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Autore: cutuletta    25/06/2011    20 recensioni
Finalmente Kate riesce a risolvere il mistero che si cela dietro la morte di sua madre. Per lei e per Castle si profila un nuovo inizio.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La giornata di Rick non si prospettava delle migliori, dopo il secondo amaro incontro con Kate.

La sera prima rivederla era stato un insieme di emozioni, un groviglio che a fatica riusciva a districare. La confusione l’aveva letteralmente paralizzato e ora pian piano cercava di sciogliere i suoi nodi, le sue incertezze. Si sentiva ferito ogni volta che la guardava, eppure aveva un disperato bisogno di vederla, di cercarla. Aveva comprato il caffè alla cannella, sperando che lei ci fosse, volendo ricostruire qualcosa con quel gesto e la risposta di Kate di gettarlo nella spazzatura gli fece capire che ricominciare non era difficile solo per lui.

Si avvicinò alla detective Logan, come da routine, per conoscere dettagli sul nuovo caso ed ebbe il secondo “buongiorno” di quella mattina
-Quindi era Beckett ieri sera. - Disse secca Victoria
-Ehm, sì! – Rispose imbarazzato
-Ti ringrazio per avermelo detto Rick, per avermi risparmiato una sgradevole sorpresa oggi al distretto e un momento per niente imbarazzante …
-Io, io vole …
Non lo fece finire
-Non ho fatto una scenata davanti agli altri perché, in primis, mi ritengo una professionista, secondo, perché immagino che ora faranno tutti quadrato intorno a lei e non voglio che pensino che non ho alleati. Per cui, se la tua idea è di schierarti dalla sua parte, te ne puoi anche tornare a casa!

L’equilibrio precario di quei mesi si era definitivamente sfaldato. La detective Logan l’aveva intuito che, d’ora in poi, con Kate di nuovo al distretto, sarebbe stata ancora più dura imporsi come leader; aveva bisogno che almeno Rick la sostenesse, anche se non era un poliziotto, lui contava come un qualunque altro membro della squadra. Castle si sentiva preso tra due fuochi, sapeva che alla prima occasione la sua decisione avrebbe ferito qualcuno e iniziò a pentirsi di aver accettato quella collaborazione.

Beckett camminava nervosamente vicino l’auto di Ryan ed Esposito, cercando di calmarsi. Le sembrava di rivivere le stesse situazioni di pochi mesi prima, quando Nathalie Rodes si presentò al distretto, con la differenza che la sua controfigura, stavolta, non era un’attrice, non era una recita la sua, era tutto dannatamente reale.

La Logan la vide e la raggiunse.
-Ryan ed Esposito rimangono per raccogliere alcune deposizioni, lei mi serve al distretto, venga pure in macchina con noi – Quel “noi” comprendeva lei e Rick. Erano un “noi”? Di qualunque natura fosse quel binomio non fece che aumentare il senso di nausea di Kate, che controvoglia dovette annuire e avvicinarsi alla vettura.
La Logan non aveva bisogno di Beckett, la sua era l’ennesima dimostrazione che era lei ad impartire gli ordini e soprattutto le serviva un tour guidato in cui fosse lei a fare da cicerone per definire ogni linea d’ombra e ogni zona di dominio, a partire da Rick!

Beckett si sedette a malincuore nella parte posteriore dell’auto e fu amaro constatare prima che l’auto non era la sua solita decennale compagna di avventure, con gli ammortizzatori andanti e la marmitta rumorosa, e poi che alla guida c’era Rick. Si accomodò ed iniziò ad osservare l’abitacolo: sedili in pelle, navigatore, accensione elettronica …  La detective, che la scrutava dallo specchietto, disse con aria soddisfatta
-Le piace la nuova auto?

Qualsiasi cosa dicesse irritava Kate, la irritava il modo in cui parlava, il suo tono di voce, il modo formale in cui le dava del “lei”. Kate si limitò a fare un sorriso forzoso e un serratissimo cenno con la testa.

-Rick mi ha fatto notare quanto fosse usurata la sua auto precedente, - nel dirlo accarezzò la spalla dello scrittore, intento ad armeggiare con la cintura di sicurezza -così ho chiesto che la sostituissero con una di nuova generazione con i fondi del 57° che io stessa ho provveduto a raccogliere. Così ci guadagniamo tutti, noi siamo più comodi e l’ambiente è meno inquinato!

Non c’era una singola cosa che Kate non detestasse in quel momento: non sopportava il modo in cui la detective lanciava sguardi languidi e carezze a Castle, il modo in cui lo chiamava per nome, detestava quell’auto perfetta a impatto zero sull’ambiente, quei sedili comodi comprati con i soldi del virtuoso 57° distretto e detestava Rick, perché era lì, perché aveva scelto di lavorare con un’altra, perché stava guidando, disprezzava quella donna che si concedeva e gli concedeva cose che da lei non aveva mai avuto e odiava anche se stessa, perché si sentiva in parte responsabile e perché doveva rimanere lì a guardare quel teatrino che la detective stava mettendo in piedi, senza poter fare niente!

-Hai aggiornato la detective, Rick?
-Ehm – Rick continuava a guardare Kate dallo specchietto, aveva paura di quello che avrebbe potuto leggere nei suoi occhi: disapprovazione, odio o peggio dolore! Avrebbe sopportato tutto, ma non di essere la causa della sua sofferenza.
-Bene, lo faccio io allora! Rick mi sta dando una mano con le indagini, come faceva con lei; ho ereditato anche il suo caffè…

Castle si sentiva sempre più in imbarazzo ad ogni nuova frase della detective. Quando aveva accettato di collaborare con lei, lo aveva fatto preso dall’euforia di avere un nuovo “giocattolo” tra le mani, senza riflettere troppo e soprattutto senza rendersi conto di quanto questo avrebbe potuto ferire Kate, se fosse tornata. Ma ora che la detective elencava tutte le sue attività ad alta voce si rese conto di quanto alcuni passaggi sembrassero meschini. Suonava come se l’avesse sostituita, ma non era affatto così, non erano certe quelle le sue intenzioni!

 Kate restò in silenzio, mordendosi le labbra ed evitando lo sguardo di lui.
-Siamo anche co-protagoniste nel nuovo romanzo, lo sapeva? Ho un alter-ego letterario che affianca Nikki Heat; Rook ha un gran bel da fare con due donne … - Kate che, finora aveva evitato di incrociare lo sguardo di Rick, si voltò verso di lui con un’espressione quasi rabbiosa e rimasero alcuni istanti incatenati a scrutarsi dalo specchietto retrovisore. Castle perse completamente di vista la strada, tanto che ad un certo punto la detective urlò:
-Sta attento! –mettendo le mani sul volante e aiutandolo a sterzare, evitando così una vecchietta che attraversava – Stavi per investire quella donna, Rick! – Aggiunse sconvolta e lasciandolo sgomento. Era così concentrato su Kate da aver perso di vista il resto
-E’ … E’ spuntata all’improvviso!
-Aveva un bastone e faceva mezzo passo alla volta … - Rick non rispose, la detective colse il motivo della sua distrazione e non aggiunse altro; nessuno lo fece, fino all’arrivo in centrale.

Quando tornarono al distretto Kate si recò da Lanie con la scusa di avere indicazioni sull’ora del decesso e di raccogliere altre informazioni utili, la verità è che aveva bisogno di allontanarsi da loro e soprattutto sfogarsi con qualcuno. Entrò in tutta fretta in obitorio e senza rifletterci troppo cominciò a parlare a ruota libera, tanto che Lanie, che stava per illustrarle i dettagli del caso, si ammutolì:

-Sono andata da lui ieri sera, appena tornata. Ho preso due taxi, ho percorso tre isolati a piedi, correndo sotto la pioggia, con quelle valigie pesanti solo per lui, perché avevo un disperato bisogno di vederlo, di abbracciarlo, di sentirlo di nuovo e lui era con quella. – Si fermò un istante dopo aver parlato quasi in apnea – lei aveva del vino, era senza vestiti  e …  Mi sono sentita una stupida! A volte ci illudiamo di essere speciali per qualcuno e non ci accorgiamo, invece, di essere sostituibili, come le auto vecchie. – Si appoggiò al muro con gli occhi lucidi. Lanie si tolse i guanti, si avvinò a lei e le mise una mano sul braccio.

-Tesoro mi dispiace, ti abbraccerei ma non mi sembra il caso, dato che ho abbracciato prima lui. – disse indicando il cadavere e cercando di farla sorridere – Ascolta – disse, sollevandole il mento con un dito – sono davvero tentata di andare al piano di sopra stritolate i gioiellini di Castle e fare un’autopsia su di loro, ma, anche se nemmeno a me è andato giù il fatto che stia lavorando con quella, dovevi vederlo i primi tempi che te ne sei andata, Kate, era un uomo distrutto. Non so cosa ci sia tra loro, ma di una cosa sono certa: nessun’altra può prendere il posto di Kate Beckett!
-Ti sbagli, c’è una detective al piano di sopra che siede alla mia scrivania che può provartelo, e io devo stare qui a prendere ordini da lei …
-Hey, questo atteggiamento non mi piace. Tu sei incredibilmente forte e determinata, la Logan se pensa di venire a casa tua a comandare si sbaglia di grosso. Ora ti asciughi le lacrime, fai un bel respiro, vai di sopra e le fai il culo, perché è quello che si merita e perché tu, mia cara, vali mille volte lei.   

Come al solito Lanie aveva saputo spingere i tasti giusti, era stata diretta, schietta e l’aveva anche fatta sorridere.
-Ok, dimmi del caso adesso – Disse con ritrovata energia

Qualche minuto dopo, tornò in ufficio per comunicare le informazioni sulla vittima:
-Possiamo riportare sulla lavagna l’ora del decesso
-Quale lavagna? – Disse la Logan
-La lavagna con lo schema temporale! La lavagna che usiamo per i casi.
La detective Logan sorrise
-Detective conosce la differenza tra l’uomo erectus e quello sapiens?
Kate si stava appellando a tutta la calma che possedeva per non piazzarle uno schiaffo su quel viso perfetto
-Mi illumini
Prese un tablet e lo mostrò alla detective
-L’erectus è la sua lavagna, il sapiens è questo tablet. Sa come si usa vero?

Kate fece un passo in avanti verso la detective, aveva l’aria di una che stava per sferrare un pugno. Esposito e Ryan si alzarono di scatto dalla sedia in modo da essere pronti a fermarla e Castle invece assisteva impietrito alla scena.

- Usiamo questi strumenti da un po’. I pennarelli sono sorpassati, a meno che lei non frequenti l’asilo.

Kate non doveva reagire alle sue provocazioni, era quello che voleva la donna. Il loro era uno sfiancante gioco di nervi in cui, prima o poi, la più debole avrebbe ceduto.

-Io scrivo molte delle mie idee su carta, prima di riportarle al pc. Non mi sento un uomo erectus per questo!  … Con uomo erectus, intendo l’uomo preistorico, non che abbia problemi con l’ere… - Disse Castle gesticolando e agitandosi.
Entrambe si voltarono verso di lui. Castle, in un modo un po’ goffo, cercava di difendere Kate. Quella situazione era già abbastanza difficile, senza che la detective ci mettesse del suo. Kate non aveva mai sopportato che qualcuno prendesse le sue parti, ma in quella occasione quell’intervento non le dispiacque affatto; mentre Vic non apprezzò l’intromissione e fulminò lo scrittore con lo sguardo, spingendolo a tacere.


-Mamma!
La voce di un giovane uomo destò la curiosità di tutti, spezzando quel clima teso. Si trattava di Mark, il figlio di Vic, al suo fianco una sorridente Alexis, gli teneva le mani appoggiate su un braccio.
-Che ci fai qui? Sai che non devi venire dove lavoro …
-Scusami, mi servono le chiavi di casa. Salve Mr. Castle!

Rick fece un cenno con la testa e rimase a guardare il modo in cui la figlia stringeva il bicipite del giovanotto. Alexis,  che se ne accorse, lasciò subito la presa e salutò il padre con la mano e un sorriso colpevole.

Vic fece cenno al figlio di seguirlo, mentre Alexis si avvicinò a suo padre e, non appena si voltò, vide Kate
-Oh mio Dio! Kaaate …
-Alexiiis, ciao! – Disse sorridente e la ragazza corse ad abbracciarla
-Non avevo dubbi che saresti tornata. Ti trovo benissimo!
-Anche tu sei in forma!
-Chiavi prese! Andiamo  - Disse Mark ad Alexis
-Bene! Ciao Kate, sono immensamente felice che tu sia tornata. – Poi si voltò verso suo padre – Ci vediamo stasera
-Dove andate? – Chiese in ansia Castle
-A casa di Mark!
Castle deglutì preoccupato, prese per il braccio la figlia e si spostarono in un angolo
-A casa di Mark, da soli?
-Papà, tranquillo, andiamo a studiare ...
-Sì, anch’io andavo a studiare a 17 anni a casa di Molly Andrews, ma poi finivamo per usare il tavolo, ok non serve che te lo dica … Non voglio che stiate da soli in una casa, mi sono spiegato?
-Come l’ha presa Kate della tua collaborazione con la detective?
-Non provare a cambiare discorso signorina, non voglio che …
-Papà fidati di me, so quello che faccio! E non per essere crudele ma TE L’AVEVO DETTO che sarebbe tornata e se fossi in lei io sarei furiosa. Hai già abbastanza problemi a cui pensare! Meglio che io vada! – Gli diede un buffetto sulla guancia e lo lasciò lì a riflettere dubbioso. Quando i due ragazzi  uscirono, Castle si avvicinò a Victoria:
-Hai permesso a tuo figlio di andare a casa con Alexis, loro due soli?
- Non preoccuparti Rick, da quel punto di vista, Mark non ha ripreso da sua madre!
Dicendolo alzò lo sguardo verso Kate; ormai ogni mezzo era un pretesto per colpire Beckett.

Il pomeriggio sembrò non passare mai. Kate continuava a darsi gomitate con Ryan con cui divideva la scrivania. Alle 17:00 in punto Castle fuggì dal distretto per andare a recuperare Alexis a casa della detective e la Logan uscì con lui, mentre Kate rimase a lavorare al caso altre 4 ore.
Alle nove passate, ormai stanca, alzò gli occhi e si rese conto di essere rimasta sola al distretto. Si massaggiò il collo e si mise seduta alla sua vecchia scrivania a fissare il vuoto dove prima c’era la sua lavagna. La spiazzava che in pochi mesi potessero essere cambiate così tante cose e così poche nel suo cuore e nella sua testa!

Sentì qualcuno avvicinarsi e poi sedersi accanto a lei. Non ci fu bisogno di voltarsi per capire chi fosse, riconosceva il suo profumo; quello non era cambiato! Si voltò appena e i due occhi azzurri che la fissavano così vicini riportarono a galla tutta la frustrazione delle ultime ore.
-Giornata dura eh?
Lei non rispose, rimase seduta a pochi centimetri da lui ma voltò la testa per evitare di guardarlo
-Ti va di parlarne?
Non rispose ancora
-Non avevo dubbi che ti avrei trovata qui, certe cose non cambiano …
-Già! Altre, invece, cambiano perfino troppo in fretta! – Stavolta rispose amaramente. Poi si alzò dalla scrivania
-Kate ti prego, sono tornato apposta per spiegarti – La prese per un braccio, cercando di farla restare
-Non c’è molto da dire: non sono più io la detective da cui tornare, Castle. – Si liberò dalla presa dello scrittore con il braccio ancora libero, prese la giacca e si incamminò verso l’ascensore, mentre lui rimase lì, immobile a guardarla, come la sera precedente!





 
Ciao a tutti,
ok, ho scritto il capitolo diverse volte, ho anche pensato di cancellarlo ad un certo punto, ma poi sono giunta a un compromesso: non succede nulla di eclatante, ma mi serviva per far capire a Kate le nuove dinamiche nel distretto e quindi l'ho lasciato.
Dal prossimo le cose si fanno interessanti e sapremo finalmente se è ora che la Logan tolga le tende dal distretto, visto che Kate è tornata, oppure no …

Grazie mille per la lettura e i commenti; la Logan vi saluta e vi vuole bene : )

Remember: keep calm, there’s a 4th season!
   
 
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