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Autore: Unsub    20/06/2011    0 recensioni
Due persone completamente agli antipodi, come vivono le medesime emozioni? Cosa ci porta ad innamorarci di una persona? A volte la normalità della vita quotidiana porta un po' di luce in fondo al tunnel.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Morgan, Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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1 Capitolo 1.

Quantico, Virginia, interno di una villetta bifamigliare
Una domenica mattina di relax, questo si aspettava l’agente speciale Derek Morgan, mentre il caffè passava e lui leggeva distrattamente il giornale. Clooney dormiva sul letto, esausto dopo la corsa mattutina che il suo padrone gli aveva fatto fare. La sua giornata era cominciata molto presto, alle sette. Aveva fatto jogging portandosi il cane ed ora, dopo una bella doccia bollente, sedeva in cucina indossando solo i suoi adorati jeans aderenti.
Aveva aperto leggermente la finestra per permettere alla brezza primaverile di entrare, portando con se l’odore dei fiori in boccio che invadevano i giardini delle villette intorno alla sua. Era una bella giornata soleggiata e la sua rumorosa vicina non si faceva sentire dal pomeriggio prima. Dopo le quattro, quando evidentemente aveva finito di aprire quella montagna di scatoloni che infestavano il salotto, era calato un silenzio di tomba.
Più di una volta era stato tentato dall’idea di salire ed assicurarsi che Fanny fosse ancora viva e non caduta vittima di qualche incidente domestico. Si era poi detto che avrebbe sentito qualche tonfo più pesante se la ragazza si fosse ficcata di nuovo nei guai, inoltre non voleva essere invadente ne tantomeno ritrovarsi a tenere a bada una pazza che lo considerava un amico solo perché occupava l’appartamento sotto il suo.
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dal bussare deciso e ripetitivo che veniva dalla porta d’ingresso, guardò l’orologio a parete che segnava le nove e sbuffò indispettito. Chi diavolo poteva venire a scocciarlo di domenica mattina? Si avviò verso la porta e guardò dalla finestrella laterale. Con suo sommo stupore e disappunto la ragazzina svampita, protagonista delle sue precedenti elucubrazioni, era ferma davanti alla sua porta con un cestino di vimini in braccio e si era voltata sorridendogli, avendolo intravisto attraverso le tendini sottili.
Stava salutando allegramente con una mano e un sorriso soddisfatto stampato sul viso paffuto. Aprì la porta, non rendendosi ben conto del suo stato, si ricordò di essere a torso nudo solo quando vide gli occhi della ragazza sgranarsi leggermente e il viso aprirsi in un sorriso tirato. Beh, era andata lei a casa sua senza invito: non vedeva il motivo per cercare di metterla a sua agio. La studiò un po’ prima di parlarle, stavolta, invece dell’informe salopette di jeans che indossava la mattina prima, si era messa una gonna jeans e una t-shirt verde acido. I capelli, che alla luce del sole erano di un bel rosso scuro, erano legati in due codini lasciati morbidi ai lati del viso.
-    Fanny – disse Derek storcendo la bocca – Problemi?
-    No… veramente, beh… mi sono messa a cucinare, ma ho preparato troppi muffin. Ho pensato che magari potevi aiutarmi a finirli, detesto sprecare il cibo – di  nuovo gli regalò un sorriso tutto fossette.
Il ragazzo moro sospirò, grattandosi la testa, decisamente quella ragazza aveva iniziativa. Si spostò per permetterle di entrare e richiuse la porta alle sue spalle appoggiandosi contro ed incrociando le braccia. Forse era ora che qualcuno mettesse un po’ di sale in zucca a quella pazza che viveva in un mondo tutto suo. Come lei si girò, il viso di Derek si storse in un ghigno che non prometteva niente di buono, mentre con una mano faceva girare la serratura della porta. La ragazza reclinò la testa di lato e lo studiò attentamente con uno sguardo severo. Poi annuì soddisfatta e poggiò il cestino sul tavolino basso accanto al divano per ritornare subito in posizione eretta e fronteggiarlo.
-    Adesso potrei farti qualsiasi cosa, lo sai? – era pronto a vederla spaventarsi ed allora le avrebbe riso in faccia.
-    Sono tua, mio bel maciste muscoloso: fai di me ciò che vuoi – gli rispose Fanny, allargando le braccia e piegando la testa di lato in un gesto teatrale.
Derek sgranò gli occhi e le braccia gli caddero ai lati del corpo, sentì la mascella cedere mentre uno sguardo di puro stupore gli si dipingeva sul viso. Fanny dal canto suo rimase in quella posa ancora un momento, aprì un solo occhio e lo scrutò storcendo la bocca. Poi scoppiò a ridere, mentre le braccia lasciavano la scomoda posizione e andavano ad abbracciare la pancia. La ragazza si stava divertendo un mondo.
-    Oh Derek, se potessi vedere la tua faccia in questo momento – sghignazzava lei con le lacrime agli occhi.
-    Ma dico sei impazzita? – l'uomo non si capacitava di quello che era appena successo – E se io avessi voluto veramente approfittarmi di te e farti del male?
La guardò adirato: possibile che quella vivesse in un mondo di favole e che non si rendesse conto che nella vita vera c’era uno psicopatico dietro a ogni angolo? La ragazza continuò a sorridere mentre gli si avvicinava sicura e poi gli posò un dito sulle labbra.
-    Non mi incanti, Derek Morgan, i tuoi occhi dicono che sei una brava persona e non un maniaco. Inoltre pratico il kung-fu, se avessi solo provato a farmi qualcosa ti saresti ritrovato con un braccio rotto. Mica sono stupida.
Detto questo gli regalò un altro sorriso prima di scoppiare nuovamente a ridere, stavolta seguita da Morgan resosi conto dell’assurdità di quella situazione.

Erano comodamente seduti in cucina a gustarsi una buona tazza di caffè, mentre Derek aveva dato l’assalto al secondo muffin che trovava estremamente buono. Niente a che vedere con quelli gommosi che vendevano in alcuni caffè o quelli stantii che si trovavano nella mensa dell’ufficio. Decisamente la cucina casalinga era mille volte meglio.
Fanny dal canto suo lo guardava soddisfatta dell’appetito mostrato dall'uomo, poi corrugò un attimo la fronte e reclinò la testa di lato.
-    Mi spieghi come fai a mangiare tutti questi carboidrati e rimanere in forma?
-    Mi alleno tutti i giorni, mia cara – rispose Derek con la bocca piena – E poi i tuoi muffin sono deliziosi. Come li prepari?
-    Ricetta segreta della nonna, non te la dirò neanche sotto tortura – rispose tutta impettita.
-    Ragazzina, se decidessi di farti parlare… canteresti come un uccellino.
La ragazza voltò la testa osservando qualcosa nel soggiorno. Morgan seguì il suo sguardo fino ad arrivare alle persiane che aveva smontato e stava ridipingendo. Alzò un sopracciglio e tornò a fissare la sua bizzarra vicina. La ragazza lo guardò furbescamente e poi poggiò i gomiti sul tavolo intrecciando le dita, posizionando poi il suo mento sopra di esse.
-    Sei molto bravo nel fai da te, vero?
Derek ingoiò il pezzo di muffin che aveva in bocca e annuì sospettoso. Quella aveva sicuramente in mente qualcosa.
-    Come te la cavi con le mensole?
-    Perché?
-    E’ da ieri che fisso il muro con il trapano in mano, ma non so esattamente da dove cominciare – ammise lei facendo spallucce.
-    I muffin erano una scusa per farmi sentire in debito, vero? – aggrottò le sopracciglia in modo minaccioso.
-    Se fai il bravo e mi aiuti con alcuni lavoretti, potrei anche cucinarti un pranzo completo – rispose la ragazza facendogli l’occhiolino.
-    Hai vinto – sospirò il moro in tono tragico – Mi vado ad infilare una maglietta e andiamo a vedere cosa si può fare per la tua mensola.
-    Punto uno: mensole… ne devo mettere almeno tre o quattro per contenere tutti i miei libri. Punto due: per me puoi venire anche a torso nudo, ormai credo di essermi assuefatta – gli strizzò l’occhio in modo malizioso.
-    Senti ragazzina – si chinò su di lei poggiando una mano sul tavolo e l’altra sulla spalliera della sedia – Ti rendi conto che io ho lavorato anche nella SWAT e che se decidessi di approfittarmi veramente di un bocconcino come te, non ti basterebbe il kung-fu?
-    Sai biscottino, potresti anche provarci, ma ti rendi conto che potrei essere io ad approfittarmi di te?
Derek si rimise in posizione eretta e scoppiò a ridere di gusto. Era impossibile avere la meglio su quella pazza scatenata.
-    Sai, mi ricordi Garcia – allo sguardo interrogativo di lei, sorrise di nuovo – E’ una mia collega e… diciamo che anche lei mi riempie di nomignoli. Certo, nessuno mi ha mai chiamato biscottino.
Dicendo così si diresse in camera per indossare una maglietta e si rese conto di diverse cose. La presenza di Fanny lo metteva di buonumore, non gli pesava l’idea di aiutarla a fare alcuni lavoretti dentro casa e… lei e Garcia sarebbero state capaci di strappare una risata anche ad un condannato a morte.

Continua…
   
 
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