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Autore: GiveMeAPen_    21/06/2011    1 recensioni
Vedevo il pubblico battere le mani e lo sentivo esultare ogni volta che la mia voce e quella di Rose si sovrapponevano.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Don't cry!

Quella notte nessuno venne più a svegliarmi, così riuscii a dormire tranquillamente, sul divano. Era strano che riuscissi a dormire pur essendo spaventosamente felice, ma fortunatamente ci ero riuscito.

Facemmo tutti colazione insieme quella mattina. Io mi sedetti vicino a Robert, che stranamente mi sorrise e mi disse: "Buongiorno!". Forse iniziava ad avere una certa simpatia nei miei confronti.

Mangiammo delle buonissime ciambelle e dei biscotti al cioccolato, accompagnati con del latte.

Ad un tratto, tutti balzammo sulle nostre sedie. Un frastuono ci aveva spaventati tutti. Robert andò a controllare alla finestra e vide che era scoppiato uno spaventoso temporale. In quel paese il tempo era sempre così schifoso?!

Violet incominciò a sparecchiare, mentre Rose mi prese la mano e mi portò al piano superiore.

 "Dove mi stai portando?" le chiesi.

"In una stanza speciale" rispose lei.

Quando entrammo nella stanza, sentii subito il tipico odore che hanno le cose vecchie. Le pareti erano spoglie, c'era solo un quadro raffigurante un uomo anziano. I due grandi armadi erano marroni e sembravano essere ricoperti da strati di polvere. In un angolo, c'era un baule bianco, con due lettere incise: "C&R". Ricordavo di averle già viste nella stanza della musica, il giorno in cui ero arrivato lì.

Mi avvicinai al baule e Rose fece lo stesso.

Lo aprì e mi mostrò ciò che c'era dentro.

"Vedi? Questi sono tutti i giocattoli con i quali giocavamo io e mia sorella quando eravamo più piccole. C'è questa bambola, che io adoravo, di nome Dolly. Poi c'è l'orsacchiotto di Clarissa...".

"Perchè me li stai  mostrando?" la interruppi.

"... Per me questi sono oggetti importanti e considerando che tu sei mio ho amico, volevo farteli vedere".

"Oh, ok" dissi.

Continuò con l'elenco dei giocattoli e per ognuno aveva una storia da raccontare. Ad un certo punto, vidi una canna da pesca fatta di plastica, sul fondo del baule e la tirai fuori.

"Forte!" esclamai.

"Sì... forte" disse, quasi tristemente.

"... Qualche problema?" chiesi.

"No... no..." disse, poi cominciò a singhiozzare. Ed i singhiozzi diventarono semrpe più numerosi, così cominciò a piangere.

"Hey!" dissi. "Non piangere".

Lei si sedette sul pavimento, mentre le lacrime continuavano a cadere velocemente, bagnando il suo viso.

Mi sedetti accanto a lei e quando smise di piangere, le chiesi di raccontarmi tutto.

"Mio nonno mi ha regalato quella canna da pesca quando avevo 8 anni. Lui... è morto il giorno dopo... All'inizio i miei genitori e la nonna mi dissero che era semplicemente andato lontano per svolgere delle commissioni, ma quando passarono alcuni mesi ed io cominciavo ad avere dei dubbi, dovettero raccontarmi la verità: nonno era morto...". Cominciò ancora a piangere ed io l'abbracciai.

Qualche secondo dopo sciolse l'abbraccio, si asciugo le lacrime con la manica della maglia e continuò il suo racconto: "Qualcuno gli aveva sparato. Qualcuno gli aveva sparato, sì. A quei tempi vicino a casa nostra c'era un grande bosco, dove i pochi cacciatori del paese andavano per cacciare. Mio nonno era contro i cacciatori, lui era un animalista convinto... Quel giorno era andato nel bosco per raccogliere della legna... Lui raccoglieva i rami caduti, non gli piaceva dover tagliare tronchi. E così... e così un cacciatore, che mio nonno conosceva bene, credendo che fosse un animale... gli sparò. Cercò di salvarlo, ma...".

La vidi sul punto di crollare, così le dissi che poteva smettere, se non voleva più parlare.

"Okay... scusa se ti ho annoiato e fatto diventare triste" disse.

"Non ti preoccupare" dissi, tranquillamente.

L'abbracciai, sentivo che aveva bisogno di me. Ed io avevo avevo bisogno di lei.

"Grazie per avermi ascoltata... so di essere deprimente, a volte" disse.

"Hey! Se mai avrai bisogno di qualcuno con cui piangere, chiamami e verrò subito da te!" dissi. Lei rise, poi mi guardò in modo strano. Ero certo che non mi avesse mai guardato in quel modo prima.

"Che succede?" chiesi.

"Sei dolce. Grazie" rispose. "Sei davvero gentile con me".

Io non sapevo cosa dire. Qualcosa mi impediva di parlare. Tremavo.

"E tu invece sei davvero una persona speciale, Rose. Sei speciale, perchè sei una delle poche persone che abbiano raccontato qualcosa del genere a me... Io di solito non vengo considerato il tipo intelligente che sa parlare di cose serie... o almeno credo". In quel momento non sapevo se stessi dicendo parole di senso compiuto oppure no. Sapevo solo di stare parlando.

"Cosa dici?! Io ti ho quasi sempre considerato una persona intelligente!". Risi e lei rise con me.

Misi la canna da pesca, che avevo appoggiato per terra, dentro il baule. Poi seguii Rose fuori dalla stanza.

Violet, che stava portando dei vestiti da una camera all'altra, vide la nipote e le chiese se avesse pianto.

"Sì, ma ora sto bene. Non ti preoccupare nonna. Posso aiutarti con i vestiti?" disse Rose.

Lei rispose di sì e le diede una pila di magliette.

Mi offrii anch'io ad aiutarla.

Quel pomeriggio sistemammo vestiti, ma ci divertimmo tantissimo. Ridemmo come due matti ogni volta che qualcuno faceva cadere qualcosa... e quel qualcuno ero molto spesso io.

Spazio autrice

Ciao gente! :'D Cosa pensate di questo capitolo? E' abbastanza "drammatico", no? u.u Ahahah, ma alla fine i due ridono e tutto è ok. :3

Questa volta vorrei ringraziare tutti: chi ha messo la ff in seguite, ricordate o preferite, chi legge soltanto, chi recensisce. Grazie a tutti.

Tornando al capitolo, ho cercato di fare del mio meglio, perciò sarei davvero felice se lasciaste una recensione, anche una davvero minuscola, solo per dire se vi piace o no.

Okay, ora vado. Al prossimo capitolo!

Sofy.

   
 
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