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Autore: Kat Logan    21/06/2011    12 recensioni
Un'amica da ritrovare, un matrimonio imminente, una coppia consolidata, un nuovo nemico. Per le Outer le avventure non finiscono mai. Seguito di "All we are"
Hotaru viene rapita e portata in una dimensione sconosciuta, ma quando uno degli alleati di Haruka e Michiru è la morte, chi potrebbe essere la nuova terribile minaccia?
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Hotaru/Ottavia, Michiru/Milena, Setsuna/Sidia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mio ultimo respiro, per te.'
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The grace you gave to me
Now I see what you see
Your beautiful life forever in me


Forever with you - Decyfer Down

 

Una luce bianca ferì i suoi occhi chiari.
La mano candida si parò davanti alle iridi per permetterle di recuperare la vista appannata e confusa da piccole macchie colorate.
Un capogiro pervase la testa di Michiru che ebbe la sensazione di essere sopra una di quelle giostre con i cavalli del luna park.
Emise un mugolio flebile e girò la il capo verso destra.
Era distesa sulla schiena su un prato verde sgargiante e accanto a lei giaceva Setsuna che si stava riprendendo dalla “caduta”.
La morte si avvicinò a Michiru tendendole una mano, che la ragazza accettò volentieri per poi alzarsi.
“Come va la ferita?”
“Non preoccuparti…non fa poi così male…” disse la frase sorridendo. Conscia del fatto che quello era davvero il male minore.
Ciò che bruciava era di sapere Haruka sola in battaglia contro un esercito che sembrava inarrestabile.
Setsuna si spolverò di dosso un po’ di polvere stiracchiandosi e cercando con lo sguardo Haru, gli occhi rubino saettarono sul paesaggio e la smorfia sul suo viso rivelò che non aveva la minima idea di dove fossero capitati.
“Signore…” cominciò Jack allungando una mano verso il ramo di un albero bianco “Benvenute nel giardino delle anime!”
“Sai dove siamo?” domandò Setsuna per capire meglio.
Un cenno positivo del capo espresso dalla morte accompagnato da ciò che stava dicendo fece tacere ogni dubbio.
“Questo posto, l’ho creato io!”
 
***
 
“Appena mi libero ti prendo a calci!!” Sailor Saturn si era risvegliata prendendo il sopravvento su Hotaru.
“il fatto è…ti libererai?” Miyuki alzò un sopracciglio e parlo con tono arrogante.
“Non preoccuparti che ci riuscirò! Eccome! E se dovessi impiegarci anni e tu te ne sarai andata, ti verrò a cercare!”
“Oh…” Miyuki fece una pausa.
“E’ un peccato non poterti uccidere!”
Sailor Saturn con uno strattone cercò di liberarsi nuovamente, ma ogni suo tentativo aveva scarso successo.
“Se morissi, mi staresti comunque tra i piedi, nell’oltretomba..”
“Oh credimi! Se fosse per me non ci sarei mai venuta!”
Miyuki sorrise “Perché concedi ancora ad Hotaru di avere la meglio su di te?” domandò incuriosita.
Saturn sembrò non capire e ignorò quella domanda.
“Se tu la sopprimessi con la tua…incessante e fastidiosa presenza, lei non avrebbe più voce in capitolo, ci guadagneresti tu e ci guadagnerei io!”
La mora rise di gusto e scosse la testa “Sei proprio come lui…sempre a contrattare per tutto!”
Quelle parole Miyuki le prese come un complimento, sentirsi dire che assomigliava alla sua adorata morte le dava un piacere immenso.
 
***
 
Le due guerriere e la morte camminavano alla ricerca di Haru in quel posto che aveva l’aria di essere incantato.
Si aveva la strana sensazione che il tempo li fosse fermo. Una pace irreale regnava. La luce calda e chiara irradiava tutto il paesaggio composto da alberi bianchi spogli o vestiti di bellissime foglie di cristallo che sembravano brillare.
“E’ un posto magnifico…” sentenziò Michiru.
Le trasmetteva un senso di pace stare li.
“Hotaru mi fa sentire umano, ho avuto la folle idea che forse mi ci aveva fatto realmente diventare e ho pensato che…se in qualche modo morissi, non scomparirei e basta ora. Non diventerei solo cenere.” La morte sospirò continuando “così, ho creduto che in questo posto la mia anima avrebbe potuto vivere serenamente con quella di Hotaru, un giorno lontano…”
Il suo viso apparì sconsolato.
Michiru gli posò una mano sulla spalla fermandolo “Guarda che…tu sei umano”
Setsuna si bloccò silenziosa interdetta da quell’affermazione.
“Ami Hotaru. Questo ti rende umano in tutto e per tutto…perciò sono sicura. Che un giorno…se dovessi, si insomma.”
“Morire Michiru.”
“Esatto. Beh, avrai il tuo bellissimo paradiso” Sorrise gentile, come solo lei sapeva fare.
In lontananza l’abbaiare di Haru, ruppe la quiete di quel momento.
Setsuna ascoltò attentamente “da quella parte!” disse affrettandosi seguendo il richiamo dell’animale.
 
***
 
Haru, che ci fai qui!
Hotaru sei sveglia!
Si, Saturn!
Stai bene?
Nulla di rotto! Vorrei però riavere il controllo del mio corpo.
Non posso…non ora!
Ma…
Ascoltami Hotaru. Sono quasi pronta.
Pronta per cosa?
Per lasciarti andare.
 
“Cosa ci fa il tuo cane qui?!” la voce stridula di Miyuki interruppe la conversazione mentale tra Hotaru e la guerriera della distruzione.
Dei passi veloci le raggiunsero e davanti ai loro occhi apparvero le guerriere accompagnate dalla morte che guardò inferocito Miyuki.
“Come hai osato?!”
“Venire qui, o rapire lei?” chiese ingenuamente la donna.
“Entrambe le cose”
Miyuki sospirò “gelosia mi ha aperto gli occhi…”
Ecco chi era la sua cliente!
“Ti sei lasciata raggirare da un demone infimo come quello, per lo più inutile Miyuki!”
“Non mi ha…”
“TACI!”
“Saturn stai bene? E lei come sta?” domandarono Michiru e Setsuna all’unisono correndole incontro cercando di liberarla da quella prigione.
“Tutto bene grazie! Starei meglio se…se riusciste a liberarmi da qui! Ho un tremendo male ai polsi! E una voglia di ridurre quella donna in poltiglia, ve lo assicuro!”
“Cosa speravi di ottenere?” lo sguardo minaccioso che i due occhi ghiaccio stavano riservando a Miyuki la fecero rabbrividire.
“Non potevi tenerla prigioniera per sempre!”
“PERCHE’ UN’ UMANA?!” la donna gridò frustata.
“Non scegli di chi innamorarti. E sicuramente tu non saresti capace di amarmi come fa lei…”
Miyuki si avvicinò a Jack sfiorandogli il viso “non puoi saperlo se nemmeno ci provi e…ti risparmieresti tante pene.”
La morte sorrise. “Sei pronta a farla finita?” un sorriso sadico che impietrì la donna visibilmente confusa.
Aumentò la presa sul suo polso facendola gemere di dolore.
“Allora mia cara, rispondimi…sei pronta?”
“lasciami, lasciami subito!”
“Non volevi starmi accanto?”
“Signore lei…”
“NON INTERROMPERMI E RISPONDI ALLA DOMANDA!”
 
Setsuna con un rumore sordo riuscì a liberare Sailor Saturn dall’albero che si accasciò per terra faticando a respirare.
“Che ti succede?” Michiru preoccupata le si avvicinò tenendole una mano sulla schiena.
“Mamma sei ferita…” per un momento la voce di Hotaru uscì dalla bocca della guerriera.
“Non preoccuparti per me…Saturn che sta succedendo?”
“La sto lasciando libera Michiru, mi serviva solo un po’ di tempo e della sua energia per poter rinascere.”
La guerriera della distruzione fece appena in tempo a finire quelle parole. Una luce viola brillante irradiò tutto quanto e quando si spense ne uscirono Hotaru e Saturn per mano.
Due entità distinte.
Due persone diverse che avevano convissuto in unico corpo ora erano divise.
Michiru abbracciò la figlia che chiese del padre.
“Tornerà.” Fu l’unica risposta che ricevette.
“Bene…” la guerriera della distruzione e della rinascita camminava avanzando minacciosa verso Miyuki che veniva strattonata dalla morte “ora ci penso io a te…”
La donna gridò scaraventandola lontano da lei con solo un gesto degli occhi liberandosi dalla presa del suo padrone.
“Puoi anche scappare, ma non ti servirà!”
La morte si rivolse alle guerriere e cercò lo sguardo di Saturn, consapevole che le parole che stava per pronunciare avrebbero ferito Hotaru.
“Colpiscimi, devi…”
Miyuki cercò di fermarlo distraendolo.
Lanciò un colpo indirizzato ad Hotaru che però venne fermato da Michiru che le si parò davanti.
“Non dirglielo! Te ne pentirai!”
“Stai zitta morta!”
“morta come te!”
“non definitivamente!”
Setsuna si lanciò verso Miyuki “Dead scream!” il colpo non andò a segno ma continuò ad attaccarla in modo da tenerla occupata.
 
“Saturn devi uccidermi! Sei l’unica che può farlo!” tagliò corto la morte.
“Cosa stai dicendo?!” Hotaru si gettò fra le sue braccia stringendolo a sé.
“E’ così che deve andare, non finirà mai se no…” il tono della morte era dolce ed incrinato per il dolore della maledizione che lo stava attanagliando.
“E chi prenderà il tuo posto?” domandò Michiru.
“Sailor Saturn è la più indicata. Ora non è più Hotaru…se non mi uccidi Miyuki non le darà mai pace.”
“NON IMPORTA! NON FARLO SATURN!” gridò la ragazzina parandosi davanti alla morte.
“Deve…”
“No!” I grandi occhi viola si riempirono di lacrime e facendola singhiozzare “non…deve…” la voce era rotta dal pianto, il viso abbassato ricoperto in parte dai capelli neri e le braccia ancora aperte davanti a lui a fargli da scudo.
“Siamo stati come stelle cadenti, brevi…” Jack le cinse i fianchi facendo aderire la sua schiena al suo petto e inspirò il dolce profumo dei suoi capelli “credimi, vorrei che questo momento potesse durare per sempre…”
Hotaru si girò, gli cinse le braccia al collo, si alzò sulle punte e lo baciò con tutta la forza che aveva in colpo. Voleva perdersi in quell’oblio sapendo che sarebbe stata l’ultima volta.
Miyuki a quel gesto si fece distrarre, tanto che Saturn riuscì a colpirla con un pugno per poi bloccarla sotto il suo peso.
La morte si staccò da quelle labbra che non avrebbe mai più voluto abbandonare, “adesso Saturn!” sorrise spingendo lontano da lui Hotaru e in quello che se fosse stato vivo sarebbe stato il suo ultimo respiro le gridò “sarò per sempre con te!”
Sailor Saturn non se lo fece ripetere due volte, corse verso Jack che rimase immobile per farsi colpire, mentre sentiva Miyuki gridare e Hotaru piangere tra le braccia di Michiru.
“Sailent Glaive!” la falce apparve tra le sue mani candide e impugnandola gridò con tutta la sua forza “Sailent Glaive, surprise!” trafiggendo la morte che si accasciò con un sorriso e gli occhi puntati sull’unica che era riuscito ad amare.
Setsuna si ritrovò un mucchio di polvere tra le mani, Miyuki era stata annientata.
Hotaru fece per correre verso Jack, ma all’improvviso rallentò mentre lo vedeva scomparire in un fascio di luce nera sotto ai suoi occhi.
 
Non rallentò per il suo volere, ma perché le sua gambe si fecero più corte ed inciampò nei vestiti troppo grandi che scivolarono a terra.
In pochi istante tornò ad essere una neonata.
 
 
Note dell’autrice:
Nessuno ha licenza di uccidere l’autrice. Detto questo…ecco il penultimo capitolo! Ora avete capito perché nel racconto precedente quando la morte venne colpita Miyuki era ferita? Perché essendo collegata alla morte era stata colpita anche lei!
Saturn a quanto pare ha ospitato Hotaru solo per il tempo necessario da diventare abbastanza forte per essere un’identità distinta da lei.
Insomma…il tag drammatico era per questa vicenda. Mi è dispiaciuto da morire uccidere Jack, però non tutti i “buoni” vincono sempre e non tutte le storie d’amore finiscono bene.
Hotaru torna bambina, la sua crescita velocizzata era dovuta alla guerriera di Saturno, secondo me così le ho lasciato un po’ un occasione per una nuova vita! :D
Insomma…vi saluto e mi auguro di trovarvi all’ultimo capitolo la prossima volta!
Kat
   
 
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