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Autore: cutuletta    21/06/2011    18 recensioni
Finalmente Kate riesce a risolvere il mistero che si cela dietro la morte di sua madre. Per lei e per Castle si profila un nuovo inizio.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quante cose erano cambiate in quei quattro mesi, eppure Kate e Rick erano ancora distesi nei loro letti, a guardare il soffitto insonni, anche se per motivi diversi …

***

Lanie aprì la porta della sala interrogatori in preda all’ansia; di solito Montgomery non la coinvolgeva nei briefing, lei li metteva in moto con le sue analisi, con le sue perizie, ma poi lasciava che gli agenti facessero il lavoro sul campo. Fu stupita e sollevata di trovare lì dentro anche il suo uomo, che camminava nervoso con le braccia conserte, e il più placido Ryan, che invece stava in piedi, di fronte allo specchio, con le mani appoggiate allo schienale della sedia.
-Anche voi qui?
-Hey, baby! – Disse Esposito, avvicinandosi e dandole un bacio sulla guancia – Tu che ci fai da queste parti?
-Mi ha convocato Montgomery!
-Anche a noi! – Disse preoccupato Ryan
-Deve essere successo qualcosa di serio … - Rispose preoccupata la dottoressa legale
-Magari la strega si è dimessa! – Disse speranzoso Esposito, facendo spallucce

La strega era la detective Logan! Al distretto nessuno la sopportava: impartiva ordini senza mai guardare gli agenti negli occhi, non rivolgeva mai un sorriso, un gesto, una parola di cortesia. Pretendeva che le sue richieste avessero la priorità anche su settimane di arretrati, non risparmiava scenate e sembrava che nel suo nutrito vocabolario mancasse la parola “grazie”. Era una leader, ma solo sulla carta; tutti la rispettavano perché erano costretti a farlo non perché lei avesse fatto qualcosa per creare un legame, per meritarsi la loro stima.

Montgomery e Beckett osservavano la scena da dietro il vetro.

Beckett era tornata al distretto. Non era nei suoi piani rientrare subito a lavoro, aveva pensato di sfruttare appieno il suo periodo di aspettativa, magari godersi qualche giorno tranquillo con Castle, ma era chiaro che i progetti erano saltati! Per cui tornare in ufficio sembrava l’ipotesi migliore, qualcosa che le tenesse la mente occupata, che non la facesse pensare a lui e alla sua amichetta bionda. Avrebbe scoperto presto e amaramente quanto si sbagliava …

Kate continuava a guardarsi intorno con gli occhi lucidi, cercando di notare differenze, riappropriandosi di ogni centimetro di quel posto a cui ora sapeva per certo di appartenere. Ogni angolo le riportava alla mente un ricordo, un aneddoto, tutto quello che le era mancato: gli interrogatori, il suo distintivo, la sua scrivania, persino la macchinetta del caffè con cui litigava a suon di sbuffi, la sua pistola … La faceva sorridere l’idea di tutte le volte che in quei mesi, in  modo quasi automatico, aveva inconsciamente riprodotto il gesto di portarsi la mano alla fondina,  incappando a vuoto nella tasca dei pantaloni. Le era mancato persino l’odore stantio dell’ufficio, ma, cosa più importante, le era mancata la sua squadra.

Montgomery continuava a guardarla in silenzio mentre lei scrutava i suoi amici: Kate sembrava un’altra, non era più la donna confusa e spaventata di pochi mesi prima, era serena, sicura, consapevole. Era davvero diversa, la vecchia Kate non avrebbe mostrato alcun cedimento, avrebbe celato sorrisi e lacrime, invece, la nuova rinfrancata Kate non trattenne il pianto non appena Lanie entrò in stanza, così come sorrise di cuore quando Esposito si avvicinò premuroso alla dottoressa, notando come il loro affetto fosse rimasto immutato nel tempo.

Dopo averle concesso qualche minuto per riabituarsi alla situazione, le chiese:
-Te la senti? Vuoi andare a salutarli?
-Mi sembra di non vederli da un secolo … - Disse Kate, agitata come se fosse il suo primo giorno di scuola
Roy le strinse forte una mano e disse:
-Bentornata a casa detective!

Uscirono dalla stanza di osservazione e il capitano aprì la porta della sala interrogatori. I tre all’interno si voltarono di scatto; Roy li guardò per qualche secondo con un’aria funerea, seminando preoccupazione sui loro volti e poi il capitano si sciolse in un sorriso, si spostò di qualche centimetro e lasciò intravedere Kate, che se ne stava dietro di lui sorridendo e mordendosi il labbro inferiore.

I tre alla vista della detective non poterono che sorridere di rimando e Montgomery fu costretto a spostarsi dalla soglia della porta, dopo essere stato travolto dall’irruenza di Lanie, che correva ad abbracciare la sua amica. Ryan ed Esposito si guardarono e si diedero delle pacche sulle spalle, come se la loro squadra di basket avesse appena segnato il punto partita. Il capitano si defilò, lasciando i ragazzi da soli

-La fai salutare anche a noi o vuoi tenertela stretta così per tutto il giorno? – Disse Ryan, che fremeva per riabbracciare Kate.
-Non vedo questa donna da mesi, aspetterai tutto il tempo che serve. – Disse voltandosi verso di lui, ma senza lasciare Kate. Non l’avrebbe lasciata, non le avrebbe permesso di andarsene di nuovo, a costo di tenerla stretta così a vita! Le strinse il viso tra le mani e la scrutò per qualche istante.

Era bellissima, il suo volto era disteso e rilassato. Aveva l’aria appena un po’ stanca, pensò che potesse trattarsi del jet lag, chissà da quale parte del mondo tornava, non poteva immaginare che fosse rimasta sveglia per motivi che con la geografia non avevano nulla a che fare. Aveva preso qualche chilo, il che non poteva che donarle, dato che l’ultima volta era decisamente troppo magra. Aveva anche tagliato un po’ i capelli che le cadevano sul viso, leggermente d’orato da un filo di abbronzatura, in modo perfetto.

-Sei uno splendore ragazza mia! E questo taglio ti sta divinamente.
-Ha iniziato a parlare di capelli! E’ la fine Ryan, ci vorranno almeno un paio d’ore … - Disse Esposito facendo il vago. La sua ragazza si voltò, gli lanciò un’occhiataccia e aggiunse in direzione di Kate:
-Ok, Saluta questi due rompiscatole, così si tolgono dai piedi e mi racconti tutto!

Kate fece un passo verso Ryan ed Esposito che ansiosi le si avvicinarono insieme. Dopo aver gesticolato un po’ per decidere chi dovesse salutarla per prima, Ryan fece un passo verso Kate e si abbracciarono teneramente, mentre Esposito rimase ansioso in attesa del suo turno. Quando sciolse l’abbraccio con Ryan, che piangeva come in occasione del loro addio, gli passò una mano sul viso per asciugargli le lacrime e lui si avvicinò per abbracciarla di nuovo
-Hey, muoviti, tocca a me adesso!  - Disse Esposito impaziente
E quando fu il suo turno sollevò Kate da terra di una decina di centimetri e la strinse forte.
-Ok, Esposito! Mi sei mancato anche tu – Disse, dandogli un colpo sulla spalla e invitandolo a farla scendere
-Ragazzi mi siete mancati da morire! – Disse con affanno. Lacrime solcarono prepotenti il suo viso e non le importava che la vedessero piangere, erano lacrime di gioia, era felice, si sentiva in pace. Strinse la mano di Lanie e sorrise. Nessun posto in cui era stata in quelle settimane l’aveva fatta sentire così, ora dava un senso alla frase “nessun posto è come casa”.

-Racconta, dove sei stata? – Chiese Esposito curiosissimo
- Un po’ qua, un po’ là. Ho girato parecchio! Vediamo, da dove comincio … Ho frequentato un corso estivo di giornalismo e mi hanno scambiato per una del terzo anno, è stato elettrizzante! Sono stata in Ohio, ho fatto un salto sulla west coast, ho guidato per giorni nel deserto e sono andata persino a Las Vegas e posso dirvi una cosa: state lontani dal tavolo verde, è come una droga! Nelle ultime 5 settimane sono stata a Montreal, in Canada, da alcuni miei parenti. Ho speso in quattro mesi il fondo che mettevo da parte da una vita, ma ne è valsa la pena!  - I tre la guardavano completamente rapiti dal fascino dei luoghi in cui era stata.

-Ma ora sei tornata, giusto? Se…Sei tornata per restare, vero? – Chiese titubante Ryan
Dopo qualche istante, Kate rispose con voce ferma.
-Assolutamente sì! – Disse sorridendo e stringendo con decisione la mano di Lanie, che ricambiò con una strizzatina e un’occhiata piena di affetto -Ma basta parlare di me, voi che mi dite?
-Ah solita routine: omicidi, arresti …  - Disse Esposito
-Io e Esposito andiamo a vivere insieme … - Disse Lanie in preda all’euforia
Ryan guardò il collega sconvolto
-Ma eravamo d’accordo di non dire niente, ancora … - Disse Esposito sorpreso in direzione di Lanie. Poi si voltò verso Ryan che allargò le braccia e corrugò la fronte, deluso che l’amico non gli avesse detto nulla.
Kate abbracciò Lanie
-E’ fantastico, sono felicissima per voi ragazzi. E tu Ryan? I preparativi come vanno? Sono curiosa, chi di voi due devo chiamare “capo”, adesso?

I tre si guardarono perplessi
-Che c’è? – Disse Beckett sorpresa
-Non lo sai? – Disse Ryan
-Sapere cosa? Va tutto bene tra te e Jenny?
-Sì, certo, naturalmente. Ci amiamo come non mai. No, parlavo del capo detective. Montgomery non ha scelto nessuno di noi due!
-Saggia decisione! – Disse, strizzando l’occhio verso Ryan, che Kate aveva indicato come sua opzione.
-Già, ha scelto la strega … - Disse Esposito
-La strega? Di nuovo questa strega. L’ho sentita anche prima dalla stanza di osservazione. Di chi parlate?
-Si chiama Victoria Logan, è una detective del 57°esimo distretto, l’hanno mandata qui per rimpiazzarti, è come dire … - Lanie si arrestò per cercare la parola più adatta
-Una stronza – Dissero all’unisono Esposito e Ryan
-Oh su ragazzi, non ci credo …
-Credici, invece – Disse Lanie – E’ spocchiosa, rigida, algida, superba, antipatica …
-E’ cattiva! – Disse Ryan, con l’espressione di un bambino messo in punizione dalla maestra

-Ragazzi, è una donna che fa il capo tra gli uomini e viene da un altro distretto, immagino il suo atteggiamento sia un meccanismo di difesa. Non andateci giù troppo duro, forza!
-La odiano tutti qui dentro, l’altro giorno le abbiamo messo il sale nel caffè … - Disse Esposito, ridendo
-Hey! Queste cose non si fanno chiaro? Non siamo scolaretti! Abbiate rispetto per lei e per la posizione che ricopre, mi sono spiegata?
-Ok, anzi, giusto in tempo. Eccola sta arrivando, è lei. – Disse Esposito, indicando con l’indice la porta
-Salve capo, questa è Beckett. – Disse Esposito

Kate si voltò e rimase di sasso! Aveva i capelli lisci e un tailleur nero dal taglio classico, ma era lei. Non si sarebbe tolta quell’immagine dalla testa per molto tempo. Era la donna che aveva addosso la camicia di Rick, che le stava accanto con una bottiglia di vino in mano, era la donna con cui probabilmente ora lui usciva, con cui evidentemente faceva sesso!

Ebbe come la sensazione che il cuore le si fosse fermato.

Che ci faceva quella donna lì? Non le bastava aver preso il suo uomo (anche se tecnicamente Rick non era suo), aveva anche il suo posto? E per di più doveva vederla tutti i giorni fare quello che prima faceva lei e stare ai suoi ordini?

Anche la detective capo rimase sorpresa, non si aspettava che la donna della sera prima fosse Beckett; Rick non le aveva dato alcun tipo di spiegazione.

Nel frattempo i tre rimasero in silenzio a guardare la scena. Sembrava di assistere al momento in cui due cowboy si sfidano a duello in un film western e rimangono in silenzio a scrutarsi, aspettando di capire quando agire. Fu Vic a sparare per prima:
-Oh …! Quindi tu sei Beckett!  - Guardò in direzione degli altri – Le presentazioni non servono, io e la detective ci siamo già viste! – Disse algida.

La reazione non lasciò perplessi i tre, anzi, era perfettamente in linea con il comportamento che la donna aveva tenuto sin dalla prima volta che aveva messo piede al distretto, la cosa strana era il modo in cui aveva lasciato in sospeso la frase “ci siamo già viste”! Magari avevano collaborato ad un caso? Magari si erano incontrate in accademia? Oppure c’era dell’altro …

– Visto che siamo in un distretto a lavorare e non ad una festa di bentornato, vi pregherei di ricomporvi e darvi una mossa, abbiamo un cadavere. L’indirizzo è sulla mia scrivania.

Fece per andarsene, poi si voltò e disse in direzione di Beckett:
-La MIA scrivania –Aveva appena sparato il suo secondo colpo. Ci teneva a sottolineare che era lei che comandava adesso – Per ora dividerà la postazione con il detective Ryan. Raggiunga la scena del crimine coni suoi colleghi!
Dopo qualche istante, aggiunse con un tono che sembrava una presa in giro:

-Ah, bentornata!

Poi se ne andò. Beckett rimase a fissarla, incerta se piantare in asso tutto di nuovo.

-Dovevo metterle del cianuro nel caffè, non il sale … - Disse Esposito a Beckett – Andiamo!
Kate si sedette davanti, Ryan alla guida ed Esposito fu costretto ad accovacciarsi nella postazione riservata ai criminali. Le battute dei suoi colleghi quando arrivarono sulla scena del crimine furono tremende.

-Dove vi siete già viste tu e Logan?
-Ti prego Javier, non ora!
 

Arrivati sul posto, Kate oltrepassò il nastro giallo si avvicinò al cadavere, coperto da un telo bianco. Lanie la raggiunse e disse:
-Dove vi siete già viste tu e la detective?
Kate non rispose.
-Buongiorno Sam – Salutò un agente vicino al cadavere – Do un’occhiata se non ti dispiace
-Bentornata detective, che piacere vederla. Sono desolato, ma non può! Nessuno può guardare il corpo prima dell’arrivo della detective, è la regola!
Kate era spiazzata, aveva lavorato con quell’agente per anni, era lei la detective, non quella Victoria Logan appena arrivata
-Andiamo Sam, sono io …
-Spiacente!

-Io la odio! – Disse Kate, furente in direzione di Lanie. Non era il tipo da lasciarsi andare a pareri poco professionali su una collega, ma si sentiva decisamente frustrata. – Che accidenti di regola è questa? Vuole anche il tappeto rosso, l’inchino, il baciamano? – Kate sembrava isterica –Ah, è irritante! – Disse mordendosi le labbra – Presuntuosa, arrogante che non è altro! E non è neanche così affascinante … - Lanie corrugò la fronte in occasione di quell’ultima esternazione: cosa c’entrava il fascino con il modo di porsi della detective?! - Dimmi almeno che non è brava, Lanie ti prego!
-E’ una stronza, davvero! Ma sa fare bene il suo lavoro!

Kate era sconfortata e delusa; quella giornata doveva essere un nuovo inizio per lei radioso e brillante, non si aspettava questo, e il colpo finale non era ancora arrivato!
-Salve, signor Castle! – Disse l’agente

Kate era di spalle, aveva sentito tante volte pronunciare quel nome sulla scena del crimine, ma stavolta doveva essersi sbagliata, non poteva essere lui, non … E quando si voltò, lo vide con due caffè in mano e un’aria frastornata e stanca, di uno che non aveva dormito molto. Il pensiero del motivo che lo aveva tenuto sveglio le fece male come un colpo allo stomaco. Lanie guardò sorridente verso Castle e disse:

-Ta daaan, guarda chi c’è? E’ tornata la nostra Kate, hai vist … - Ma si interruppe.

Tra i due non c’era commozione, voglia di abbracciarsi, desiderio di sentirsi di nuovo dopo tanto tempo. La scena ricordava l’incontro tra Kate e la detective al distretto, c’era un profondo silenzio e un forte imbarazzo da ambedue le parti.

Kate osservò i caffè che aveva in mano, ripensò alla detective che era a casa sua, non poteva essere una coincidenza che quella donna lavorasse al distretto. Le venne un atroce dubbio, il dubbio che lui avesse continuato a presentarsi giorno dopo giorno al distretto, anche senza di lei, e che ora fosse la detective a ricevere le sue premure, i suoi caffè, forse era lei la donna con cui condivideva le sue assurde teorie sulla Cia e sugli alieni.

-Che ci fa lui qui? – Disse Kate verso Lanie, non avendo la forza di chiederlo direttamente allo scrittore.
Lanie era confusa, non capiva il motivo di un tale distacco, ma non ebbe il tempo di rispondere che arrivò Vic:
-Ciao Rick! Qual è il mio? – Disse indicando i caffè.

Rick non rispose, alzò la mano sinistra che stringeva il caffè di Vic e guardò pietrificato in direzione di Kate, che in quel preciso istante ebbe la conferma di tutti i suoi timori e si sentì morire dentro, di nuovo, in maniera anche più intensa della sera prima. Avrebbe anche potuto capire se fosse stato solo sesso con quella donna, ma non poteva tollerare che l’avesse sostituita anche in quel rapporto speciale fatto di connessioni, congetture e riti, come quello del caffè, che era solo loro.

-Grazie! – Disse sorridendo e accarezzando teneramente il suo braccio, come sono solite fare due persone molto intime

Il tono della detective era dolce, affabile e ammiccante. Con Rick quella vipera era un’altra. A kate stava per venire un embolo! Non si era mai sentita così arrabbiata  e delusa come in quel momento. Rick continuava a guardarla  come se leggesse i suoi pensieri, preoccupato all’idea di aver commesso uno sbaglio imperdonabile.

-Cominci ad esaminare il corpo dottoressa Parish, io sento cosa ha da dire l’agente di sorveglianza - Disse la Logan.

Quando la detective si allontanò Rick avvicinò l’altro caffè a Kate
-E’ per te, c’è la cannella! – Disse con una voce flebile, assolutamente intimorito

Kate lo guardò furiosa, prese il caffè in modo secco dalle sue mani, lo gettò nel cestino dei rifiuti alle sue spalle e si allontanò verso l’auto di Ryan ed Esposito, lasciando Castle pensieroso a guardare l’asfalto e Lanie ad elaborare la situazione in silenzio.





Salve gente,
ho scritto il capitolo più che in fretta che ho potuto ...
La cosa positiva è che Kate è tornata per restare, il rovescio della medaglia è che la Logan non è fuori dai giochi ...
Volevo ringraziarvi per gli adorabili commenti del capitolo precedente, erano garbate persino le minacce!
Grazie davvero!

Remember: keep calm, there's a 4th season
   
 
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