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Autore: Suriru    24/06/2011    4 recensioni
Erano passati ormai parecchi mesi dal ritorno di Piplup,ormai tutti a Borgo Tesoro si erano abituati ad avere due eroi in città,il nostro Team Pokéamici superò la prova finale e divenne una Squadra d’Esplorazione a tutti gli effetti.Tutto era felice e sereno,ma qualcuno muoveva i fili del destino.Stava succedendo di nuovo!Una nuova avventura attende i nostri eroi!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon Mystery Dungeon'
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Pokémon Mystery Dungeon

L’espansione dello spazio

Capitolo 14

Mai dire addio

 
Non era neanche l’alba, il sole non era ancora spuntato sulla riga dell’orizzonte, ma Chimchar era già sveglio. Erano passate circa due settimane da quando i suoi amici erano scomparsi e da due settimane stava cercando informazioni su Dialga, l’unico che li avrebbe potuti far tornare indietro. Ma quel giorno si sarebbe dedicato ad un’altra cosa. Dopo quello che era successo lui e Chimy avevano vissuto al promontorio Sharpedo e durante il giorno cercavano informazioni e salvavano Pokémon come squadra d’esplorazione. Da quel giorno a Borgo Tesoro evitavano di usare parole come “sparire” e “addio” in loro presenza. Quella mattina, definiamola così, Chimchar aveva una commissione da sbrigare e anche di fretta. Senza far rumore per non svegliare Chimy, prese da sotto il suo letto un fazzoletto che serviva sicuramente ad avvolgere qualcosa. Furtivo e senza farsi sentire uscì diretto a Borgo Tesoro.
 
La città era deserta, non poteva che esserlo a quell’ora! Eppure Chimchar stava cercando qualcuno, e li aveva trovati.
“Scusate ragazzi per il ritardo, ma non volevo farmi sentire da Chimy.” disse arrivando di corsa
I fratelli Kakleon lo stavano aspettando davanti al loro negozio.
“Non ti preoccupare, siamo appena arrivati. Hai portato l’oggetto che ci avevi descritto?”
“Certo!”
Si misero intorno al banco del negozietto, Chimchar prese il fazzoletto, lo poggiò sul tavolo e lo aprì. Dentro c’era un ciondolo rotto in due di un rosso vivo. Era il ciondolo di Chimy, il cuore di fuoco!
“Siete sicuri di riuscire ad aggiustarlo?”
“Anche a migliorarlo se vuoi.” dissero loro osservando bene la pietra
“Davvero?”
Loro annuirono.
“Torna stasera e tutto sarà pronto.”
“Non so proprio come ringraziarvi.”
“Figurati, voi ci avete salvato due volte. Questo ed altro.”
Chimchar intanto stava tornando al Promontorio Sharpedo. Mancava circa un’ora all’alba, poteva dormire ancora un po’. Arrivò, si sdraiò sul letto e si riaddormentò profondamente.
 
Erano passate circa due ore e questa volta a svegliarsi era stata Chimy. Il sole era sorto da poco e sembrava una giornata splendida. Chimy vide vicino al suo letto Chimchar che dormiva beatamente. Lei ormai doveva tutto a quel Pokémon: da quando i loro amici erano scomparsi, lui le era sempre stato accanto, l’aveva tirata su di morale quando era a terra e quando la mancanza di Piply era troppo forte, ma anche lui si sentiva così, o anche peggio. Lui aveva già perso un amico mentre adesso ne aveva persi molti, eppure si prendeva cura di lei e cercava di andare avanti. Lo invidiava. E poi…quel Pokémon la faceva sentire strana, certo, stava bene con  lui , ma era sempre molto imbarazzata in sua presenza. Da giorni si poneva sempre una domanda: era innamorata di Chimchar? Forse, neanche lei sapeva rispondere.
Intanto però era ora di preparare la colazione. Andò verso l’angolo dove tenevano le scorte di cibo, prese delle bacche, due piatti e…trovò un piccolo modo per ringraziarlo.
 
Il sole era alto nel cielo, era arrivata l’ora di svegliarsi per Chimchar. Mai aveva fatto una dormita così lunga. Però qualcosa non quadrava: di solito Chimy lo svegliava prima, molto prima. Che avesse scoperto tutto e che avesse frainteso? Di scatto si alzò dal letto e vide una cosa piuttosto strana. La Chimchar aveva acceso il fuoco, sopra ci aveva messo una scodella piena d’acqua e di bacche e affianco un’altra scodella con dentro un fazzoletto macchiato di succo.
“Buongiorno, dormito bene?” chiese lei notandolo
“Eh? Ah, sì, molto bene.” rispose  “Che stai facendo?”
Chimy sorrise “Preparo la colazione.”
“Ah,sì?” disse lui alzandosi “Non avevo mai notato che la preparavi in modo strano.” scherzò
Lei rise “È una colazione speciale. Guarda!”
Dietro la Pokémon Scimpanzé  c’erano delle scodelle piene di succo di bacche di tutti i tipi, anche se sembravano più una purea.
“Umm…”
“Che c’è?” chiese notandolo perplesso mentre metteva delle bacche appena bollite in un’altra ciotola. Lui gliele prese di scatto.
“Ho un’idea per rendere il succo migliore.”
Detto questo lanciò in aria le bacche, saltò e usò l’attacco Sfuriate mentre ricadevano nella scodella. Erano tutte tagliate a pezzettini, sarebbe stato più facile ricavarne il succo.
“Bravissimo!”
“Però adesso ho fame. Che tipi di succo ci sono?” domandò indeciso su quale prendere
“Alla baccapesca, baccaliegia, baccamora e baccabana.” rispose indicandoli uno per uno Chimy
“E quello?” disse Chimchar indicando una ciotola con un liquido rosso fuoco
“Sei un intenditore! Quello lo avevo preparato per me perché è il mio preferito: alla baccamodoro.”
“Cosa? Anche le baccamodoro sono le mie preferite! Ma…sono piuttosto forti. Non preferiresti un succo più dolce alla bacca pesca o alla baccabana?”
Adesso lei lo guardava storto, ma allo stesso tempo divertito “Mi spiace. Ci hai provato, ma non ci sei riuscito! Il succo alla baccamodoro è mio.”
Chimchar fece una finta faccia delusa “Uffa, non è giusto.” e si misero a ridere di gusto tutti e due
 
La giornata era passata normalmente: per tutto il giorno avevano cercato informazioni sulla Torre del Tempo e Dialga, ma non avevano ancora trovato niente. In compenso il dolore di due settimane prima era diminuito, come se la convivenza tra loro due fosse servito a sorreggerlo per non farlo crollare. Ormai era tardi, era arrivato il tramonto. Stavano tornando al promontorio quando a Chimchar era venuta un’idea:
“Ehi, che ne dici di andare un attimo al Kakleon Market?”
“Cosa? E perché mai?” gli chiese
“Beh, potremmo chiedergli se hanno delle baccamodoro, così domani mattina prepariamo degli ottimi succhi.”
Dopo quella mattinata aveva trovato la scusa perfetta per darle il suo regalo. Chimy ci pensò un attimo. Poi sorrise.
“D’accordo!”
 
Erano davanti al negozio.
“Benvenuti.”
I fratelli Kakleon erano spuntati da dietro il balcone ed erano pronti per la recita.
“Vorremmo delle baccamodoro, per favore.” disse nel suo solito tono dolce Chimy
“Subito.” e come erano apparsi, sparirono, per poi riapparire pochi secondi dopo “Ecco a voi.”
Avevano in mano un sacchettino pieno di bacche e uno strano pacchetto
“Che cos’è?” l’istinto curioso di Chimy non si faceva pregare di uscire fuori
“Aprilo e lo scoprirai.” le disse Chimchar
Era per lei? Da parte sua? Cosa poteva contenere? Beh, l’unico modo per saperlo era aprirlo. Istintivamente sentì il battito accelerare, neanche lei sapeva il perché, ma dentro quel pacco c’era qualcosa di veramente speciale. Lo aprì e dentro trovò una collana con un ciondolo rosso fuoco a forma di cuore, rivestito a metà di metallo e allacciato ad una catenina. Era il suo ciondolo, il cuore di fuoco riparato. Era rimasta senza parole.
“Te l’ho regalato perché in questi giorni eri sempre triste e non mi piaceva vederti così. Allora ho chiesto ai fratelli se potevano fare qualcosa e questo è stato il risultato. Spero che ti piaccia.”
Subito lei lo abbracciò e si mise a piangere dalla gioia.
“Oh, grazie…È il più bel regalo che qualcuno mi abbia mai fatto. Grazie, grazie.”
Chimchar era rimasto bloccato dall’imbarazzo, ma cercò di riabbracciarla sforzandosi di sorridere e di non rimanere impacciato. Intanto i fratelli Kakleon si scambiavano un cinque e un’occhiata di vittoria.
 
Dopo quello che era successo, avevano deciso di fare ancora un passeggiata ed erano diretti alla spiaggia. Camminavano a distanza di un metro e ad ogni passo Chimchar si avvicinava sempre di più a Chimy. Adesso voleva confessarle tutti i suoi sentimenti, sentiva che era il momento giusto. Ma lei fu più veloce.
“Dimmi una cosa, Chimchar.” si era fermata e lo guardava con il viso gioioso, le braccia dietro alla schiena e il nuovo ciondolo al collo “Perché mi hai fatto questo regalo?”
Lui avvampò. Prima aveva dato una mezza spiegazione, ma non era sembrata una dichiarazione. Questa era la volta buona.
“B-Beh, ecco…l’ho fatto perché…non volevo vederti così abbattuta…perché… mi devo prendere cura di te…perché ti voglio bene” a volte era una fortuna essere un Pokémon di fuoco, nascondevi meglio l’imbarazzo
“Ah, ok.” e si rimise in marcia
Chimchar, invece era rimasto indietro a darsi dei pugni sulla testa
Scemo, scemo, scemo! Non potevi dirle semplicemente “Ti amo” o “Mi piaci” ? Questa non sembrava una dichiarazione!
Ci avrebbe riprovato. Continuavano a camminare come prima e lui cercava sempre di avvicinarsi per prenderle la mano, ma anche questa volta lei fu più veloce.
“Beh, per quello che hai fatto ti meriti un premio.” gli prese la mano e gli scoccò un bacio sulla guancia
Chimchar rimase pietrificato, con l’imbarazzo alle stelle. Cosa significava? Che gli piaceva? A giudicare da come gli sorrideva e da come le teneva la mano, direi di sì! Lui invece sorrideva come un beota. Beh, l’amore era così. Si sentiva leggero come una piuma, sentiva che poteva toccare il cielo con un dito. Era riuscito a dichiararle i suoi sentimenti (anche se veramente era stata lei a fare il primo passo). E sempre tenendosi per mano continuarono la loro passeggiata.
 
Arrivati alla spiaggia lo spettacolo fu meraviglioso: i Krabby erano usciti allo scoperto per fare le bollicine, il sole si stava nascondendo dietro il mare diventato di un colore vicino all’arancione e i suoi raggi creavano mille arcobaleni riflessi nelle piccole sfere che fluttuavano nell’aria. Anche loro si fermarono ad ammirare il paesaggio, ancora tenendosi per mano.
“È bellissimo! Non ho mai visto un tramonto più bello! E tu, Chimchar?” gli chiese Chimy con gli occhi che brillavano dalla gioia
“Sì, due volte.”
“Davvero? Quando?”
“Beh, quando…” e qui non riuscì ad andare avanti
Fino a quel momento si tenevano mano nella mano, ma improvvisamente la sua presa divenne meno forte e le lasciò andare la mano. Chimy se ne accorse e si preoccupò.
“Cosa c’è che non va?”
“No,no niente. Solo che…” il suo tono di voce era assente e il suo volto scuro, poi la guardò come per rincuorarla “Questo tramonto l’ho visto quando ho conosciuto Piplup e quando lui è ritornato. In tutti e due i casi era così bello il cielo.” finì alzando la testa
Chimy si sentiva malissimo. Si erano ripromessi di essere forti e di non parlare più di quello che era successo fino a quando loro non fossero tornati, mentre ora era stata lei a rievocare quei sentimenti tristi. Sentendosi in colpa si mise a piangere. Chimchar la sentì singhiozzare e cercò subito di rincuorarla.
“Ehi, perché piangi? Non sarà stato mica per quello che ho detto? Non preoccuparti, io sto bene. Andiamo,non essere triste.” cercava di aiutarla, ma anche lui ci soffriva e visto che lei continuava, iniziò a preoccuparsi seriamente “Ti prego Chimy, smetti di piangere. Andrà tutto bene, ma ora smettila. Non mi piace vederti così.”
Lei lo abbracciò continuando a piangere. Neanche lei voleva essere più triste, ma non ci riusciva.
E neanche lui.
 
Molto più lontano, qualcuno era alla ricerca di qualcosa di molto importante: erano settimane che Dialga cercava i suoi poteri. Era venuto a conoscenza di quello che era successo e voleva rimettere tutto a posto, ma senza poteri si sentiva inutile,e sapeva di esserlo. Mentre vagava per la foresta vide davanti a se una lucina rosa che fluttuava nell’aria. Si fermò. La lucina si fece sempre più grande fino a diventare delle sue dimensioni e da essa apparve Palkia. Dialga non sembrava sorpreso di vederlo.
“È molto tempo che ti cerco, sai?” gli disse il padrone dello Spazio
“Cosa vuoi?” se pure fossero come fratelli,tra loro due non correva buon sangue
“Sono venuto a ridarti ciò che è tuo. In cambio voglio che tu gli aiuti.”
Sapeva benissimo di chi stava parlando.
“Lo avrei fatto anche se tu non melo avessi chiesto.”
Palkia lo prese come un sì. Dal suo petto uscì una lucina azzurra che volteggiava in aria verso Dialga ed entrò nel suo corpo. Subito sentì di nuovo la forza fluire nelle sue vene. Si sentiva rinato: erano tornati i suoi poteri. Senza neanche degnare Palkia di uno sguardo mise una zampa davanti per darsi vigore e ringhiò.
“GROWWWWW!”
 
Alla spiaggia Chimchar tratteneva a stento le lacrime mentre Chimy invece continuava a piangere tra le sue braccia. Lui gettò lo sguardo al luogo dove aveva conosciuto l’amico scomparso e…per un attimo credette di avere le allucinazioni, ma poi si convinse.
“Chimy…guarda…”
Con gli occhi ancora pieni di lacrime lei lo lasciò e si girò. Proprio lì, vicino a quelle pietre quattro vortici di luce stavano iniziando a prendere forma davanti ai loro occhi. Increduli e speranziosi si avvicinarono lentamente. Quelle luci si fecero intense piano piano si unirono per creare una forma, anzi, quattro, e riapparvero coloro che non credevano di poter rivedere.
“Piply!”
“Chimy!”
Le due amiche senza pensarci un attimo si abbracciarono e scoppiarono in lacrime.
“Sono qui…sono tornata Chimy!”
Chimchar era andato incontro a i tre che ancora non capivano quello che era successo.
“Siete tornati! Siete qui, siete a casa!” le lacrime gli sgorgavano dagli occhi come se fossero state due cascate
“Sì! È meraviglioso amico mio!”
 
Finalmente erano diretti a casa, tutti e sei. E sei sarebbero rimasti. Piply e Chimy erano in testa chiacchierando del più e del meno, soprattutto del nuovo ciondolo di Chimy, Grovyle e Celebi, al contrario, parlottavano fitto fitto, di che cosa non si sa, mentre Piplup e Chimchar chiudevano la fila. Silenzioso, Piplup si avvicinò a Chimchar e gli sussurrò qualcosa all’orecchio.
“Ehi,senti. Se regalo anche io un ciondolo così a Piply secondo te accetterà di diventare la mia ragazza?”
Chimchar aveva già la battuta pronta.
“Mah,  può darsi che ti dica di sì solo per  la collana. Sai com’è.”
Lui si offese.
“Cosa intendi con “Sai comè”?”
“Solo la verità.”
Divenne tutto rosso dalla rabbia e si mise rincorrere Chimchar, che si stava divertendo un mondo e avrebbero continuato così per sempre tutti quanti insieme.
Quella sera il cuore di fuoco era più splendente che mai, era il simbolo della loro amicizia, dapprima divisa, ma poi riparata e migliorata.

L'Angolo di Piplette
BWAAAAAAA!*piango come una disperata*
Ho finito! Ho finito! Che cosa triste" *mi soffio il naso rumorosamente*
Ma ho ancora una cosa da dire: grazie,a tutti voi che avete letto dall'inizio alla fine sopportandomi e a coloro che hanno recensito ad ogni capitolo. E secondo voi la storia finisce quì? Chi lo sa! Forse ci sono ancora delle avventure che attendono i nostri eroi dietro l'angolo.
Mi basta augurarvi buona lettura per tutto quello che leggerete
Alla prossima fic
                                                                                                      la vostra Piplette

  
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