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Autore: jessica80    22/06/2011    6 recensioni
Il re si avvicinò di più all'insolente mortale continuando a fissarla. La donna poteva sentire il fiato di lui mescolarsi al suo.
- Sarah rilassati, io non ho fatto proprio niente al tuo… amico. -
Dopo tredici anni Sarah torna nell'Undergroud per riprendere qualcuno che lui ha rapito.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Denny fermò la macchina proprio di fronte la casa dei genitori di Sarah. Sei mesi
Possibile che la ragazza se ne fosse andata via da così tanto tempo senza che lui ricordasse nulla della sua partenza ? E poi non aveva mai telefonato, mai mandato un messaggio, una cartolina, una lettera. Gli sembrava tutto così dannatamente strano e assurdo.
Malgrado fossero quasi le dieci di sera i genitori di Sarah erano ancora svegli. Le luci della sala erano accese e si intravedeva il chiarore della televisione ancora accesa. Denny tirò un lungo sospiro prima di scendere dall’auto e avviarsi verso il portone d'ingresso.
Quante volte aveva percorso quel vialetto al fianco di Sarah! Gli sembrava ancora di averla accanto, di sentire il tocco della sua mano sul braccio, di udire la sua risata gioiosa. No, Sarah non poteva essere in Italia. Se n’era andata, ma certamente non di sua completa e spontanea volontà; forse era stata addirittura rapita. Non sapeva da dove gli veniva quella consapevolezza, ma era certo di non sbagliare.
Suonò il campanello e attese. Dopo qualche istante la porta si aprì.
- Ehi amico, che ci fai qui ? Mia sorella non c’è, non lo sai ?-
Toby. Era un ragazzino di circa quattordici anni, biondo, occhi azzurri e uno stile da vero rapper americano.
- Ciao Toby. Sì, so che tua sorella non c’è, sono venuto per parlare con i tuoi genitori, sono in casa?- 
Denny non riuscì a trattenere un sorriso divertito nell’osservare l’abbigliamento del ragazzo. Indossava una maglia nera molto grande, forse due volte la sua taglia, un cappellino con il frontino girato all’indietro e un paio di jeans a vita bassa sorretti da una catena e con il cavallo che gli arrivava alle ginocchia. Era così diverso da Sarah. Lei era sempre elegante, posata, educata.
Toby si voltò verso la porta della cucina.
- MAMMA, PAPA’… C’E’ LO SPASIMANTE DI MIA SORELLA !- Urlò il ragazzo prima di girarsi nuovamente verso Denny con un palese sorriso di scherno stampato in faccia.
Denny gli sorrise di rimando ricordando le parole di Sarah quando parlava di suo fratello: “Toby a volte è così arrogante e presuntuoso che non lo sopporto, e quando lo rimprovero si prende gioco di me. Mi verrebbe da prenderlo a schiaffi. E’ così simile a…” La ragazza le aveva detto un nome, forse un titolo, ma non lo ricordava.
 
Denny vide arrivare la matrigna di Sarah. Era una signora che vestiva sempre molto elegante anche tra le mura domestiche.
- Denny! Che piacere rivederti! Prego entra, accomodati pure.- Gli disse con gentilezza.
- Grazie signora Williams.-
- Toby, va subito in camera tua a cambiarti, sai che non sopporto vederti vestito in quel modo !-
- Non ci vado a cambiarmi sorella, sono abbastanza figo così.- rispose il ragazzo rivolgendosi a sua madre.
- Accomodati pure sul divano Denny e ti prego di scusarlo, non so proprio da chi possa aver preso. Ah, ecco Robert. Vieni caro, Denny è passato a trovarci, magari ha qualche notizia su Sarah.-
- Buonasera Denny, sono proprio felice di rivederti.- Il signor Williams lo raggiunse sedendosi sul divano di fianco a lui. Karen, invece, si era recata in cucina.
- Vede signor Williams... – Denny non sapeva da che parte cominciare – Io purtroppo non so più niente di Sarah da quando è partita e speravo di ricevere qualche notizia più precisa da voi.-
- Dai fratello, sta su col morale, magari mia sorella se la sta spassando alla grande a nostra insaputa.-
Toby non perdeva mai occasione per stare zitto.
- Tobias, va subito in camera tua come ha detto tua madre e non azzardarti a scendere se prima non sarai vestito come si deve.- Lo rimproverò Robert prima di rivolgersi nuovamente al ragazzo di fianco a lui. – Denny, noi siamo certi che Sarah sta bene. Se non si è fatta viva sarà perché, probabilmente, sente il bisogno di stare un po’ da sola, tutto qua. Fossi in te non mi preoccuperei così tanto.-
Toby si era appoggiato alla scala e non dava cenno di volersene andare. In quel momento Karen li raggiunse.
- Possiamo offrirti qualcosa da bere Denny? Che ne dici di un bel bicchiere di tè alla pesca?-
Pesca? Aveva capito bene? Era il frutto preferito di Sarah ma non solo… Decisamente gli sfuggivano di mano troppe cose.
La donna appoggiò il vassoio sul tavolino e versò dentro ai bicchieri la bevanda ambrata.
- Grazie signora Williams. A dire il vero ho come l’impressione che non stia andando tutto bene. Da quanto tempo non avete più contatti con Sarah? L’avete più sentita da quando è partita per l’Italia?-
Robert e Karen si guardarono per un istante. In effetti, anche loro avvertivano che qualcosa non andava, era come se nelle loro menti mancasse un tassello. La matrigna di Sarah, dal canto suo, la prendeva con molta filosofia senza dare troppo peso agli avvenimenti.
- A dire il vero non ricordo l’ultima volta che Sarah ha telefonato, ma non credo faccia differenza. Sono sicura che sta bene e che in questo momento è solo un po’ presa dagli studi. È sempre stata una ragazza difficile e solitaria; e poi odia essere seguita o controllata. Prima o poi si farà viva, vedrai.- La donna fece spallucce prima di portarsi il bicchiere alle labbra.
- Karen ha ragione, Sarah sa badare a se stessa e sono certo che chiamerà.- Fece eco Robert.
No, Denny non ne era del tutto convinto e la sicurezza ostentata della donna quasi lo infastidiva. Nessuno aveva più avuto notizie di lei eppure nessuno la cercava. Era tutto così dannatamente assurdo.
Il ragazzo si alzò dal divano senza nemmeno aver bevuto il suo tè. Restare in quella casa non aveva più alcun senso.
- Beh, credo che per me sia ora di andare. Spero di non avervi disturbato più del dovuto.-
Robert lo imitò alzandosi a sua volta e dirigendosi verso la porta d’ingresso per accompagnarlo.
- Nessun disturbo Denny, tu sei sempre il benvenuto in questa casa. Se Sarah si farà sentire, ti avviseremo.-
Il ragazzo stava per uscire quando lo raggiunse la voce di Toby.
- Non preoccuparti fratello, ci faremo sentire! A meno che Sarah non sia stata rapita...-
Denny si voltò di scatto.
- E chi avrebbe dovuto rapirla?- chiese con una nota di preoccupazione nella voce.
- Come posso saperlo? Magari il re dei goblins.-
Rispose Tobias prima di salire di corsa le scale e sparire dalla vista di Denny.
 
*** *** ***
 
Sarah era rientrata al castello con Tuliah. Durante il tragitto non avevano mai parlato, immerse ognuna nei loro pensieri.
- Vorrei restare sola, se non ti dispiace.- disse Sarah non appena varcò il portone d’ingresso del maniero.
- Sì, ti capisco. Verrò più tardi nella tua stanza per portarti il pranzo. A dopo.- Rispose gentilmente la cameriera prima di congedarsi e dirigersi verso le cucine.
Sarah rimase sola, circondata da alti soffitti di pietra sorretti da grandi colonnati e un silenzio fastidiosamente assordante. Il castello sembrava disabitato, illuminato da un grande rosone posto sopra il portone e da piccole feritoie da cui entrava qualche raggio di sole. Era così diverso dal suo primo viaggio!
Con passo lento si diresse verso la sua stanza, salì le scale e si avviò lungo il corridoio pensando a Hoggle. Avrebbe voluto piangere ma non ci riuscì. Ormai non aveva più lacrime e cercava di convincersi che l’unica soluzione era quella di aspettare ancora qualche giorno, poi se ne sarebbe definitivamente andata. Sempre se il re manteneva la sua promessa.
Una strana porta di legno catturò la sua attenzione. Sembrava molto pesante e vi erano incise delle immagini di vita quotidiana dei goblins. Fece qualche passo indietro ammirando i bassorilievi.
Distingueva i lineamenti dei loro volti, i particolari degli abiti e degli oggetti che tenevano in mano. Alcuni erano raffigurati con dei polli, altri erano sopra un carro, altri ancora indossavano delle armi. Ma uno in particolare catturò la sua attenzione. Era diverso dagli altri, era un nano e teneva in mano una piccola zappa. Hoggle. Con decisione ricacciò indietro le lacrime.
Sembra aperta, perché non dare una sbirciatina?” Pensò mentre con delicatezza dischiudeva la porta. 
La scena che le si presentò davanti le mozzò il fiato.
Fece un passo indietro, sconvolta.
Jareth era in piedi non molto distante dalla porta e stringeva tra le braccia una ragazza. No, non era una ragazza, era una donna. Il re aveva gli occhi chiusi e le sue labbra erano appoggiate alla tempia di lei. Lei aveva i capelli scuri che gli scendevano ondulati sulle spalle e sembrava bella, molto bella.
Così era quello il motivo del suo pranzo solitario, gli impegni di Jareth e le sue faccende da sbrigare erano rinchiusi in quella stanza. Come si sentiva Sarah? Delusa? Arrabbiata? Tradita?
Abbassò lo sguardo ancora incredula. Quanto era stata sciocca! Per un momento aveva creduto che il re di Goblin fosse veramente… No, Jareth non era in grado di amarla e si era sempre preso gioco di lei umiliandola e deridendola ogni qual volta gli si presentava l’occasione. Anche quel maledetto bacio era stata una presa in giro.
Quello che non si spiegava era il perchè si sentisse così male. Nemmeno il tradimento di Denny le aveva creato tanta angoscia.
Sarah fuggì via a testa china da quel luogo sforzandosi di trattenere le lacrime che cominciavano a bruciarle gli occhi. Percorse  solo pochi metri quando si scontrò improvvisamente con qualcuno.
Sarah cadde a terra, sconvolta in parte dalla scena a cui aveva appena assistito e in parte dalla botta che aveva preso nell’impatto.
- Ehi, dove vai così in fretta? Ti sei fatta male?-
La ragazza alzò lo sguardo. Un uomo dallo sguardo intenso la scrutava incuriosito. Aveva come la sensazione che la conoscesse da molto tempo. Era biondo come il re dei goblins ma i suoi capelli erano corti e gli occhi erano azzurri, ma non spaiati.
- Sì, cioè no, io… Mi scusi, devo andare.-
Sarah si alzò di scatto e riprese a correre lasciandosi lo sconosciuto alle spalle e riuscendo finalmente a rinchiudersi nella sua stanza. Appoggiò la schiena contro la porta chiusa scivolando lentamente fino a sedersi sul pavimento. Con i gomiti posati sulle ginocchia si passò le mani fra i  capelli riuscendo finalmente a buttare fuori tutte le lacrime che le pesavano sull’anima.

*** *** ***

Dolci fanciulle labirintine, siccome sono in partenza per le ferie non aggiornerò prima di una decina di giorni. Rassegnatevi!!!
Nel frattempo approfitterò dell'ombrellore e dell'aria marina per proseguire la storia XD
Grazie alla mia preziosa Federica che si deve sbubbolare il noioso betaggio del 19° capitolo...
Un grazie particolare anche a Dalia: inconsapevolmente hai messo fine alla mia guerra con Denny :*
J.
  
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