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Autore: FairyCleo    24/06/2011    10 recensioni
"Era tutto il giorno che l' intero enturage di servitori di re Uther e figlio faceva su e giù per il castello, lustrando persino i cardini delle porte delle segrete.
Camelot doveva prepararsi al meglio per accogliere in maniera egregia un ospite molto particolare".
Dal capitolo 5:
"Veloce come non mai, con il cuore che galoppava così forte da fargli quasi male, Artù era giunto davanti la porta della fredda cella dove era stato rinchiuso Merlino.
Il poveretto giaceva a terra, svenuto, rannicchiato su di un fianco, con le braccia incrociate sul petto, nascoste in parte dalle ginocchia ossute, e il viso affondato in esse.
Nonostante avesse rivolto la schiena verso il freddo muro di pietra, non era difficile immaginare in che condizioni fosse.
Sotto di lui, una pozza di liquido denso e scuro si stava allargando a vista d' occhio.
Se non fosse intervenuto all' istante, sarebbe morto dissanguato in quel posto infernale".
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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                                                                   The message

Artù non era riuscito a prendere sonno, quella notte.
Né quella precedente, né quella prima ancora.
Erano tre giorni ormai che Merlino era al servizio di quel mostro, e lui non aveva avuto la benchè minima possibilità di parlargli.
Il suo amico gli rivolgeva a stenti uno sguardo fugace, quando si trovavano tutti nel grande salone per desinare, o quando Miraz assisteva agli allenamenti dei cavalieri.
Non lasciava che Merlino si allontanasse dal suo fianco neanche per un istante.
Di cosa aveva paura?
Che fuggisse via?
No... non l' avrebbe mai fatto.
E non per lealtà verso i confronti di quell' animale, ma per lealtà verso di lui, verso l' asino reale.
E questo Artù lo sapeva bene.
Per questo, Morfeo aveva deciso di non fargli più visita: per far si che il rimorso e il dolore lo divorassero lentamente.

Dei quanto avrebbe voluto parlargli anche solo per un istante!
Solo per sapere come stava, e se Miraz aveva cercato di fargli del male.
Era certo che Merlino avrebbe mentito per non farlo preoccupare, ma lui sarebbe stato capace di leggere la verità nei suoi occhi.
E poi avrebbe agito.
Avrebbe davvero ucciso quell' essere infernale.

Doveva trovare il modo di vederlo.
E subito.
Per questo, aveva indossato i propri stivali tirati a lucido da Nigel, e, silenzioso come un gatto, era scivolato fuori dal castello per dirigersi verso il luogo prestabilito.
L' abitazione di Gaius.

Aveva fatto ben attenzione a non incrociare nessuna delle guardie, e, una volta raggiunto l' ingresso della modesta casa, aveva bussato energicamente per tre volte.
L' anziano cerusico non aveva tardato ad aprire.
"Artù!".
"Gaius...".
"Cosa ci fate qui a quest' ora? Vi sentite male? Il re sta bene? Lady Morgana?".
"Niente del genere! Sta tranquillo! Stanno tutti bene...".
Leggeva apprensione sul volto dell' uomo che, improvvisamente, gli era parso molto più vecchio di quanto già non fosse.
"Gaius, potrei entrare un istante?".
"Ma certo vostra maestà! Prego!".

Artù aveva fatto il proprio ingresso nella modesta casa.
Il solito caos- ordinato regnava in quell' ambiente fatto di libri e pozioni di ogni genere, ma qualcosa sembrava stonare.
Era come se qualcosa mancasse.
Senza induguare troppo, aveva posato lo sguardo sulla porticina di legno che conduceva alla stanza in cui dormiva Merlino, trovandola chiusa.
"Sono qui per Merlino..." - aveva detto, indicando la suddetta soglia.
L' anziano aveva assunto una strana espressione, sbiancando all' improvviso.
"Gaius! Vi sentite bene?".
Il cerusico sembrava non aver neppure sentito le parole di Artù, e, lentamente, si era lasciato cadere sulla sgangherata panca di legno.
Al principe si era stretto il cuore nel vederlo in quello stato.
Non che lui fosse un tipo sentimentale, ma sapeva benissimo quale rapporto c' era tra Gaius e Merlino, e quella reazione da parte dell' uomo non lasciava presagire nulla di buono.
"Artù..."- aveva iniziato a dire, quasi tra le lacrime - "Merlino non dorme nella sua stanza da tre giorni".
Il principe aveva deglutito rumorosamente.
"Gaius...".
"Miraz vuole che stia al suo servizio notte e giorno... Per questo, mi è stato chiesto di portare le poche cose di Merlino nelle sue stanze...".

Non riusciva a crederci.
Merlino dormiva nelle stanze di Miraz.
Non che fosse una cosa così assurda: se non fosse stato per via del fatto che Merlino fosse l' assistente di Gaius, avrebbe dovuto dormire nella stanzetta adiacente alla propria, per adempiere immediatamente ad ogni suo bisogno.
Ma si trattava di Miraz, non di lui.
Ciò non aveva fatto altro che fa aumentare la sua già elevata ansia.

"Dunque Merlino dorme nella stanza della servitù...".
A quelle parole, l' anziano si era rannicchiato ancora di più su se stesso, scuotendo violentemente il capo da una parte all' altra.
Il principe, allora, gli si era inginocchiato davanti, posandogli entrambe le mani sulle spalle.
"No?
 Perché no Gaius?
Ti prego, rispondimi!".
"Merlino dorme sul tappeto, accanto al camino. Così che possa sorvegliare il sonno del re".
Artù era trasalito.
Perché gli sembrava l' esatto contrario?
L' immagine di Miraz che dall' alto del suo comodo letto posava i suoi malefici occhi sul corpo addormentato di Merlino si stava facendo largo nella sua mente.

Senza sapere cosa altro fare, si era seduto accanto al cerusico, dandogli delle pacche sulle spalle.
Fosse stato uno dei suoi uomini, gli avrebbe intimato di non piangere, ma come poteva fare una cosa del genere se era il primo a volersi abbandonare ad un tale conforto?
"Sei riuscito a... a parlargi, almeno?" - gli aveva chiesto, con voce tremante.
"No, Artù. Non mi è permesso avvicinarmi a lui. A nessuno è permesso".
Lo sospettava.
"Sono... sono certo che starà bene...".
Avrebbe tanto voluto sfogarsi, ma con quale cuore avrebbe potuto accollare ad uomo distrutto anche il suo dolore?
Non era corretto.
Lui era un cavaliere.
E non uno qualunque: era il principe ereditario di Camelot, e avrebbe fatto di tutto per non cedere, per non cadere.
"Spero tanto che voi abbiate ragione, Artù... Non potrei sopportare di vederlo soffrire ancora.
E' come un figlio per me.
Non posso pensare alla mia vita senza di lui".
Gaius aveva proprio centrato il segno.
Come avrebbero potuto vivere serenamente senza le battute di quell' idiota di Merlino?
No...
Non era una cosa plausibile.

                                                                                                             *

Miraz era rimasto solo nella propria stanza.
Aveva ordinato al suo nuovo schiavetto di portargli un' abbondante colazione, e il giovane si era precipitato giù per le scale, ancora mezzo stordito dal sonno.
Non poteva sapere che il malvagio re di Telmar aveva trascorso ore a guardalo, prima di addormentarsi.

Lo trovava straordinario.
Quell' esile e meraviglioso ragazzino era veramente straordinario.
Era davvero ansioso di scoprire quali meraviglie celasse il suo corpo.
Sorrideva bramoso.
Non avrebbe dovuto attendere ancora per molto.
Il suo piano stava procedendo a meraviglia.
Presto avrebbe avuto ciò che più bramava.

"Buongiorno, mio signore".
Lord Sopespian era entrato nella stanza, fresco come una rosa e vestito di tutto punto.
"Lord Sopespian! Siete molto mattiniero!".
I due si guardavano sorridendo.
"Diciamo che ho dovuto ' assolvere alcuni doveri ', mio re".
Miraz gli si era avvicinato.
"E lord Glozelle?".
"E' nelle sue stanze, attento che il suo valletto moli al meglio la sua spada. Deve essere pronto al meglio! Dico bene?".
"Dici bene! Dici bene!" - aveva detto, posandogli la mano sulla spalla - "Sarà una giornata esaltante!".

Proprio in quell' istante, Merlino aveva fatto ritorno della stanza, reggendo un vassoio stracolmo di cibo.
"Scusate mio re... Non volevo interrompervi... Buongiorno, lord Sopespian...".
Era stato molto cauto.
Ricrodava ancora la forza bruta di quell' uomo, e non voleva saggiarla nuovamente.
"Merlino! Merlino! Vieni qui ragazzo!".
Miraz aveva preso piuma e pergamena e aveva scarabocchiato qualcosa velocemente, per poi raccoglierla e consegnarla al giovane, che aveva posato il vassoio sul tavolo.
"Portala ad Artù. Subito".
"A - ad Artù?".
Non credeva alle proprie orecchie.
Artù. Avrebbe parlato con Artù.
Doveva aver capito male.
"Certo! A chi altri sennò! E fa presto! Aspetto una risposta da parte del tuo principe!".

Il ragazzo si era precipitato fuori dalla stanza, veloce come non mai.

"Credo che oggi sarà propri una bella giornata, mio re".
"Ne sono certo Lord Sopespian... ne sono proprio certo!".
 
                                                                                             *

Merlino correva.
Correva più veloce che mai lungo i corridoi di pietra del castello.
Non riusciva a credere che presto avrebbe parlato con Artù, e senza il terrore di essere picchiato a morte, per giunta!

Trafeato come non mai, col cuore in gola, era finalmente arrivato davanti la porta a lui tanto familiare, ed era entrato senza bussare, come al solito.

"Artù!".
Il principe di Camelot, intento a non fare nulla mentre Nigel lo vestiva pazientemente, aveva quasi creduto di avere una visione.
"Me - Merlino!".
Il giovane mago avrebbe potuto giurare di aver visto gli occhi del suo signore velarsi di lacrime, ma sapeva bene che quest' ultimo non l' avrebbe mai ammesso.
E, sinceramente, non gli importava.
Era troppo felice di vederlo, e niente avrebbe rovinato quel momento.

Con un semplice gesto della mano, Artù aveva congedato Nigel, che sembrava ben contento di interrompere i propri doveri, ed era finalmente rimasto solo con suo amico.
Era talmente felice di vederlo che quasi non trovava le parole.
Per questo, continuava a boccheggiare come un pesce fuor d' acqua.
Continuava a scrutare ogni porzione di pelle visibile del corpo di Merlino, terrorizzato nel potervi scovare segni di torure e violenze.
Fortunatamente, sembrava intatta in ogni sua parte.

"Vedo... vedo che state bene!".
Era stato il giovane servitore ad interrompere quello strano silenzio.
"Come potrebbe essere atrimenti? Non ho più un servitore idiota che si occupa della mia persona!".
' Il solito asino ' - aveva pensato Merlino.

Artù si era versato una buona dose di idromele, distogliendo lo sguardo da quello del suo amico.
Avrebbe voluto corrergli incontro e abbracciarlo, per poi strofinargli energicamente il pungo sulla testa e canzonarlo, ma si era trattenuto.
Troppa era l' emozione.
Quasi si era sentito uno sciocco, in quel frangente.
Ma era uno sciocco felice, almeno.

"Che cosa ci fai qui?".
Improvvisamente ricordatosi del compito affidatogli, Merlino aveva estratto dalla tasca la pergamena stropicciata, porgendola ad Artù.
"Il mio signore mi ha detto di consegnarvi questa".
Artù era certo di essere sbiancato alle parole ' mio signore '.
Era lui il signore di Merlino, non quel mostro orrendo!

Rabbuiato, ma incuriosito, aveva preso la pergamena.
In quell' istante, le sue dita erano entrate in contatto con quelle di Merlino.
Aveva dimenticato quanto delicata fosse la sua pelle, nonostante i lavori pesanti che era solito affidargli.
Si erano scambiati un breve sguardo, prima di interessarsi entrambi al contenuto della pergamena.

Artù aveva letto tutto d' un fiato, lasciando cadere poi il messaggio sul tavolo.
"Artù... Sono brutte notizie?".
C' era apprensione nella voce di Merlino.
Il principe aveva raccolto il foglietto, e, dopo averlo osservato un' ultima volta, lo aveva consegnato al ragazzo.
"Vuole uno scontro. Me, contro Lord Glozelle".
"Cosa???".
Il mago stava leggendo quella calligrafia serrata, verificando la veridicità delle parole di Artù.
"Ma, è per...".
"Oggi. Subito dopo pranzo".

Si guardavano sconvolti.
D' accordo, gli scontri erano all' ordine del giorno, ma perché Miraz voleva che Artù si battesse contro Lord Glozelle?
Doveva esserci qualcosa sotto.
Ma cosa?
Purtroppo, l' avrebbero scoperto solo col tempo.
L' avrebbero scoperto, quando il sole avrebbe toccato il punto più alto del cielo.

Continua...

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Merliniani, ecco a voi il tanto atteso dodicesimo chappy!
(Che paroloni!!! XD).
Come sempre, ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono!!!
SIETE STRAORDINARI!!!
Bene bene!!
Che dire?
Sto scrivendo di notte, dopo pranzo, dopo cena, insomma, appena ho un momento libero che possa farmi riposare il cervello!!!
(Stranamente, il mio cervello si riposa se è in attività!U.U).
Spero tanto che questo capitolo abbia suscitato la vostra curiosità!!
Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va!
Bacioni, Cleo!
Ps: ne approfitto sempre per pubblicizzale l' altra mia fic, quella su Supernatural!
L' Angelo Caduto.
Ne sto scrivendo anche un' altra, organizzata in una serie.
La mia prima vera Destiel!
;)
Se vi va di leggerla, visitate la mia pagina!
2014 Camp Chitaqua, e Remember me...
A presto!!!
Bacini!!
Cleo
   
 
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