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Autore: Sabe    20/06/2011    7 recensioni
STORIA TRATTA DA "The past returns forever". NON E' OBBLIGATORIO LEGGERLA.
Prologo:
Quello che dico vola nel cielo come se fosse niente e quello che penso, beh non è importante dirlo.
So quello che voglio, ma è difficile da chiedere e so pure quello che non voglio, ma stavolta è impossibile da negare.
Quello che mi fa bene non sono sicura che esista, ma so per certo che quello che mi fa male è costantemente con me.
So che dovrei reagire e so... No, a cosa servirebbe sapere e basta? A niente.
Infondo le mie sono solo parole, parole che volano nel tempo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun libro/film
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Salve... *occhi lucidi*

Ok, un respiro profondo e una strizzata di orecchie e mi prostro ai vostri piedi.
Provate a domandarvi cosa vi dirò...
POLLO! -Non credo, riprovate...
MI SIETE MANCATE! -Ora ci avete azzeccato.

Eccoci qui con la nuova versione di “The past returns forever”, avreste mai pensato che questo giorno sarebbe arrivato così in fretta? Io, sinceramente(?), no. Quindi voglio dedicare questo primo -o quasi- capitolo a tutti voi, persone fantastiche che hanno vissuto con me la storia, passo dopo passo e che mi hanno spronata capitolo dopo capitolo; a voi, che mi avete sostenuta quando -puntualmente- andavo in crisi e che con una sola vostra parola -o recensione- riuscivate a trasmettermi la giusta grinta per continuare; a voi, che siete rimasti sorpresi della non-conclusione della storia e che avete trattenuto la rabbia e la delusione contro la sottoscritta nascondendoli dietro ad un amaro sorriso per sperare in un giorno come questo, in un ritorno; a voi, che mi avete ripetuto più volte del mio sbaglio e che la fine per voi era molto più lontana di quella; a tutti quelli che oggi, in questo giorno, sorrideranno a vedere, a leggere, a tornare a vivere questa storia.

Spero che non vi deluda, buona lettura!


 


PROLOGO
 

Monster -Paramore

 I'm only human , i've got a skeleton in me
but i'm not the villain,  despite what you're
always preaching.
Call me a traitor, i'm just collecting your victims.
And they're getting stronger
I hear them calling.

.

Quello che dico vola nel cielo come se fosse niente e quello che penso, beh non è importante dirlo.
So quello che voglio, ma è difficile da chiedere e so pure quello che non voglio, ma stavolta è impossibile da negare.
Quello che mi fa bene non sono sicura che esista, ma so per certo che quello che mi fa male è costantemente con me.
So che dovrei reagire e so... No, a cosa servirebbe sapere e basta? A niente.
Infondo le mie sono solo parole, parole che volano nel tempo.

 

*****

Un altro schifosissimo giorno era passato e, come al solito, mi ritrovavo sdraiata a pancia in su, sul mio letto, a fissare un soffitto decisamente lontano dal bianco di cui era stato dipinto all'inizio e a sperare che, così facendo, riuscissi a trovare una soluzione ai miei problemi.

Come se potesse bastare un soffitto per rimettere in ordine una vita.

Infatti non bastava, come tutte le ore passate insonne non erano servite a niente tranne che a farmi venire un mal di testa costante e ogni forza, volontà, speranza di raggiungere il mio obiettivo proprio in quel modo, nascosta dal buio da Nana -la mia compagna di stanza- ad aspettare che si addormentasse per affrontare da sola i miei tormenti e con la musica ad altissimo volume nelle orecchie per cercare di scacciare quei ricordi che non volevo rivivere, non valevano proprio un cazzo.

Allora come si poteva fare?

Qual'era la medicina alla mia malattia? Era curabile?

Sarei sopravvissuta? -Pensavo costantemente, mentre mi rigiravo su un fianco ed osservavo la mia amica dormire placida e tranquilla nel suo letto.

Sì, no, forse... Che importanza aveva? Infondo la mia vita faceva schifo, era inevitabile, ma mi chiedevo anche quanta influenza avrebbe potuto avere con il resto.

Il resto del mio presente.

Era facile crogiolarsi nella merda su cui si basava la mia misera esistenza, come lo era risentire la stretta allo stomaco che mi avvertiva puntualmente di quanto egoista e stronza io fossi.

Il resto del mio passato.

Perché Loro non avrebbero mai voluto che mi comportassi così. Loro avrebbero scelto una vita migliore per lui, Loro lo avrebbero amato come meritava.

Già, ma il punto non era quale futuro dargli, il punto era semplicemente che io non ero Loro, ma una “io” che non ero mai stata e che mai avrei voluto essere.

Io ero diversa, potete anche non crederci, ma stava di fatto che niente all'infuori di me aveva valore; niente che non fosse il mio cuore, la mia anima, i miei ricordi non erano niente; e se l'unica soluzione per farmi sentire meno sola o apparentemente in pace era tenerlo vicino a me, non mi interessava costringere il mio fratellino ad una vita che detestava -come detestava la sottoscritta-, consegnandoli il peso del mio dolore che oltre al suo diventava insostenibile e opprimendolo con i miei tormenti e la mia rabbia.

Semplicemente non era importante per me, perché tanto io non ero più la Bella di prima.


<<Non chiamarmi mai più così, hai capito?!>>.
<<Bells..>>.
<<Ti ho detto di tacere! Sta zitto, maledetto! Zitto!>>.

 
Ma se da una parte lui era la mia ancora di salvezza contro il buio della solitudine, dall'altra era la mia condanna, perché, per quanto io cercassi di evadere dallo stato di sofferenza in cui ero, quando lui era con me tutto sembrava ritornare, la vecchia Bella rinasceva e con sé la serie di ricordi di cui faceva parte. Era una continua lotta, sangue contro sangue, lacrime contro lacrime, morto contro morto, e nonostante cercassi di rinnegarlo, odiandolo e facendomi odiare da lui, non c'era mai un vincitore ed un perdente, ma soltanto feriti e vittime: più lo cercavo e più sentivo soffocarmi dai ricordi, e più lo allontanavo e più mi sentivo persa.

L'unica cosa che persisteva era l'odio che covavo per lui, perché con o senza la sua presenza io non potevo vivere lo stesso.

 

<<Jason, aprimi ti prego!>>
<<No, vattene!>>.
<<J. ti prego, non mi sento bene.. Ti pre..>>.
<<Isa ho detto no! ...Isa? Isa! Cazzo, non di nuovo! Bells, rispondimi! Isa, svegliati! Isa! Cazzo, non svenire di nuovo! Sorellona, sono qui!>>.

 

Perché lui era parte di me, del mio passato, di quel passato che volevo scordare e che, nonostante tutto il dolore che mi aveva portato, mi permetteva di andare ancora avanti.

Perché il passato mi aveva cresciuta, corretta ed aiutata quando non volevo che lo facessero gli altri; il passato, quel passato triste, quello afflitto, quello penoso, era stato il mio unico sostegno. Almeno finché non aveva lacerato il mio presente, insinuandosi nelle ossa e penetrandomi con forza,e mi aveva rinchiuso in un labirinto senza uscita, decretando così il mio futuro, era stato la mia unica ragione di vita.

 

<<Cosa vuoi?>>.
<<E' il mio compleanno Isa, vuoi venire un po' dentro con me? Qui fuori fa freddo..>>.
<<Hai una paglia?>>.
<<Isa..>>.
<<Ti ho chiesto se hai una stramaledetta paglia, Jason! E' il tuo compleanno?! Non me ne frega un cazzo se è il tuo compleanno!>>.
<<...>>.
<<Allora?!>>.
<<Non c'è l'ho la paglia>>.

 

Le lacrime non erano mai servite a niente, all'inizio speravo che sfogandomi -con il tempo- tutto sarebbe passato, ma ignoravo il fatto che i ricordi potessero ripresentarsi come pioggia e potessero scivolarmi addosso, lasciandomi solo un brivido di freddo. Non sentivo neanche più il bisogno di gridare, di urlare, di disperarmi, di lasciare uscire il vuoto che sentivo pervadermi; questo si era annidato troppo in fondo per poterci arrivare e comunque non avrei mai potuto strapparmelo di dosso, perché era come un secondo strato di pelle che avrei portato sempre con me, volente o meno.

 

<<E' solo colpa tua, è tutta colpa tua se Loro non ci sono più!>>.
<<Lo so>>.
<<Sei una lurida bastarda, come hai potuto ucciderli?! Perché lo hai fatto?! Perché!>>.
<<Lo so>>.
<<Ti odio, ti odio brutta stronza! Tu li hai uccisi, tu! Tu, tu, tu!>>.
<<Lo so>>.
<<E smettila di ripetere sempre la stessa cosa! Non ti rendi conto che è solo colpa tua, Isa?!>>.
<<Lo so Jason, lo so. Ma tranquillo, verrà il giorno in cui avrai il coraggio di vendicarti>>.

 

Non si poteva sfuggire dal passato, come non lo si poteva dimenticare. Magari si poteva mentire, era facile illudere se stessi di una falsa speranza, ma dovevi lo stesso tenerti pronto ad un suo ritorno, un ritorno che non aveva mai fine. Perché il passato era vita, il passato erano decisioni, rimpianti, rancori, emozioni, pensieri, azioni e non si poteva semplicemente inscatolarlo in una piccola parte di te stesso ed ignorarlo; l'avresti rivissuto durante la tua esistenza per sempre, da bugiarda o illusa non importava, lui ci sarebbe sempre stato, come la paura che avresti cercato di nascondere.

Il resto del mio futuro.

________________
##POCHE PAROLE :

Non ho molto da dirvi, perché gran parte delle spiegazioni ve le ho date negli avvisi precedenti e non ho risposto alle vostre risposte nell'altra storia, perché ho preferito riassumerlo in questo capitolo, solo per voi. Spero che come inizio vi sia piaciuto e che quei piccoli cambiamenti che si sono visti, ma che influiranno moltissimo durante la storia, non siano stati sgraditi. Io ho fatto del mio meglio e adesso incrocio l'incrociabile mentre aspetto le vostre recensioni.

Vi ricordo che se volete contattarmi mi trovate su facebook, Sabe Efp.

 

MIE STORIE :

Un'idiota e un'orgogliosa non combinano niente di buono insieme (Twilight, Bella\Edward)

e\o

My Frog Prince (Originali)

Un bacio a tutti...

Sabe

 


 

  
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