Una
nera figura
incappucciata si
intrufolò nella stanza
del principe ereditario di Madricks.
Artù
afferrò Merlino per
un braccio e lo trascinò con sé verso la porta
delle regali stanze.
Il
mago però, inciampò
camminando così di soppiatto e cadde in avanti: sicuramente
sarebbe finito col
pestare il suo bel nasino a terra se Artù non fosse riuscito
ad afferrarlo
appena in tempo per un braccio.
“Questo
non sarebbe
successo se tu ti saresti applicato maggiormente durante la
caccia.” Mugugnò il
principe con un ghigno che si gelò appena qualche istante
dopo: la porta delle
stanze di Boun si spalancò e l’intruso, attirato
dal trambusto che proveniva
dall’esterno, afferrò i due ragazzi per i capelli
trascinandoli all’interno e
richiudendo bruscamente la porta: non c’erano vie di fuga.
Merlino
cercò di guardarlo
in viso, ma Artù gli era davanti impedendogli la visuale,
poi l’intruso parlò: “Buon
giorno a te, caro.”
Merlino
gelò sul colpo…
non poteva crederci, no, non poteva essere vero:
“Kilue…”
La
bionda si sporse oltre
il principe e sussurrò con un sorriso malefico:
“Abbiamo anche il piccolo
Merlino! Voi non sapete quanto sia felice di vedervi qui
insieme!”
“Co-cosa
sta succedendo?”
erano entrambi sconvolti.
“Mi
credevate stupida? Non
avete idea di chi avete a che fare, allora.”
“Ma
tu… tu ci hai chiesto…
Boun… tu, lui…” balbettò
Merlino confuso: si sentiva come inghiottito da una
nebbia scura che non gli permetteva di veder nulla.
“Ormai
è fatta, rinunciate…
tzè, è stato più facile di quello che
pensavo. Non ho nemmeno faticato:
davvero, quando ho visto che Merlino aveva i miei stessi poteri ho
gioito per l’occasione
che mi presentava! Finalmente avrei potuto vendicarmi di quei bastardi
di Boun
e Jesse. Voi mi avete creduto come se ciò che dicessi fosse
oro. Oh, Merlino,
ingannarti è stato quasi noioso: hai creduto immediatamente
ai sogni che ti
inculcavo.”
“Tu…
tu maledetta strega!”
urlò Artù sguainando la spada, ma Kilue lo
disarmò con un leggero gesto della
mano costringendolo a risedersi accanto al mago, che le chiese con gli
occhi
lucidi: “Dicci la verità, per
favore…”
Kilue
ghignò sollevando il
mento orgogliosa: “Infondo non ho nulla da perdere. Ecco come
stanno le cose
veramente: anni fa, il giorno del mio matrimonio, Boun si è
rifiutato di sposarmi
e mi ha lasciato sola sull’altare. Con i miei poteri
è stato facile scoprire
che amava mio fratello Jesse: ha preferito LUI a ME! Ho perso la testa:
non ho
mai amato Boun, mai, ma vi rendete conto di quanto mi sarebbe fruttato
sposare
un erede al trono? Sarei stata ricca, potente e tutti mi avrebbero
obbedito, soprattutto
dopo la causale morte di Boun. Ma lui amava Jesse e ho deciso di
mettere fine a
questa storia ridicola: ho dato un filtro d’amore a Boun che,
dopo appena
qualche minuto, ha accettato di sposarmi dimenticando completamente
Jesse. Mio fratello
ha tentato invano di dissuaderlo e quando si è reso conto
che tutto era inutile
si è impiccato. Quando Boun l’ha visto il mio
incantesimo si è spezzato e lui,
resosi conto della mia colpa, mi ha inseguita nel bosco e mi ha uccisa.
Il mio
piano era andato completamente a puttane, per questo quando
dall’aldilà ho
scoperto Merlino ho messo in atto questo trucchetto. Portandovi qui
sono
riuscita a trovare il modo per risolvere la parte finale del mio piano.
Che Jesse
muoia pure, non ho problemi, ma Boun non né
soffrirà perché io nel mentre avrò
risucchiato i tuoi poteri Merlino e quindi il mio incantesimo non si
spezzerà. È
grazie a me, se tu dopo che Boun te
li
aveva bloccati sei riuscito a risvegliarli, quindi me li devi. Ho
provato a
rubarteli subito, ma sei inaspettatamente forte ed qui entra in gioco
il tuo
amichetto.” Kilue puntò la spada alla gola di
Artù, sibilando: “Lasciamo
prendere i tuoi poteri o lui muore.”
Merlino
sbiancò
terrorizzato, ma non si mosse alzando le difese.
Kilue
lo percepì e decise
di giocare il tutto per tutto: alzò l’arma
riabbassandola subito verso il collo
del biondo, ma un urlo di Merlino la bloccò.
Sorrise
e con un cenno
della mano fece defluire i poteri di Merlino verso se stessa: fu una
sensazione
atroce per il mago.
Si
sentiva come se gli
stessero strappando un arto lentamente, per farlo soffrire.
Urlò
fino a farsi diventare
la voce roca, mentre Artù rimase completamente paralizzato.
Fortunatamente
durò solo
pochi secondi, poi Kilue uscì ghignando dalla stanza non
senza essersi
assicurato di chiudere la porta in modo che neanche un intero esercito
l’avrebbe
potuta sfondare: era diventata veramente fortissima sommando i suoi
poteri a
quelli del moro che ora giaceva inerme fra le braccia di
Artù.
Si
allontanò velocemente:
aveva un matrimonio da preparare dopotutto…
Ringrazio
tutti coloro che
recensendo questa ficcy mi sostengono e mi aiutano. GRAZIE!!!!! VI
ADORO!! Ci stiamo
lentamente avviando verso la fine, spero di non deludervi. Baci a tutti.