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Autore: paffywolf    20/06/2011    4 recensioni
Come sarebbe potuta finire la storia tra Rachel e Jesse? E cosa è successo a lui dopo la vittoria alle Regionali dello scorso anno?
Io l'ho immaginata così...
[La trama non tiene conto degli eventi successivi alla puntata 2x16]
[St. Berry pairing - cenni Sam/Quinn]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessie St. James, Rachel Berry | Coppie: Jessie/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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14. Hiding


Era l'ultima riunione del Glee Club prima di partire. Con il professore avevamo concordato di fare una sorta di “prova generale” in auditorium, per provare le coreografie e le canzoni in uno spazio adeguato. Quello che gli altri non sapevano era che avevamo invitato ad assistere l'intera scuola.

Ma ci massacreranno!” aveva protestato Mercedes, una volta appresa la notizia.

Io lassù non vado!” gridava Santana. “I Titan avranno fatto il giro dei fruttivendoli dell'intera provincia in cerca di pomodori marci da tirarci addosso!”
“Ragazzi, ascoltatemi.” dichiarò il professore. “Qualunque cosa vi attenda su quel palco, non andate in panico.”

Professore, ci manda in pasto alle belve! Scommetto che è stata una sua idea!” dichiarò Finn, lanciando uno sguardo di puro odio verso Jesse, che lui ricambiò senza troppe cerimonie.

Sì, l'idea è stata mia. Quando ero nei Vocal Adrenaline, ci spedivano nelle peggiori bettole, a cantare per ubriaconi che ci tiravano addosso bottiglie e boccali di birra. ”

Sì, sarà umiliante. Ma peggio di questo non può esserci nulla. E le Nazionali sono uno scherzo rispetto a cantare per una folla inferocita!” dichiarai ai miei compagni. Presi un grande ombrello nero, pronta ad aprirlo all'inizio della pioggia di ortaggi.“Quindi, io adesso vado lassù e canto il mio pezzo. E mi aspetto che tutti voi mi raggiungiate, o potrei mangiarvi vivi.”

Nessuno rispose.
“Jesse, hai promesso di andare via. Voglio che tu scopra la canzone che ho scelto solo quando sarò sul palco.” Lui si limitò ad annuire e lasciò in fretta il backstage, dirigendosi verso il parcheggio della scuola.
Salii decisa sul palco, determinata a offrire a quell'ingrato pubblico una performance che non avrebbe dimenticato per tutta la vita. Fui accolta da fischi e grida, ma non me ne curai. Più la gente mi urlava addosso, più ero determinata a dimostrare cosa fossi in grado di fare.

Perché io sono Rachel Berry... e quei fischi non li merito.” dissi, prima di iniziare a cantare.

 

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬


Ero seduto in macchina, passando da un canale radio all'altro alla ricerca di una canzone decente. Il cellulare vibrò nella tasca della mia giacca di pelle. Una chiamata persa: mamma. Quando diavolo aveva telefonato? Composi il suo numero.

Ciao mamma.” le dissi quando rispose.

Ciao Jess. Come vanno le cose a Lima?” disse con voce civettuola. I suoi soliti stupidi convenevoli.
“Vieni al dunque. Perché hai chiamato? E' successo qualcosa a papà?”

No, affatto. Volevo dirti che saremo a Lima stasera, mi aspetto che tu sia a casa da tuo zio.” La sua voce non lasciava spazio alle repliche.

Dove diavolo dovrei andare?” ribattei, stizzito.

Alle 8 a casa di tuo zio. E non accetto defezioni.”
 

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬
 

I giorni prima di partire per New York furono tremendi.
Jesse trascorreva i pomeriggi nella choir room, aiutando Santana e Mercedes nel loro duetto. Le due ragazze insieme erano superlative, ma insistevano per provare incessantemente.

Io mi sedevo sui gradini della saletta e li guardavo provare insieme per ore e ore, avvolta da una fitta nuvola di gelosia. Santana lanciava a Jesse delle occhiate che non mi piacevano affatto, ma lui sembrava quasi non fare caso a ciò che lo circondava. Per lui in quel momento c'erano solo le loro voci e il suo accompagnamento, null'altro. Le rare volte in cui una delle due sbagliava, lui smetteva istantaneamente di suonare e si limitava a dire “Di nuovo”.


C'era però qualcosa di diverso in lui. Non sorrideva più, non rispondeva nemmeno alle provocazioni di Finn. Come se avesse assunto a pieno il suo ruolo di vocal coach dell'intero Glee, e si limitasse all'assoluta professionalità per relazionarsi con noi. Con tutti noi, me inclusa. Mi rivolgeva di rado la parola, chiedendomi se volevo provare la mia canzone con lui o se quantomeno volevo dirgli quale fosse il titolo che avevo scelto. Ogni volta rifiutavo, evitando il suo sguardo.

Probabilmente erano solo supposizioni stupide, dovute al nervosismo. Probabilmente era soltanto una sua premura, non volendomi trattare in modo differente rispetto agli altri.

Professionalità innanzitutto, quello era il suo motto. O perlomeno io così credevo.
 

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬
 

La sera prima di partire per New York casa di Rachel era libera.

Lei mi aveva chiesto se mi andasse di trascorrere un po' di tempo insieme, e io trattenni a stento la crescente voglia di abbracciarla e dirle tutta la verità. Ma da meschino, di nuovo, le celavo ogni cosa, serbando nel mio cuore tutto il dolore.

E adesso eravamo distesi sul divano abbracciati, guardando Titanic per la milionesima volta. Rachel si strinse a me, mentre Rose dava il suo ultimo saluto a Jack. Nonostante conoscesse quasi a memoria le battute del film, non riusciva a non commuoversi ogni volta.
“Tu resterai sempre con me, vero?” disse lei, asciugandosi le poche lacrime che le rigavano le guance. Un groppo mi si formò in gola e mi limitai a baciarle i capelli, trovando le forze per risponderle.

Certo, non ti lascerò mai più.” dissi, sperando che Rachel non notasse il tremore nella mia voce. Ma così non fu.
“Jesse, che hai?” disse lei, sciogliendosi dall'abbraccio e cercando il mio sguardo. “Ti prego, guardami. Cosa c'è che non va?” I suoi occhi incrociarono i miei, quando mi afferrò il volto con entrambe le mani.
“Niente.” mentii. “Assolutamente nulla, stupidina. Cosa credi?” dissi, cercando di sorridere. I muscoli facciali non risposero al comando.

Mi stai nascondendo qualcosa.” Quelle 4 parole rimbombarono nella mia testa, pesanti come macigni. Distolsi lo sguardo, tentando di recuperare il controllo di me stesso. “Non ho nulla da nasconderti.”

C'è qualcosa che non va, Jesse. E' dal giorno della prova in auditorium che ti comporti in modo strano. Sei offeso perché ho fatto sentire la canzone a tutti tranne che a te?” Tipico di Rachel: credeva che il mio malumore nascesse da un'infantile gelosia.

No, se il tuo desiderio è quello di farmela sentire alle Nazionali io non ho problemi.”

E allora dimmi cosa ti turba. Ti conosco, mi stai nascondendo qualcosa.” Le mani di Rachel tremavano appena, mentre mi accarezzava la guancia.

Disperato, mi lanciai sulle sue labbra, alla ricerca di un conforto che le parole non potevano dare. Parole che avrebbero soltanto distrutto tutto quello che nelle settimane precedenti eravamo riusciti a costruire. Parole che avrebbero sancito il nostro addio, forse definitivo. Parole che l'avrebbero ferita, di nuovo.

Il suo tormento era il mio, mentre cercava nei miei gesti una risposta alle tacite domande che si stava ponendo. Sentivo il sapore del sale sulla lingua: il sale delle sue lacrime. Continuavo disperato a ripetere “mi dispiace” ogni volta che potevo, prima di bearmi di nuovo del sapore delle sue soffici labbra. L'unico rumore ad accompagnare il tutto era il ritmico tintinnio della medaglietta sulla catenina: una campana che segnava inesorabile l'avvicinarsi del momento in cui avrei dovuto dirle la verità.
“Jesse ti prego, non resisto più.” sussurrò lei, allontanandosi appena dalle mie labbra. “Cosa può distruggerti in questo modo?”
Sentivo il suo sguardo su di me, ma fui incapace di alzare gli occhi mentre segnavo con le parole una condanna, tanto inevitabile quanto crudele.

A Settembre io... dovrò tornare a Los Angeles.”

E una lacrima mi rigò il volto, segnando per sempre il nostro destino.
 

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬


Le parole che avevo tanto temuto di sentirmi dire erano state appena pronunciate: sapevo che c'era la possibilità che sarebbe dovuto andare via, ma in cuor mio avevo sempre sperato che ci fosse un modo per restare insieme nonostante tutti i problemi. Povera illusa.
Jesse si allontanò da me, nascondendo il viso tra le mani, il corpo scosso dai singhiozzi. Allungai una mano nella sua direzione, ma poi la ritrassi.

Questo vuol dire che... è tutto finito?”

Lui non rispose, ma si rannicchiò sul divano e continuò a singhiozzare. Sentivo un peso sul petto crescere sempre di più, una morsa che avvinghiava il mio cuore in una presa micidiale.

Jesse, ti prego. Deve esserci un'altra soluzione.”
“No Rachel, non c'è soluzione!” gridò lui, soffocando le parole nel cuscino.

Non può finire così... Non è giusto!” ribattei, decisa a non arrendermi.

Sai che c'è Rachel? La vita non è giusta. La vita fa schifo, se proprio vuoi saperlo.” ribatté freddamente, mentre una nuova crisi di pianto si scatenava. Mi avvicinai a Jesse, tentando di abbracciarlo, ma lui si alzò di scatto dal divano, avvicinandosi alla porta. Prese la giacca e la infilò, facendo tintinnare le chiavi nella tasca.

Non avrei voluto che finisse così. Ti avrei detto tutto dopo le Nazionali, per garantirti la serenità di fare una buona performance. Mi dispiace Rachel, ma è meglio finirla qui. Potrai tornare insieme a Finn, se vuoi. Io non ti intralcerò. In bocca al lupo per le Nazionali.”
Non mi diede nemmeno il tempo di reagire, mentre chiudeva con forza la porta di casa mia. Le mie gambe erano paralizzate e dai miei occhi non fuoriusciva più alcuna lacrima. Sentivo solo un lieve mugolio venire dal mio petto: un pianto silenzioso, insopportabile.

 

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬


E così, di nuovo, le avevo spezzato il cuore.

Continuavo a sentire nella mia mente le parole pronunciate da mia madre, odiandola dal profondo. Tornare a Los Angeles, alla mia vecchia vita, sarebbe stato impossibile. Ma non si può vivere di solo amore e non potevo perdere l'opportunità che avevo avuto, in questo lei aveva ragione. Mio padre continuava a guardarmi supplichevole, confidando nel mio buon senso.

Avrei potuto dare a Rachel la speranza di restare insieme, avrei potuto chiederle di resistere per un solo, maledetto anno. Ma sarebbe stato troppo egoista da parte mia.
“L'hai fatto per lei.” continuavo a ripetere a me stesso, avviando la macchina. Accesi la radio, il silenzio dell'abitacolo era troppo doloroso da sopportare.


Sometimes late at night
I lie awake and watch her sleeping
She's lost in peaceful dreams
So I turn out the lights and lay there in the dark
And the thought crosses my mind
If I never wake up in the morning
Would she ever doubt the way I feel
About her in my heart


A un paio di isolati da casa di Rachel, fui costretto ad accostare la macchina. Le lacrime mi offuscavano la vista, rendendomi impossibile guidare.

If tomorrow never comes
Will she know how much I loved her?
Did I try in every way to show her every day
That she's my only one?
And if my time on earth were through
And she must face the world without me
Is the love I gave her in the past
Gonna be enough to last?
If tomorrow never comes...

Continua...

 

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬
 

Premessa: odio me stessa per questo capitolo, più di quanto mi odiate voi. Quindi, prima di riempirmi di insulti nelle recensioni leggete qui.
Il Jesse della mia FF non è il mezzo scemo comparso nella 2x20, che molla il college. E' un Jesse più serio, più maturo, che conosce le proprie responsabilità e sa quanto costi studiare in America (e credetemi, lì costa davvero tanto!). Non è il Jesse che dice "ehi, inventiamoci un business scapestrato e abbandoniamo gli studi!". E' il Jesse della prima stagione, che conosce i propri obiettivi e sa quello che vuole. Come avrete intuito, sono i genitori di Jesse a spingerlo a continuare gli studi.
La madre la immagino una mezza stronza in stile Crudelia De Mon, una che abbandona il figlio per andarsene a Bali con la testa non c'è tanto. .___.
La canzone di questo capitolo l'ho scoperta per caso. E' di nuovo Ronan Keating, la canzone è "If tomorrow never comes". Leggendo il testo ho supposto che parlasse di una morte improvvisa (soprattutto se scovate e leggete la traduzione dell'intero testo), quindi ho isolato solo le parti che mi interessano, ossia la prima strofa e il ritornello. Non so se c'entrino molto, ma il ritornello secondo me ci stava bene.
Come sempre, ho detto fin troppo. Non vi anticipo nulla sul prossimo capitolo, vi dico solo un nome:
Whitney Houston
E no, non è "I will always love you". A presto... e ovviamente grazie a tutti voi che continuate a seguirmi! ^______^
 

   
 
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