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Autore: Dazel    24/06/2011    2 recensioni
«Mi dispiace tanto. Ehi, James- mi stai schiacciando una bruciatura da un po'» Il ragazzo si staccò velocemente, «Scusa!» Ted approfittò del momento per afferrargli un polso e tirarselo vicino, poi posò le labbra su quelle del più piccolo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Sirius Potter, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Letti di ospedali e baci


«Ardemonio!»

Il Mangiamorte che aveva scagliato l'incantesimo si smaterializzò ancor prima che questo divampasse, investendo il campo con le sue tremende fiamme. Ted rimase scosso per qualche istante, prima di rendersi conto che se fosse rimasto per un altro solo minuto sarebbe sicuramente morto. Con la bacchetta stretta in mano e il sudore gelido che gli scendeva giù per il collo si camminava lontano dal campo, cercando di scorgere tra il fumo qualche suo compagno. La tenda di Winston esplose con un boato tanto forte da traumatizzargli l'udito, ogni suono era ovattato ed era impossibile distinguere un grido da un albero che cadeva a terra. Dove prima c'era la tenda del medimago, ora si innalzava una coltre di fumo rosa maleodorante, che irritava tremendamente la trachea. Mise il piede su qualcosa inavvertitamente, perse l'equilibro e cascò. Era un cadavere, ma era impossibile capire di chi fosse. Le bruciature erano profonde sulla faccia, il collo era pieno di piaghe. Una mano forte e pesante si posò sulla sua spalla, alzò lo sguardo per un attimo e riconobbe Louis Weasley. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma le viscere gli si rivoltarono e tutto si fece buio. Si erano smaterializzato al san Mungo.

«Il campo-» disse Ted in un sussurro, sembrava turbato «I ragazzi erano lì» concluse. Louis scosse la testa «Tutti quelli che sono sopravvissuti sono già stati ricoverati. Pensavamo fossi morto, è una fortuna che ti abbia visto. Stavo per andarmene.» Il metamorfomagus guardò l'altro con gratitudine, che rispose con un gesto della testa. Era sempre stato così tra loro – non c'era mai stato un grande bisogno di parole. Un'infermiera pallida e dall'aria disordinata gli si avvicinò e strappò con un gesto secco la manica del suo mantello «Ehi!» si lamentò il ragazzo, ma la donna lo zittì rapidamente «E' una grossa bruciatura e sospetto ce ne siano altre, devi essere medicato immediatamente!» Louis si avvicinò alla donna «Phil sta bene?» l'infermiera ci pensò un attimo, poi annuì «Probabilmente non in grado di camminare per un po', ha delle bruciature che necessiteranno diverse cure, ma se la caverà. Tornerà a proteggere il mondo magico entro pochi mesi»

Portarono il metamorfomagus in una stanza, lo spogliarono rapidamente e incominciarono e cospargergli il corpo di unguenti. Bruciavano, ma sapeva che gli avrebbero permesso di sopravvivere e di non riscontrare infezioni, quindi sopportò. Era successo tutto in maniera così improvvisa che non era stato in grado di reagire. Eppure, era abituato agli attacchi. Faceva l'Auror da quattro anni e raramente si era ferito in modo tanto serio. «Resteranno le cicatrici» disse la donna «Quelle più grosse – sul fianco e sulla schiena non spariranno mai. Se ti medicherai bene, quelle sul collo e sulla schiena passeranno.» esitò piano e lo guardò negli occhi «Dobbiamo toglierti un po' di pelle dalle gambe e metterla sulle bruciature più gravi.» Ted annuì confuso, sentiva ancora i suoi come se indossasse dei paraorecchie, erano morbidi e ovattati. La testa gli girava pericolosamente, non aveva veramente idea di cosa stesse consentendo alla donna, né di cosa stesse per capitargli. Tutto ciò che voleva era sopravvivere e capire.

Si svegliò diverse ore dopo in un letto di ospedale con Harry Potter sulla soglia della stanza che lo osservava. La luce entrava dalla finestra, era chiara e fredda. Era incredibile quello che era accaduto, ora che si sentiva un po' più lucido si rendeva conto che probabilmente quel Mangiamorte non poteva essere stata che una visione. Non esistevano più i seguaci di Voldemort, il signore Oscuro che avevano studiato ad Hogwarts era stato definitivamente sconfitto più di venti anni prima. Forse la paura lo aveva accecato, forse aveva avuto una visione. «Stai bene?» domandò il signor Potter, avvicinandosi con passo cauto e lento al suo letto.

«Penso di sì» dichiarò. Era felice che il suo udito fosse tornato a posto, anche il mal di testa era passato e a parte il dolore nelle parti del suo corpo che erano state bruciate si sentiva incredibilmente in forma. «Quanti ne sono morti?» domandò poi a bruciapelo. Harry sospirò pesantemente «Non penso sia il momento per una domanda del genere. Ti sei appena svegliato, vuoi bere un bicchiere d'acqua?»

Il quel momento Ted si rese conto di avere la bocca secca e impastata. Annuì, domandandosi da quanto tempo era chiuso in quella camera. «I sopravvissuti stanno bene?» domandò ancora, insistentemente. Harry riempì con dell'acqua il bicchiere che era sul comodino e glielo passò «Alcuni sì, altri erano troppo gravi. Per rispondere alla domanda di prima, eravate in ventuno e ne siete rimasti nove. Nessuno ha visto chi ha lanciato la fattura che ha scatenato l'incendio.» Ecco perché era lì, per chiedergli se aveva visto qualcosa. Ted si domandò se fosse il caso di rispondere o meno, dopo tutto era certo fosse stata una visione. Pensò che avrebbe dovuto comunque comunicarlo, «Ciò che ho visto non poteva essere nient'altro che un'allucinazione, temo»

«Cos'hai visto, Ted?» gli occhi verdi di Harry erano profondi e seri, come si poteva arrivare a mentirgli o a nascondergli qualcosa senza sentirsi piccoli e insignificanti sotto quello sguardo? Aveva davanti a sé l'uomo che aveva salvato il mondo magico, e sebbene lo avesse sempre considerato una sorta di padre non poteva che sentirsi in soggezione «Un Mangiamorte. È ridicolo, dato che sono tutti ad Azkaban e non hanno nessuno a cui obbedire. Eppure sono certo di averne visto uno, con il lungo mantello nero e una maschera d'argenti in faccia. Ha lanciato Ardemonio contro un gruppo di tende ed è sparito un secondo dopo averlo fatto.»

«Perché gli altri non hanno visto nulla? Rispondimi in maniera logica, non razionale. Se c'era un Mangiamorte, perché non l'ha visto nessuno?»

Ted deglutì, tese una mano e piegò lentamente le dita – era piuttosto intorpidito, aveva bisogno di sgranchirsi un po'. Pensò un attimo a come rispondere e poi disse «Era molto buio e molti Auror erano nelle loro tende. Io, Peter, Phil e Gordon eravamo di guardia. Quando è apparso era a una quarantina di metri da me, ero pronto a dare l'allarme ma si è voltato e gli ho visto la maschera. Sono rimasto spaesato per un secondo, uno solo, ho tirato fuori la bacchetta ed ero pronto e chiamare rinforzi, ma è stato più veloce; ha scagliato Ardemonio ed si è smaterializzato.»

«Scarsa visibilità, dunque» disse Potter. Si era seduto sul bordo del letto e continuava a guardarlo, come se lo stesse studiando con quegli occhi color giada. Ted strinse le labbra «Sì, presumo di sì. Ma ovviamente non è per questo il motivo per cui nessuno ha visto il Mangiamorte, il motivo è perché nessuno lo ha visto è che non c'è mai stato. Forse l'ho sognato, non ne ho idea. So solo che avrei dovuto lanciare l'allarme nell'immediato e non l'ho fatto. Sono un pessimo Auror.»

«Non ne hai avuto il tempo» fece Harry comprensivo «Ted, sei uno degli Auror migliori che abbiamo in servizio. Se hai visto un Mangiamorte è normale che ti sei sentito smarrito, è una reazione più che comprensibile. È possibile che il mago oscuro si sia servito di un molliccio come diversivo e che abbia colpito da un altro punto.» A Ted sembrò un ragionamento estremamente sensato, se non fosse che non aveva mai temuto particolarmente i Mangiamorte. Ma forse, su un campo in mezzo a una radura, la cosa più spaventosa che poteva capitargli era proprio un Mangiamorte e per quel motivo il molliccio aveva preso quella forma. Era possibile ed era sicuramente più logico della sua versione «Mi dispiace. Non sono riuscito a riconoscerlo.»

«Ardemonio è una fattura estremamente potente. Anche se avessi lanciato l'allarme il mago, se quello che avevi davanti era un molliccio, non sarebbe cambiato assolutamente nulla. Non darti colpe che non hai e cerca di rimetterti. Sono tutti preoccupati a casa. James continuava a insistere di voler venire, pensava che gli mentissi quando gli dicevo che eri vivo» Harry rise leggermente, strappando un sorriso a Ted «Ho parlato con la dottoressa, in settimana potrai ricevere visite.»

«Grazie mille, capo.»

«Capo? In questo momento sono solo un padrino apprensivo che è venuto ad assicurarsi che il suo figlioccio stesse bene»

+

«Ted!» James balzò sul letto dell'ospedale e, senza preoccuparsi di sembrare ridicolo o infantile – cosa che in genere lo irritava parecchio, voleva sempre sembrare “figo” e cose del genere – lo abbracciò avvolgendo le braccia contro il suo collo. «Ahio!» fece Ted, ridendo. Il ragazzo aveva toccato senza volerlo con un braccio una bruciatura «Oh, Teddy, scusa scusa scusa!» disse l'altro guardandolo negli occhi «Stai bene? Papà mi ha raccontato tutto! Sono morte così tante persone! Sono felice che tu sia vivo! Non è stata assolutamente colpa tua, quindi non pensarci ok? Oh Ted sono stato così in pensiero! Quando hanno chiamato papà per dirgli che c'era stato un attacco al campo dove eri stato mandato in missione mi si è raggelato il sangue nelle vene! Non riuscivo a chiudere occhio e mamma era davvero esasperata perché diceva che se non la piantavo mi avrebbe ucciso! Ero così agitato! Papà è stato fuori tutta la notte è quando è tornato aveva l'aria davvero davvero preoccupata e ho pensato che fossi morto! Mi ha detto che stavi bene ma non ci credevo! Oh, Ted, sono felice che tu stia bene!»

Il ragazzo aveva parlato così velocemente che il metamorfomagus aveva perso il filo almeno tre volte durante il discorso. Lo strinse piano e ridacchiando disse «Mi spiace per te, Jamie, ma sono duro a morire.»

«Ted,» disse il castano, guardandolo con aria seria. I suoi occhi erano diversi da quelli del padre, ma conservavano la stessa intensità «Ho avuto paura, non farmi più preoccupare così.»

Il ragazzo annuì lentamente «Mi dispiace tanto. Ehi, James- mi stai schiacciando una bruciatura da un po'» Il ragazzo si staccò velocemente, «Scusa!» Ted approfittò del momento per afferrargli un polso e tirarselo vicino, poi posò le labbra su quelle del più piccolo e lo guardò negli occhi fin quando l'altro – superando la sorpresa iniziale – non li chiuse e il metamorfomagus fece lo stesso. Lecco piano le sue labbra, prima di intrufolarci la lingua all'interno. Come aveva immaginato, la bocca del piccolo Jamie era calda e aveva un sapore dolce. La lingua del ragazzino sfregò deliziosamente contro la sua e i loro denti sfregarono un po', ma nessuno dei due se ne preoccupò. Continuarono così fin quando non terminarono il fiato, poi James si staccò piano e posò la fronte contro quella del più grande, rimanendo il contatto con le sue labbra solo grazie a un filo di saliva, sottile e lucido.

«Wow» ansimò.

«Già» disse Ted leccandosi «Wow.»

«Quando starai meglio-» fece James «Dobbiamo farlo ancora – oh, non sai da quanto tempo desideravo che tu lo facessi, io-» Ted interruppe il fiume di parole che James stava per liberare baciandolo a stampo. «Lo so, invece. Penso che non me ne sia accorto? E poi le tue lettere sono troppo affettuose e hai odiato Victoire intensamente finché non ci siamo lasciati. Non sopportavi di vederla.»

«Beh, ora non dovrò più preoccuparmi che tu vada in giro a fare il farfallone con le ragazze, suppongo.» farfallone? Pensò divertito Ted «Umh, no, proprio no!» ridacchiò e poi lo baciò ancora, giurando a sé stesso che non avrebbe mai più fatto a meno di quelle labbra.

   
 
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