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Autore: striklash    22/06/2011    1 recensioni
C’era qualcosa di malvagio in te, Tom.
Qualcosa che io, comunque, mi ostinavo a non voler vedere.
Tornai a Little Hangleton con un magone in gola che nascosi con forza alla mia famiglia.
Speravo che Silente avrebbe saputo portarti sulla strada giusta.
Avevo piena fiducia in te, credevo nelle tue capacità.
Evidentemente non bastò mai…
Capii che il bambino che tanto avevo amato era sparito come fumo nell’aria quando, tornata a casa dopo aver fatto la spesa, trovai morti mio marito e mio figlio.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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~Never Touched From Love

Avevo 11 anni quando scoprii di essere una strega.
Non avevo mai voluto esserlo, mi avevano sempre un po’ spaventata i racconti sulla magia.
I miei 5 anni ad Hogwarts furono una tragedia e, nonostante fossi una delle migliori del mio corso, detestavo quel posto.
Non avevo intenzione di mangiare nulla che si muovesse da solo, e gli Schiopodi Sparacoda non erano la mia idea esatta di animale domestico.
Per questo motivo, finita la scuola, feci i bagagli e mi trasferii nel mondo babbano, decisa a stare il più lontano possibile dalla magia.
Sposai un ricco industriale ed andammo a vivere in una grande casa che si trovava vicino Little Hangleton.
Pensavo che la mia vita non potesse essere più bella, così riposi la bacchetta in una vecchia cappelliera e dimenticai di essere una strega.
La mia vita migliorò ancora, in modo del tutto inaspettato, quando rimasi incinta.
Il mio piccolo Tom crebbe sano e bello, e mi ripromisi che mai l’avrei fatto avvicinare alla magia.
Tom era un ragazzo allegro, mi raccontava tutto e mi voleva un gran bene.
Si dice che, guardandolo negli occhi, una madre capisca sempre cosa passi per la testa al figlio.
E’ una chimica particolare, un legame che non si può spezzare in alcun modo.
Il giorno in cui Tom venne ad annunciarci il suo imminente matrimonio, però, non c’era bisogno dell’istinto materno per leggere il vuoto nei suoi occhi.
Parlava in un modo spaventosamente meccanico, come se avesse imparato a memoria un copione e lo stesse ripetendo senza impegno.
Guardai mio marito, ma lui non riusciva a staccare gli occhi da Tom che se ne stava in piedi senza alcuna espressione, ed era chiaro che non gli importava se noi fossimo d’accordo o meno.
Girò le spalle e se ne andò come era venuto, in silenzio, senza curarsi delle mie grida che lo richiamavano indietro.
A distanza di circa un anno tornò infuriato dicendo di essere stato ingannato.
Era stravolto, pallido ed urlava cose senza senso su streghe, pozioni e su una “lurida puttana” incinta.
Fu in quel momento che mi crollò tutto addosso.
Magia. C’entrava la magia.
Quel mondo da cui avevo tentato di scappare aveva abbracciato mio figlio nel peggiore dei modi, ed io non ero riuscita ad impedirlo.
Cercai di condurre una vita normale, ma non riuscivo ad ignorare il fatto che fuori, da qualche parte, ci fosse mio nipote.
Non dissi mai a Tom che mi misi in cerca di suo figlio. Disapprovavo il fatto che non l’avesse fatto lui, ma forse era meglio così.
All’epoca non sapevo quanto fosse sbagliato.
Erano passati quasi 40 anni da quando avevo riposto la bacchetta. Tirai giù la vecchia cappelliera impolverata e sospirai. Riprendere in mano quello che io avevo imparato a vedere come una semplice stecca di legno mi fece sentire abbastanza strana.
Grazie a lei, comunque, ti trovai.
Tom Orvoloson Riddle.
Avevo usato parecchi incantesimi della memoria per scoprire che Merope, tua madre, era morta di parto lasciandoti in un orfanotrofio col nome dell’uomo che aveva amato di più.
Avevi 2 anni, quando venni a conoscenza della tua esistenza, e non avevo mai visto un bambino più bello di te.
Mi dicevo che dovevo conoscerti, farti sapere che io c’ero.. Ma ogni giorno tu mostravi una nuova parte di te che a volte, lo ammetto, faceva paura.
A partire dai bagliori rossi nei tuoi occhi mentre ti guardavo giocare, fino ai comportamenti così maturi per la tua età.
Speravo che tu, almeno, potessi rimanerne fuori, ma ho capito a mie spese che nessuno rimane davvero lontano dal mondo magico, nemmeno i babbani.
Ogni giorno venivo al tuo orfanotrofio e mi facevo raccontare dalla signora Cole, direttrice dell’istituto, come te la passavi.
Più andava avanti, più mi rendevo conto con un certo dispiacere che quelle che lei considerava tue stranezze erano doti magiche.
Non riuscivo a capire che ti stavi trasformando in un essere malvagio.
Per me eri il mio nipotino, l’unico bambino che avrei potuto amare come fosse mio.
E rimpiango ancora oggi di non essermi avvicinata a te Tom, perché forse tutto quello di cui avevi bisogno era amore.
Quando a 11 anni Silente ti rivelò la tua natura mi sentii persa.
Non avrei avuto modo di seguirti nel mondo magico, ti avrei perso per sempre.
Tu continuavi a sviluppare doti particolari persino per un mago qualunque. Mi spaventava quella tua attinenza alla crudeltà, la tua totale indifferenza al dolore degli altri.
Il giorno in cui hai lasciato l’orfanotrofio per andare ad Hogwarts io ero li, ti ho seguito fino a King’s Cross, ti ho aiutato a raggiungere il binario senza fartelo capire e ho fissato il treno rosso allontanarsi con te.
Quel giorno, con te, se n’è andata la mia ultima occasione di salvarti.
Tuttavia non smisi di interessarmi a te, Tom.
Scrissi a Silente, lo pregai di tenermi informata del tuo andamento senza fartelo sapere.
Negli anni venni a sapere che eri lo studente più brillante del tuo corso, che spiccavi per la tua intelligenza, per la tua condotta impeccabile.
Ero assolutamente fiera di te e pensavo che in fondo le cose si fossero aggiustate, finché Silente un giorno non mi scrisse una lettera in cui mi invitava ad andare ad Hogwarts per osservarti di persona.
Ero abbastanza confusa, ma troppo presa da te per non accettare.
Assunsi per settimane, grazie alla pozione polisucco, l’aspetto di una studentessa malata di vaiolo e ti osservai di nascosto.
Non potevo credere ai miei occhi, Tom.
Nei tuoi occhi compariva ancora il rosso inquietante che avevo visto anni prima.
Eri un ragazzo dotato di grande fascino, avevi intorno ragazze e ragazzi di tutte le età.
Probabilmente eri ammirato, ma ai miei occhi sembravi un dittatore.
Eri costantemente accerchiato da un gruppo di ragazzi, ti chiamavano “mio signore”, o semplicemente Voldemort.
Tuttavia non erano questi aspetti della tua vita a spaventarmi.
Era il tuo atteggiamento… Quello che gli altri, troppo presi dal tuo fascino, nemmeno notavano.
Io avevo notato lo sguardo agghiacciante con cui fulminavi chiunque dicesse qualcosa di troppo su di te, mascherato quasi subito da un sorriso.
Avevo notato il modo in cui stringevi il pugno, quasi in modo convulso, quando veniva fatta una cosa che non ti andava bene, o come ti mordevi il labbro se eri concentrato.
Avevo notato il ghigno soddisfatto che ti si stampava in faccia se portavi a termine qualcosa, il modo in cui sapevi nascondere quello che non volevi far sapere e come riuscivi ad ottenere quello di cui avevi bisogno.
C’era qualcosa di malvagio in te, Tom.
Qualcosa che io, comunque, mi ostinavo a non voler vedere.
Tornai a Little Hangleton con un magone in gola che nascosi con forza alla mia famiglia.
Speravo che Silente avrebbe saputo portarti sulla strada giusta.
Avevo piena fiducia in te, credevo nelle tue capacità.
Evidentemente non bastò mai…
Capii che il bambino che tanto avevo amato era sparito come fumo nell’aria quando, tornata a casa dopo aver fatto la spesa, trovai morti mio marito e mio figlio.
Ero sicura che fossi stato tu.
Quale altro mago avrebbe avuto interesse a sterminare la mia famiglia?
La mia vita perfetta era stata brutalmente devastata, e raccogliendo tutte le forze che avevo inscenai la mia morte prima di scappare.
Andai a vivere in una casetta nel mondo magico. Ti tenevo d’occhio sempre grazie alla complicità di Silente.
Mi disse che nonostante la tua aria malvagia continuavi ad essere un ottimo attore.
Finiti i 5 anni ad Hogwarts seppi molto poco di te.
Sapevo che lavoravi da Magie Siniser, sapevo che eri andato in viaggio in Albania.
Cercavo in tutti i modi notizie sul tuo conto.
Andò avanti così per qualche anno, finché non vidi il tuo nome scritto a caratteri cubitali sulla Gazzetta del Profeta accompagnato dai nomi dei babbani che avevi fatto uccidere.
Cosa eri diventato, piccolo Tom?
Un mostro senza anima e senza cuore, così preso dalle sue discendenze purosangue da inseguire il sogno di sterminare tutti coloro che non lo erano?
Seguii le tue vicende, e rabbrividivo sempre di più.
Quello che più mi spaventava però era il mio atteggiamento.
Non avevo solo paura di te, ma avevo anche paura per te.
Nonostante ciò che eri diventato non riuscivo a smettere di amarti.
Eri l’unica famiglia che mi era rimasta al mondo e ti avevo perso per la seconda volta nel giro di un decennio scarso.
Ho vissuto per anni col rimorso che sia stata colpa mia, perché l’amore che potevo darti ti avrebbe salvato di sicuro.
E’ per questo, forse, che quando ho sentito della tua scomparsa nel tentativo di uccidere il piccolo Harry Potter non mi sono unita ai festeggiamenti del mondo magico.
Credevo di essere io il mostro, Tom.
Non ero riuscita a salvarti, piangevo per te nonostante il dolore che avevi provocato, e quando a distanza di tempo seppi che non eri morto, che eri tornato, ebbi la certezza di essere solo egoista… perché ero felice.
Sono vecchia Tom.
Vecchia e stanca.
Non ho più la forza, né il potere di cambiarti.
Sto andando incontro alla morte con piacere, perché voglio morire senza sapere che fine farai.
Voglio ricordarti come ti ho sempre visto.
Voglio mantenere il ricordo di quel bambino solo al mondo che ho amato con tutta me stessa.
Quel bambino che crescendo sviluppava particolarità che cercavano solo un po’ di attenzioni, che rideva spensierato correndo nel cortile di un umile orfanotrofio babbano, senza sapere cosa lo aspettava.
Voglio ricordare i tuoi occhioni verdi ed innocenti, lo sguardo indifferente, i tratti morbidi e le guance rosee..
Però, nonostante queste mie volontà, non riesco a chiudere gli occhi e a vedere l’immagine del tuo viso infantile senza che a questa non si sovrapponga il tuo viso scarno e serpentino, con gli occhi rossi e le pupille verticali, lo sguardo freddo.
Sai qual è la cosa che mi fa più male, Tom?
I tuoi occhi, che siano verdi o rossi, mostravano e mostrano tuttora quella freddezza e quell’odio che prova chi, in tutta una vita, non è mai stato sfiorato dall’amore.


Nda

Questa Fanfic ha partecipato al contest  "About the Dark Lord/Tom Riddle" indetto da CloeBlack con l'aiuto di BabyRiddle.
Ok.. è stato un po' complicato :P  Non so se si è capito, ma dovevo descrivere il personaggio di Tom Riddle dal punto di vista di sua nonna.
Mi ci sono un po' impiccata, non lo nascondo xD Ma è stata una gran bella sfida.
Faccio i miei complimenti a  SeleneLightwood che ha vinto il primo posto ^^
Spero che la storia piaccia. Ho cercato di renderla il meno contorta possibile :S
Un bacio
Matt_
   
 
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