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Autore: Kiki May    25/06/2011    4 recensioni
Storia AU, ambientata nell’Inghilterra dei nostri giorni. Buffy Summers è candidata a sindaco di Londra e trova sostegno in un gruppo di fidati collaboratori. Ben presto la donna dovrà fare i conti col passato e con William, compagno del suo defunto mentore Giles.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Angel, Buffy Anne Summers, Un po' tutti, William Spike
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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12.







Lo studio radiofonico era accogliente e ampio. Buffy venne guidata per i corridoi che conducevano alla sala della diretta. A scortarla, come di consueto, Lindsey ed Angel, affiancati da alcuni membri dello staff. La candidata venne ricevuta dallo speaker e si sedette dinnanzi al microfono dotato di cuffie per l’ascolto.
L’intervista poté cominciare.
“Buongiorno Londra, siamo insieme al candidato sindaco Buffy Summers, che risponderà alle domande degli ascoltatori e a quelle preparate dalla nostra redazione. Piacere di conoscerla, signorina Summers.”
“Il piacere è mio.” Rispose lei, aggiustando le enormi cuffie che le scompigliavano i capelli. “Vi ringrazio per avermi ospitata.”
“E noi la ringraziamo per aver scelto di partecipare alla trasmissione e, soprattutto, per aver accettato di rispondere alle domande degli ascoltatori. Sappiamo quanto sia rischioso sottoporsi ad un confronto diretto in una fase delicata come questa.”
“Beh, io credo che sia necessario dialogare apertamente con la città. Se diventerò sindaco, dovrò accogliere tantissime istanze, provenienti dalle parti più disparate, e cominciare già da ora mi sembra una cosa intelligente.”
Lo speaker sorrise.
“Lei nutre buone speranze di vittoria, quindi.”
“Diciamo che non mi lascio scoraggiare facilmente e che sono abituata a combattere. Cerco di essere ottimista.”
“Possiamo cominciare con le domande, allora.”
“Cominciamo.”



L’intervista durò un paio di ore, utilizzate da Buffy per illustrare i nodi salienti del programma e le novità apportate in vista dell’elezione. La candidata riuscì a rispondere in modo soddisfacente ai quesiti dei cittadini ascoltatori e terminò la conversazione con un aneddoto divertente sulla sua adolescenza. Si congedò dallo studio intorno all’ora di pranzo. Ad attenderla, all’ingresso, i suoi collaboratori.
“Sei stata molto brava.” Fece Angel, accennando un sorriso gentile.
Lindsey annuì.
“Siete stranamente in accordo, il che significa che ci stiamo avvicinando al giorno dell’apocalisse!” scherzò lei, aggiustando l’acconciatura che non ne voleva sapere di stare ferma.
Il campaign manager le rivolse un cenno suadente, tendendo una mano quasi a volerla sfiorare. Buffy piegò le labbra in un broncio pensoso e socchiuse gli occhi, attenta.
“Direi che possiamo andare a pranzo.” Mormorò, accogliendo l’invito di Angel che le porgeva il braccio.



Il tragitto in auto fu più silenzioso e pacifico del solito. Lindsey ed Angel evitarono di punzecchiarsi e Buffy poté rilassarsi. Raggiunto il ristorante, i tre si accomodarono al tavolo loro riservato; la candidata dovette congedarsi un attimo per andare al bagno.
“Mi eviti?” domandò Lindsey, in agguato all’ingresso della toilette.
Buffy si portò una mano al cuore, spaventata dall’apparizione improvvisa.
“È il bagno delle donne.” Notò, asciugando le mani appena lavate.
Lindsey ghignò e chiuse la porta alle sue spalle.
“Lo so.”
“C’è qualcosa che vorresti dirmi circa la tua sessualità?”
“Tante e tante cose.” Disse lui, affiancandosi alla candidata che riprendeva lo chignon. “Scioglili.” Comandò, neutro.
“Cosa?”
“L’acconciatura è andata e i tuoi capelli sono deliziosi, scioglili.”
“Credevo non ti piacessero.”
“Uhm …” borbottò Lindsey, cingendole i fianchi.
Buffy non poté frenare un sussulto.
“Ti faccio agitare così tanto?”
“Mi agita il pensiero che qualcuno ci veda. So gestire perfettamente uno come te.”
“Sono un uomo da gestire, addirittura?”
Buffy si voltò, veloce.
Alzò lo sguardo pieno d’orgoglio e inclinò il viso ovale.
“Certamente.” Rispose.
Lindsey sorrise, compiaciuto dalla testardaggine del suo capo.
“Dovremo affrettarci o qualcuno si accorgerà che ci siamo chiusi in bagno.”
Tu ci hai chiusi in bagno.”
“Non la dai mai vinta, vero? Devi sempre avere l’ultima parola su tutto.”
“Come mi conosci bene …”
Il campaign manager sfoggiò l’ennesimo ghigno da canaglia e sciolse i capelli della candidata, carezzandoli con le dita.
“Sto imparando.” Sussurrò.



“C’è una tensione sessuale che spacca le pietre.”
“Tra noi?” mormorò William, sospirando di piacere.
Angel si chinò a baciargli gli occhi e il naso morbido.
“Tra Lindsey e Buffy, credo. Capisco pochissimo di questioni sentimentali, ma McDonald sembra aver puntato Buff e, se lo conosco bene, non mollerà l’osso prima di aver raggiunto i suoi scopi. Dovrei fermarlo?”
William rise, attirando a sé l’amante nudo.
“Perché dovresti?” chiese. “Ti piacerebbe se qualcuno fermasse noi?”
“No.”
“Ecco la tua risposta. Lascia stare il manager.”
“Ma è un coglione.” Obiettò Angel, serissimo.
Il scultore rise ancora e lui lo baciò e l’abbracciò con trasporto.
Immerse il capo nell’incavo del suo collo e prese un respiro profondo, imprimendo nella mente il profumo del dopobarba e dello shampoo per capelli. Si tese e mordicchiò ancora il naso imperfetto, terribilmente adorabile.
Gli occhi di William splendevano di un azzurro luminoso, paragonabile a quello del cielo. Le ciglia lunghe erano arcuate e castane, lievemente dorate. Gli zigomi pronunciati evidenziavano il pallore della pelle calda in un gioco di ombre e sfumature.
“Sei così bello …”
“Non dire sciocchezze, dai.”
“Giuro.” Mormorò Angel, solenne. “Sei bellissimo. Non so come facciano i tuoi datori di lavoro a non saltarti addosso. Sei l’uomo più sexy che io abbia mai visto.”
William scosse il capo, nascondendo un moto di imbarazzo che l’aveva spinto ad arrossire.
“E l’effetto che mi fai …” esalò l’amante, rapito. “Io capisco … capisco perché Giles ti desiderasse così tanto …”
“Vuoi parlare di questo, adesso? Ti prego, Angel …”
Il politico scosse il capo, dispiaciuto e triste.
“Dico sempre le cose sbagliate al momento sbagliato.”
“No.” Replicò William, prendendogli il volto con una gentilezza inusitata, dolcissima. “Sei solo insicuro, lo capisco. Anche io lo sono stato per tanto tempo.”
“Ed ora non lo sei più?”
Lo scultore non rispose.
Si tese in avanti e reclamò le labbra dell’amante, assaporandole in un bacio lento.
Nuovamente fece scorrere le braccia attorno al capo forte, sulla schiena ampia, e si trovò premuto tra i cuscini che si appiattivano sotto il suo peso.
“Con Giles mi sentivo sempre un ragazzino, ma tu forse … tu sei come me, siamo allo stesso livello. Amami allora, amami per quello che ti posso offrire. Credi che sia abbastanza?”
“È tantissimo.” Replicò Angel, sincero.
Approfondì il bacio e immerse le dita nei capelli del compagno che gemeva di eccitazione.
Provò a cancellare dalla mente ogni altro pensiero.







  
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