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Autore: _hurricane    22/06/2011    13 recensioni
“Beh, alta moda italiana, fotografi italiani, modelli italiani…” rispose Chris alzando gli occhi al cielo, come se volesse stilare una lista molto più lunga.
Darren lo guardò alzando un folto sopracciglio, e disse sogghignando: “Oooh ho capito, sei geloso”.
Chris girò completamente il busto verso di lui, appoggiandosi al sedile con un ginocchio.
“No che non sono geloso” ribattè fingendosi offeso, per poi avvicinare il viso a quello dell’altro. Il moro fece la stessa cosa, sfiorando impercettibilmente il naso di Chris con il suo e indugiando un po’ sulle sue labbra, come se fosse indeciso nel fare una cosa che ormai faceva spessissimo, tutte le volte che ne trovava l’occasione, a dirla tutta. Però sapeva di far impazzire l’altro, quando perdeva minuti interi ad avvicinare la bocca alla sua e poi allontanarla proprio quando lui cercava di raggiungerla. Provava un piacere quasi sadico nel vedere Chris mordersi il labbro inferiore, mentre cercava malamente di nascondere quanto fosse impaziente di poterlo baciare.
[Darren Criss/Chris Colfer]
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Versace?!” esclamò Chris a voce alta, sobbalzando sul sedile del pullman che nottetempo stava portando il cast all’aeroporto di New York per partire per l’Europa.

“Shhh!” – gli rispose Darren, portandosi un indice sulle labbra, - “Parla piano o sveglierai tutti!”

Chris allungò un po’ il collo per guardarsi intorno: quasi tutti gli altri attori erano intenti a sonnecchiare, alcuni avvolti da una coperta, altri semplicemente su sé stessi, e quelli che non dormivano erano impegnati a guardare fuori dal finestrino con aria svogliata o ad ascoltare musica dai loro i-Pod.

In realtà, anche se qualcuno fosse stato sveglio non si sarebbe mai preso la briga di disturbarli, né si sarebbe domandato perché Darren e Chris stessero parlando a bassa voce, seduti vicini proprio in fondo al pullman. Era ormai da mesi infatti che il resto del cast si era accorto che il loro rapporto era qualcosa di più di una semplice complicità professionale, ma tutti avevano tacitamente deciso di non fare domande al riguardo, aspettando il momento in cui uno dei due ne avrebbe parlato. Persino Cory, che aveva la curiosa quanto divertente abitudine di mettersi a filmare qualsiasi cosa fosse in grado di muoversi – e non – da un po’ di tempo aveva fatto in modo di tagliare i due dall’inquadratura, vedendoli quasi sempre intenti a parlare a voce bassa nell’angolo più remoto dell’aereo.

“Perché me lo dici soltanto adesso?” riprese Chris, stavolta moderando il tono della voce.

“Beh, perché l’ho saputo praticamente ieri! All’aeroporto prenderò l’aereo per Milano, e poi vi raggiungerò a Manchester” rispose Darren.

“E com’è che conosci Donatella Versace?!” domandò Chris con una punta di stizza che non sfuggì all’altro.

“Non conosco Donatella Versace, il suo agente ha chiamato il mio agente. Non capisco, qual è il problema?”

“Beh, alta moda italiana, fotografi italiani, modelli italiani…” rispose Chris alzando gli occhi al cielo, come se volesse stilare una lista molto più lunga.

Darren lo guardò alzando un folto sopracciglio, e disse sogghignando: “Oooh ho capito, sei geloso”.

Chris girò completamente il busto verso di lui, appoggiandosi al sedile con un ginocchio.

“No che non sono geloso” ribattè fingendosi offeso, per poi avvicinare il viso a quello dell’altro. Il moro fece la stessa cosa, sfiorando impercettibilmente il naso di Chris con il suo e indugiando un po’ sulle sue labbra, come se fosse indeciso nel fare una cosa che ormai faceva spessissimo, tutte le volte che ne trovava l’occasione, a dirla tutta. Però sapeva di far impazzire l’altro, quando perdeva minuti interi ad avvicinare la bocca alla sua e poi allontanarla proprio quando lui cercava di raggiungerla. Provava un piacere quasi sadico nel vedere Chris mordersi il labbro inferiore, mentre cercava malamente di nascondere quanto fosse impaziente di poterlo baciare.

“No eh?” sussurrò ad un millimetro dalle sue labbra, prima di ritrarsi lievemente.

“No, è solo che volevo andarci io a vedere la sfilata di Versace. Tutti quei bei ragazzi…” rispose Chris – la sua vena ironica era l’unico asso nella manica che aveva, per non darla vinta a Darren – prima di sorridergli con sguardo malizioso.

Il ragazzo dai capelli ricci rise sommessamente, ben attento a non attirare l’attenzione di nessuno, poi tornò a guardare l’altro nei suoi occhi chiari che si erano fatti improvvisamente seri. Le luci della città che si stavano lasciando alle spalle scorrevano al di là del vetro del finestrino, creando come delle scie arancioni e giallastre dietro la testa di Chris. Ma Darren non si lasciò distrarre da quella strana danza di luci, rapito dal colore molto più profondo di quegli occhi.

“Cosa c’è?” chiese, facendosi serio anche lui.

“E’ che… mi mancherai” rispose Chris abbassando lo sguardo sulle sue mani strette a pugno. Era sempre a disagio quando si trattava di esprimere i suoi sentimenti a Darren: si erano ripromessi di andarci piano, specialmente perché uno dei due aveva appena scoperto di essere gay, o meglio, di non avere una “squadra preferita”, e Chris non voleva forzarlo dicendogli cose troppo impegnative, che in un certo senso potevano far sentire Darren come se dovesse ricambiare per forza. Era pur vero che il proposito di “andarci piano” non aveva impedito loro di fare l’amore praticamente dopo ogni singolo spettacolo. La loro storia, se così si poteva chiamare, era così strettamente legata all’attrazione fisica da essere come una droga per entrambi.

 “Andiamo, in fondo si tratta solo di un giorno. E poi, vedrai che troverò il modo di farmi perdonare” rispose Darren sfoggiando il sorriso ammaliatore che, solitamente, precedeva il momento in cui saltava addosso a Chris.

“Non vedo l’ora” disse Chris prima di avventarsi sulle sue labbra. Il moro accolse il bacio affondando le dita tra i capelli del collega, all’altezza della nuca. Chris, continuando a baciarlo avidamente, lo prese per i fianchi e tirandolo per la maglia lo attrasse a sé. I due arrivarono al vetro del finestrino, premuti l’uno contro l’altro nell’angolo più nascosto del mezzo. Darren sorrise sulle labbra dell’altro, prima di riprendere a baciarlo appoggiando un palmo contro il vetro per sorreggersi, eccitato all’idea di essere circondato da almeno una trentina di persone ignare di tutto.

Chris, che stava sotto di lui occupando almeno tre sedili, aprì le gambe, permettendo a Darren di incastrarcisi dentro in modo da premere il bacino contro il suo – un’altra delle cose che lo facevano impazzire. I due iniziarono ad ondeggiare l’uno sull’altro, andando quasi a ritmo con l’andamento del pullman silenzioso che ormai aveva imboccato l’autostrada. Non c’erano più le luci di New York a rendere visibili i loro contorni: ora tutto era avvolto nell’oscurità, conciliando il sonno a coloro che, a differenza di loro due, erano sulla buona strada per addormentarsi.

Sentendo l’erezione crescente di Darren contro la sua, Chris scese le mani dalla sua schiena alle natiche, spingendola ancora di più verso di sé. Entrambi si lasciarono scappare un mugolio soffocato, prima di riprendere a baciarsi e mordersi ovunque, esplorando ogni singolo centimetro del collo dell’altro alla ricerca dell’ormai conosciutissimo punto preferito.

Fu Darren a trovare per primo quello di Chris, poco più in basso del suo orecchio: iniziò a leccarlo e succhiarlo in modo da lasciare l’ennesimo segno che l’attore avrebbe dovuto coprire con il fondotinta di Lea.

Chris si morse il labbro così forte che non si sarebbe sorpreso di sentire il gusto del sangue sulla lingua, e percorse nuovamente la schiena di Darren con la mano, fino ad arrivare ai suoi ricci scuri. Li afferrò con tutte e cinque le dita e tirò la testa dell’altro all’indietro, costringendolo a staccarsi dal suo collo.

“Che succede?” chiese Darren ansimando piano.

“Potresti iniziare a farti perdonare… diciamo, adesso” disse Chris, gli occhi che gli brillavano e le guance rosse per l’eccitazione che non accennava a calmarsi.

Il moro gli sorrise, poi si riavvicinò e gli lasciò un leggero bacio sulle labbra. Lentamente, spostò la mano dal suo fianco al petto, accarezzandolo con tutto il palmo. Con l’altra afferrò il lembo inferiore della maglietta leggera e gliela alzò fino al collo, in modo da potergli baciare i pettorali e stuzzicare i capezzoli con le dita. Chris chiuse gli occhi e afferrò la tappezzeria dei sedili per sorreggersi, stringendola con le unghie.

Darren, sentendo il suo respiro aumentare vistosamente sotto le sue labbra, continuò a scendere, lasciando baci sulla pancia, l’ombelico, il bordo dei pantaloni di Chris. Senza esitare, sfilò il bottone dall’asola e abbassò la cerniera; poi afferrò quel bordo con tutte e due le mani e lo abbassò quel tanto che bastava. Alzò lo sguardo verso il viso di Chris, che ormai aveva definitivamente cambiato colore e respirava pesantemente, incapace di emettere suoni dotati di senso. Sorrise soddisfatto, dopo di che fece lo stesso con i boxer blu scuro del ragazzo.

Leccò il membro di Chris in tutta la sua lunghezza per almeno due o tre volte, scatenando nell’altro brividi di piacere lungo la spina dorsale, che si inarcava senza controllo, ma poi, inaspettatamente, gli avvolse la mano destra intorno e riportò il viso a pochi centimetri da quello di Chris, sfoggiando un sorrisetto beffardo.

“S-st-stronzo” riuscì a dirgli Chris, inchiodato al sedile dal movimento insistente della mano di Darren.

“Beh, per il pacchetto completo devi avere pazienza” gli sussurrò Darren sulle labbra, prima di premervi sopra le sue e infilare la lingua nella bocca di Chris, soffocandone i gemiti che altrimenti sarebbero stati sentiti persino dal conducente. Iniziò a muovere la mano su e giù con una forza sempre maggiore, staccandosi dalle labbra di Chris quel tanto che bastava per sentirlo ansimare: era una cosa troppo eccitante. Ci vollero pochi minuti, e il ragazzo dagli occhi chiari raggiunse l’orgasmo portando la testa all’indietro. Per fortuna, Darren ormai era così bravo a capire quando mancava poco da allontanare la mano proprio un secondo prima.

Chris rialzò le mutande con un gesto veloce, sperando che i pantaloni scuri rimasti intatti avrebbero potuto nascondere agli occhi di tutti la prova lampante di ciò che Darren aveva fatto. Poi si rimise a sedere, tenendo lo sguardo fisso sul moro.

“Davvero pensi che io sia uno stronzo?” gli disse quello con tono quasi supplichevole, utilizzando la sua tipica espressione da “sono così carino, non ti faccio pena?”.

Chris abbozzò un sorriso, poi si protese verso di lui e gli sussurrò all’orecchio: “Ma io non l’ho mai detto”.

 

* * *

 

Darren percorse a grandi passi la hall dell’albergo di Manchester dove alloggiava il cast, trainandosi dietro il suo trolley da viaggio con dentro il completo blu che aveva indossato alla sfilata, alcune magliette e jeans ed il pigiama. Chris gli aveva scritto in un sms il numero della stanza in cui dormiva.

Con aria piuttosto impaziente, raggiunse il primo ascensore disponibile e premette l’indice sul numero 4. In pochi secondi le porte scorrevoli si aprirono davanti a lui.

Una volta giunto al piano, Darren uscì dall’ascensore e si guardò intorno, cercando le indicazioni riguardanti le camere presenti in quel corridoio. Individuò una targhetta con scritto “400 – 430” che riportava una freccia verso destra, e si incamminò in quella direzione: quella di Chris era la 418.

Arrivò davanti alla porta giusta e si fermò, lasciandosi scappare un sospiro. Avvicinò la mano, la chiuse a pugno e bussò tre volte, sperando che nessun’altro avesse la malsana idea di uscire in corridoio proprio in quel momento, per accoglierlo.

Chris, con indosso un’anonima maglia grigia e dei pantaloncini blu corti, gli aprì la porta sfoggiando uno di quei sorrisi che ogni volta ricordavano a Darren perché si era invaghito così tanto di lui. Il ragazzo, noncurante della possibile presenza di qualcuno in giro, gli gettò le braccia al collo e lo baciò con passione.

Darren lasciò istintivamente la maniglia del trolley per avvolgere la schiena di Chris, ricambiando il bacio. Questi si staccò dalle sue labbra con uno schiocco, poi gli disse: “Allora, come è andata?”

Darren, cingendolo per i fianchi, gli rispose: “Molto bene, ho visto sfilare dei bellissimi modelli italiani, ho fatto un sacco di foto con le fans… e tu che hai fatto di bello?”. Sogghignò, aspettando la risposta stizzita dell’altro.

“Mah, niente di che” – rispose Chris con aria indifferente, - “ho solo dovuto dichiarare che sei bravo a baciare, dopo aver speso almeno dieci minuti a trovare un modo poco compromettente per dirlo”. 

“E ci sei riuscito?” chiese Darren, sorridendo malizioso.

“Mi sa proprio di no… in fondo, tu sei bravo a baciare!”

“E tu sei meglio dei modelli di Versace, ma questo non lo diremo a nessuno” disse allora Darren prima di baciarlo di nuovo.

Chris sorrise sulle sue labbra, poi rispose: “Non credere che questo basti a farti perdonare”. Detto questo, tolse le braccia dalle spalle di Darren per afferrare il bordo dei suoi jeans e trascinarlo all’interno della sua camera.

La porta si chiuse dietro di loro con un tonfo sordo, mentre il trolley di Darren rimase abbandonato a sé stesso nel corridoio, segno palese ed evidente di ciò che stava accadendo quasi quanto lo sarebbe stato un cartello affisso alla porta con scritto “Darren Criss e Chris Colfer stanno facendo sesso qui dentro”. Ma in fondo, una promessa è una promessa.

 

 

 

 

Note di _hurricane:

Con tutta la CrissColferite che gira nell'aria in questi giorni - cito solo: "Damn Darren, I need a cigarette now!" - poteva la mia mente malsana non partorire qualcosa del genere? A quanto pare NO.

L'intervista di cui parla Chris ovviamente è quella fatta in cam da una stanza d'albergo, nella quale gli viene chiesto se DC è bravo a baciare o meno e lui risponde in modo a dir poco impacciato. E ovviamente, io ci ho visto dietro tutto QUESTO. E poi mi reputo una persona equilibrata, ma vabè, sorvoliamo. Se non vado errato, Chris dice di essere a NYC in quel momento, perciò in realtà la sfilata di Versace e l'intervista non coincidono come tempi... ma me ne sono fregata e ho deciso di citarla comunque, insomma, è praticamente il manifesto della CrissColfer nel mondo xD

La scena Lemon non mi fa impazzire, d'altronde si sa che in queste cose faccio un pò pena, e non sono nemmeno sicura del rating.

Spero di trovare almeno un'altra persona che si sia fatta tutti sti film, ma scommetto che ci riuscirò... voi che dite? ;)

   
 
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