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Autore: Dazel    23/06/2011    8 recensioni
«Cosa dirai a tua sorella se-»
«Cosa le dirò? Cosa le dirai tu. Non penso che ci metteresti troppo tempo a consolarla o a farle passare il trauma, hai molta dimestichezza nell'infilarti dei letti delle persone quando ti senti in colpa per qualcosa.»
Basato sul film Erik/Charles, slash.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Charles Xavier, Erick Lensherr/Magneto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono amori che ti danno la forza di vivere, di andare avanti, che sono la luce che illumina il cammino nei momenti più bui. Ci sono amori da poemi epici, da romanzi di seconda o forse terza categoria. Amori da film, quelli che commuovono le signore che soffiano tutto il loro dispiacere in un fazzoletto di stoffa con le iniziali del loro nome ricamate sopra. Poi, ci sono amori come il loro, che non era niente di tutto ciò e al contempo era tutto. Una logorante assuefazione senza inizio e senza fine, che da tempo li portava a comportarsi come due sciocchi, incuranti dei pericoli a cui andavano in contro.
«Charles» disse stancamente Erik, accarezzandogli i capelli e tirando le coperte per coprire il suo corpo «Non possiamo continuare in questo modo, te ne rendi conto? Prima o poi qualcuno ci scoprirà.»
Il professore serrò le labbra, poi deglutì a vuoto, in maniera completamente silenziosa. Guardò davanti a sé senza pensare a nulla per qualche istante, poi, quando le carezze del compagni si fecero più insistenti, disse: «Lascia che lo scoprano. Non diranno nulla. Cosa dovrebbero dire? La loro vita non è coinvolta in tutto questo.»
«Sai che hai ragione, ma sai anche che sbagli a parlare così» sbuffò l'altro, afferrandogli un polso e toccando gentilmente la sua pelle. Sentiva le vene pulsare velocemente sotto i suoi polpastrelli – lui non poteva leggere il pensiero, ma non era difficile capire che l'altro era molto nervoso. «Siamo due uomini, Charles. Le persone non lo accettano.»
«Per questo dovrei fingere di non essere ciò che sono?!» sbottò il professore.
«Non è quello che fai da tutta la vita? Fingi di non essere diverso solo perché la tua abilità non è qualcosa di visibile! Ti immischi tra gli umani e fingi di comprenderli, mentre in realtà sezioni le loro menti ed estrapoli ciò che ti serve!»
Charles, con uno scatto improvviso, si mise a sedere e guardò freddamente l'altro. «Nascondere è diverso da fingere. Posso nascondere la mia abilità e questo amore come ho sempre fatto, ma non posso dimenticarlo o far finta che non esista. Con la stessa naturalezza con cui posso leggere nei tuoi pensieri se lo desidero, io ti amo. Non è una cosa che ho scelto, è una cosa che è successa è basta.»
«Cosa dirai a tua sorella se-»
«Cosa le dirò? Cosa le dirai tu. Non penso che ci metteresti troppo tempo a consolarla o a farle passare il trauma, hai molta dimestichezza nell'infilarti dei letti delle persone quando ti senti in colpa per qualcosa.» tutto quello che sentì dopo aver detto quella frase, su uno spostamento repentino d'aria, la schiena premuta contro il materasso e il respiro di Erik sulle labbra. Rimasero a fissarsi per attimi interminabili, poi l'altro sussurrò sulle labbra del professore «Sai che non è vero, che non è così.» lo baciò piano, delicatamente, sperando di calmare Charles almeno un po'.
Ma il professore aveva un fuoco che divampava all'altezza del petto, indomabile e inaspettato. Ed Erik non poteva spegnerlo.


    Non so cosa sia. Non importa, avevo voglia di scriverla e basta. Kisses.

   
 
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