Seconda Tappa
Capitan Tsubasa
Mary Sue era una ragazza come tante. E come tante, non riusciva a capire perché a sempre più ragazzi piacesse correre dietro ad un pallone. A lei il calcio non era mai piaciuto, e la sfera di cuoio le era sempre parsa una sfera di cuoio.
Vabbè, sta frase la metto a posto dopo... d'altra parte una sfera di
cuoio cosa può sembrare? Un frullino con la barba? E poi l'importante è che
Mary Sue non sia la nuova promessa della squadra femminile di calcio o pallavolo.
Gran colpo di scena. Ah, mi sono scordato del titolo... stavolta lo metto.
The Shining Colors of Dawn that Rose Around the Clock in the Sand of
Time beyond the Infinite Darkness in a Flight of Life that will Amaze Everybody
for the Next Century of Love in the Sun Forever and Ever.
In inglese, che va di moda e fa scena. Non che voglia dire qualcosa
(almeno non credo... chissà che ho scritto). E poi mica deve per forza centrare
con la trama, basta che attiri i clic su di sé. Allora, dicevamo...
Era un placido, ancorché fresco, pomeriggio di fine aprile. La ragazzina sbarazzina trotterellava felice lungo il marciapiede di ritorno dalla casa della nonna, alla quale aveva portato come ogni giorno da diversi anni un cestino pieno di cose buone da mangiare.
Beccatevi sta dotta citazione e vediamo chi la coglie... è un modo come
un altro per far lievitare i commenti. Ah, che gggenio!
All'improvviso una forte folata di vento primaverile le fece rallentare il
passo, così per la prima volta notò che a poche decine di metri dalla casa
della nonna torreggiava un grande palazzetto dello sport.
-Oh, che bel palazzetto dello sport, non l'avevo mai notato! Certo è stato è
stato il destino a indurmi a fermarmici davanti proprio oggi. Cià che ci faccio
un salto dentro a vedere cosa c'è!
Cavolo il destino... Destiny... è una parola topica, devo ricordarmi di
ficcarla da qualche parte nel titolo.
Appena varcata la soglia dell'edificio Mary Sue sentì tanti piccoli cigolii, che subito fu in grado di classificare come tipici rumori prodotti dalla nazionale juniores di calcio giapponese quando si allena. Così raggiunse il campo di parquet e si mise a sedere su uno scalino, dato che i posti erano tutti occupati come al solito da giornalisti provenienti da ogni parte del mondo.
Wow sono ironico! E originale! Che ironia! Ahaha questo si che farà
venire un travaso di bile al signor Takahashi!
Il suo sguardo esperto passò in rassegna i quindici prestanti giovanotti che
scalpicciavano per il campo passandosi il pallone e si soffermò su uno di essi.
Non sapendo di chi si trattasse lo chiese molto educatamente ad un signore di
passaggio.
-Mi scusi signore, chi è quel bel cipperimerlo? E soprattutto, perché la
nazionale juniores di calcio giapponese si sta allenando dentro un palazzetto
dello sport?
-Ma, dolce testina di vitello, non vedi che è inverno? I ragazzi si stanno
allenando per gli imminenti campionati asiatici, e quel ragazzino che mi hai
indicato è [nomediungiocatoreacaso], una delle più grandi promesse del
nostro calcio!!.
Alle parole del signore, Mary Sue guardò attraverso una grande finestra del
palazzetto e notò che in effetti la neve stava ora cadendo copiosamente e
sagacemente realizzò: “un minuto fa era primavera, però, è proprio vero che non
esistono più le mezze stagioni!”
Mmh… mi conviene mettere i nomi giappo o quelli italoyankee? Ma sì, vada
per i giappo, così si capisce che io c’ho il manga e so di cosa parlo, tzè!
A parte questo, devo seriamente porre delle basi solide per l’intreccio…
allora, punto primo, devo decidere chi è stato puntato da Mary Sue, particolare
inutile tanto poi si sa come finisce… punto secondo, Kojiro Hyuga picchierà
qualcuno prima della fine, e punto terzo devo ancora decidere quale terribile
tragedia è celata nel passato di Mary Sue, particolare essenziale per muovere a
sincera pena i lettori.
All’improvviso i cerulei occhi di Mary Sue vennero colpiti da un riflesso
intermittente che giungeva dagli spalti opposti a quelli dove stava lei,
dall’altra parte del campo. Subito dopo notò che un puntatore laser indugiava
sulla nuca di [nomediungiocatoreacaso], e capì cosa doveva fare. Con
invidiabile sangue freddo estrasse dal suo cestino la sua carabina di piccolo
calibro (22 mm, per la cronaca) e scaricò sul cecchino i 4 caricatori da 5
colpi che provvidenzialmente aveva con sé. In un attimo tutti i giornalisti la
tempestarono di flash perché avevano già capito che la ragazza (peraltro molto
fotogenica) era la nuova salvatrice della patria. Anche i prestanti ragazzi
della nazionale juniores di calcio giapponese, ammirati da cotanta bravura, le
si fecero incontro, tutti tranne [nomediungiocatoreacaso] che non era
tipo da lasciarsi andare a facili isterismi.
-Come si chiama?
-Lo sa che ha appena salvato il mondo?
-Si rende conto che entrerà nella storia?
-Cosa si prova a salvare la vita di un giocatore di calcio?
-Perché aveva con sè un fucile?
Mary Sue, di solito una ragazza tranquilla ed introversa, non sapeva come
resistere all’assalto degli intervistatori, così semplicemente sbattendo i suoi
dolcissimi occhi castano-dorati li ammutolì tutti, anche loro improvvisamente
sperduti di fronte a tanta grazia.
Sì, lo so che prima aveva gli occhi cerulei… vabbè, facciamo che ne ha
uno azzurro e l’altro castano-dorato, anzi ancora meglio, facciamo che cambiano
con l’umore! Forte! Sisisisisì!!! E poi che trovata quella del distacco del
giocatore che devo ancora decidere, vuoi mettere il colpo di scena quando
proprio quello meno sospettabile ammmette di essere innamorato? Manco Conan lo
potrebbe prevedere!
Quindi cominciò il racconto della sua vita:
-Io mi chiamo Mary Sue e stavo tornando a casa, dove fin dall’età di due anni e
mezzo vivo da sola dopo la morte dei miei genitori, quando per curiosità sono
entrata nel palazzetto e mi sono seduta a guardare la partita della prestante
nazionale juniores di calcio giapponese. Ho notato un baluginare dall’altra
parte del campo e ho capito subito che si trattava di un emissario giunto dal
lontano Dondestan per eliminare uno dei più forti giocatori della nostra
nazionale e facilitare così la vittoria della sua squadra agli imminenti
campionati asiatici. Così nonostante la distanza mi sono fatta coraggio e gli
ho sparato con la mia carabina, che avevo con me insieme alla tenuta da
fondista perché sono la campionessa mondiale juniores di Biathlon.
Dopo un attimo di incertezza degli ascoltatori i flash ricominciarono a
tempestarla insieme alle manifestazioni di gioia, e finalmente toccò ai
prestanti giocatori della nazionale juniores di calcio giapponese complimentarsi
con lei.
Suvvia, anche ai più grandi autori a volte capita di cadere nei cliché,
dai, vorranno mica spararmi perché è una campionessa di biathlon? E’ uno sport
originale, mai viste campionesse di biathlon nelle fanfiction. E poi questa
nuova Mary Sue è forte, autosufficiente, è una ragazza emancipata, uccide la
gente! Mica una di quelle protagoniste che rimangono in balia degli eventi, lei
è inarrestabile!
Non ebbe nemmeno il tempo di riprendere fiato che ormai tutti e 24 i
giocatori della rosa, rapiti dalle sue innumerevoli qualità, la attorniavano
esprimendo tutti eccitati i punti forti della loro personalità per fare colpo
su quella ragazza che non sarebbero riusciti ad immaginare nemmeno nei loro
sogni, ma che ora stava loro davanti.
-Io spezzo le gambe!
-Io paro anche le palle da baseball!
-Io ho sia gli occhi che i piedi a mandorla!
-Io faccio numero!
-Io salto sui pali!
-Noi anche sulle traverse!
-Io ammazzerò di botte chiunque ti rivolga lo sguardo, pensa che sicurezza!
-IO LASCERO’ IL CALCIO PER TE!!!
Una pesante cappa di silenzio calò sul palazzetto quando tutti si resero conto
che la frase era stata urlata con tutto il cuore proprio da Tsubasa Ozora, il
calciatore più forte di tutti i tempi, lo stesso che fin dalla più tenera età
continuava a ripetere che il pallone era il suo migliore amico.
Della serie “ho trovato qualcosa di meglio”. Ma questo è meglio che non
lo scriva. Ordunque… siccome ormai è piuttosto chiaro a tutti che a me piace
sperimentare potrei fare un ardito balzo in avanti di 20 anni per spiegare come
è evoluta la situazione…
Sono passati ormai 20 anni da quel glorioso pomeriggio di primaverinverno
che il Signore spedì sulla terra. Mary Sue ora ha appeso la carabina al chiodo
ed è una donna sposata con il suo amato [nomediungiocatoreacaso], che
per starle vicino ha abbandonato la randagia vita del calciatore per mettere su
una più solida azienda di onoranze funebri. Insieme vivono in un blablablabla
storiella nostalgica, ci penserò dopo…torniamo al presente, va.
E vissero tutti felici e contenti.
Che ci sta sempre bene. Mary Sue. O la ami, o la ami. Tra l’altro posso
mettere il nome di chiunque che la storia fila lo stesso. Potrei mettere Genzo
Wakabayashi, che ha un sacco di fans, boh ci penserò… Azz stavo dimenticando
una cosa basilare!!
Quando seppe la notizia, Kojiro Hyuga per la delusione prese a pugni Roberto Hongo, che passava di lì per caso.
…che notizia poi? Boh… chi se ne importa, l’importante è quella
sensazione di malinconia che ti prende quando arrivi alla fine di una bella
fanfiction…sigh, deve essermi entrata una bruschetta nell’occhio…
Toooooogo!!