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Autore: damnslyth    24/06/2011    2 recensioni
Un'ipotetica lettera scritta da George al fratello defunto.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Fred... ti scrivo questa lettera, ma non ha un minimo senso farlo. Ormai tu te ne sei andato da molti anni e io in tutto questo tempo non me ne sono fatto ancora una ragione. Perché in fondo una spiegazione non c'è alla tua morte così precoce e spietata. All'inizio davo la colpa a Percy, ma solo dopo ho compreso che era inutile, non colmava il vuoto che mi hai lasciato. Avresti dovuto anche tu sposarti, avere figli, essere felice, insegnare loro tutte le tue conoscenze e i nostri segreti per fare scherzi... già, gli scherzi.
Ron a volte mi aiuta al negozio, sai? E' sempre pieno di maghi e streghe, gli affari vanno piuttosto bene, ma le cose non sono più le stesse. Manchi tanto a tutti, ma di più a me. Abbiamo condiviso ogni cosa, pure lo stesso sacco amniotico, se vogliamo buttarla sull'ironico. Qualunque elemento mi porta a pensarti e a rammentare tutte le nostre avventure. Ricordi quando volevamo partecipare al Torneo Tremaghi ma la nostra età era inferiore ai diciassette anni? Ci era cresciuta una barba più lunga di quella di Silente; Merlino, quante risate ci eravamo fatti... O quando insieme a Fleur, Ron, Hermione, Lupin, Tonks e Mundungus avevamo bevuto quella schifosa pozione Polisucco per attuare il piano per portare Harry a casa di Tonks sano e salvo. Eravamo “sette Harry” e Moody ti aveva chiamato Arthur per sbaglio, tu gli avevi detto 
'Non ci distingui neanche da Harry? Sono George!' e lui si assolse con un 'Scusa, George...' ma tu, ovviamente, lo spiazzasti con un 'Scherzavo, sono Fred'. E' questo che ho sempre amato di te, di noi. Il sdrammatizzare nelle situazioni meno avverse, il far tornare il sorriso sulle labbra della gente diffondendo serenità ovunque. Io ormai ho perso tutto questo, dal giorno della tua morte. Non mi viene più una battuta in mente e non trovo una ragione per ridere a quelle degli altri. E' così ingiusta la vita, sottrarti alla morte a un'età del genere... Il fatto è che quel giorno non sei morto solo tu, ma anche io, interiormente. Eri mio fratello, il mio gemello, la mia esatta metà, ciò che mi completava. Eri la gravità della mia vita, poiché tutto ruotava attorno a te, attorno a noi. Non dimenticherò mai il giorno in cui ti ho trovato lì, disteso, impassibile, inerte. Il mondo mi crollò addosso, e neanche un Dissennatore avrebbe potuto darmi la più estrema disperazione rispetto a quel momento. Oggi ho due figli e uno porta il tuo nome: ne è orgoglioso. Tutti i tuoi nipoti avrebbero voluto conoscerti e magari farsi qualche sana risata ai nostri scherzi o battute, di sicuro ne avremmo inventate molte, per l'occasione.
A volte mi guardo allo specchio e non mi riconosco più. L'animo ribelle e la voglia di gioire a ogni minuto della giornata si sono dissolti nel nulla. Angelina e la mia famiglia sono l'unica cosa che mi danno la forza di andare avanti e affrontare i piccoli momenti di disperazione nel modo più radioso. Mamma a volte piange, la vedo. Ginny pure. Bill ti nomina ogni due secondi e Percy si sente colpevole. Sei sempre nel cuore di tutti noi, ricordalo. A volte darei la mia vita, per poterti rivedere ancora una volta, ma so che non è possibile. Spero che tu stia bene, anche se è futile dirlo, insomma, sei morto. Proteggici da Lassù, con tutte le vittime innocenti decedute per colpa di No-Pupù-No-Pipì e di tutti i suoi seguaci.


                                                                                   Ti voglio un bene che neanche immagini,
                                                                                                          tuo George. ”

  
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