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Autore: Debs_Dementia    21/06/2011    2 recensioni
Dementia è una timida ragazza dal cuore grande che ha avuto la sfortuna d'incontrare il dolore troppo presto.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non ho mai capito cosa ci fosse in lei di così attrattivo, eppure appena entrava nella stanza venivo attirata dal suo profumo come le api con il miele.
Credo che fosse stata la ragazza più bella, mai vista prima.
Aveva quegli occhi grandi color verde intenso e delle labbra polpose, di un rosa aranciato. La carnagione era rosata, non troppo pallida ne troppo scura. I capelli corti, in un taglio decisamente asimmetrico, neri. Quel che mi colpiva più di tutto erano le sue ciglia, così folte.
Erano rare le volte che entrava in classe con un filo di trucco sul viso; ogni tanto ridisegnava il contorno degli occhi con una matita nera, ma non ne aveva bisogno. Erano perfetti così.
Le mani erano sempre ben curate, lisce. Le unghie corte, con uno smalto il più delle volte nero.
Di lei non sapevo un granchè, in effetti non sapevo nulla se non il nome e cognome.
L’insegnante ce la presento così: “Lei è Dementia Evans. La vostra nuova compagna”. Dopo averla annunciata, ricordo che andò a sedersi nell’unico banco libero, in prima fila. Senza degnarci di uno sguardo.

Non so perché ma avrei voluto che mi notasse, che mi sorridesse ed invece nulla, rimase immobile con gli occhi puntati sulla lavagna per quasi tutta la lezione.
Durante la ricreazione non uscì nemmeno dalla classe e mentre le mie compagne iniziavano già a prenderla in giro, io notai con stupore ciò che stava facendo. Aveva il capo chinato sul banco e muoveva la mano in modo frenetico ma comunque dolce, sembrava quasi che sfiorasse il foglio del blocchetto sul quale stava disegnando. Cercai di avvicinarmi per capire meglio che cosa stesse rappresentando. Era una donna, con un buco in mezzo al petto dal quale fuoriusciva una specie di mano astratta che le strappava il cuore. Era il disegno più bello e allo stesso tempo più crudele che avessi mai visto.
Dementia continuò a disegnare, non accorgendosi nemmeno della mia presenza. Così, tentai: “E’molto bello” le dissi.
“Grazie” rispose in modo gentile. La sua voce era ferma ma dolce.
“Disegni da molto?” volevo a tutti i costi tenere una conversazione con lei.
“Si. Da sempre. Tu?” alzò la testa verso di me e mi fissò diritta negli occhi. Ebbi quasi un sussulto; quei stupendi occhi sembrava mi stessero scrutando le budella. Mi penetrarono in un modo anomalo, nessun altro mi aveva mai guardata così.
“No.”risposi quasi automaticamente, mi sentivo un robot. Avrebbe potuto ordinarmi di buttarmi giù dalla finestra, che avrei ubbidito all'istante.
“Scusa ma, devo continuare”e chinò nuovamente la testa su quel dannato foglio.
Uscii dalla stanza senza dire altro e mi recai nel bagno delle donne. Puntualmente fuori dalla porta c’erano le tre “fighette” della classe: Jennifer, Marika e Gladys.
“Che ti ha detto la stramba?”chiesero sogghignando.
“Disegnava”risposi ed entrai al cesso.
Guardando la mia immagine allo specchio mi sentii strana, diversa. Da quel momento capii che avrei dovuto, a tutti i costi, sapere tutto su Dementia.


[..continua..]
  
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