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Autore: miky black    23/06/2011    4 recensioni
Per il suo sesto anno sarebbe stata ad Hogwarts con la sua gemella come aveva promesso al padre, l’aveva promesso e doveva farlo.
Una volta lì le avrebbe confessato il segreto?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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"Even if I say
It'll be alright
Still I hear you say
You want to end your life
Now and again we try
To just stay alive
Maybe we'll turn it all around
'Cause it's not too late
It's never too late"
(Never too late - Three Days Grace)



Seduta sul bordo della finestra a notte inoltrata una ragazzina dai capelli lunghi e mossi dal dolce venticello d’estate, neri come la notte con sparsi qua e la riflessi blu che le davano da sempre un aria misteriosa. I lineamenti era dolci, teneri e puliti che la facevano assomigliare ad un angioletto. Sul viso aveva due grandi occhi che cambiavano dall’azzurro mare all’azzurro ghiaccio, erano vispi non si fermavano mai a fissare un solo oggetto dovevano sempre vagare qua e là donandogli un aria innocente,pura e un animo curioso. Illuminata dalla luna alta,rotonda e lucente ora il suo sguardo era triste, privata da un affetto che le era mancato negli ultimi 16 anni che aveva ritrovato da poco ma di nuovo perso per sempre.
Aveva il volto rigato dalle lacrime più pensava a lui e più piccole gocce d’acqua cadevano dai suoi occhi per percorrere tutto il volto. Era morto lo sapeva ma non voleva crederci, fin dall’inizio lo aveva ritenuto innocente era l’unica che la pensava così nonostante zio Lupin dicesse il contrario, aveva vissuto un infanzia felice grazie a suo zio acquisito e alla sua migliore amica. Entrambi non le avevano fatto mai mancare nulla, ma lei voleva lui,lui e solo lui. Lui prima di morire le aveva confessato un segreto, lei aveva paura di dirlo, zio Lupin e pochi altri ne erano a conoscenza, ma lei no, la sua gemella. Gemella per modo di dire perché erano assolutamente diverse, ma nel petto era come se battesse lo stesso cuore, nella testa li stessi pensieri, nell’anima lo stesso dolore.
Voleva essere forte, più che altro doveva esserlo, doveva confessarlo a lei, che ormai era l’unica rimasta della sua famiglia. Non aveva mai avuto una vera e propria famiglia, ma in un certo senso l’aveva sempre avuta perché affianco lei c’era zio Lupin che le aveva sempre dato amore e affetto e poi,anche se per poco, era ritornato suo padre.
Per il suo sesto anno sarebbe stata ad Hogwarts con la sua gemella come aveva promesso al padre, l’aveva promesso e doveva farlo.
Una volta lì le avrebbe confessato il segreto?
 
********************************************************************
 
Era una mattina di fine luglio e alla Tana ormai si erano svegliati tutti, la famiglia Weasley, Harry e Hermione che erano stati invitati per passare l’estate insieme ai loro amici.
Era il compleanno di Harry e la signora Weasley stava preparando il pranzo mentre tutto il resto della famiglia stava gustando la colazione.
C’era un’ atmosfera serena ciò che era successo nella stanza dei misteri era ormai solo un brutto ricordo anche se aveva lasciato un brutto solco nel cuore di Harry che aveva perso l’unica possibilità di avere una famiglia vera, un adulto su cui contare nel momento del bisogno e per aiuti paterni.
Tutti aiutavano la signora Weasley per il pranzo, c’era da fare per tutti. Sistemarono il giardino e posizionarono al centro un grosso tavolo.
Quel giorno passò veloce e tranquillo, tra il buon cibo, le risate e i ricordi.
Alla festa c’erano tutte le persone vicine ad Harry oltre alla famiglia Weasley al completo c’erano : Tonks, Malocchio, Hagrid e persino Lupin anche se aveva un’aria stranamente triste e pensierosa.
Era fine serata quando Hermione si avvicinò a Lupin.
-Come sta?-  gli chiese preoccupata.
-Chi?- la guardò un attimo confuso, ma poi capì –Ah, si bhe immagina…tu la conosci meglio di me,io non so cosa fare per lei... anche per me è stata una perdita importante. Comunque è da Daniele,se vuoi andare ad accertarti di persona del suo stato.-
-Si penso andrò a trovarla, in fondo sono la sua migliore amica, no?-
-Si vero amica… - disse Lupin con un tono strano e si allontanò lasciandola lì perplessa.
Hermione tirò fuori il suo cellulare, ogni tanto la tecnologia babbana poteva tornare utile. Digitò velocemente  un messaggio che diceva 
 
“M, sono dai Weasley, c’è anche Harry oggi è il suo compleanno…in in questi giorni, spero il prima possibile, vengo a trovarti.
Io sono qui, sempre e per sempreJ.
Mi manca passare il tempo con te”
 
Ci pensò un attimo e cancellò l’ultima frase.
 
“mi manchi…ti voglio bene.
H”
 
Era soddisfatta del suo messaggio, le ultime volte che avevano passato del tempo insieme avevano fatto una mega maratona di telefilm. Come due “ragazzine” si chiamavano come in Gossip Girl e usavano la frase “sempre e per sempre” di One Tree Hill.
Dopo la morte di Sirius si erano ripromesse di credere che qualcosa doveva essere per sempre e la scelta ricadde sulla loro amicizia, e di dirsi sempre tutto dalle cose belle a quelle brutte.
La risposta non tardò ad arrivare.
 
“Ti aspetto…M”
 
Era stranamente telegrafica, lei che di solito manda messaggi kilometrici …l’ultima volta che Hermione l’aveva vista erano state tutta la notte a parlare e a piangere  per poi finire addormentate tenendosi per mano.
Il ricordo della serata e del volto dell’amica le ritornò come un flashback, era stato disarmante vederla così. Lei che era sempre allegra e solare vederla triste e inerme per tutto ciò che aveva intorno era strano(/insolito).
Lei aveva come il potere di trasmetter alle persone vicine ciò che provava(felicità,tristezza,ecc), questa cosa aveva molto effetto su Hermione.In quel momento Hermione si abbandonò ai ricordi con un velo di tristezza negli occhi.
Ron che passava vicino a lei se ne accorse.
-‘Mione è successo qualcosa?-
-Oh Ron, no nulla- rispose prontamente con un debole sorriso –Andiamo a letto?-
-Si se no mamma potrebbe mettersi a sbraitare di nuovo-
E così i due si avviarono nelle rispettive stanze.
 
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Con la forchetta a mezz’aria intenta a mangiare un altro boccone guardò chi stava mangiando con lei. Ferma e decisa disse – Io voglio passare a casa mia, stasera, anche senza il vostro permesso. Velo dico perché è giusto dirvelo. –
Finita la frase sul suo volto comparì un sorrisetto furbo e compiaciuto. Ripose la forchetta, vuota del suo contento, vicino al piatto mentre su di lei si posarono due sguardi perplessi.
Finita la cena, la ragazza si preparò in tutta fretta e con Daniele uscì da casa per avviarsi verso la destinazione.
- Sono stata troppo cattiva con loro?- domandò la ragazza sentendosi in colpa.
- Se devo essere sincero direi di i, ma ormai sanno come sei fatta e non credo  si stupiscano più di nulla-
-Non hai tutti i torti…-
Camminarono in silenzio assaporando l’aria degli ultimi giorni di luglio fino a fermarsi davanti ad una casa.
Entrando nel cancello si passava per un giardino incolto dove dei ricordi delle cure dei proprietari ormai vi era solo l’ombra. La casa era imponente  anche se ormai disabitata.
La grossa porta di legno all’ingresso era intatta. I due ragazzi entrarono e la prima cosa che notarono era la polvere, tuo era ricoperto da uno spesso strato di polvere.
Sulle pareti c’erano tante foto, foto di singoli o gruppi, di persone sorridenti, felici o imbronciate. La ragazza si soffermò su una foto in particolare, la tirò giù, la prese, la pulìe la ripose nella sua borsa.
Esplorarono tutta la casa cercando frammenti della vita degli inquilini e ricordi da portare via. La ragazza entro in una stanza dalle pareti azzurre ingiallite daltempo dove la maggior parte dello spazio era occupata da due grosse culle, c’erano giochi e peluche ovunque. Le pareti erano tappezzate di foto in movimento, alcune erano proprio buffe. Prese due piccoli panda di peluche e si guardò in torno, sopra una cassettiera in legno notò un luccichio. Si avvicinò per vedere da cosa proveniva ed erano due piccoli medaglioni con disegnata una triscele ne prese in mano uno e sul retro c’era incisa una data esattamente 14/06/1980 e una lettera su una la M e sull’altro la H. Li prese entrambi e li ripose nella borsa continuando la perlustrazione della casa.
Girando si ritrovò davanti a delle scale che portavano ad alla porta della soffitta, si girò per chiamare Daniele quando sentì il rumore della porta che si apriva. La porta che prima era chiusa ora aveva uno spiraglio aperto. Incuriosita salì come attirata da qualcosa, aperta la porta si ritrovò davanti un sacco di cose vecchie. Vecchie macchine fotografiche, album e cimeli di famiglia. In un angolo abbandonato c’era un baule si avvicinò per aprirlo e dentro trovo un grosso libro impolverato. Con la mano tolse gran parte della polvere che si era depositata sulla copertina negli anni, rovistò nella borsa per cercare i medaglioni che aveva trovato poco prima. Era esattamente quello, il simbolo sui medaglioni era quello raffigurato sulla copertina del libro, lo sfogliò un attimo la prima pagina era bianca e nelle altre c’erano cose scritte in una lingua strana e incomprensibile.
-Daniele vieni a vedere cos’ho trovato-urlò la ragazza con un tono tra l’eccitazione e lo stupore.
Il ragazzo corse a raggiungere l’amica.
-Fammi vedere-disse il ragazzo incuriosito.
La ragazza gli passo sia il libro che il medaglione.
-Ecco ho trovato questo libro si chiama libro delle ombre, che nome strano…poi nella cameretta dove dormivamo due medaglioni uguali, quello che hai in mano ha inciso una M e l’altro una H…hanno lo stesso disegno del libro-
Il ragazzo fissò i due disegni sia sul medaglione che sul libro, poi prese il pesante tomo e lo sfogliò si accorse subito di quella strana pagina iniziale bianca e poi il libro era tutto scritto in una lingua a lui sconosciuta.
-Ma è illeggibile, che razza di lingua è??-
-Me lo sono chiesto anch’io…credi che lei potrebbe conoscerla?-
-Per quanto sia intelligente tua sorella non credo che la conosca-
Si guardarono un attimo smarriti per capire il da farsi.
-Io li porto via, i medaglioni sono nostri c’è anche la nostra data di nascita e il libro sicuramente era di mamma, magari le faccio dare un’occhiata comunque- e infilò il libro nella borsa ormai piena.
-Ok però ora andiamo che è tardi-
E si avviarono fuori dall’abitazione. Appena fuori casa si senti un bip. La ragazza estrasse dalla borsa il cellulare, la lettura del messaggio portò sul suo volto un debole sorriso e velocemente si apprestò a rispondere.
-Chi era?- gli chieste il ragazzo incuriosito.
-Hermione, dice che verrà a trovarci a breve- la frase fu accompagnata da un sorriso.
Il ragazzo rispose con un sorriso e ritornarono velocemente a casa.

 

to be continued...

 


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Dedico questa ff alle mie migliori amiche Daniela, Jessica e Simona...che mi sopportano e mi aiutano nella correzione(quindi se fa schifo è esclusivamente colpa loro XD).
  
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