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Autore: Cucuzza2    22/06/2011    1 recensioni
Chi conosce Clichè Clash? Taminia sì, ed ha deciso di intraprendere la Scalata. Un po' come con la Torre di Saint-Mystère, un piano dopo l'altro, fino non alla Mela D'Oro ma ad i due cari principi del disegnino.
Enigma dopo enigma, storia dopo storia.
Venti piani.
Ce la farà la nostra intrepida autrice?
No, non è normale che Taminia parli di sè in terza persona.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#13. Genitori per caso
  • Titolo: Il successore di Clive.
  • Cliché: #13, Genitori per caso (Scalata)
  • Fandom: Professor Layton.
  • Rating:G.
  • Avvertenze: Baby fic.
  • Disclaimers: Non ci guadagno un centesimo, non è successo davvero e meno male, tutta la roba non mia è della Level5.
  • Riassunto: Esistono tanti tipi di carcere. Ci sono quelli classici, dove di sbattono in una cella e si ricordano di te solo quando stai quasi per morire di fame. Poi quelli duri, e quelli durissimi, ma adesso li hanno aboliti. Poi - purtroppo o per fortuna - esistono i cosiddetti “carceri amici”, che cercano di reintegrare i detenuti nella società. Alcuni detenuti si ritengono fortunati di essere lì. Altri no.
- Come ti accennavo, questo non è il classico carcere dove non si fa nulla. Primo, oggi e poi ogni mese della tua condanna dovrai sottoporti ad una visita psicologica. -
Andiamo bene.
- Dovrai lavorare, in modo da cominciare a reintegrarti nella società, e studiare, in modo da specializzarti una volta uscito da qui. -
Andiamo molto bene.
- Inoltre, per essere educato all’affettività ed alla responsabilità, ogni venerdì dovrai prenderti cura di uno degli orfani dell’istituto qui a fianco. -
Andiamo estremamente bene.
- Immagino che capirai che fine hanno fatto i suoi genitori. -
Sempre meglio.
- Oggi è venerdì. -
Ma perché non esiste la pena di morte, qui in Gran Bretagna?
 
Markus, due mesi. Genitori morti durante il recente tentativo di distruggere Londra di un pazzo.
È questo il pargolo che mi hanno affidato.
Entro nella stanza a piccoli passi.
Fà che non mi riconosca, fa’ che non mi riconosca...
Non dà segno di capire chi sono. Continua a dormire nella sua culla.
Sembra piuttosto tranquillo.
I bambini di due mesi non sanno leggere.
Questo è già un fatto positivo, ecco.
Anche se non so se è il caso di ringraziare per i due mesi del marmocchio.
 
- Come mai ha scelto me, signora Dove? -
- Chiamami Costance. -
- Perché hai scelto me, Costance? Dicono che la gente preferisce adottare i bambini da piccoli... -
- E sorbirsi i pannolini, le notti insonni e tutto il resto. È sciocco credere che piccolo sia uguale ad innocuo. -
 
- Ciao, Markus, - accenno.
Il mio amato successore. Evviva.
Accenno a prenderlo in braccio. Cavoli, se è pesante! Eppure sembrava così piccolo...
- Senti, so che quando sarai grande avrai una voglia matta di distruggere Londra, ma ti consiglio caldamente di non commettere il mio stesso erro... Ma che schifo! -
Ecco perché il caro pargolo era così pesante...
Fantastico. Sulla divisa da detenuto si forma una chiazza delle dimensioni del Mar Caspio.
Verso terra gocciola un grosso affluente del Vecchio Padre Tami-... Non pensarci.
Ciliegina sulla torta e fiore all’occhiello, il marmocchio scoppia in lacrime.
Fantastico, ed adesso che cosa vorrà?
Sul tavolo, un biberon. Senza pensare lo ficco in bocca al mio caro successore. Quello inghiotte l’aria.
È vuoto.
- Cavolo, cavolo, cavolo, cavolo, cavolo! Ed adesso che si fa? -
Schizzo fuori, correndo verso il simpaticissimo organizzatore del Carcere Amico.
- Hai lasciato il bambino da solo! -
Istinti omicidi.
Piantala, Clive, devi  cercare di farti lasciare andare per buona condotta.
Respiro a fondo. Un’esitazione iniziale, poi scandisco ogni parola.
- C-come si fa a preparare il latte? -
- Adesso non ho tempo di spiegartelo. Ma ora fila dentro! E se il bambino sta facendo qualcosa di pericoloso? -
Soggetto 3, seppelliscimi con i tuoi escrementi.
- E come si cambia il pannolino? -
- Con il fasciatoio. -
- Grazie. -
Del cavolo.
Corro dentro, con la netta sensazione di essere finito in un incubo.
Vorrei essere sulla torre mobile che si autodistrugge.
Voglio morire, voglio morire, voglio morire.
Un pensiero mi colpisce, e scatto indietro.
- E... Per la divisa? -
- Tanto non l’hai pagata. -
Torno in fretta dal mio successore, che sta cominciando a vendicarsi di me sin dalla tenera età.
 
Diversi anni dopo.
Poi ho imparato, s’intende. Alla fine del carcere riuscivo perfino a cambiare un pannolino senza sbagliare nulla!
Il bambino che ho adocchiato per strada si allontana, continuando ad urlare.
- Zio, zio, mi compri le caramelle? -
Accanto a lui, un uomo. Baffi enormi e ritti in orizzontale, costante espressione di chi trama qualcosa.
- Ehi, “Don Pablo”, serve una mano? -
- Tu! Avrebbero dovuto gettarti dentro e buttare via la chia... No, Andy, fermati! -
Rido, e quello continua ad imprecare.
   
 
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