CAPITOLO
VIII: Fear of the
dark.
- Una strega? Di che
diavolo stai parlando? – urlai di getto
non appena sentite le parole del vampiro - Non vorrai mica farmi
credere che… -
Il suo sguardo era
più eloquente di qualsiasi altra parola.
- Mi piacerebbe che fosse
tutto uno scherzo. - rispose sollevando
lo sguardo verso il soffitto – Questa strega, Hallow, sta per
tornare e avrà
bisogno del tuo sangue per il rituale. Credo sia per questo che ti
hanno
aggredita. –
- Oh mio Dio! –
Ero esterrefatta.
Jason mi aveva lasciato
credere che ero stata vittima di un
incidente stradale e prima di allora non avevo mai dubitato che quella
fosse la
verità. E ora?
Soltanto in
quell’istante avevo scoperto di essere stata
aggredita.
E per di più da
una…STREGA! Non credevo nemmeno che
esistessero!
Ora cosa salterà fuori?, mi chiesi, che esiste anche babbo natale? O i nani di Cenerentola? O le fate turchine?
In quel preciso momento
socchiusi le palpebre e davanti a me
vidi uno splendido laghetto, donne e uomini che danzavano attorno ad
esso ed
una donna molto bella che mi teneva per mano. Claudine.
- Hey Sookie, Sookie,
tutto bene? Rispondi, ti prego. –
Eric stava urlando
scuotendomi le spalle.
- Va…va tutto
bene. Ho solo avuto un altro flash o come
cavolo vuoi chiamarlo. – dissi cercando di rimanere il
più calma possibile
mentre il cuore mi batteva all’impazzata.
Odiavo il fatto di non
ricordare niente e ora questi maledetti
flash mi stavano solo confondendo ancora di più.
Fate…
-
Quelle…streghe, vogliono il mio sangue perché
sono una
fata, non è vero? – dissi repentinamente
– Io…riesco a ricordare di essere
stata nel loro mondo. –
Sentivo una lacrima
scendere sulla mia guancia. Avevo sempre
saputo di non essere normale, ma
una
fata? E per di più continuavo a non ricordare un accidente.
- Credo che la tua mente
sia più potente di quello che le
streghe avessero previsto. – accennò Eric con
un’espressione totalmente assente
– Forse per questo riesci a ricordare qualcosa. –
- Potrebbe essere.
– risposi frettolosamente – Ho già avuto
altri flash dal mio risveglio. La nonna, le fate, te con i capelli
lunghi,
Bill… -
- Bill… -
sussurrò lui, nuovamente teso.
- Già, a
proposito, chi cazzo è Bill? Riesco solo a
ricordare che è un vampiro e che…abbiamo avuto
una relazione. Perché non è qui
con me? –
- Sookie io non credo di
essere, diciamo la persona più
indicata per parlare di Bill… -
Che mi era passato per la
testa?
- Lo immaginavo
– dissi arrossendo leggermente – comunque
stavamo parlando delle streghe. Cosa sai di loro? –
-Tutti noi siamo in grave
pericolo, Sookie. Questa congrega cerca
da secoli di eliminare i vampiri e tutte le altre specie sovrannaturali
e solo
con le immense capacità di Hallow potrebbe costituire una
minaccia di tali
proporzioni. Hallow è la strega più potente che
abbia mai incontrato. –
- Quindi la conosci
già? – domandai in un impeto di
curiosità.
- Hallow è una
strega antichissima. Le leggende diffuse tra
i supes vogliono che secoli fa, al termine di un’atroce
guerra, i suoi poteri
fossero stati in qualche modo confinati da un essere fatato e che
Hallow sia
stata imprigionata nel
corpo di
un’anziana donna priva di capacità magiche.
–
- Cosa
c’è di vero in queste leggende? –
- Non saprei dirlo con
precisione ma… anche se con scarsi
risultati, il rituale è già avvenuto una volta
…e tutto per causa mia. – disse
a voce così bassa che faticai a comprendere le sue parole.
- A causa tua? Che
intendi? –
- Vedi Sookie, il rituale
per il suo ritorno è molto
complesso e può essere attuato solo da una potentissima
strega utilizzando del
sangue sovrannaturale. – aggiunse lui, seguitando a fissare
nel vuoto – Due
secoli fa, il sangue che fu usato…era il mio. Per fortuna
non era abbastanza
potente e l’effetto del sortilegio svanì in pochi
giorni. Credo sia per questo
che vogliono te. –
Quell’ultima
affermazione mi sconvolse, eppure il peggio
doveva ancora venire.
D’un tratto,
come se la mente di Eric si fosse estesa nella
mia, fui in grado di vedere i suoi ricordi.
*
Eric
giaceva su un’enorme letto, circondato da lenzuola di
seta e pizzo. Al suo fianco, una bellissima donna bionda si stava
sollevando da
quello stesso talamo con un’espressione che mi parve
profondamente infelice.
Una volta in piedi la
donna si era voltata a guardare Eric e,
con le lacrime agli occhi, pronunciò delle parole in tono
solenne.
- Oh, Hallow, dea delle
arti occulte, dea della luce, a
spezzare il macabro incantesimo il fato m’induce. Per
sconfiggere l’offesa che
hai dovuto subire questo gelido sangue ti voglio offrire. –
disse sollevando lo
sguardo e le braccia verso l’alto.
Aggirò il letto
e si avvicinò al viso di Eric per sfiorarlo
con un veloce bacio sulle labbra.
Riuscivo a vederlo solo in
maniera offuscata ma il volto di
Eric era totalmente inespressivo, come se fosse
stato…incantato.
Poi, vidi la donna estrarre un piccolo pugnale e, ancora sommersa dalle lacrime, lacerare in un solo colpo il polso del vampiro.
Raccolse il sangue in un calice che mi parve di un materiale simile all’argento e si allontanò ad aprire la porta.
Dietro di essa, ad
attenderla, c’era una vecchia donna
dall’aspetto stanco.
- Finalmente Beatrix!
Credevo che non ce l’avresti mai fatta. – disse la
donna più anziana con
un’espressione che adesso le conferiva un’aura di
pura malvagità.
- Perdonami Marnie.
-
*
Riaprii gli occhi in uno
scatto, soffocata da una sensazione
di puro terrore.
Avevo appena letto la
mente di un vampiro.
Lo shock era stato
micidiale, quindi per qualche istante non
fui in grado di proferire parola.
Quando Eric distolse la
mente dai suoi ricordi, si accorse
finalmente dello stato catatonico in cui mi trovavo.
- Sookie, va tutto bene?
Hai avuto un altro flash? –
-
Si…no…ecco…non so se dovrei dirtelo.
– farfugliai
confusamente.
- Sookie che hai visto?
–
- Io…credo di
aver visto…i tuoi ricordi. –
- Cosa hai visto?
– domandò lui con una faccia evidentemente
terrorizzata.
- Ho…ho visto
una donna, Beatrix, credo si chiamasse. L’ho
vista prelevarti del sangue. Sembravi come…incantato.
–
- Non dovresti sapere
queste cose. Non dovresti poter
leggere nella mente di un vampiro. – disse lui, ancora
più agitato – Non dovrai
mai farne parola con nessuno, MAI! –
Sapevo che non avrei
dovuto dirglielo!
Già era
difficile convivere con la mia telepatia e vivere
una vita normale, frequentare la scuola, lavorare al
Merlotte…Ora leggere nella
mente di un vampiro non era certo una cosa di cui vantarsi, anzi, era
decisamente molto pericoloso.
- Sookie, ascoltami bene.
Se queste streghe dovessero trovarti
sarebbe la fine. Promettimi che rimarrai nascosta in casa durante il
giorno. Al
mio risveglio incontreremo l’AVL e gli altri supes e
decideremo il da farsi. –
disse infine con tono più pacato, mentre potevo intravedere
i segni del sonno
imminente.
Quando mi fui accertata
che il vampiro fosse morto per il
mondo, mi sollevai dal letto e mi diressi verso la porta sulla mia
destra.
Fortunatamente, dietro
quella porta, trovai un bagno nel
quale soddisfare le mie necessità.
Una volta
all’interno, notai l’immensa vasca da bagno
posizionata nell’angolo e decisi che, se proprio dovevo
rimanere in quella casa
per tutto il giorno, tanto valeva godermela.
Mi immersi nella vasca
cercando di rilassarmi, ma le
informazioni che avevo assimilato durante la notte, sommati ai
frammenti di
ricordi che stavo riacquistando, mi facevano girare la testa.
Fate, vampiri, streghe e
chissà quali altri esseri
sovrannaturali ci attendevano al varco e non potei fare a meno di
sentire un
brivido di pura angoscia salirmi lungo la schiena.
Uscii dalla vasca e mi
avvolsi nell’enorme accappatoio che
avevo trovato alla mia destra. Ovviamente era di Eric, e dato che lui
era molto
alto e prestante, addosso a me sembrava un enorme sacco bianco.
Guardai nello specchio di
fronte a me e sorrisi nel vedere
la mia figura. Ero certa che a Eric non sarebbe dispiaciuto sentire il
mio
odore sulle sue cose.
Tornai nella camera da
letto e lo osservai attentamente
mentre riposava.
Arrossii nel ricordare le
parole che mi aveva sussurrato
poche ore prima e nel ripensare alle sue splendide labbra che mi
sfioravano.
Per scacciare i pensieri a
luci rosse che ormai stavano
affollando la mia mente, mi guardai attorno in cerca di qualcosa da
indossare.
Mi accostai
all’armadio cercando di non fare rumore anche se
sapevo che Eric non avrebbe mai potuto sentirmi.
Con mio grande stupore
notai che una delle ante era stata
riempita con la mia biancheria e i miei vecchi abiti. Scelsi quello
bianco con
i fiori rossi e dopo averlo indossato mi avvicinai alla porta.
La complessa serratura,
scoprii con immensa gioia, lasciava
che la porta si aprisse agevolmente dall’interno, per poi
richiudersi, con
allarmi annessi e connessi, automaticamente.
Risalii in fretta al piano
superiore visto che la fame mi
aveva assalito all’improvviso.
Dopo aver mangiato un
tramezzino, preparato con ciò che
avevo trovato nel frigorifero, mi appoggiai alla finestra, cercando di
sbirciare all’esterno.
La Mercedes rosa confetto
di Pam era parcheggiata nel
vialetto, d’altronde si confondeva perfettamente con
l’ambiente circostante.
In quel preciso istante
qualcosa scattò dentro di me.
Cominciai a cercare le
chiavi dell’auto freneticamente,
gettando in aria tutto ciò che mi sembrava
d’intralcio.
Solo dopo circa
un’ora le trovai nascoste in un ripiano
della libreria, nel salotto.
Superai la porta
d’ingresso e salii in macchina, guidando ad
una velocità assurda per un centro abitato.
Continuai a guidare in
tondo per circa mezzora. Poi,
finalmente, mi fermai in una strada isolata di periferia.
Che
diavolo mi sta
succedendo?, mi chiesi.
In un baleno guardai alla
mia destra e un orribile edificio
in disuso occupava l’intera visuale.
L’insegna, che
probabilmente una volta era stata
coloratissima e luminosa ma ora era soltanto logora e cadente, ritraeva
un
immagine davvero trash raffigurante una donna seminuda, mentre una
scritta in
neon diceva: Titty Twister, aperto dal tramonto all’alba.
Rabbrividii
all’istante.
Era lo stesso posto che
avevo visto nella mente di Sarah
Newlin.
Lo stesso posto nel quale
si riunivano le streghe.
Come diamine ero arrivata
fin li?
Un attimo dopo sentii un
immenso dolore colpirmi alla nuca.
E fu il buio.
Angolo di Jasmine:
I’m back, ladies!!!
Vi chiedo umilmente scusa
per il ritardo nella pubblicazione
di questo capitolo ma ho avuto alcuni impegni (vedi 3 interi giorni di
festeggiamenti per il mio compleanno!! XD ).
Spero che il capitolo sia
di vostro gradimento, anche se,
ahimè, a me non è piaciuto molto… fino
alla fine non mi convinceva per niente.
Una precisazione: le
parole di Beatrix, non so se alcune di
voi l’avranno notato, sono un mio gentile omaggio alle
streghe del film Four
Rooms, che io personalmente trovo all’apice del trash e del
comico-grottesco,
ma che comunque ogni volta mi fa scompisciare dalle risate!!!
Per inciso, non ho
resistito! Avevo bisogno di dare un volto
alla mia Beatrix e ovviamente non poteva essere altro che la mia
adorata Uma
Thurman, aka Beatrix Kiddo di Kill Bill…altro gentile e
amorevole tributo a
quel geniaccio di Tarantino, così come il Titty Twister! XD
Dopo questo mio
elogio/discorso-di-propaganda-elettorale-pro-Quentin-Tarantino
:P , vorrei ringraziare ancora una volta tutti coloro che continuano a
leggere,
recensire, seguire ecc… questa mia ff!
Spero vogliate farmi
sapere cosa ne pensate!!!
Love U all!!!
-
Jasmine -