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Autore: snowbud    24/06/2011    5 recensioni
Nowhere man, don't worry,
take your time, don't hurry,
leave it all, till somebody else...
lends you a hand.

Polly è una qualsiasi quattordicenne di Manchester.
Strana, dicono gli altri, forse pazza.
Polly risponde male ai professori, Polly è sarcastica, non segue la moda, corre con la luce negli occhi, ha sempre quel sorriso strafottente che ti fa pensare che non la capirai mai.
Polly è diversa, superiore, a tutti quelli della sua generazione e ne è felicemente consapevole; anche se continuano a pensare che sia lei quella sbagliata, sa che un giorno o l'altro tutti la vedranno dal basso e la capiranno.
Polly sa di essere qualcosa di grande, sa che lo dimostrerà.
E se quel giorno fosse più vicino di quanto sperasse?
George Harrison disse che gli anni Sessanta erano stati un punto del 'cerchio' che racconta la nostra storia, che poi si era richiuso facendo sparire i Sessanta e la rivoluzione che portano nel cuore, e aveva continuato il suo corso fino al punto di partenza.
E se il cerchio fosse di nuovo tornato in quel punto di cinquant'anni fa?
Ecco a voi il cerchio che si riapre, e coloro che lo riapriranno per voi.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney , Ringo Starr
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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From Nowhere Land - Li potete
chiamare i Risvegliati.

Chapter five.

Earthquake and hearthquake.

 

Il professore andava su e giù per i banchi con passo lento e calmo, parlando di Van Gogh.
Ogni tanto si fermava accanto a qualche studente distratto e lo inseriva nel discorso facendogli delle domande precise ed impossibili, e ridacchiando vedendo il disgraziato di turno maledirlo palesemente nella sua testa, esibire come risposta una lunga serie di "eh... oh... ehm..." ed infine tirare un bel sospiro di sollievo vedendo il suo aguzzino allontanarsi, pensando di essersi divertito abbastanza, per continuare a parlare del pittore.
A quanto pareva Van Gogh aveva avuto una vita difficile e turbata, e così trasmetteva le proprie angosce e i propri moti interiori tramite le pennellate 'a vortice' e i colori contrastanti.
Fu anche il precursore della corrente espressionista francese dei Fauves, che infatti presero ispirazione proprio dalla sua stesura "emotiva" del colore.
Delle origini dell'espressionismo francese, però, non poteva importare di meno in quel momento a Polly, che nonostante i suoi sforzi di stare attenta almeno il primo giorno di lezione doveva sopportare l'intreccio di nervi che le si creava vedendo i suoi tentativi di scrivere degli appunti sfumare in scarabocchi e righe scritte qua e là con quella che definiva la "calligrafia dell'artista, dello scrittore, del genio", ossia la grafia confusa e macchiata di chi ha grandi cose per la testa e le deve mettere subito per iscritto perché come al solito la mente corre più veloce della penna.
A questo proposito Polly amava ripetersi che "Siamo tutti schiavi della nostra mente, soprattutto i geni."
Quella volta, però, non aveva nessuna grande idea da mettere immediatamente su carta; la sua attenzione - anzi, la sua disattenzione - era tutta concentrata su quelle due cose che continuavano a fissarle la schiena, quasi a volerle fare due buchi sulle scapole con la sola forza del pensiero, che prendevano il nome di occhi di Dave.
Si era sentita fissata sin dall'inizio della lezione, e i suoi sospetti non erano infondati. Infatti, le poche volte che si era girata per guardarlo con la coda dell'occhio lo aveva sorpreso a fissarla a sua volta con uno sguardo indagatore. Lui puntualmente le sorrideva in modo vago per circa un millesimo di secondo, al punto tale che Polly era arrivata a chiedersi se se li immaginava soltanto, quei sorrisi, e poi distoglieva immediatamente lo sguardo.
Cercava di non darlo a vedere, ma quello sguardo la rendeva tesa.
- Psst, Vera! - intanto, almeno, era riuscita a fare più o meno amicizia con la ragazza con i capelli lisci e bruni.
Lei si girò, mostrando il suo visetto piccolo su cui spiccavano i grandi occhi neri.
- Ehm... - cercò disperatamente qualcosa da dire, voleva cercare di ignorare Dave che continuava a guardarla - ...Chi sono quelle?
- Chi? - chiese lei sporgendosi con lo sguardo corrucciato cercando di vedere oltre la sua spalla.
In effetti aveva dimenticato di occuparle la visuale.
- Le due tizie dall'altro lato della classe. - disse subito spostandosi per farle vedere il resto dell'aula. - Quelle.
- Ah, quelle.
- Già, quelle.
Polly sentì che, dietro di lei, Dave soffocava una risata.
- Sono Evie Offman e Mitchie Pearson. Due della sezione artistica. - si affrettò ad aggiungere notando il sopracciglio destro di Polly che correva ad una velocità preoccupante verso l'alto. - Sai, sto anche io all'artistica, ma loro sono della I e io della J.
- Sembrano davvero molto simpatiche. - disse sarcasticamente l'altra, notando che continuavano ad alternare risatine e commenti astiosi al suo indirizzo.
Dave a questo punto scoppiò a ridere. Polly cercò di continuare ad ignorarlo.
- Oh, non hai idea di quant...
- SIGNORINA CLARK! SIGNORINA WOODS! - esordì il professore, dalla cattedra. - Mi commuove tutto questo interessamento nei confronti della lezione! Siete così tanto interessate che ne avete fatto addirittura una conversazione personale! Sono davvero contento. - Sorrise vagamente, ma sincero. - Ora, avrei bisogno che una delle due mi facesse un piacere... Clark, venga lei.
Vera si alzò e si diresse trepidante verso la cattedra.
- Allora, dovrebbe andare all'altro laboratorio di arte, al quarto piano, e prendermi i pennelli nella valigetta rossa, e poi... - La ragazza si rasserenò e ascoltò la lista delle cose che avrebbe dovuto portare in classe.
Poi annuì e uscì, in fretta.
- Bene, e voi... voglio che mi disegniate un ritratto. - La classe si fece attenta. - Non mi importa di chi, potete disegnare Napoleone, Superman, il vostro miglior amico o voi stessi. Potete utilizzare anche tutte le tecniche e gli strumenti che vorrete: gli acquerelli, le tempere, i pastelli, i pennarelli, i colori ad olio, i pastelli a cera, quelli ad olio o anche solo la matita. Vi do' carta bianca. Vi do' mezz'ora per disegnare, poi passiamo al commento di tutti i ritratti. Tre... due... uno... Via. Potete iniziare.
Polly prese la sua matita HB e decise che avrebbe utilizzato solo quella. Strappò un foglio dall'album e sbirciò Dave. Stava ancora guardando tutto il suo materiale. Decise di girarsi.
- Ehilà, Misterioso! - disse con un bel sorriso.
Lui abbozzò un sorriso e posò la cartellina sul banco, incrociando le braccia. - Ehi! Come va da quelle parti?
- Tutto bene, direi. E lì?
- Qui nella Tana dei Biechi Blu va tutto a meraviglia. - Le sorrise.
Lei spalancò la bocca in una piccola 'o' perfetta. - Conosci quel film?
- A quanto pare anche tu! Certo che lo conosco. Adoro i Beatles!
- Oh, anche io! Voglio dire, mi piace un sacco di roba, ma i Beatles saranno per sempre la mia più grande passione! Credevo di essere l'unica scema ad ascoltare roba del genere.
- Oh, no! Siamo in due! - rise lui. - Beh, in realtà io sono più per AC/DC, Led Zeppelin e quella roba lì. Ma i Beatles saranno sempre i più grandi.
Lei annuì. - Beh, mi piacciono anche quelli.
Ci fu un po' di silenzio.
- Ehm... potresti dirmi tu, riguardo a quelle tizie - indicò con un cenno le due oche al primo banco - ...perché mi odiano? Voglio dire, fanno commentini stupidi e risatine stupide e mi guardano con i loro odiosi sguardi stupidi da quando sono entrata!
- Ah, Mitchie ed Evie. Non ti devi preoccupare per loro, sono due troie.
- Guarda, mi stavo preoccupando tanto invece! - disse lei lievemente sarcastica.
Lui ridacchiò e poi disse - Sai, noi tutti per entrare in questo corso abbiamo dovuto passare un esame e...
- Un esame? Davvero? E perché io no? Non ne sapevo nulla!
- Sì, ora ti spiego. In pratica, abbiamo dovuto tutti fare un esame molto difficile. Tutti o quasi quelli dell'artistica ci hanno provato ma solo io, Vera e quelle due siamo passati. Quei due là davanti invece vengono dalle sezioni classiche, come te, e anche il tizio seduto alle Etchie - io le chiamo così. E insomma, a loro da' tanto fastidio il fatto che tu con uno 'squallido disegnuccio' sia riuscita ad entrare in un corso di difficile accesso, con l'apprezzamento del professore e l'interessamento personale dalla preside. Ti lascio immaginare cosa hanno potuto dire: che sicuramente eri una persona stupida e super raccomandata perché tuo padre era un avvocato o qualcosa di simile, un'oca inutile senza cervello incapace di prendere in mano una matita, che la tua professoressa di arte cercava di farti entrare perché pochi studenti ci sono riusciti e ti aveva raccomandata eccetera eccetera.
Polly fece una smorfia ma non disse nulla.
- E poi, insomma, tutta la sezione artistica fantasticava su di te. Voglio dire, loro studiano arte in maniera approfondita da due o tre anni, hanno fatto corsi extrascolastici, vinto premi e riconoscimenti eppure non sono riusciti ad entrare, mentre tu hai fatto un semplice disegno senza neanche l'intenzione di entrare e ti sei dimostrata talmente brava da guadagnarti l'ingresso nel corso, un ingresso per cui i sette - e dico SETTE - che lo hanno ottenuto hanno dovuto sudare sette camicie, e non lo hai fatto neanche apposta! Insomma, puoi immaginarti cosa ci aspettavamo.
E invece spunti tu, una qualsiasi quattordicenne con una felpa grigia larghissima, dei jeans strappati e un paio di converse rotte, ma l'aria da artista e quel nonsoché di indecifrabile negli occhi che ti spinge a pensare "Questa potrebbe scalare l'Everest, prendere Fort Knox, smerdare la Regina e conquistare il mondo sotto il mio naso". Mi hai... spiazzato. E sono convinto di non parlare solo a mio nome. Scommetto che quelle due darebbero le braccia per essere come te.
Lei arrossì. Adesso avrebbe detto qualcosa di stupido, sicuramente, e avrebbe rovinato tutto quello che Dave pensava di lei. E poi... possibile che potesse pensare una cosa del genere di lei, Polly Woods, qualsiasi ragazzina di Manchester con le converse scassate e i capelli in disordine? Qualcosa dentro di lei le diceva di sì, perché sapeva di essere speciale, e che qualcuno prima o poi se ne sarebbe accorto.
Sapeva di essere qualcosa di grande.
- Grazie. - disse semplicemente, e poi: - Era per questo che mi fissavi? Perché sono... indecifrabile?
Lui annuì. Poi le disse: - Volevo chiederti... tu mi stai molto simpatica, sai, e vorrei conoscerti meglio. Potrei chiederti di venir...
Ma Polly non seppe mai dove Dave volesse farla venire, o meglio, non lo seppe quel giorno, perché l'arrivo di una Vera trafelata, con i capelli annodati, l'aria sconvolta, le mani sudate e il fiatone per la corsa catturò l'attenzione dell'intera classe.
- Vera, cos...? - stava chiedendo il professore, ma lei lo interruppe.
- Dobbiamo scappare tutti! Siamo in pericolo! C'è un terremoto!

 

It's Been a Long, Long, Long time...
(So che eravate tutte fans di The Fool On The Hill, ma qui ci stava proprio XD)
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Ok. Vi prego. Vi voglio bene. Non uccidetemi. NON UCCIDEEEEEEEEEEEETEMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII! ç__________ç
No, questo non è un miraggio, è davvero il nuovo capitolo. ♥
Ok, sono stata cattiva e non mi sono fatta sentire per un mese, è vero, ma è anche vero che tutte le forze naturali si sono messe contro il nuovo capitolo! ç__ç
Dopo aver postato il 5, ero spaventosamente "Trallallero Trallallà" perché sapevo con schifosa certezza quello che avrei dovuto scrivere nei capitoli 6, 7 e 8 ma... l'ispirazione è sparita di colpo DDDD:
La maledetta troia si è rifatta viva più o meno agli inizi di Giugno, E SAPETE QUAL E' IL BELLO?
NON HO POTUTO SCRIVERE PERCHE DOVEVO STUDIARE PER GLI ESAMI, PERCHE NON HO FATTO UNA MINCHIA DURANTE TUTTO L'ANNO! D:
Quando finalmente ho avuto del tempo libero per scrivere, cioè l'altro ieri, ho iniziato il capitolo.
Ieri ho avuto gli esami, poi ieri sera mi sono data alle opere di bene: ho cominciato a ricopiare e poi ho continuato a scrivere.
Fatto sta che alle 23:40 mio padre mi dice di spegnere (MA DICO IO! IL MIO PRIMO GIORNO DI VACANZA MI VUOLE MANDARE A LETTO CON LE GALLINE?!) e allora copio quello che avevo scritto, chiudo la finestra e apro un documento Word, con l'intenzione di continuare a scrivere l'indomani, cioè oggi.
E cosa succede? Taratataaaaaaa! Click destro, incolla e cosa esce...? UNO SCREEN.
Esatto, UNO SCREEN.
E precisamente lo screen della pagina su cui stavo scrivendo, in cui i vedevano la grafica, la pupazza che Erika ha piazzato nell'editor, lo stesso editor, il titolo della storia, quello del capitolo E POI NULLA.
Sono andata a letto mangiandomi le mani e oggi ho dovuto riscrivere TUTTO DACCAPO.
Non avete idea, che rabbia.
Poi, avrete notato che ho cambiato titolo. E' semplicemente che in questo fandom c'erano davvero TROPPI Nowhere Boys, Nowhere Girls, Nowhere Mans e similia, così lo ho cambiato un po'.
Il titolo del capitolo merita un po' di spiegazione.
Allora, earthquake come tutti sapete significa terremoto in inglese.
Hearthquake di per sé non è una parola, ma lo ho messo perché somiglia a earthquake e ci stava bene col capitolo.
Infatti quake significa scossa, quindi earthquake significa letteralmente scossa della terra, e hearthquake, pur non esistendo, significherebbe scossa di cuori, del cuore.
Quindi ci stava benissimo col capitolo.
Prendetelo come un neologismo v___v
Anyway, grazie a LonelySpring per la sua recensione :D e voialtri? Siete spariti tutti? D:
Faccio pubblicità anche al mio nuovo contest sul Forum,
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9826127 è nuovissimo, aperto da due o tre giorni, e ci sono ancora pochi iscritti! Dateci un'occhiata ;D
Le recensioni sono sempre ben accette :3
A presto <3
A.

   
 
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