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Autore: FairyCleo    22/06/2011    9 recensioni
"Era tutto il giorno che l' intero enturage di servitori di re Uther e figlio faceva su e giù per il castello, lustrando persino i cardini delle porte delle segrete.
Camelot doveva prepararsi al meglio per accogliere in maniera egregia un ospite molto particolare".
Dal capitolo 5:
"Veloce come non mai, con il cuore che galoppava così forte da fargli quasi male, Artù era giunto davanti la porta della fredda cella dove era stato rinchiuso Merlino.
Il poveretto giaceva a terra, svenuto, rannicchiato su di un fianco, con le braccia incrociate sul petto, nascoste in parte dalle ginocchia ossute, e il viso affondato in esse.
Nonostante avesse rivolto la schiena verso il freddo muro di pietra, non era difficile immaginare in che condizioni fosse.
Sotto di lui, una pozza di liquido denso e scuro si stava allargando a vista d' occhio.
Se non fosse intervenuto all' istante, sarebbe morto dissanguato in quel posto infernale".
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                                                           A servizio

Non sarebbe mai stato capace di spiegare al proprio principe il motivo per cui aveva deciso di rimanere al servizio di Miraz.
Non che quest' ultimo avesse chiesto il suo permesso o il suo parere, era ovvio.
Il modo in cui lo aveva guardato sin da quando aveva messo piede nella stanza, quella sua gentilezza al limite del ridicolo, l' avevano profondamente messo a disagio.
Cosa avrebbe potuto fare, dopotutto, un misero servitore come lui?
Forse era diventato così bravo a mentire sulla sua vera natura di mago, che ormai gli veniva naturale mentire su tutto il resto.
Ma no.
In realtà sapeva benissimo che non era così.
Artù si era accorto che il suo era solo un disperato tentativo di tenerlo al sicuro, lontano dall' evidente pericolo che rappresentava Miraz per lui e per tutta Camelot.
In fin dei conti, stava solo adempiendo al suo compito: stava proteggendo Artù, compiendo così il proprio destino.

Merlino continuava a pensare e ripensare a tutte queste cose, mentre sistemava alcune rose nere in un vaso come aveva espressamente chiesto il suo nuovo, momentaneo signore.
Nonostante fossero fiori piuttosto macabri, doveva ammettere di trovarli davvero belli.
Spiccavano tantissimo in confronto al cristallo sfaccettato del vaso, e il loro intenso profumo aveva invaso tutta la stanza.
Il giovane mago si era avvicinato per catturarne meglio la fragranza, socchiudendo leggermente i grandi occhi blu.

"Sono meravigliosi, non trovi?".
La voce di Miraz lo aveva scosso improvvisamente, facendolo scattare sull' attenti come un ligio soldatino.
"Mio re... non vi ho sentito arrivare... chiedo perdono".
Si era precipitato a raccogliere il mantello e la spada, riponendoli nel grande baule di legno.
"Rilassati mio giovane amico. Io non sono di certo Artù".

Quello era poco ma sicuro.
Miraz non aveva niente in comune con il principe di Camelot.
Persino i difetti del somaro reale diventavano pregi a confronto
.
Senza sapere cosa rispondere, aveva semplicemente continuato a spogliarlo, facendo molta attenzione a non incrociare il suo sguardo.
Non che gli mancasse il coraggio: recentemente aveva dimostrato di averne da vendere.
Semplicemente, non riusciva a pensare che quello davanti a lui non era Artù.
La forza dell' abitudine sembrava avere la meglio (DOVEVA essere solo la forza dell' abitudine a farglielo mancare), senza considerare il fatto che avrebbe dovuto passare quei giorni a sdebitarsi con l' asino reale per essersi preso cura di lui.
Se ripensava a quello che gli aveva raccontato Clara, non poteva evitare di arrossire.

"Sei sempre così silenzioso?".
Miraz aveva interrotto il filo dei suoi pensieri.
"Scusate, vostra altezza... Ero solo molto concentrato sul mio lavoro.
La cavalcata è stata di vostro gradimento?" - aveva domandato, più per cortesia che per reale interesse, mentre toglieva gli ultimi indumenti al re.
"E' stata un vero tocca sana.
Anche lord Glozelle e lord Sopespian ne hanno tratto beneficio".

Si era accorto solo ora dell' assenza di quei due avvoltoi.
Meglio così: si sarebbe sentito meno osservato e meno sotto esame.
"Me ne rallegro".
"E' un vero peccato che tu non sia venuto" - aveva detto Miraz, mentre entrava nella tinozza dove acqua calda e una massiccia dose di schiuma lo stavano attendendo - "Sono certo che ti saresti divertito molto a correre con noi tra gli sconfinati prati di Camelot".
Il tono con cui aveva pronunciato quella frase era tutt' altro che allettante.
Era decisamente più contento di essere rimasto al sicuro, tra le mura del castello.
"Ne sono certo, vostra maestà".
Fosse stato Artù quello che aveva davanti, avrebbe risposto a tono con un bel: "E poi come avrei fatto a preparare in tempo il bagno per tergere il vostro regale asinino deretano?".
Ma quello non era Artù...
Avrebbe dovuto rassegnarsi all' idea, almeno fino a quando Miraz non sarebbe tornato da dove era venuto.
E, sinceramente, sperava che quel momento arrivasse presto.

"Merlino?".
Si era accorto di nuovo di aver fantasticato ad occhi aperti mentre quell' essere che era costretto a chiamare ' mio re ' lo guardava con aria interrogativa.
"Saresti così gentile di prestarmi attenzione, mentre ti parlo?".
"Scusate mio re... Non accadrà più".
"Lo spero bene".

Maledizione a lui e alla sua fervida fantasia!
Avrebbe rischiato di farsi ammazzare, se non fosse stato più attento.

D' un tratto, si era accorto che Miraz lo guardava con uno strano ghigno in viso, come se nella sua mente stesse prendendo forma chissà quale pensiero oscuro.
Il giovane era rabbrividito solo all' idea.
"Lavami la schiena".
Sperava davvero di evitare quello spiacevole contatto, purtroppo, invano.
Così, aveva preso lo straccio di puro lino con cui adempiere a quel compito, e aveva cominciato a tergere le larghe spalle del re di Telmar.
"Sai, Merlino, sono certo che questa... attività, ti aiuterà a prestarmi attenzione"- aveva detto, mentre si sistemava meglio nella tinozza.
"O preferisci fantasticare che qui immerso nell' acqua ci sia il tuo caro principe Artù?".

Era talmente sconvolto da quella domanda che aveva mollato per un attimo la presa sulla stoffa bagnata e insaponata, raccogliendola un attimo prima che scivolasse lungo la schiena del sovrano.
"Mio re... ma no... cosa dite?".
"Dico solo la verità, Merlino. Tu non vuoi stare qui con me".
Il giovane mago lo guardava a bocca aperta, cercando una qualche plausibile risposta da dargli.
"Non è così! Io...".
"Non-osare-mentirmi".
Il re era scattato in piedi all' improvviso, facendo schizzare acqua e sapone ovunque sul pavimento, allungandosi quanto bastava per afferrare saldamente il polso del ragazzo che aveva emesso un rantolo sommesso per lo spavento.
Miraz aveva gli occhi iniettati di sangue.

"Mio re..." - avrebbe tanto voluto dirgli di lasciarlo andare, che provava dolore per quella stretta, ma le parole gli erano morte in gola.
Sapeva già come sarebbe finita: lo avrebbe picchiato fino a fargli perdere i sensi, se non peggio.
Invece, era accaduto l' inaspettato: Miraz aveva lentamente lasciato la presa sul suo polso, permettendogli di allontanarsi da lui.
Spaventato e sorpreso da quel gesto, il ragazzo si era stretto il polso al braccio, guardandolo quasi con le lacrime agli occhi.

"Merlino... Merlino... " - Miraz era uscito dalla vasca e, senza coprirsi le nudità, si era avvicinato a lui, prendendogli il mento tra le dita bagnate - "Non devi fare così.
Non devi mentire al tuo re".
Con l' altra mano, aveva cominciato ad accarezzargli i capelli, inumidendoli.
Il mago aveva serrato gli occhi, cercando di impedire alle lacrime di scendere lugno le sue guance.
Non voleva che lo toccasse.
Non riusciva a sopportarlo.
"Io... io... mi dispiace...".
Miraz continuava ad accarezzarlo.

"Merlino... sei una creatura talmente... meravigliosa... " - lo aveva costretto a sollevare il capo quanto bastava per trovarsi alla sua altezza - "E sono certo che tu sia in possesso di deliziose doti nascoste. Dico bene?".

Solo allora, il ragazzo aveva aperto gli occhi, svelando tutto il suo terrore.
A cosa si riferiva quel mostro?
Perché non parlava mai chiaramente?

"Ora, saresti così gentile da tornare a tergere la mia schiena?".
E si era di nuovo immerso nella vasca, aspettando pazientemente che il giovane ricominciasse il proprio lavoro.
Doveva ammettere di essere stato piuttosto bravo: poteva giurare di averlo in pugno.


Continua...

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Salute a voi Merliniani...
Ah....
Povero, piccolo, dolce Merlino...
Sono davvero in pena per la sua triste sorte...
Non si merita tutto questo...
Ma, che volete che vi dica?
Miraz è un bastardo, e lo sta dimostrando alla grande...
Che farà Arthur?
Lo scopriremo nei prossimi capitoli...
XD
Un megabacio!
Cleo
Ps: aveva dimenticato una cosa!:p
Approfitto di questo spazietto per farmi un po' di pubblicità: se a qualcuno di voi piace Supernatural, o se in generale vi piacciono le mie storie o il mio modo di scrivere, sono quasi arrivata alla fine di una fic a cui tengo molto...
Questa storia mi ha dato grandi soddisfazioni!
Credo che piacerà anche ai fan di The Vampire Diaries... Se leggerete, capirete perché!
La storia si chiama "L' Angelo Caduto" e la trovate nella sezione Supernatural, e nelle mia pagina, ovviamente!
Ancora bacini!
Sempre vostra!
Cleo
   
 
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