Cavolo… se noi non la vediamo per una settimana è anche ‘normale ’, ma che Drago e Cavaliere non riescano a vedersi per così tanto non mi sembra giusto…”
“Già… ho suggerito a Hirador di parlare col Governatore… sicuramente non potrà obiettare la volontà del Drago Supremo” Inuyasha cercò con lo sguardo il consenso da parte della Cacciatrice, incerto se avesse fatto bene o meno
“Sono d’accordo con te, ho capito che Kagome non può venire meno a certi doveri ma non per questo le dev’essere impedito di stare col suo Drago…” affermò Sango, anche lei con un tono di chiara disapprovazione
“Bè, vedremo. Ecco, io sono arrivato… allora ci vediamo domani, sei agitata?” le chiese il mezzo- demone riferendosi alla loro imminente Cerimonia del Giuramento
“E come potrei non esserlo? Ma sono troppo felice di poter volare finalmente davanti a tutti col mio Sieg!” esclamò piena di gioia lei, facendo sorridere l’altro Cavaliere
“Ti capisco… bè, allora a domani, buona serata” la salutò lui, aprendo la porta del suo appartamento
“Anche a te, salutami Harliem!” disse a sua volta la ragazza del Nord, sorridendogli e sparendo poi dietro la curva del tunnel.
Inuyasha, una volta dentro i suoi appartamenti, si stese di peso sul letto, sospirando di stanchezza. Era tutto indolenzito e la testa gli pulsava per i numerosi incantesimi che quel giorno aveva dovuto gestire e la sua concentrazione che da un po’ di tempo a questa parte non era così solida ne aveva sicuramente tratto vantaggio… peccato che ora gli sembrava di avere la testa invasa da assordanti tamburi!
Si alzò con uno scatto, stiracchiandosi leggermente e si diresse poi nel bagno, intenzionato a farsi una rilassante doccia per togliersi la stanchezza di dosso.
Se non si fosse ripreso, sarebbe stato capace di addormentarsi durante il breve tragitto per andare da Harliem!
Nonappena cominciò a sentire le gocce d’acqua calda sul corpo gli sembro come di rinascere mentre appoggiava stancamente la fronte sulla fredda parete della doccia.
Sorrise nel pensare a quante cose erano successe nell’arco di così poco tempo.
Lui che per quattordici anni era stata dimenticato dal mondo là, rinchiuso in una squallida prigione nell’isola più sperduta, ora si ritrovava nella capitale della Terra Centrale, membro del Consiglio e Cavaliere di un meraviglioso Drago di Fuoco.
Ancora stentava a crederlo.
Ancora stentava a credere… di poter condurre una vita così… ‘normale ’, dove essere accettati e apprezzati era una cosa quasi scontata.
‘E allora?! Cosa importa se sei un mezzo- demone? ’
“… Kagome…” sussurrò, al ricordo di quelle semplici parole. Non capiva che cosa gli stava succedendo, sapeva solamente che dalla prima volta che l’aveva vista si era inconsciamente reso conto che, in qualche modo, lui e quella strana ragazzina erano… come dire… ‘legati ’ ?
Sospirò, uscendo dalla doccia e legandosi alla vita un telo bianco candido.
I capelli argentati, incollati alla schiena muscolosa, facevano ricadere sul pavimento gocce d’acqua, lasciando come una scia.
Inuyasha si appostò davanti al grande specchio – parete posto a lato del suo letto.
- Pochi giorni… - pensò, ma cercò subito di scacciare dalla mente certe cose, non era quello il momento.
Guardò l’orologio appeso al muro, sopra la sua testa. Quasi le otto, doveva sbrigarsi.
Velocemente afferrò a caso un paio di pantaloni e un maglioncino dall’armadio mentre con un altro telo asciutto tamponava freneticamente i lunghi capelli dal colore della luna.
Con ancora il telo sulla testa si guardò intorno, come in cerca di qualcosa… più si guardava in giro più non rintracciava ciò che il suo sguardo ambrato cercava, finché non gettò a terra l’asciugamano stizzito
“Maledizione ho lasciato Tessaiga nella palestra!” sbottò furioso con se stesso… ma perché era così sbadato? Non riusciva più a riconoscersi.
Indugiò lo sguardo sul passaggio che portava direttamente agli appartamenti di Harliem, indeciso se avvertirla che doveva andare a recuperare la sua spada o se lasciare perdere e correre direttamente alla palestra.
- Bè, la vado a prendere e torno, ci metterò due minuti – rifletté, uscendo di corsa dal suo appartamento.

Nel frattempo, Kagome, terminati – finalmente – i suoi vari e numerosi impegni, si stava dirigendo tranquillamente verso i piani sotterranei. Quella giornata era stata davvero pensante, sentiva l’impellente necessità di scaricarsi o sarebbe presto scoppiata.
Ancora una volta si vergognò delle sue debolezze.
Mentre camminava si rese conto di essere finita proprio davanti alla palestra, intorno a lei il silenzio immobile.
Guardò incerta le porte chiuse della grande sala, indecisa sul da farsi.
Come aveva pensato poco prima… aveva bisogno di sfogarsi e da molto non si allenava con la sua spada.
Abbassò lo sguardo proprio sulla katana legata al suo fianco e per qualche secondo le sembrò di sentirla fremere, desiderosa di essere liberata dal prezioso fodero che la custodiva.
Si guardò intorno come per assicurarsi che non ci fosse nessuno. Una volta fatto questo scrollò le spalle, un po’ di esercizio le avrebbe fatto bene.
Si avvicinò all’ingresso e appoggiò le sottili e lunghe dita sulla porta in metallo, spingendola in avanti.
Quasi come una protesta, il cigolio dei cardini riecheggiò per le mura intorno tanto che la fece bloccare, voltandosi ancora una volta ad assicurarsi che non ci fosse nessuno.
Una volta dentro si diede della stupida. Che male c’era se si allenava un po’?
Accese le luci e si guardò attorno rimanendo quasi stupita di quanto effettivamente fosse grande la palestra, soprattutto ora che non era affollata da Cavalieri e Draghi.
Si tolse la giacca di pelle scamosciata che indossava e arrotolò le maniche della camicia fino ai gomiti, per stare più comoda.
Con un suono argentino, la lama della katana venne liberata dalla sua custodia che la ragazza depose sul freddo pavimento per poi posizionarsi al centro della sala, respirando a fondo con gli occhi chiusi, la spada stretta saldamente nelle sue mani.
Presto sentì i muscoli distendersi e la sua concentrazione aumentare mentre il silenzio che permeava quel luogo la avviluppava completamente.
Poi, con un vigoroso scatto, aprì gli occhi e fece un veloce affondo, emettendo un gemito mentre la lama volteggiava fluida tra le sue mani, fendendo violenta e rabbiosa l’aria.
Un passo, un colpo, una parata, un altro passo.
Presto i suoi movimenti si trasformarono in una vera e propria danza mentre sentiva i muscoli tirare e rispondere ai suoi ordini, finché i gesti non divennero quasi involontari.
Un altro affondo immaginario poi, volteggiando, la sua lama andò a cozzare contro un’altra, in un’esplosione di scintille.
I suoi occhi argentei, stupiti, incontrarono due pozze d’ambra profonde e misteriose.
Inuyasha.
L’Hanyou, dopo essere uscito dal suo appartamento si era diretto velocemente verso la palestra e rimase sorpreso di vederla, dall’esterno, illuminata.
Da fuori, poi, aveva udito alcuni deboli ma allo stesso tempo vigorosi gemiti per cui, incuriosito, vi era entrato e poi… l’aveva vista.
Con lo stesso sguardo deciso dipinto sul volto come la prima volta che l’avevano incontrata, l’aveva osservata compiere quell’elegante danza di morte, rimanendone affascinato.
Poi, quasi inconsciamente, dopo essersi riappropriato della sua Tessaiga, le si era avvicinato silenzioso ed ora era lì, con la sua spada contro quella di lei.
Continuando a guardarla negli occhi, abbassò la grande zanna, mettendosi poi in posizione di guardia.
Kagome lo fissò mettersi in posizione di attacco e in quello stesso momento la domanda sul perché si trovasse lì scomparve dalla sua mente, lasciando spazio al desiderio di fronteggiarsi con lui.
In fondo, tempo prima, glielo aveva promesso che prima o poi si sarebbe scontrati.
Strinse maggiormente l’elsa della sua katana, sorridendo ansiosa, piegando leggermente le ginocchia e guardandolo fissa, senza mostrare incertezze.
Lei fu la prima a muoversi, con uno scatto fulmineo, mirando alle costole.
Il mezzo- demone non si fece cogliere impreparato e parò abilmente l’attacco per poi offendere a sua volta, mirando al fianco della ragazza.
Sul volto di entrambi andò progressivamente a delinearsi un sorriso di divertimento mentre la lotta si trasformava in una danza, con le due lame che si scontravano e lasciavano in attesa di scontrarsi di nuovo.
Le lame cozzarono nuovamente, Kagome fece un piccolo balzo indietro lanciandosi poi con vigore contro Inuyasha che continuava a fissarla con quei suoi occhi penetranti.
Questa volta la ragazza mirò alla testa, lui si abbassò d’istinto sotto la lama affilata, sentendola fendere rabbiosa l’aria.
Andarono avanti così per molto, in un gioco di lasciarsi e prendersi al quale nessuno dei due sembrava voler cedere.
Al ritmo delle spade i loro corpi si univano e si separavano, a volte quasi si toccavano, con l’uno che cercava di destabilizzare l’altro, i muscoli tesi al massimo in ogni slancio.
Le loro lame si fronteggiavano alla pari, ma non solo quelle… dall’inizio dello scontro anche i loro sguardi avevano combattuto tra loro, in una spirale di oro e argento che non riusciva a trovare fine.
Poi, entrambi, con un scatto, volteggiarono su loro stessi e, contemporaneamente, lui si trovò con la lama di lei sul collo, mentre lei quella di lui.
Ansimanti continuarono a fissarsi, cercando di capire cosa fosse successo. Tutto si era svolto così velocemente, in maniera così naturale che i loro ricordi apparivano confusi.
Insieme, abbassarono le lame e, con la sua katana, Kagome abbassò anche il suo sguardo.
Con la spada aveva ottenuto un pareggio, ma con quegli occhi… aveva perso.
Lei si mosse per prima, ancora col fiato corto, sorpassandolo e andando a raccogliere il fodero nel quale depose la katana, afferrando poi la sua giacca.
Inuyasha si volse a guardarla, la necessità di dire qualcosa ma anche il desiderio di non spezzare quel silenzio.
Stava per emettere un qualsiasi suono quando la vide voltarsi e rivolgergli uno strano sorriso, tra il dolce e il divertito
“Sai… non sei poi così male, Inuyasha” le sentì dire con un tono quasi di malizia, poi, senza lasciargli il tempo di dire qualsiasi cosa la vide incamminarsi e sparire dietro l’ingresso della palestra.
Sorrise a sua volta.
“Nemmeno tu… Kagome” sussurrò, voltandosi a guardare la luna calante che si vedeva dalle finestre dalla stanza, continuando a sorridere.

[…]

Quel mattino si svegliò davvero eccitata.
“Buongiorno Sieg…” disse amorevole, voltandosi a guardare il suo Drago già sveglio.
- Buongiorno Sango… - le rispose con tono affettuoso, avvicinando il muso al suo viso ed emettendo piccoli sbuffi.
La ragazza, sorridendo dolcemente, prese ad accarezzarlo, guardandolo quasi estasiata.
Era cresciuto così tanto che stentava a credere che solo pochi mesi prima ancora lo portava sulle spalle.
“Aaah, non vedevo l’ora che si facesse questo giorno, oggi potremo finalmente volare davanti a tutti, ci pensi? Io sono così eccitata!” esclamò al settimo cielo la Cacciatrice guardandolo negli occhi arancio.
- Certo che sono contento, ma sarà anche il caso che ti muovi se non vuoi che arriviamo in ritardo… - osservò la creatura, attirando la sua attenzione. Sango si voltò a guardare l’ora dall’orologio alla parete e quasi non le venne un colpo.
“Accidenti, ma è tardissimo!” e come una furia si chiuse nel bagno mentre Sieg scuoteva la testa divertito.
Alcune volte fu tentato di andare a controllare se la ragazza stesse bene visti i numerosi rumori che sentiva provenire dal bagno ma poco dopo la vide uscire con indosso l’alta uniforme dei Cavalieri, di colore bianco e oro.
“Ecco, forza sbrighiamoci, non possiamo arrivare tardi proprio oggi!” esclamò mentre cercava di sistemarsi i lunghi capelli, afferrando contemporaneamente il suo mantello e uscendo di corsa insieme al suo Drago.

Seppur trafelata, la ragazza del Nord riuscì ad arrivare in tempo a destinazione.
La Cerimonia del Giuramento si teneva sulla torre più alta del palazzo Reale, nella quale era stata costruita una immensa balconata circolare che, dalla sua altezza, dominava l’intera città.
Sul luogo dell’appuntamento vide che vi erano già Miroku e Kouga e con loro Varandir e Slyfer… mancava ancora Inuyasha, il Governatore e il Ministro Mendion e… Kagome.
- Spero riesca a venire – pensò.
- Ci sarà, ne sono convinto – la rassicurò Sieg avendo percepito i suoi pensieri. Non lo aveva detto solo per farle piacere, era davvero sicuro che Kagome ci sarebbe stata. Per il suo Cavaliere quella ragazza era diventata una persona importante e anche lui le si era affezionato davvero molto.
“Buongiorno mia adorata Sango! Lasciami dire che l’alta uniforme ti sta di incanto!” la salutò Miroku, avvicinatosele estasiato mentre Varandir e gli altri lo osservavano con sguardi di compatimento
“Gra- grazie Miroku” balbettò lei in risposta, imbarazzata
“Sai, stavo pensando se, una volta terminata la Cerimonia, non avessi voglia di festeggiare con me, magari nel mio let- ahi, Sieg!!!” il Cavaliere dal codino, prima che potesse terminare la sua indecente proposta, venne afferrato per il mantello dalle fauci del Drago che lo guardava con gli occhi arancio pieni di ira mentre il fumo grigiastro dei suoi sbuffi si disperdeva nell’aria
“Varandir, dammi una mano!”
- Eh no, sta volta ti arrangi! -
“Slyfer?!?” ma questo nemmeno gli prestò attenzione e si accucciò tranquillo, godendo dei raggi di sole.
“Certo che tu te le vai proprio a cercare, Miroku!” lo ammonì Kouga, guardandolo mentre piagnucolava agitandosi tra le grinfie di Sieg
“Comunque buongiorno Sango!” aggiunse poi, voltandosi verso la ragazza e cominciando a chiacchierare con lei tranquillamente, ignorando completamente le suppliche di aiuto del Majutsushi.
“Accidenti, fai così un baccano già di prima mattina, Miroku?” una voce saccente si fece avanti e Inuyasha, accompagnato da Harliem, comparve sulla soglia, facendo un cenno di saluto ai presenti.
“Oh Inuyasha, ti prego aiutamiii!” lo implorò il ragazzo dal codino
“Feh, mi è sembrato di averti già detto che non sono il tuo salvatore! Questa volta vedi di cavartela da solo! Comunque, ben fatto Sieg” disse guardando il Drago di Terra
- Molte grazie e buongiorno a tutti e due – rispose la creatura, guardando il mezzo- demone e la dragonessa che gli si avvicinò e guardò curiosa Miroku che piangeva disperato
“Bè, il Governatore e Mendion non sono ancora arrivati? Strano…” osservò l’Hanyou
“Che vuol dire, che se per una volta arriviamo noi in ritardo non va bene?” Takehiko, con un sorriso divertito sul volto, venne avanti accompagnato da Mendion che salutò cordialmente tutti i presenti
“Mai una volta che non ti trovi nei guai, eh Miroku?” disse poi il Ministro, avvicinatosi al ragazzo e guardandolo divertito
“Non c’è niente da ridere, sei o non sei un Ministro della Difesa, vedi di trovare un modo per liberarmi!!!” sbraitò, cercando di liberarsi da quella ferrea stretta
“Dai Sieg, lascialo…” intervenne Sango
“Oh, sapevo che in fondo mi amavi mia adorata!” non si trattenne dal dire il Majutsushi, guadagnandosi le occhiate di disapprovazione di tutti i presenti.
Seppur sbuffando, il Drago ubbidì al suo Cavaliere e, finalmente, lasciò libero il ragazzo dal codino che, in quei due giorni, aveva rischiato di morire un po’ troppo spesso.
“Nobile Takehiko…”
“Sì? Dimmi Sango”
“Bè, ecco, volevo sapere… Kagome verrà oggi?” chiese titubante, sperando in una risposta affermativa
“Bè, credo di sì, non mi ha avvertito del contrario…” rifletté il Governatore
“E allora perché non siete venuti insieme? In fondo tu sei quello che la vede di più, tra noi” intervenne Miroku con un tono non propriamente garbato
“Perché mi ha detto che sarebbe venuta da sola, tutto qua” ribatté il padre del ragazzo sempre più frustrato dalla brutta piega che il loro rapporto stava prendendo.
“Sono sicura che sta arrivando, Miroku…” disse la ragazza del Nord, andandogli vicino per cercare di farlo calmare prima che scoppiasse una lite
“Sì, ma non possiamo nemmeno aspettare in eterno i suoi comodi…!” sbottò Inuyasha, dal nulla
“I comodi di chi, scusa?” poi una voce dietro di loro li fece voltare e si videro davanti una Kagome accompagnata da un imponente Hirador e dal piccolo Shippo.
“Kagome!” esclamò raggiante Sango che si diresse subito verso l’amica, abbracciandola affettuosamente
“Che bello, non sai quanto sono contenta che tu sia qui!” le disse, una volta staccatesi
“E come potevo mancare, scusatemi però del ritardo…” aggiunse, mortificata
“Ma figurati, non ascoltare quello che dice quello scemo di Inuyasha!” la rassicurò l’altra
“Ehi, ti rendo noto che sono qui!” obiettò l’Hanyou, sentitosi offeso
“Lo sappiamo!” esclamarono in coro le due ragazze guardandolo torve, facendolo ammutolire.
“Sai che stai davvero bene con questo vestito?” si complimentò poi la Cacciatrice, osservando il lungo abito che le fasciava il sinuoso corpo. Di un tenue color azzurro pastello, il vestito era molto semplice, di un velluto leggero, adatto a quella stagione, visto che ormai erano in primavera inoltrata.
“Ti ringrazio” disse la miko, arrossendo appena.
Poi spostò lo sguardo su tutti gli altri, mentre sul viso le si delineava un ampio sorriso
“Buongiorno a tutti voi” li salutò ricevendo in cambio i loro sorrisi
- Ovviamente anche da parte mia! Allora, ora che siamo arrivati noi pezzi grossi direi che possiamo iniziare, no? – intervenne Hirador con il suo solito tono sicuro, scatenando le loro risate.
“Certo, direi che è il caso di procedere. Inuyasha e Harliem, Sango e Sieg, venite” li chiamò il nobile Takehiko e i quattro interpellati si fecero avanti, le divise dei due Cavalieri che brillavano alla luce del sole.
“Bene, questo è un gran giorno, per voi quattro. Finalmente le vostre unioni verranno ufficializzate e verrete riconosciuti come importanti membri di questa comunità, siete pronti?” chiese loro il Governatore. I quattro annuirono vigorosamente, facendolo sorridere.
“Bene, ora recitate questo giuramento e solo una volta che lo avrete pronunciato farete il vostro primo volo ufficiale” e porse loro il libro in cui era contenuto il giuramento e, insieme, cominciarono a recitarlo
“Giuriamo di restare fedeli a Eldoras, alla Terra Centrale e allo stesso Continente delle Tre Terre e disponiamo le nostre forze, le nostre capacità, le nostre vite allo scopo di difendere la pace di questa terra” dissero solennemente sempre più consapevoli di quanto fosse importante il loro ruolo in quella futura battaglia.
Takehiko li guardò compiaciuto poi, insieme, Sango e Inuyasha salirono rispettivamente sul dorso di Sieg ed Harliem che si avvicinarono al bordo della balconata, il vento che accarezzava i loro volti.
Le ali dei due Draghi si aprirono in tutta la loro lunghezza mentre le loro squame brillavano colpite dai raggi del sole primaverile.
Cominciarono a scuoterle ritmicamente, finché, dopo pochi istanti, si sollevarono da terra.
Il loro primo volo.
Quella era la prima volta che tutti i presenti li vedevano uniti ufficialmente ed era una cosa di cui andavano assolutamente fieri.
Le due creature si buttarono nel vuoto, mentre le correnti d’aria scorrevano sulle loro ali, completamente aperte, dando prova della loro naturale maestria.
I loro amici sotto di loro li guardavano ammirati e commossi, osservando la bellezza e l’eleganza con cui le due creature si muovevano, controllando a loro piacimento il vento loro compagno.
Kagome poté vedere l’espressione di pura gioia dipinta sul bel volto di Sango, estasiata dalle sensazioni che provava nel volare insieme al suo Sieg.
Poi guardò Inuyasha… rimase colpita dal suo viso, completamente illuminato dal solo fatto di stare accanto ad Harliem. Sorrise a sua volta… in quell’ultimo periodo aveva scoperto cose del suo carattere che non avrebbe mai immaginato.
Dopo alcuni minuti i quattro atterrarono sulla balconata, felici come non mai.
“Congratulazioni!” si complimentò Kagome, abbracciando Sango
“Grazie! Non vedo l’ora che ci sia anche la tua di Cerimonia, vedere te e Hirador insieme dev’essere uno spettacolo!”.
Il Cavaliere Supremo si voltò a guardare con un’espressione dolcissima il suo Drago che ora parlottava allegramente con gli altri Draghi – in particolare con Harliem – mentre, con le sue battute e i suoi modi di fare faceva irritare Slyfer…. Non lo aveva visto per due giorni e gli era mancato terribilmente.
Mentre lo fissava non si accorse che Sango non le stava più davanti, essendo ora impegnata a inseguire infuriata Miroku che, come sempre, invece di limitarsi a farle le sue congratulazioni aveva pensato bene di palpeggiarla.
Al suo posto ora c’era Inuyasha che era rimasto leggermente interdetto dal fatto che la ragazza non si fosse nemmeno accorta che ora le stava davanti.
E quando si girò, infatti, Kagome rimase molto sorpresa di ritrovarselo improvvisamente di fronte, così vicino.
“Co- congratulazioni, Inuyasha” balbettò, leggermente rossa
“Grazie” si limitò a dire l’altro, continuando a fissarla. Lei lo guardò a sua volta per qualche istante ma poi, come sempre, fu costretta ad abbassare gli occhi.
Tutte le volte veniva sconfitta da quello sguardo che sembrava volesse leggerle dentro, fin dove nemmeno lei riusciva ad arrivare.
“Io…” cominciò l’Hanyou ma non riuscì a terminare che sentì, e come lui anche tutti gli altri, la voce di Hirador che, severo, aveva richiamato l’attenzione del Governatore.
- No, non adesso! – pensò il mezzo- demone leggermente preoccupato, avendo intuito quello che di lì a poco il Drago avrebbe detto.
“Dimmi Hirador…” disse nel frattempo Takehiko, sorridente, ignaro della disapprovazione che provava la creatura
- Sappi che non approvo affatto il tuo comportamento – gli disse il Drago, a bruciapelo, lasciando ammutoliti tutti i presenti. Kagome lo guardò stupita, chiedendosi il perché di quelle parole, soprattutto della rabbia furiosa che vedeva nei suoi occhi.
Il Governatore lo guardò disorientato, non capendo cosa intendesse.
- So bene che Kagome ha dei doveri a cui deve far fronte e verso i quali non può venire meno… però non posso passare sul fatto che io faccia fatica a vederla anche una sola volta al giorno, ma questo non è nemmeno il problema più grave…. Non posso tollerare di vederla continuamente a pezzi, sull’orlo di una crisi. Il MIO Cavaliere viene prima di tutto e non mi farò problemi a portarla via se la situazione continuerà ad essere questa! -
“Hirador ma che stai dicendo? Io non- ” cercò di bloccarlo la miko ma venne bruscamente fermata dalla creatura
- Non mi interrompere, Kagome! So bene come sei fatta, non ammetteresti mai di essere sull’orlo di una crisi. Ma io non aspetterò di vederti distrutta, oppressa dai tuoi doveri! Che tu lo voglia o meno, questa situazione deve cambiare! – tuonò, infuriato e senza ammettere obiezioni di alcun tipo.
Fissò il suo sguardo dorato, ricolmo d’ira, sul Governatore che lo fissò a sua volta, rammaricato.
“Sono… costernato, credimi, solo ora mi rendo conto di aver preteso troppo da Kagome – si volse a guardarla – Ti chiedo scusa” disse, profondamente rammaricato
“Takehiko, non c’è niente di cui ti devi scusare… tu l’hai fatto in buona fede e sta sicuro che te lo avrei detto se fossi stata troppo stanca per andare avanti così, non volevo che si arrivasse a questo…. Io… stavo solo cercando di fare la cosa giusta…” Kagome si sentiva estremamente in colpa. A causa sua Hirador si era preoccupato e suo cugino ne era stato considerato come il colpevole quando, in realtà, era stata lei stessa che, più volte, quando le aveva chiesto se per alcuni giorni avesse voluto riposarsi, aveva rifiutato dicendogli che ce la faceva, che non c’era tempo per il riposo.
Aveva cercato di dare il meglio, ma, ancora una volta, aveva fallito.
Sentì le lacrime pungerle gli occhi. No, non doveva, non poteva piangere!
“Scusatemi…” sussurrò prima di andarsene frettolosamente, piena di vergogna e sensi di colpa.
- Kagome! – la chiamò Hirador, preoccupato. Che avesse sbagliato? Che avesse frainteso tutto quanto?
“Hirador” lo chiamò Inuyasha, attirando il suo sguardo
- Và da lei, ti prego – gli disse quello in risposta, gli occhi dorati ricolmi di preoccupazione. L’Hanyou annuì e corse dietro la ragazza.
Seguendo il suo profumo, la trovò accucciata davanti alle porte della Sala del Destino, scossa dai singhiozzi.
Quella era la seconda volta che la vedeva piangere.
Le si inginocchiò davanti, senza parlare, sicuro che si fosse accorta della sua presenza.
“Dì, Inuyasha, non ti sembro una stupida? Più cerco di darmi da fare, più cerco di trovare la soluzione migliore… più altri soffrono a causa mia” la sentì dire, il volto nascosto tra le gambe con i capelli corvini che, scarmigliati, le ricadevano sulle spalle esili.
Inuyasha si ritrovò a sorridere leggermente nel vederla così… ma allo stesso tempo avvertiva la sua grande sofferenza che, sempre di più, la stava lacerando.
“Sì, è vero, sei una stupida, ma non per quello che pensi tu” le disse mentre lei alzava il capo per guardarlo.
Gli occhi rossi, le guance arrossate e i capelli arruffati… faceva tenerezza. E dire che la prima volta che l’aveva vista, dopo aver trucidato una ventina di Youkai, avrebbe pensato di tutto, tranne che poteva sembrare tenera!
“Sei stupida a voler sperare che, per forza, mai nessuno soffrirà per le tue decisioni, è impossibile. C’è sempre qualcuno che ci rimette” continuò duro
“Ma io dovrei proteggere chi amo, non farli soffrire! Non posso… non posso permettere ancora che qualcuno ci rimetta a causa mia, non lo reggerei!” scoppiò nuovamente in lacrime mentre i sensi di colpa che ancora provava per la morte dei suoi genitori addottivi l’avviluppavano, spingendola come in una spirale di dolore senza fine.
L’espressione di Inuyasha si fece dura, non sapeva perché ma il vederla così lo mandava in bestia.
L’afferrò si scatto e la sollevò da terra, spingendola quasi con violenza contro le porte della Sala del Destino.
“Kagome guardami, guardami! Smettila di darti delle colpe che non hai, mi hai capito?!? Quella colpevole non sei tu ma Naraku! Vuoi dargliela vinta? Vuoi dargli la possibilità di fare ancora del male? Vuoi che altre persone innocenti patiscano quello che stai passando tu? Lo vuoi, lo vuoi? Rispondimi!” le urlò contro, scuotendola
“NO!!!” urlò in risposta lei, scossa dai singhiozzi. L’Hanyou sorrise
“E allora non permettere che ciò che gli altri vogliono da te ti impedisca di fare del tuo meglio. Più cercherai di accontentare solamente gli altri più questo ti si ritorcerà contro. Per una volta nella tua vita… pensa a te stessa, Kagome” e l’abbracciò, cercando di trasmetterle un minimo di sicurezza… sicurezza che, aveva capito, lei non aveva, seppur cercasse di dimostrare il contrario.
Lei si aggrappò a lui, continuando a piangere lacrime amare, le lacrime del suo fallimento.
Pensare a lei stessa…. Come doveva fare? Poteva davvero permetterselo? Ma in quel momento non le importava di saperlo, le bastava stare lì, continuando a piangere immersa in quello strano calore che l’avvolgeva. Aveva paura di quel calore ma, allo stesso tempo, non poteva farne a meno.
Si sentì sollevare e si rese conto che Inuyasha l’aveva presa in braccio. Arrossì violentemente ma non obiettò, si limitò a rannicchiarsi contro di lui mentre ancora le lacrime solcavano il suo viso.
Cullata dal movimento cadenzato dei suoi passi, si addormentò, senza pensare a nulla, senza prestare ascolto a quella voce che, continuamente, le diceva che a lei non era ‘permesso ’, senza ricorrere ai sacrifici del cuore.

FINE 20° CAPITOLO.

Dopo un mese di assenza sono tornata e… credo di averlo fatto nel modo migliore.
Dire che sono orgogliosa di questo capitolo è poco.
Non tanto per la sua lunghezza – 27 pagine, è un record! – ma per i suoi contenuti.
Sono contenta di quello che si sta creando tra Inuyasha e Kagome che, vi assicuro, ha stupito me stessa.
Non scherzo quando dico che questa storia si sta scrivendo da sola, io stessa rimango sorpresa di quello che trovo poi scritto, quando vado a rileggerla.
Ma è proprio questo il bello.
Tutto ciò che scrivo mi viene direttamente dal cuore, mi sembra quasi di andare in trans quando sono sulla tastiera!
A proposito di questi due… spero che quello che si è venuto a creare riscontri il vostro favore… non credo di aver fatto le cose troppo in fretta, anzi, mi sembra che il tutto si stia sviluppando in modo naturale, senza forzature.
Spero di non sbagliarmi.
Bè, comunque, da ora in poi – o, almeno, spero che sarà così per almeno un mese! – dovrei riuscire a pubblicare come mio solito, ogni lunedì ma se dovessero esserci problemi state tranquilli che vi farò sapere per tempo.
Bene, direi che non ho più niente da aggiungere, spero di ricevere i vostri commenti, mi piacerebbe davvero sapere che ne pensate della piega che sta prendendo la storia.
Vi auguro di passare una buona settimana,
baci
ka_chan ^_____^

  
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