Libri > Il diario del vampiro
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Autore: iosnio90    23/06/2011    9 recensioni
Nonostante i demoni siano stati sconfitti, le cose a Fell's Church non sono mai tranquille e un giorno, al pensionato, si scatena una furiosa lite.
Elena, confusa sui sentimenti che prova per Stefan e Damon, decide di lasciare Stefan e dare una chance a Damon.
Stefan la prende malissimo e, furioso, inveisce contro Elena e Damon.
L'unica che riesce a placarlo è Bonnie.
Stefan e Bonnie cominciano a passare sempre più tempo insieme finendo, addirittura, col diventare indifferenti alla relazione tra Damon ed Elena.
E se Stefan, deluso e arrabbiato a causa di Elena, scambiasse per amore il sentimento di grande affetto che lo lega a Bonnie?
E se tra Elena e Damon le cose cominciassero a prendere una brutta piega?
Riusciranno a riportare le cose alla normalità? Oppure arriveranno tardi e Stefan e Bonnie finiranno con l'innamorarsi per davvero? Damon riuscirebbe a sopportare una cosa del genere, se accadesse?
Qui non ci saranno mostri da combattere, ma solo loro e i loro sentimenti.
Naturalmente, da Donnie convinta, non può che essere una storia su di loro e chi mi conosce sa che adoro il lieto fine quindi...ma se avessi cambiato idea?
Leggete per scoprirlo....BACIONI...IOSNIO90!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eventi…particolari

La settimana successiva fu la settimana più lunga di tutta la vita di Bonnie.
I giorni sembravano interminabili e, fatta eccezione per le visite di Meredith, non aveva visto nessun altro.
In una situazione normale appena la noia si fosse fatta sentire Bonnie sarebbe uscita di casa per fiondarsi al pensionato, ma la situazione attuale non era per niente normale.
Come poteva presentarsi davanti ad Elena e dirle: “Ehi, lo sai, a proposito, quando hai scelto Damon non hai spezzato soltanto il cuore di Stefan, ma anche il mio perché io ero e probabilmente sono ancora follemente innamorata del tuo ragazzo!”?
Era assurdo che lei facesse una cosa del genere.
E poi c’era Damon…
Quella sera di sette giorni prima, dopo il bel discorsetto della signora Stones, lei e Damon avevano dormito di nuovo insieme, abbracciati. Ma al mattino dopo Bonnie si era sentita un verme, così aveva aperto gli occhi e si era voltata dall’altra parte. Un secondo dopo Damon era già andato via e da quella volta non era più tornato.
Nel frattempo il sonno di Bonnie era diventato sempre più agitato e, in media, si svegliava almeno quattro volte a notte.
L’assenza di Damon le pesava come un macigno, ma Bonnie sentiva che era giusto così o almeno voleva credere che era giusto così perché credere il contrario era troppo difficile e potenzialmente doloroso.
Così lei si rifugiava nelle sue belle bugie e tirava avanti cercando di restare il più possibile lontana da Damon.
Per quanto riguardava Stefan, non aveva né visto né sentito neppure lui in quei giorni e senza un motivo particolare.
Forse il fatto che Stefan riuscisse a leggerle dentro con soltanto un’occhiata e che quindi potesse capire cosa le succedeva e potesse metterla davanti alla verità dei suoi sentimenti la spaventava così tanto che aveva finito con l’allontanare anche il suo migliore amico.
Quel giorno, però, aveva deciso che non poteva più continuare a nascondersi e si era decisa a presentarsi ad una delle riunioni per il comitato d’organizzazione del ballo di beneficenza per il canile.
Era pomeriggio inoltrato quando, pronta per reinserirsi nella vita sociale di Fell’s Church, si chiuse la porta alle spalle e si ritrovò faccia a faccia con Stefan.
La sorpresa la bloccò un attimo.
“S-Stefan…..” - balbettò.
“Ehi! Stavo venendo a trovarti, ma a quanto vedo hai da fare...” - fece Stefan.
“Ehmm…si! Io…sto andando al Comune, nella sala che usano per le cerimonie e roba simile…Con Meredith diamo una mano per l’organizzazione di un ballo per raccogliere fondi per il canile!” - spiegò Bonnie - “Ma, se vuoi, puoi accompagnarmi! Ti va?” - gli propose sorridendo.
“Certo che ti accompagno!” - rispose Stefan illuminandosi.
Presero a camminare fianco a fianco, tranquillamente.
“Beneficenza per il canile, eh? Non me ne avevi parlato!” - esordì Stefan.
“Sì, hai ragione! A dire il vero ci sono già stati altri incontri, ma io li ho snobbati!” - rispose Bonnie.
“E cosa è cambiato oggi?” - chiese Stefan.
“Beh….non saprei…avevo voglia di uscire e vedere gente! E poi metti che un giorno di questi incontro per strada la segretaria del Sindaco e io non mi sono presentata a nessuna delle riunioni….finisce che mi devo pure sorbire la sua paternale sul fatto che non ho fatto nulla di buono per la mia città!” - rispose Bonnie.
“Ma davvero? E’ questo che dice? Nulla di buono per la città?” - fece Stefan.
Bonnie annuì.
“Ah…beata ignoranza!” - commentò Stefan con un profondo sospiro.
“Potrei sempre dirle che sono una strega e che, mentre tutti i ragazzi normali nei weekend vanno in discoteca, io e i miei amici, tra cui due vampiri che messi insieme hanno più di mille anni, ce ne andiamo in giro ad uccidere mostri!” - propose Bonnie, giocosamente.
“Potresti!” - fece Stefan - “Ma secondo me finisce che ti scoppia a ridere in faccia e ti consiglia di farti una vita e di lasciar perdere le repliche di Buffy in tv!”.
Bonnie scoppiò a ridere: “Potrebbe essere!” - commentò.
Risero entrambi di gusto mentre raggiungevano l’entrata del Comune.
Da lontano Bonnie poteva vedere Meredith che l’aspetta sulla soglia.
Lei e Stefan si fermarono e lui alzò una mano per salutare la loro amica.
Stefan aspettò che Meredith rispondesse al saluto prima di tornare a guardarla.
Adesso gli occhi verdi di Stefan avevano perso l’ironia e la giocosità di poco prima ed erano diventati seri e preoccupati.
“Stai bene?” - le chiese.
“Benissimo!” - fece Bonnie - “E tu? Come stai?” - gli chiese.
“Benissimo!” - rispose Stefan.
Entrambi avevano mentito ed entrambi sapevano che l’altro aveva mentito, ma non importava. Le parole facevano ancora fatica a venire fuori, ma a nessuno dei due servivano le parole. Perché come Stefan riusciva a leggere dentro Bonnie, così Bonnie riusciva a leggere dentro Stefan e vide la stessa sofferenza, la stessa confusione e la stessa paura di soffrire ancora che attanagliavano anche lei e le parole divennero superflue per entrambi.
Potevano anche mentire, ma entrambi conoscevano le verità nascoste dell’altro forse anche meglio di quanto conoscevano le proprie di verità.
Bonnie sorrise e abbracciò Stefan che la strinse a sua volta.
Fu un abbraccio forte e carico di conforto e comprensione per entrambi.
Quando si staccarono si sentivano già meglio.
“Ci vediamo!” - fece Bonnie.
“Poco, ma sicuro!” - rispose Stefan allontanandosi.
Bonnie restò un attimo ferma a guardarlo andare via, poi corse incontro a Meredith con una luce nuova negli occhi e una tranquillità che da troppo tempo non provava.
Meredith l’accolse sorridendo.
“Stefan ti mette sempre di buonumore!” - commentò.
“Questo è vero!” - riconobbe Bonnie.
Lei e Meredith entrarono nell’enorme edificio e percorsero i giardini fini ad arrivare ad una stanza enorme e altissima che tutti chiamavano la Sala delle Cerimonie e dove si svolgevano ogni tipo di eventi che venivano organizzati a Fell’s Chuch.
C’era caos e fermento ovunque. Il viavai di gente era quasi ipnotico e le enormi scatole piene di addobbi incombevano su Bonnie come grossi cumuli di pietra.
“Ragazze!” - le richiamò una voce alla loro spalle.
Bonnie si voltò ritrovandosi davanti la signora Hill, alias la segretaria del Sindaco, che andò loro incontro con un sorriso sulla faccia talmente finto da far quasi paura.
“Bene! Vedo che anche la nostra cara Bonnie ha deciso finalmente di tenere fede alla parola data e di unirsi a noi!” - commentò.
Ma prima che Bonnie potesse rispondere aveva già ripreso a camminare e a parlare indicando persone e cose.
“Come sapete, teniamo molto a questo evento e vogliamo che sia tutto perfetto, per questo motivo ogni persona ha un compito ben preciso da svolgere!” - cominciò.
Un attimo dopo si fermò davanti ad una enorme montagna di scatoloni e li indicò.
“Voi due starete qui! Qui dentro ci sono vari addobbi e striscioni. Quello che dovete fare è aprire ogni singola scatola, spulciare quello che c’è dentro, annotarlo, scegliere quali decorazioni sono le più adatte alla nostra serata e poi metterle tutte in altre scatole per poi consegnarle a me che provvederò a passarle a coloro che si dedicheranno ad addobbare la Sala! Intesi? Qualche dubbio?” - fece, sbrigativa, la donna.
“Solo uno!” - fece Meredith, pratica come sempre - “Ci sono delle indicazioni da seguire sulla scelta degli addobbi da utilizzare? Qualche preferenza?” - chiese.
“No! Avete carta bianca!” - rispose la signora Hill - “Confido nel vostro buon gusto!” - aggiunse.
Detto questo, sparì veloce come era arrivata.
Bonnie guardò la montagna di scatole davanti a se e sospirò, affranta.
“Insomma… ci ha preso per muli da soma!” - commentò.
Meredith assentì con un sospiro rassegnato: “Penso che sarà meglio cominciare!” - propose.
Afferrarono insieme la prima delle mostruose scatole e l’aprirono.
Bonnie cominciò a tossire a causa della nuvola di polvere che si sollevò.
“Sarà un lavoro davvero piacevole!” - disse, ironicamente, prima di immergere le mani tra gli addobbi.
Andarono avanti per ore ed erano ormai a metà dell’opera quando la signora Hill annunciò che per quel giorno avevano finito e che potevano tornare a casa.
Bonnie mollò subito la presa su ciò che aveva in mano.
“Meno male! Sono sfinita!” - disse.
“Anch’io!” - fece Meredith - “Mettiamo un po’ in ordine qui e poi andiamo via!”.
“Ok!” - rispose Bonnie.
Cominciarono a richiudere le varie scatole aperte e a mettere via i vari fogli su cui avevano annotato cosa poteva andare e cosa no.
Fu, più o meno, a quel punto che Meredith se ne uscì con un frase che lasciò Bonnie completamente spiazzata.
“L’amica che ha aiutato la signora Flowers e la signora Stones a nascondersi durante il periodo in cui voi eravate sotto incantesimo sono io! Io le ho aiutate!” - disse.
“Cosa? E perché mai lo avresti fatto?” - chiese Bonnie, con voce alterata.
“Perché hanno ragione, Bonnie!” - rispose Merdith - “Tutto il bel discorso che hanno fatto a voi, lo hanno fatto anche a me! Il giorno del pic nic le ho sentite dire cose strane così le lo seguite mentre loro seguivano voi e ho visto l’incantesimo. Le ho affrontate e loro mi hanno spiegato le loro ragioni ed io mi sono trovata totalmente d’accordo con loro! Voi quattro vi state rovinando la vita e non fate nulla per impedirlo!”.
Bonnie alzò gli occhi al cielo e prese a camminare su e giù davanti all’amica.
“Io non capisco! Come fai ad essere d’accordo con loro?” - chiese, esasperata.
“Bonnie, tu sai che ogni singola parola di quello che hanno detto è vera! Elena e Stefan dovrebbero stare insieme perché si amano e…beh…mi costa ammetterlo, ma…lo stesso vale per te e per Damon!” - rispose Meredith.
“Me se tu Damon lo detesti!” - protestò Bonnie.
“Oh, andiamo, Bonnie…chi non detesta Damon?” - chiese Meredith retoricamente - “Il fatto è che la signora Flowers e la signora Stones mi hanno fatto notare delle cose su Damon e su di te che io…beh…non ho potuto evitare di non rifletterci su! E alla fine ho finito con il dare loro tutta la ragione!”.
“Ah, davvero?” - fece ironica, Bonnie.
“Si!” - fece Meredith - “E se vuoi sapere proprio tutto: mi sento offesa, Bonnie!”.
“Offesa?”.
“Si! Io e te non siamo soltanto amiche, siamo come sorelle e tu non mi hai detto quello che provavi per Damon!!!” - rispose Meredith.
“E per questo ti senti offesa?” - fece Bonnie.
“Si e…beh…sento anche che mi dispiace!” - rispose Meredith addolcendo lo sguardo e la voce.
“E per cosa?” - chiese Bonnie.
“Per non averlo capito da sola! Ti ho lasciato soffrire in silenzio e sono stata così cieca da non vedere quello che ti succedeva!” - rispose Meredith.
Gli occhi di Bonnie si colmarono di lacrime.
Andò incontro all’amica e l’abbracciò stretta.
“Non devi fartene una colpa, davvero!” - le sussurrò - “Ma grazie, comunque!”.
“Quindi non ce l’hai con me per aver aiutato le nostre due vecchiette preferite?” - chiese Meredith guradandola negli occhi e sorridendo.
“Ultimamente stanno succedendo così tante cose strane che non riesco ad essere arrabbiata con nessuno!” - rispose Bonnie - “E l’unica cosa che voglio, adesso, è tornarmene a casa!”.
“Allora andiamo!” - propose Meredith.
“Si! Tu avviati all’uscita, io devo prima passare al bagno: voglio rinfrescarmi un attimo il viso!” - rispose.
“Ok! Allora ti aspetto fuori!” - fece Meredith.
Bonnie si voltò e corse in uno dei grandi bagni che c’erano sul retro della Sala.
Aprì un rubinetto a caso e fece scorrere l’acqua per qualche attimo prima di immergervi le mani e di spruzzarsela sul viso.
Uscì dal bagno insoddisfatta e bisognosa di una doccia e prese a massaggiarsi distrattamente una spalla mentre si avviava all’uscita.
Ad un tratto, una risata la bloccò.
“Stanca?” - le chiese una voce davanti a lei.
L’avrebbe riconosciuta tra mille.
Bonnie alzò gli occhi e Damon era lì, appoggiato allo stipite della porta della Sala delle Cerimonie.
“Damon!” - fece Bonnie a mò di saluto.
“Ciao streghetta! Allora..stanca?” - le chiese di nuovo.
Bonnie sospirò: “Non ho mai creduto possibile che organizzare una festa ti sfiancasse così tanto, ma adesso che lo so non mi farò più incastrare!” - rispose Bonnie.
Damon si limitò a sorridere e ad annuire.
Ormai Bonnie era arrivata sulla soglia e Damon le stava direttamente di fronte.
E, come qualche ora prima era successo con Stefan, Meredith era di nuovo lì, in lontananza, ad aspettarla.
Ma questa volta fu Meredith la prima a rivolgere un cenno di saluto a Damon a cui lui rispose con un gesto distratto della mano.
“Che ci fai qui? Come sapevi dove trovarmi?” - gli chiese Bonnie.
“L’ho letto nella mente di Stefan!”- rispose Damon con un’alzata di spalle.
“Ok, ma non hai risposto alla mia prima domanda: che ci fai qui?” - fece Bonnie.
L’espressione di Damon si fece improvvisamente seria e lui le si avvicinò prendendole una mano tra le sue.
“L’insonnia…è tornata!” - rispose Damon.
Bonnie sapeva bene a cosa si stava riferendo perché le stava succedendo lo stesso e sapeva bene cosa le stava chiedendo Damon, ma questa volta non avrebbe ceduto.
Scosse la testa: “No! E’ sbagliato, Damon! No!” - disse.
Un attimo dopo ritirò la mano e corse verso Meredith.
Damon la lasciò fare.

Stefan aveva lasciato Bonnie da qualche ora quando ritornò al pensionato.
Era andato a caccia nel bosco e poi aveva fatto una piccola sosta nella radura della grotta per riflettere un po’, esattamente come aveva fatto negli ultimi sette giorni.
Sentirsi sbattere in faccia che, nonostante tutti i tentativi che faceva, era ancora palese che fosse innamorato di Elena lo aveva ferito.
Dentro di se sapeva bene che quei sentimenti non si erano mai assopiti, ma almeno si consolava dicendosi che per il resto del mondo lui l’aveva superata ed era andato oltre.
E invece non era cambiato nulla e lui era di nuovo il vampiro stupido e rammollito che si ostinava a provare amore verso qualcuno che gli aveva spezzato il cuore nel modo peggiore e senza ritegno.
Patetico.
Era rimasto per giorni a crogiolarsi nella sua autocommiserazione tenendo tutti a distanza e persino poco prima, quando si era deciso a parlarne con Bonnie, le parole non avevano voluto lasciare le sue labbra.
Si consolava con il pensiero che Bonnie lo avesse compreso lo stesso, ma Stefan sapeva che, prima o poi, avrebbe dovuto affrontare l’argomento a chiare lettere.
Quando varcò la soglia del pensionato era ormai notte eppure Elena era ancora sveglia e vestita di tutto punto.
Se ne stava seduta sulla stessa panca su cui erano rimasti seduti vicini per un’intera notte, una settimana prima.
Stefan si sforzò con tutto se stesso di non sentire la profonda tenerezza che quel ricordo gli scatenava dentro per non correre il rischio di crearsi di nuovo false speranze.
Non appena lo vide, Elena gli sorrise.
Stefan le si avvicinò.
“Ancora sveglia?” - le chiese.
“Sto decidendo!” - rispose Elena.
“Cosa, se posso saperlo?” - fece Stefan.
“Ho nostalgia di casa, Stefan! Mi manca la mia famiglia!” - rispose Elena.
“E hai pensato di approfittare della notte per uscire e andare da loro, giusto?” - fece Stefan.
Elena annuì: “Ma non so se è la cosa giusta da fare….” - disse.
“E perché mai dovrebbe essere sbagliato?” - ribattè Stefan - “E’ normale che tu ne senta la mancanza e se vai lì e li spii da lontano senza che loro ti vedano….beh..non vedo qual è il problema!”.
Elena lo guardò negli occhi e sorrise.
“Tu sai sempre cosa dire!” - disse.
Stefan sorrise: “Suppongo che sta per arrivare Damon per accompagnarti…” - disse.
Elena scosse la testa: “Non ho detto nulla a Damon! E poi..beh..è da un po’ di giorni che non lo vedo!” - rispose Elena.
“Ah!” - fece Stefan - “Mi dispiace!” - mentì.
Elena si alzò all’improvviso e gli si parò di fronte.
“Accompagnami tu!” - gli propose, decisa.
Stefan rimase spiazzato.
“Ehm…io…” - balbettò.
Elena sorrise: “Adesso sei tu quello che ha bisogno di decidere?”.
Stefan sospirò e si arrese.
“Va bene!” - disse prendendole una mano e lasciandosi tutti i dubbi alle spalle - “Andiamo!”.

Dopotutto stancarsi così tanto non era poi così male se, appena messo piede in casa, si ritrovava ad avere un sonno terribile tanto che salire le scale le risultò quasi una tortura.
Era da giorni che Bonnie non si sentiva così…beh…così ben predisposta al sonno.
Aveva calcolato che, non appena si fosse messa a letto, si sarebbe addormentata in dieci secondi netti.
Così si fece una doccia alla velocità della luce, si infilò il pigiama, andò nella sua camera e si lasciò cadere a peso morto sul suo enorme e comodo letto.
Cominciò, lentamente, un conto alla rovescia a partire da dieci mentre le palpebre le si facevano sempre più pesanti.
Arrivata al numero cinque, Bonnie si addormentò profondamente…
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…Il sogno era vivido e reale come pochi altri.
Bonnie si trovava al centro di un enorme piattaforma bianca il cui perimetro era disegnato da piccoli faretti di luce gialla conficcati nel pavimento di marmo lucido.
Non c’erano né pareti, né soffitto: la piattaforma galleggiava nell’aria.
Intorno a lei tutto era buio e le stelle sembravano più vicine di quanto non fossero mai state, così come la luna.
Bonnie si avvicinò ad uno dei bordi e, cautamente, guardò in basso.
Ciò che vide la spiazzò.
Sotto di lei, cioè sotto la piattaforma, c’era la terra, terra intesa come pianeta Terra.
- Sono nello spazio? - pensò Bonnie.
“Benvenuta sul tetto del mondo, streghetta! Ovviamente..tetto del mondo per come lo immagino io!” - la voce di Damon le arrivò forte e chiara da dietro le sue spalle.
Bonnie si voltò subito e se lo ritrovò di fronte a poco più di un metro da lei.
Il suo primo istinto fu di chiedergli che cosa ci facesse lì, come faceva sempre, ma poi si diede della stupida e ricordò a se stessa che quello era tutto un sogno, il suo sogno e che il Damon che aveva davanti era solo frutto della sua immaginazione.
“Ed è qui che ti sbagli! Questo non è il tuo sogno, Bonnie, ed io sono reale!” - disse Damon rispondendo ai suoi pensieri.
Bonnie si accigliò.
“Cosa?” - chiese.
“Mi hai capito…” - ammiccò Damon.
“Aspetta! Tu mi stai dicendo che sei nella mia testa? Nel mio sogno?” - chiese.
“No!” - rispose Damon - “Ti sto dicendo che il sogno non è tuo, non lo hai creato tu, ma io! Io ho creato il sogno e poi te l’ho piazzato nella tua bella testolina addormentata!”.
Bonnie scosse la testa, incredula: “No, questo è assurdo! Non è possibile!” - disse.
“Si che è possibile!” - fece Damon - “In questo preciso istante, nella vita reale, tu te ne stai tranquillamente nel tuo letto e dormi, mentre io ti sto guardando dall’albero che sta di fronte alla finestra della tua camera e, nel frattempo, sto tenendo in piedi tutto questo!” - finì indicandosi intorno distrattamente.
“E questo cosa significa? Domani mattina che succederà?” - chiese Bonnie.
“Domani tu ti sveglierai normalmente e ricorderai ogni singola cosa successa nel sogno! Sarà come se tu mi avessi incontrato per caso e ti fossi fermata a chiacchierare!” - rispose Damon guardandola attentamente.
“E perché mai stai facendo una cosa del genere?” - fece Bonnie.
“E’ ovvio! Tu già mi evitavi di giorno e poco fa mi hai chiaramente detto che avresti cominciato ad evitarmi anche di notte..! Così ho pensato che se non vuoi vederemi nella vita reale, magari non avresti fatto tante storie in una vita irreale e costruita ad arte!” - rispose Damon.
Bonnie rimase in silenzio a guardarlo per qualche minuto prima di parlare.
“Ok, basta! Esci fuori dalla mia testa, Damon!” - disse.
“No!” - fece Damon, incrociando le braccia al petto.
“Come? Tu non puoi dire di no!” - protestò Bonnie.
“Si che posso!” - fece Damon - “E continuerò a ritornare nei tuoi sogni non appena chiuderai occhio fino a che non mi spiegherai qual è il dannatissimo motivo che ti fa credere che tenermi fuori dalla tua vita sia la cosa giusta!”.

“Non è bellissima?” - chiese Elena indicando la bambina che dormiva nel lettino al di là della finestra su cui tenevano fissi gli occhi.
Erano arrivati a casa Gilbert da pochi minuti e l’avevano trovata completamente al buio.
Dopo una breve visita alla finestra della sua vecchia stanza e alla finestra della stanza di sua zia, Elena gli aveva chiesto di portarla con se sull’albero di fronte alla finestra della sua sorellina e si erano fermati lì a guardare la bambina che dormiva beata insieme al suo enorme orsacchiotto rosa.
“E’ stupenda!” - rispose Stefan, sorridendo.
“Te lo dico io, Stefan: sarà Margaret la ragazza più bella che Fell’s Church abbia mai visto, non io!” - disse Elena con una nota di affetto e tenerezza nella voce che Stefan le aveva sentito poche volte e sempre e solo quando parlava della sorellina minore che aveva dovuto abbandonare troppo presto.
Le appoggiò una mano sulla spalla non appena vide una lacrima solcarle il viso.
“Mi dispiace!” - disse.
Elena si voltò a guardarlo: “Di cosa?” - gli chiese.
“Sei io non fossi entrato nella tua vita adesso tu staresti lì con loro!” - rispose Stefan.
Elena scosse la testa e gli accerezzò il viso provocandogli una sensazione talmente intensa ed elettrizzante da immobilizzarlo.
“Non devi sentirti in colpa! Se io non lo avessi voluto non mi sarei mai lasciata coinvolgere! Ma il mio amore per te è sempre stato così grande…” - disse Elena.
Stefan sbarrò gli occhi, mentre Elena gli sorrideva e continuava a tenergli la mano appoggiata sulla guancia.
Il suo tocco era fuoco.
Passarono interminabili secondi prima che Stefan si rendesse conto della situazione in cui si trovava e decidesse di porvi fine prima di farsi male.
Codardo? Decisamente, ma non gli importava.
Le afferrò il polso e le scostò la mano dal suo viso.
“Sarà meglio andare, adesso!” - disse e, senza aspettare la risposta di Elena, l’afferrò e saltò giù dall’albero.
Appena poggiarono i piedi a terra lui la lasciò e cominciò a camminare verso il pensionato.
“Stefan, aspetta!” - lo chiamò Elena.
Stefan si bloccò sul posto.
Elena lo raggiunse in fretta e gli sbarrò la strada.
“Ascolta, lo so che ti ho fatto male, ma io ci tengo ancora molto a te!” - gli disse - “Perdonami, se puoi!”.
“Non si tratta di perdono, Elena, ma di fiducia! Io non mi fido di te!” - rispose Stefan.
“Ed hai ragione, ma questo non significa che non possiamo avere una qualche sorta di rapporto, non credi?” - fece Elena.
“E Damon?” - fu la prima domanda a cui Stefan pensò.
Elena scosse la testa: “Qui non si tratta di Damon, ma di me e di te e di quanta voglia abbiamo di riallacciare un rapporto anche soltanto per essere amici!” - rispose Elena - “Tu vuoi essermi amico, Stefan?” - gli chiese.
- No, la tua amicizia non mi basta! - pensò, ma quello che rispose fu: “Si! Amici!”.
“Amici!” - fece Elena, sorridendo tristemente.

Un vento gelido aveva preso a sferzarle dolorosamente il viso e i capelli.
Damon era ancora davanti a lei e la fissava in attesa di una risposta.
“Allora?” - la incalzò.
“Damon, te l’ho già detto: incontrarci di nascosto, dormire insieme….è sbagliato!” - disse.
“E’ solo questo il problema?” - fece Damon.
“E ti sembra poco?” - ribattè Bonnie.
“Allora questa è la soluzione! Il sogno, intendo!” - disse Damon.
“E coma fa ad essere la soluzione? Spiegati!”.
“E’ un sogno, Bonnie, e nel sogno può succedere di tutto e puoi stare con chi vuoi! Qui non esiste giusto o sbagliato! E’ solo un sogno…nulla è reale!” - spiegò Damon.
“Ma noi lo ricorderemo, per noi sarà reale!” - sussurrò Bonnie.
Damon le si avvicinò e le mise le mani sulle spalle: “Perché, tu non fai mai dei sogni che poi il giorni dopo ricordi ancora? Questo sarà esattamente la stessa cosa!” - le disse.
Bonnie alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi.
“La stessa cosa?” - chiese timidamente.
Damon annuì, poi scese a lasciarle un bacio sulla fronte: “Al prossimo sogno, streghetta!” - le sussurrò tra i capelli.
Improvvisamente lui sparì e tutto intorno a Bonnie cominciò a tremare e a sparire, come in una televisione senza segnale.
Un attimo dopo, Bonnie riaprì gli occhi, mentre il sole sorgeva all’orizzonte.







NOTE:
Ciao a tutti e buon giovedì!!!!!
Come al solito, vi ringrazio per i commenti, i complimenti e per l'affetto che continuate a dimostrare verso di me e la mia storia!!!
Che dire....
Il discorso delle due signore ha sortito il suo effetto e da questo capitolo entriamo ufficialmente nell'ultima parte di questa fanfiction!!!
Questa parte sarà caratterizzata, come vi avevo già preannunciato, da le relazioni clandestine che i nostri protagonisti metteranno su.
Quindi..Elena e Stefan si ritroveranno sempre più spesso a fare passeggiate notturne da "amici", come quella di questo capitolo.
E Damon e Bonnie...beh...loro si incontreranno nei sogni!!!!XDXDXDXDXD
A proposito dei sogni che crea Damon....beh, giusto per farvelo sapere, questa capacità Damon non ce l'ha solo nel telefilm, ma anche nei libri....Infatti , se ricordate, in uno dei primi libri, il secondo se non sbaglio, Damon entra nei sogni di Elena per farle sognare quello che vuole lui!!!!
Beh..mi è sembrata carina come cosa, quindi.....
E poi...nei sogni può succedere di tutto!!!!XDXDXDXDXD

PS: Già da un pò di tempo avevo l'idea di aprire un blog per poter condividere con voi piccoli pezzi della mia vita quotidiana, immagini, foto, canzoni, ma anche la mie storie (che ci saranno tutte e che pubblicherò anche lì) e piccoli spoiler settimanali che vi lascerò lì prima dell'uscita dei nuovi capitoli!!!! Che ne dite?
Beh..io questo blog l'ho creato e a brevissimo lo inserirò nel mio profilo, altimenti vedrò di lasciarvi il link in qualche modo!!!!
Mi piacerebbe molto che lo seguiste......XDXDXDXD Allora? Che ne pensate?
A giovedì.....BACIONI..IOSNIO90!!!!

   
 
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