Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Nykyo    09/03/2006    13 recensioni
Una one-shot nata in una sola notte. L'insonnia mi fa di questi strani effetti. E, per la gioia di chi non ne può più di sentirmi ripetere sempre lo stesso nome, sappiate che, una volta tanto, il protagonista principale del racconto non è Severus Piton. Chi è? Sta a voi indovinarlo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sono vecchio!

 

 

Sono vecchio, davvero molto vecchio.

Per dirla tutta, sono più vecchio persino di Albus Silente.

Povero Albus. Mi dispiace che abbia fatto quella fine, anche se è l’uscita di scena più adatta a lui che io possa immaginare.

E io so perché ha voluto morire così, ucciso dal suo più fidato collaboratore, nel luogo che più amava al mondo.

Hanno fatto bene a seppellirlo nel parco, vicino al lago. Se io avessi avuto voce in capitolo, è proprio lì che avrei detto a tutti loro di lasciarlo riposare. Non posso pensare ad una scelta migliore.

Albus ne sarà stato felice e onorato. Io credo che lo sia stato, almeno. Sempre che dopo la morte si rimanga in contatto con questo mondo anche senza diventare fantasmi.

Invece, è un peccato che il Professor Piton sia stato costretto a fuggire così, come un vigliacco, nel bel mezzo della notte. Un vero peccato.

Perché Severus non è affatto un codardo, io lo so, lo conosco sin da quando era un ragazzino troppo magro e pieno di insicurezze.

Sì, avete capito bene, conosco Severus Piton da una vita. A dire il vero, credo di conoscerlo meglio di chiunque altro, forse anche meglio di quanto non abbia mai fatto Albus, che pure sapeva bene con chi aveva a che fare.

Chissà perché adesso tutti si sono messi in testa che Silente si fosse rimbambito a credere in Piton? Ma io so che non è vero. Lui si fidava ciecamente e faceva bene. Se avesse saputo tutto quel che so io, si sarebbe fidato ancora di più.

Perché?

Ovvio, perché io sono al corrente anche dei segreti più intimi e inconfessabili di quel burbero giovane mago sempre vestito di nero. Di ogni singolo segreto, desiderio, sentimento, sorriso, o lacrima.

Ha sempre vestito a lutto, sin da bambino, Severus. Ma non è sempre stato infelice, non tanto quanto lo è da che ha lasciato che i suoi ideali lo accecassero e gli macchiassero  crudelmente la coscienza.

Poi è tornato sui suoi passi, ma ormai aveva ucciso anche il calore che gli albergava nel petto.

Albus sacrificandosi voleva, tra l’altro, salvargli la vita, ma avrebbe dovuto saperlo che Piton è morto sedici anni fa.

Però, forse, il buon preside sperava che prima o poi anche il cuore del suo ex alunno avrebbe ripreso a battere sul serio, magari grazie al ragazzo, Draco. Doversi occupare di lui, avere la possibilità di preservare la sua innocenza, potrebbe dimostrare a Severus che anche lui ha un anima che può essere ancora salvata. Credo che Albus ci abbia pensato, mentre prendeva la decisione di infliggergli un simile dolore. A me piace immaginare che sia così.

Come faccio a sapere tutte queste cose?

Perché sono vecchio, ve l’ho detto.

Forse, l’essere sempre stato circondato dalla magia, l’averla assorbita, respirata, ogni giorno, fin dal mio primo giorno, mi ha reso quasi immortale, persino più di quanto non lo sia Voldemort. E io non ho nemmeno dovuto uccidere per riuscirci. Ammetto che la cosa mi riempie di soddisfazione.

L’omicidio mi fa orrore, il sangue non mi è mai piaciuto, anche se ne ho visto spargere tanto, molto di più di quanto non avrei desiderato.

Sono stato anche a contatto con la pietra filosofale, una volta.

Oh, pensare a quanto Voldemort ha desiderato quel sassolino insulso…

A me non serviva, io sono longevo anche senza ricorrere a certi trucchetti.

Ne ho vista di acqua cadere dal cielo, e di stagioni susseguirsi l’una all’altra.

Ma Tom Riddle non può capirlo, lui non arriverà mai, per quanto si sforzi, ai miei stessi traguardi.

Nemmeno riguardo alla conoscenza. Io la so molto più lunga di lui!

Conosco un infinità di incantesimi. Alcuni sono davvero sciocchi e inutili, ma, magari, divertenti, altri sono elevati, difficili da pronunciare o anche solo da compiere, persino eleganti. E poi, ce ne sono di terribili e oscuri, pericolosi e letali, ma anche affascinanti, purtroppo.

Io mi intendo di pozioni, sono avvezzo al fumo denso che sale dai calderoni ribollenti di lucido ottone e gli ingredienti più strani e introvabili non sono un mistero per me.

La divinazione non mi fa impazzire, ma non posso dire di non avere nozioni anche in questo campo, sebbene non abbia il dono di pronunciar profezie, come quella strampalata di Sibilla Cooman.

Volete sapere quanti e quali oggetti possono essere trasfigurati in un’altra determinata forma? Io saprei dirvelo, e potrei fare altrettanto riguardo alla trasformazione delle persone.

So un mucchio di cose sulle antiche rune, sull’erbologia, sulla cura delle creature magiche, sebbene quest’ultima non l’abbia mai amata molto e l’abbia sempre osservata con distacco e poco interesse.

Nominatemi una materia dello scibile magico, e io, potete credermi, non cascherò certo dalle nuvole.

Difesa contro le Arti Oscure? Conosco anche quella alla perfezione.

Io sono vecchio e, quindi, so tutto.

Come dite? Storia della Magia? Ma figuratevi. Quella è la materia in cui sono più preparato.

Basta dire che ho conosciuto un’infinità di maghi famosi.

Horace Lumacorno crede di potersi vantare del suo piccolo club di celebrità, ma non può assolutamente fare a gara con me, perderebbe senza possibilità di scampo.

Un giovanotto come lui, chi volete che abbia frequentato mai?

Ma io, che sono un vero vegliardo, posso dire con orgoglio di aver conosciuto i fondatori delle Case in persona. Sì, sì, proprio quei quattro: Godric, Salazar, Tosca e Priscilla.

E non stupitevi se li chiamo per nome, io posso permettermelo, nessuno di loro ci troverebbe niente da ridire.

Naturalmente non dovrei dirlo, non è carino essere parziali, ma, se proprio siete curiosi, posso confessarvi che Tosca e Priscilla erano le mie preferite. Adoro lo spirito femminile, la grazia delle fanciulle, specialmente di quelle che stanno appena sbocciando per farsi donne. Gli uomini, invece, con tutti i loro sogni di gloria, quanto sono sciocchi a volte.

Ma sto divagando. Parlavamo dei quattro maghi che fondarono la scuola di magia e stregoneria più rinomata d’Inghilterra.

Anche Godric non era male, forse solo un tantino troppo perfettino a volte, ma un ottimo mago, una cara persona, estremamente onesto e coraggioso, proprio come si racconta.

Salazar, invece… in fondo mi piaceva anche lui, era così curioso e assetato di conoscenza. Un po’ troppo ambizioso però. Un vizio che quelli della sua Casa non hanno mai perso.

Comunque, nemmeno lui aveva segreti per me. Io sono sempre stato al corrente anche dell’ubicazione della sua Camera nascosta. Molto prima che venisse scoperta da chiunque altro, io sapevo già dove si trovava. Ma a me nessuno l’ha mai chiesto.

Poi c’è Potter, la celebrità odierna, il “predestinato”.

Conosco bene anche Harry, con quei suoi occhialetti rotondi, la cicatrice a forma di saetta, i capelli sempre in disordine.

E’ un caro ragazzo il giovane Potter, così coraggioso e puro. Se solo non si ficcasse perennemente nei guai. Ad ogni modo, anche quando lui non vuole, sono i guai che vanno a cercarlo.

Poverino, ha sofferto molto nella sua breve vita e temo che abbia ancora molto dolore davanti a sé da affrontare, ma è in grado di farcela a sopportarlo e uscirne a testa alta.

Albus ha sempre creduto nelle sue capacità e anch’io ritengo che, se saprà smussare alcuni lati del suo carattere ancora acerbo, Harry diventerà un uomo di cui i suoi genitori sarebbero stati estremamente orgogliosi. Sarà perfetto, non appena imparerà che il mondo non è o bianco o nero, che esiste anche il grigio e bisogna saperlo apprezzare. A me piacciono sia la luce che l’ombra.

Vi rivelo un altro piccolo segreto, ma non ditelo a nessuno, d’accordo.

Bene, io adoravo Lily Evans, era così carina con quei capelli rossi fiammeggianti e gli occhi più verdi delle foglie a primavera. La piccola Ginny Weasley le assomiglia abbastanza, nulla di strano che piaccia tanto ad Harry anche perché inconsciamente gli ricorda sua madre.

James, mi chiedete? Poi non dite che sono di parte, solo perché sono affezionato a Severus Piton e mi preoccupo per lui. Ma, se proprio devo dire la mia, James non mi ha mai fatto né caldo né freddo. Sì, un ottimo cercatore, un bravo ragazzo, non lo sto negando. Magari appena un po’ troppo sbruffone, in tutta franchezza. Nulla di più, anche se mi è dispiaciuto per la sua fine orribile.

Però, non voglio dire bugie, non sta bene alla mia età, mi sono rammaricato di più per la fine di Frank e Alice. Per Neville è così pensoso saperli in quello stato.

Io personalmente non ho mai visto come sono stati ridotti, ma immagino che sia uno spettacolo straziante.

A volte mi domando che stia peggio tra Harry e Neville. Perdere i genitori, senza quasi averli conosciuti deve essere un dolore tremendo, ma forse col tempo uno riesce a farsene una ragione.

Invece, il giovane Paciock ha i genitori vivi, può addirittura andarli a trovare, ma è peggio che se fossero morti. Chissà? Io non ho mai provato nulla di simile, quindi non posso giudicare. Quei due ragazzi mi fanno entrambi una gran tenerezza.

Certo è un dispiacere per me pensare che a ridurli così sia stata Bellatrix Black. Lei mi piaceva tanto. Capelli neri, labbra scarlatte, e un fascino che è già potere, sebbene lei non ne sia stata sempre consapevole.

Bè, ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di particolare in Bella, come la ricerca di uno scopo ultimo, il desiderio di guardare a un fine, piuttosto che ai mezzi, la voglia di una fiamma che la facesse veramente ardere. Che questo faro verso cui volgere i suoi passi potesse essere Voldemort, per lei, me l’aspettavo, dopo tutto, però ugualmente non mi va giù che lei sia arrivata a tanto.

E come lei tanti altri, che ho conosciuto e che si sono votati ad un mago oscuro troppo ambizioso, più ambizioso ancora di Salazar Serpeverde il suo antenato. Anzi, no, non è corretto dire votati. Questo è un termine che va bene per Bellatrix, ma non certo per un opportunista scaltro come suo cognato Lucius Malfoy, o per sua sorella Narcissa che sa ancora preferire i suoi cari, o per i tanti vigliacchi o senza cervello come Peter Minus o Tiger e Golyle.

Gran bell’accozzaglia di servitori ha raccolto Tom, intorno alla sua bandiera.

E non ditemi di non chiamarlo Tom. A ciascuno il suo nome, io dei nomi non ho timore, il mio, ad esempio, mi piace immensamente, ma non ci trovo nulla di fuori dal comune.

Colui-che-non-deve-essere-nominato, Tu-sai-chi… che sciocchezze. Un nome non uccide nessuno, se non gli si dà il potere di farlo.

Tom l’aveva intuito, anche per questo ci teneva all’epiteto di Lord Voldemort. Voleva un nome importante, perché il suo è troppo banale per incutere paura e reverenza. Dico, ma avete un’idea di quanti Tomas esistano sparsi per l’Inghilterra? Voi vi inchinereste a baciare la veste di un mezzosangue di nome Tom, o lo fareste piuttosto con un mago il cui solo esotico soprannome richiama cupi e terribili segreti?

Però io l’ho conosciuto come Tom Riddle l’orfanello e nulla e nessuno mi convincerà mai a chiamarlo in un altro modo. E che appellativo dovrei usare, poi? Oscuro Signore? Per carità, non sono mica un Mangiamorte io.

Va bene, qualche volta anche a me scappa di chiamarlo Voldemort, ma resta pur sempre quello che è.

Eppure, è riuscito a travolgere l’esistenza di tante persone, mentre giocava con la propria umanità nel tentativo di sottrarvisi. Sono stato ingiusto nel dire che i suoi seguaci sono un branco di idioti.

Devo pur riconoscerglielo, Tom ha saputo guastare un’intera generazione di giovani maghi e tanti di loro erano così promettenti. Maghi di prim’ordine, a prescindere dal casato di appartenenza, come Rodolphus Lestrange.

Se solo quei giovani uomini esaltati dall’idea di cambiare il mondo avessero capito qual’era il loro vero valore e che non risiedeva affatto nel loro albero genealogico, ora sarebbero liberi di lottare davvero per migliorare le cose.

Ma non hanno compreso e lui ha potuto ingannarli facendogli credere che i suoi metodi sanguinari sono gli unici metodi possibili.

Però ci sono buone speranze che la ruota abbia ripreso a girare per il verso giusto.

Naturalmente, la maggior parte dei maghi, soprattutto dopo la morte di Silente, non la pensa così.

Hanno paura, anche quelli che non intendono rinunciare a combattere. Un gran timore che questa volta non ci sia scampo.

Non è così. Dovrebbero tener conto delle nuove generazioni, far credito ai giovani di ciò che meritano. Saranno i giovani a rimettere a posto le cose.

E non mi riferisco solo a Harry Potter, o al suo gruppetto di amici, anche se sicuramente usciranno da questa guerra insensata coperti di onori e, spero ardentemente, ancora vivi.

Draco Malfoy è quello che mi da più da pensare. Mi ha fatto intravedere liete speranze quel ragazzo. Se col cognome che porta, con la tradizione che gli pesa sulle spalle, innamorato di suo padre com’è, ha saputo percepire l’orrore del comando ricevuto e rifiutarlo, vuol dire che qualcosa è cambiato dai tempi in cui la Casa di Serpeverde era un cenacolo di futuri Mangiamorte.

Deve essere anche merito di Narcissa, del suo cuore che, battendo al ritmo che solo una madre conosce, ha plasmato Draco rendendolo meno simile a suo padre di quanto non sembri.

Mi chiedo se persino Lucius non potrà trarne giovamento un giorno. Staremo a vedere.

Intanto, passato il dolore per la perdita di Silente e lo smarrimento dell’essere stati lasciati senza guida, ci penseranno i membri dell’Ordine a continuare la battaglia accanto a Harry.

Minerva McGranit non è una sciocca, se la caverà, anche se mi secca dannatamente che non abbia saputo cogliere determinati indizi. Conosceva Albus quasi quanto me, possibile che non abbia capito niente? O forse, sì, ha capito più di quel che vuol dare a vedere…

Lei non si lascerà abbattere facilmente, comunque vadano le cose. Non si direbbe a guardarla oggi, ma era un tipino delicato e dolce da studentessa. Ligia ai propri doveri, rispettosa delle regole, molto diligente e posata, certamente. Però, avreste dovuto vederla come l’ho vista io, intenta a sospirare d’amore con il volto imporporato dalla sua prima cotta. Non ci credete? Perché mai dovrei mentirvi? Cosa ci guadagnerei a dire una simile bugia? E’ la pura verità. Andiamo, non mi dite che la cosa vi stupisce. Non penserete che Minerva abbia conosciuto sempre e solo l’autunno? E’ stata una fanciulla a primavera anche lei, come tutte.

Ma sto perdendo di nuovo il filo del discorso, avete ragione.

Dove eravamo rimasti? Ah, sì, parlavamo dell’Ordine della Fenice.

Scusatemi, è un argomento che mi rattrista un poco.

Che devo dire, io non ne faccio parte, anche se sono al corrente di un’infinità di cose su tutti i suoi membri. Però, quando penso al numero 12 di Grimmauld Place, mi sento un po’ tagliato fuori.

Capricci da vecchio sciocco, ne sono consapevole. Nemmeno io sono perfetto.

Non dovrei brontolare e lamentarmi, dovrebbe bastarmi tutto quel che so.

Ma sono un po’ vanitoso, mi tocca riconoscerlo.

Ad esempio, mi piace il fatto che vengo quasi sempre a sapere le cose prima di chiunque altro e con maggiori dettagli.

Prendete Lupin. Io non ho avuto bisogno della soffiata di Piton per sapere che cosa gli capitava nelle notti di luna piena, quando i suoi amici si trasformavano contro ogni regola in cane, cervo e topo. Povero Remus, che tremendo tiro gli ha giocato la vita e quanto si disprezza per quello che è. Se solo, quando era ragazzo, non avesse continuamente finto di non vedere ciò che meno gli piaceva, io credo che lui e Severus sarebbero potuti essere amici. Hanno entrambi lo stesso brutto vizio, quello di condannarsi.

Però Remus non voleva aggiungere un’altra diversità alla sua, gli pareva che così sarebbe stato ancora più solo e triste, perciò si è aggrappato ai suoi tre amici, soprattutto a quella testa matta di Sirius Black e a James Potter. Felpato e Ramoso; l’idolo delle ragazze e l’asso del Quidditch. A quel tempo Remus preferiva avere su di sè almeno quel riflesso dell’ammirazione altrui. I suoi amici erano popolari, e lui lo era tramite loro, o fingeva che fosse così. Ma non gli è servito ad essere felice, fino ad ora. Forse avrebbe fatto meglio a non essere ipocrita ed affrontare il mondo solo con le proprie forze, come sta tentando di fare adesso.

No, non sono troppo duro con lui, so quel che dico. Lui stesso ne è cosciente.

Avreste dovuto leggere la lettera che scrisse a Severus per ringraziarlo di aver preparato per lui la pozione, donandogli finalmente delle notti di luna piena quasi normali. Poi però non l’ha mai consegnata. E’ finita nel camino quella pergamena, e un’ulteriore possibilità di far nascere un rapporto finalmente sincero se n’è volata via con la cenere lungo la scura canna fumaria, fino a disperdersi nel vento scozzese. Preferisco non pensarci, o divento malinconico. Fosse per me dovrebbero andare tutti d’accordo.

E poi forse sono solo un sognatore. E’ probabile che, se anche quelle parole fossero arrivate a destinazione, sarebbe stato Severus a imporsi di ignorarle.

Inutile pensarci, ormai.

Volete sapere ancora di Tom Riddle? Non dovreste essere tanto curiosi sul suo conto, rischiate di trovarlo affascinante. A suo modo lo è.

Se lo temo, nonostante il suo elegante soprannome non mi faccia impressione?

Sì, fino ad un certo punto ho paura di lui. Potrebbe rovinare tutto, per colpa sua io potrei rimanere solo. Sarebbe terribile!

Non mi importa l’idea che Voldemort potrebbe coinvolgere anche me, che sono sempre stato neutrale, nella sua guerra al punto da distruggermi. Non è una cosa a cui io dia peso.

Ma la solitudine mi atterrisce. Io sono destinato a restare ancora in questo mondo molto molto a lungo, salvo che qualcuno o qualcosa non decida che è giunta la mia ora. Ci pensate che tremendo destino essere così longevo e rimanere privo di compagnia?

Vuoto e solo, che tristezza. Non voglio che a causa di Tom mi capiti una tragedia simile.

Per questo, quando ho visto il Marchio Nero risplendere in cielo ho avuto paura.

Ho provato dolore la notte in cui Albus si è immolato, ma lo spavento è stata la cosa peggiore.

Mi sono visto abbandonato, buio, gelato, senza più pianto né risa a rattristare o rallegrare le mie orecchie, senza più lo scalpiccio dei passi di tanti piedini frettolosi o il delizioso chiacchiericcio degli studenti. Senza più me stesso e tutto quello che sono.

Cosa mi rimarrebbe, se davvero Minerva chiudesse la scuola? Solo Pix e i tanti fantasmi che non sanno darsi pace, come il povero Nick. Una cara persona davvero, quando era ancora vivo, ma da quando il suo boia ha compiuto un lavoro così maldestro non gli riesce più di pensare che al suo collo semireciso. Un tantino noioso, non trovate?

No, non sopporterei una cosa del genere, mi manca già troppo Albus che si aggira per il suo studio borbottando o chiacchierando con i ritratti dei suoi predecessori. Mi mancano i sospiri che sfuggivano dalle labbra sottili di Piton quando finalmente solo con se stesso nel suo sotterraneo dava sfogo a quel che resta del suo cuore.

Non voglio perdere anche tutti gli altri, io sono solo un vecchio inutile senza di loro, in mancanza delle loro vite che mi scorrono davanti. Senza gli insegnanti e gli studenti, se non ci fossero più lezioni, io che cosa sarei? Solo un malinconico, cupo castello vuoto, privo della sua adorata magia, con le torri che svettano inutili verso un cielo in cui nessuno più cavalca una scopa.

Preferirei crollare domani, pietra su pietra, fino a sgretolarmi, piuttosto che sopportare lo strazio dei miei corridoi deserti, della Sala Grande innaturalmente silenziosa, con una volta ridotta ad essere solo un banalissimo soffitto.

Dite che vi dispiace per me, perché io sono solo un antico edificio e non posso combattere per la mia salvezza? Vi sbagliate, non dovete rammaricarvi, non sottovalutatemi.

Tra le mie mura possenti si sono formati fior di maghi, e non hanno imparato solo a compiere incantesimi. Non sono solo divenuti potenti. Io stesso, con la mia atmosfera, con le mie scale stregate, con tutto il mio essere ho contribuito a quel che quei maghi sono diventati, persino, temo, quelli di loro che hanno scelto il male.

Io sono Hogwarts e ho la mia arma per sopravvivere, anche se non sono io ad impugnarla.

Qual è? E’ semplicemente l’amore.

Molti tra i miei ospiti hanno imparato ad amarmi profondamente e faranno di tutto per difendermi e non lasciarmi da solo.

Del resto, non è pur vero che Albus stesso, il grande Albus Silente, è morto anche per me?

 

 

FINE

 

 

   
 
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nykyo