Your taste
Buio.
Solo un piccolo fascio di luce color arancio filtrava dalla finestra della
cucina.
Fissò l’orologio. Le cinque del mattino.
Si passò una mano sugli occhi, più stanco
del momento in cui si era addormentato, e successivamente rivolse uno sguardo
insistente alla scatola di caffè istantaneo.
Se fosse tornato di sopra, non sarebbe
comunque riuscito a riprendere sonno.
Afferrò l’oggetto tanto desiderato ed una
tazza dalla credenza. Poggiò poi quest’ultima sul vano cucina e si accinse ad
aprire la confezione di caffè, prima che qualcuno gli sfiorasse i fianchi.
Sobbalzò. Solo una persona conosceva il suo
punto debole.
Rassegnato, abbandonò il caffè al suo
destino e si voltò per osservare gli occhi grigi di Sirius.
Il sorriso beffardo, che gli aveva
illuminato il viso anni addietro, ora era lì.
“Mi hai spaventato”, sussurrò la povera
vittima.
Non riuscì a distogliere lo sguardo. Era da
troppo tempo che non si trovavano così vicini.
Lui, il fondoschiena contro la cassettiera.
L’altro, ad una ventina di centimetri dal suo corpo.
“Direi che il tuo non era spavento, Moony”, rispose divertito.
L’indiziato si morse il labbro inferiore,
riuscendo finalmente ad abbandonare il ghiaccio delle iridi dell’altro.
Ci fu qualche minuto di silenzio.
“Non riuscivo a dormire”.
Sirius non smise
di esaminarlo. Sovrappose i lineamenti invecchiati del mannaro al ricordo che
aveva del giovane Remus. Il suo sorriso di malandrino
si addolcì, nello spostare lo sguardo sulle sue labbra e nel constatare che non
fossero affatto cambiate.
Si avvicinò a lui, fino a far aderire perfettamente
il suo corpo con quello di Remus.
“Sir…?”.
Quel sussurro si perse nell’aria. Un indice
del moro si era poggiato delicatamente sul naso dell’altro.
“Non dire niente”, disse, ora serio.
Black inclinò leggermente la testa e
dischiuse le labbra. Le avvicinò di più a quelle di Remus
e lo baciò con dolcezza.
Quello non si mosse e permise al moro di
approfondire il bacio, mentre i loro respiri si facevano più affannati e il
loro battiti acceleravano.
Sirius si
allontanò un po’ per riprendere fiato. Il sorriso gli ricomparve
immediatamente.
“Da quanto non sentivo questo sapore…”.
Remus ricambiò
quel sorriso con fare titubante, mentre l’altro tornava ad avvicinarsi
pericolosamente a lui.
Il cigolio della porta costrinse Sirius a fermarsi, a pochi millimetri dal traguardo.
“Ehm… Scusate”.
Entrambi volsero lo sguardo verso la voce
che aveva proferito parola.
Harry li fissava turbato, la faccia completamente
rossa ed una mano a mezz’aria, forse intenzionata a massaggiarsi la cicatrice.
Sirius si allontanò
da Remus, con una nonchalance che non avrebbe
convinto nemmeno Ron Weasley,
mentre l’altro si copriva il viso arrossato con una mano.
“Cre… credevo non
ci fosse ancora nessuno”, balbettò il ragazzo, studiando alternativamente prima
Remus e poi Sirius ad
intervalli regolari, con un cipiglio stupito. “Torno più tardi”, concluse poi,
facendo marcia indietro, probabilmente diretto in salotto, e chiudendo la
porta.
Remus guardò
truce l’amico, quasi come se volesse rimproverarlo.
Sirius alzò le
mani al cielo e si dileguò dalla cucina.
Il mannaro sbuffò e successivamente agguantò
la scatola di caffè istantaneo.
“Dov’ero rimasto?”, si disse sorridendo.
Angolino dell’autrice
E questo è il delirio post-esame. E’
andato tutto bene ed ora sono pronta per riprendere la mia long Rose/Scorp, per vostra immensa gioia. Forse tornerò ad
aggiornare regolarmente. Del resto, ancora un po’ ed è conclusa. Dunque vi do
appuntamento a domani (o dopodomani) col nuovo capitolo di CIHTD (per chi fosse
interessato). Buon finesettimana!
Vale