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Autore: Trick    21/06/2011    3 recensioni
"«Sei il Prefetto di Hogwarts, Remus» le spiegò Lily con un sorriso, camminando verso di lui e stringendogli con salda gentilezza la mano. «Di nuovo».
«No, Lily» ribadì con decisione lui. «Io non posso morire».
«Lo so. Lo abbiamo creduto tutti».
"
(Remus Lupin/Lily Evans).
Un'antologia di fan fiction che copre ogni ship fanon o canon della Vecchia Generazione.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Remus Lupin
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Racconti di sabbia
Fan fiction perdute nel tempo

*

Vola via da qui
Severus Piton/Madama Bumb



Sebbene fosse più piccolo e mingherlino della maggior parte dei suoi coetanei, Rolanda lo aveva notato immediatamente: era impossibile – impossibile – non rivedere in quel ragazzino l'ombra sputata di James Potter. Aveva lo stesso viso sottile, la stessa zazzera nera e, per Merlino, portava perfino gli stessi buffi occhiali rotondi. Rolanda lo squadrò con maggiore attenzione. Si guardava attorno con un'espressione timida e spaurita e il suo sguardo continuava a slittare nervosamente in direzione del Cappello Parlante.
«Sembra la copia di James Potter» bisbigliò al suo orecchio la voce seria di Aurora, seduta alla sua sinistra. «Con un po' di fortuna, potrebbe avere il suo stesso talento nel volo».
Rolanda fece un mezzo sorriso storto e guardò l'amica in tralice.
«Lascia che sia io a giudicarlo» disse. «James Potter era un Cacciatore incredibile, ma non mi dava mai retta».
«C'è da dire, a suo favore, che tu eri un Capitano un po' ossessivo».
«C'è da dire, a mio favore, che James Potter era James Potter, e avrebbe fatto uscire di senno chiunque».
Aurora sbuffò divertita e tornò a rivolgere la propria attenzione sul piccolo Harry. La sua espressione rigida si addolcì in un leggero sorriso.
«Sembra fragile».
«Lascia che sia io a giudicare anche questo» sentenziò Rolanda con un sogghigno.
Voltò casualmente la testa verso l'altro capo del tavolo e le capitò di scorgere Severus: aveva gli occhi socchiusi e fissava il ragazzino con una smorfia di puro disgusto sulla faccia. Rolanda fece un sospiro rassegnato. Aveva dimenticato quanto grande fosse l'astio che correva fra James Potter e Severus, ma non immaginava che il collega potesse arrivare a disprezzare Harry, dopo tutti gli anni trascorsi.
Mentre il Cappello Parlante smistava a Grifondoro una ragazzina dai folti capelli crespi di cui non aveva capito il nome, Rolanda appuntò mentalmente di intavolare con Severus uno di quei lunghi discorsi che lui aveva sempre odiato.

*

Era assai raro che Severus sentisse la necessità di prendere una boccata d'aria. I suoi sotterranei erano un luogo cupo e soffocante per la maggior parte degli abitanti del castello, ma per lui rimanevano una delle poche zone in cui potesse trovare silenzio. Quando gli studenti abbandonavano la sua aula di Pozioni, lui rimaneva seduto alla propria sedia con gli occhi chiusi, beandosi della meravigliosa tranquillità che solo una stanza deserta sapeva offrirgli.
Quella mattina, tuttavia, i sotterranei sembravano stringere perfino la sua indole apatica e, colto da un impulso nervoso, era uscito di gran fretta.
Quando si era reso conto di non avere la minima idea di dove stesse andando, era già arrivato a metà del porticato che conduceva all'infermeria. Fece un respiro profondo, si appoggiò ad una delle colonne di pietra e si passò una mano sul viso.
Sciocco. Arrogante. Inutile.
Harry Potter era la fastidiosa miniatura di quel dannato di suo padre, ma ciò che stava torturando Severus – ciò che lo aveva torturato fin dal primo istante – era stata la consapevolezza che in quel ragazzino, in fondo, ci fosse molto più di James Potter. Aveva messo rapidamente a tacere quell'impressione, perché sapeva che gli avrebbe causato soltanto un maggiore numero di grane: detestarlo, dopotutto, era una scelta facile.
C'era Lily, in quel marmocchio. C'era così tanto di Lily da impedirgli di guardarlo senza avvertire una fitta allo stomaco. Era un mortale dosaggio di gelosie e rimpianti, e Severus, esperto dell'arte delle Pozioni, era perfettamente a conoscenza di quanto certi miscugli fossero pericolosi per gli uomini.
Non aveva mai raccontato a nessuno di Lily; solo Silente aveva giurato di mantenere quel segreto e Severus non dubitava della promessa fatta. Non ne aveva mai parlato con nessun altro – e non aveva né la forza né i motivi per farlo. Non ne aveva parlato nemmeno con Rolanda, sebbene fosse probabilmente ciò che di più simile a un'amante potesse avere.
Non avrebbe mai potuto amarla quanto aveva amato Lily, ma gli era sinceramente cara e la sua presenza, stranamente, era a suo modo confortante.

*

Rolanda riconobbe con stupore l'ombra scura appoggiata alla colonna del portico. Era strano che Severus uscisse di sua spontanea volontà dai propri sotterranei senza che ci fosse un motivo di indiscutibile serietà. Si grattò pensierosa la punta del naso: non era un bell'affare, senz'altro.
«Severus» lo chiamò.
Lui si voltò e per un momento parve fissarla con espressione astiosa. Incurante del suo sguardo cupo – Rolanda aveva smesso di curarsene, dopo tutti quegli anni – si avvicinò a lui e si appoggiò alla colonna di fronte.
«Rolanda» la salutò con tono indifferente lui, alzando appena il mento.
«Sputa il Boccino, uomo dei sotterranei» lo prese in giro lei con un sorriso storto. «Qual'è il problema?».
«Se avessi avuto bisogno di un'infermiera, mi sarei diretto in infermeria».
«Oh, perlomeno oggi sei di umore migliore del solito» ribatté lei, incrociando le braccia.
Severus non rispose.
«Finiscila» lo rimproverò lei. «Harry Potter non è suo padre, Severus. Non puoi stare con il naso attaccato al didietro della sua scopa a causa del cognome che porta. È ridicolo».
«Non accetto critiche da una strega che ha fatto di una scopa il suo mestiere».
«Tieni a freno quella lingua serpentina o scoprirai a tue spese quanto possa rivelarsi letale una scopa» lo avvertì con voce secca Rolanda, mentre aggiustava con aria distratta il risvolto della manica destra. «Io torno nelle mie stanze. Mi sento sempre stupida quando vengo fin qua per cercarti».
Severus rimase a fissarla mentre si allontanava in direzione del Salone d'Ingresso: non si stava nemmeno sforzando di trovare il modo di fermarla.

*


«Rolanda».
Rolanda non lo aveva nemmeno sentito arrivare – non lo sentiva mai arrivare, in effetti, come se lui fosse in grado di muoversi senza produrre il minimo rumore. Il suono improvviso della sua voce la fece sobbalzare: per lo spavento, si lasciò sfuggire il manico di scopa che stava lucidando.
«Severus!» esclamò, facendo un sospiro fiacco. «Ti possa Schiantare un Bolide...! Mi hai fatto venire un infarto».
Lui la fissò con calma estenuante, senza rispondere. Era pallido e sembrava piuttosto provato.
«Severus?» riprese Rolanda con voce allarmata, avvicinandosi a lui e sfiorandogli distrattamente un braccio. «Che sta succedendo?».
Severus fece un respiro profondo e aprì la bocca per parlare: sembrava quasi che avesse qualcosa incastrato in gola.
«Devi andartene».
Rolanda sbatté le palpebre senza distogliere lo sguardo dai suoi cupi occhi scuri e scosse il capo con aria stordita.
«Cosa?».
«Devi andartene» ripeté lui in un basso mormorio. «Immediatamente».
«Che diavolo stai dicendo? Sto lucidando i miei manici e--».
«Voglio che te ne vada. Prendi una scopa e vola via».
Severus non scherzava mai, ma Rolanda non lo aveva mai sentito parlare con quel tono tanto urgente: era terribilmente agitato e non era da lui: lui non era mai agitato.
«Cosa sta succedendo?».
Lui chiuse gli occhi, massaggiandosi stancamente le tempie.
«Non importa. Voglio solo che te ne vada il più lontano possibile da Hogwarts, stanotte».
Fece per girarsi sui tacchi e andarsene, ma Rolanda lo afferrò brutalmente per la manica della vesta e lo costrinse a fermarsi.
«Severus» sibilò rabbiosa, mentre una voce nella sua testa gli urlava di picchiarlo. «Cosa sta succedendo?».
«Vola via da qui, finché ne hai il tempo».

*

Le parole di Severus l'avevano profondamente spaventata. Dopo pochi istanti dacché lui l'aveva lasciata sola ai bordi del campo di Quidditch, era corsa in direzione dell'ufficio di Minerva.
Aveva spalancato la porta senza nemmeno bussare, nonostante fosse un comportamento che Minerva odiava e nonostante lei lo sapesse fin troppo bene. Rimase piuttosto interdetta nel trovare l'ufficio della vicepreside così affollato a quella tarda ora della sera.
Riconobbe immediatamente Remus e le sue sopracciglia schizzarono in alto, mentre la consapevolezza di cosa la sua presenza a scuola significasse si faceva largo dentro di lei.
«Oddio...» mormorò. «Stanno arrivando a Hogwarts».
Vola via da qui.







Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »


   
 
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