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Autore: _Mimmi_    24/06/2011    2 recensioni
Quando qualcuno ti manca, che sia una persona, o un gatto, o un cane o non so cos'altro, il dolore è forte. E' forte perché la morte è terribile, è l'unica cosa di cui io ho paura, ma non per me, per gli altri...perché è doloroso perdere qualcuno da un giorno all'altro, qualcuno che amavi.
Coast
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao piccolino,

oggi sono un anno e centodieci giorni che tu non ci sei più.

Mi manchi sai?

Manchi a tutti, a dir la verità.

È strano non averti più in casa, anzi, non è strano, è doloroso.

È doloroso non sentire più il miagolio -che un tempo definivo fastidioso- ronzarmi nelle orecchie.

È doloroso entrare in cucina e credere di essere pazza perché, accortami della mancanza delle tue ciotole, le cerco e poi penso “Ma cosa sto facendo? Lui è morto”.

Già, tu sei morto, te ne sei andato...mi hai lasciata.

Hai abbandonato la nostra promessa.

Te la ricordi non è vero?

Ti ricordi quando da piccola ti dicevo “Io e te moriremo insieme e se tu muori prima io ti seguo”?

Peccato che non ho potuto seguirti, peccato che tu abbia infranto la nostra promessa.

Certe persone sono così tremendamente sciocche: mi danno a me della sciocca per questa sofferenza, ma loro non capiscono.

Non capiscono il nostro rapporto, non posso capire quello che ci univa.

Perché tu per me eri un fratello, c'eri da prima della mia nascita e io sono cresciuta con te. Sono cresciuta abituata alla tua presenza costante perché avevi paura ad uscire di casa.

Quindi potresti chiarire i miei pensieri e spiegarmi come potrei, in un anno e centodieci giorni, abituarmi a questa mancanza se per quattordici anni sono stata abituata ad un “Costanza e Mirtillo”?

Non posso, è semplice.

Magari più in là penserò a te con un sorriso, penserò al mio gatto come un dolce ricordo del mio passato.

Ma ora no, ora fa ancora troppo male!

Fa male perché vorrei stringerti tra le mie braccia, anche se poi tutti i tuoi lunghi peli grigi si attaccherebbero al mio vestiario;

desidero sentire la tua lunga lingua rasposa solleticarmi la mano e la guancia;

sogno sentire il tuo respiro affannato entrarmi prepotentemente nelle orecchie come quando dormivamo nel mio letto, uno accanto all'altro.

Semplicemente desidero che tu non te ne sia mai andato o che tu possa tornare da me.

Perché ho bisogno di specchiarmi nei tuoi occhi giallo-verdi; necessito della tua presenza come ho bisogno dell'aria.

Tu eri la mia aria.

E Dio solo sa quanto vorrei venirti a trovare:

far volare le mie parole di Addio nell'aria e trapassare la terra con le mie lacrime nostalgiche e addolorate.

Ma non posso...non ho un mezzo e nessuno è disposto a portarmici.

Ti ricordi quanto volevi assomigliare a noi cucciolo mio?

Quando provavi a mangiare con le zampe?

O quando mangiavi i nostri stessi cibi?

Tu ci amavi a tal punto e noi anche, perché la tua perdita ci ha distrutto...tutti, nessuno escluso!

Ho parlato di te anche nel mio libro sai? Beh, non potevo non farlo, sei stato importante per me e non potevo non parlarne. Vuoi sapere cosa ho scritto?

“ <<Come spiegavo, questa palletta è salita sull'auto. Era tutta grigia, ma il muso, le zampette e la pancia erano di un candido bianco. Mia madre decise di tenere quest'ammasso di pelo e così dopo vari controlli si seppe che aveva più o meno un mese e che era un maschio. I miei genitori lo chiamarono Mirtillo. Che nome buffo!>>. Sorrisi al pensiero di quel nome e gli altri anche lo fecero. <<Dopo due anni nacqui io e fondamentalmente il punto dove volevo arrivare è che avevo questo gatto da quattordici anni. Il nostro era un legame fantastico. A pensarci era come se fosse stato un fratello maggiore per me, gli affibbiavano quasi più diritti della sottoscritta. Gli volevo un bene dell'anima, era speciale! Ogni qual volta mi vedeva triste veniva là e si faceva coccolare, mi guardava, con quegli occhi verdi-giallastri, nel modo dolce che solo lui era in grado di fare e con tutta la sua grazia si sedeva su di me incominciando a leccarmi il dorso della mano per farmi stare meglio, per farmi sentire che lui c'era e che non mi avrebbe abbandonata. Era cresciuto da quando lo avevano trovato. Era grande e molto peloso, sembrava una palla di lardo, ma in realtà era solamente pelo. Lui voleva essere come noi e dico sul serio. Ogni tanto, quando c'era un posto vuoto a tavola, si sedeva con noi e ci osservava, ci studiava. Non ci chiedeva cibo, o per lo meno non sempre, ci esaminava solamente mangiare, ci osservava per poter imparare. Delle volte l'ho sorpreso a cercare di prendere il cibo con le zampe e in quei momenti ridevo per ciò che provava a fare. Non capivo che ci volesse così bene al punto di voler essere uguale a noi. Una volta ha persino mangiato la senape perché vedeva noi che la mangiavamo assieme al pollo! La notte, prima di andare a dormire, lo trovavo sempre spaparanzato sul mio letto, proprio sulla maglietta che avevo deciso di indossare il giorno dopo. In quei momenti, inizialmente, mi arrabbiavo, ma poi, come incominciavo a giocarci, mi passava e lo facevo dormire nel letto con me. Ma non, io sotto le coperte e lui sulla coperta in fondo dove si trovavano i miei piedi. No! Lo facevo dormire sotto le coperte assieme a me. Perché lui era il mio fratellino, era come me e non dovevo lasciarlo là fuori al freddo. Ricordo ancora il suono del suo respiro affannato che mi entrava con prepotenza nelle orecchie. Pensate che da piccola gli dicevo sempre “Tu non morirai prima di me, morirai insieme a me”, ma quanto mi sbagliavo. Verso Novembre dei miei quattordici anni gli fu diagnosticato un tumore all'intestino. Il veterinario disse che si sarebbe potuto curare se non fosse che aveva diciassette anni e che quindi c'era il rischio che facendogli l'anestesia totale potesse non risvegliarsi più. Stetti davvero malissimo, ogni volta mi chiudevo in camera a piangere per ore intere senza interruzioni. Vederlo in quello stato, peggiorare giorno dopo giorno mi faceva male. Vederlo che si rifiutava di mangiare, lui che non faceva altro che quello. Avevamo deciso di metter fine al suo dolore con una puntura, sarebbe dovuto venire il veterinario a casa nostra per farlo, perché nessuno di noi ne aveva il coraggio, ma lui ci precedette. Ci volle togliere quel peso. Così, il 6 Marzo alle 3:04 della mattina Mirtillo morì. […] Ora voi potrete pensare: quante scene, era solo un gatto. Ma no, lui era molto di più. Era speciale e non lo dico perché era mio. Chiunque lo vedeva se ne innamorava, era dolcissimo, non ti mordeva mai, tranne se gli davi fastidio. Ma comunque non era quel morso che ti faceva male, era quel morso di avvertimento. Ti teneva compagnia anche se non faceva niente, stava lì in silenzio e ti restava accanto. Era il fratello maggiore che non ho mai avuto, gli parlavo dei miei problemi, mi vedeva piangere. Quando è morto non ho provato niente, solo un grosso vuoto. Inizialmente vi dirò...ero triste proprio perché non provavo dolore, pensavo di non essere normale, di essere insensibile, o addirittura di aver esaurito tutte le lacrime a mia disposizione prima che morisse. Ma poi, dopo cinque mesi, una canzone mi fece pensare a lui e tutto quello che non avevo provato per lui mi scoppiò nel petto, le lacrime iniziarono a scendere e il dolore a espandersi per tutto il corpo. Una mia amica mi disse che avevo fatto così perché il mio cervello voleva difendersi dal dolore e aveva come innalzato delle barriere protettive. Ma quanto ha fatto male quando alla fine è arrivata la botta>>.

Già piccolo mio, quanto ha fatto male...ho realizzato solo allora che tu eri morto, che tu non c'eri più.

Solo all'udire le parole di “invece no” ho realizzato che tu non eri più con me, che te ne eri andato.

Sai? Tutti riescono a sfuggire dal tuo ricordo, ma non io. Non io che sono costretta a stare a casa, io che ti ho visto morire tra le mie carezze.

Te lo prometto, ti prometto che troverò qualcuno che mi porti da te.

Perché ne ho bisogno, ho bisogno di sentirti vicino, di carezzare la terra sotto la quale ti trovi.

Ciao piccolo mio, riposa in pace.


http://imageshack.us/photo/my-images/197/pagehfe.jpg/

   
 
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