Nothing Regret
Quando aveva visto quel tipo portare via Rufy, non
ci aveva pensare su troppo prima di dividersi con la sua ciurma per cercarlo.
Di certo non poteva lasciare che facesse del male al suo piccolo amico.
Nessuno sano di mente toccava gli amici e i compagni di Shanks il Rosso, ma a
quanto pareva quel tizio non lo conosceva o forse era talmente sprezzante del
pericolo da credere di poterlo battere.
Solo perché non aveva menato le mani al loro primo incontro?
Ma Shanks aveva imparato dal suo Capitano che non bisognava scaldarsi per
sciocchezze, che era inutile prendersela per piccole cose, soprattutto con
pesci insignificanti. L'importante era capire quando far comprendere agli altri
chi si celava dietro un sorriso sornione.
E quello era decisamente il momento di Shanks.
Aveva rapito Rufy e adesso minacciava di ucciderlo. Gli avrebbe staccato la
testa dal collo, poteva giurarci, parola d'Imperatore.
Corse più veloce possibile, arrivando al molo in un batter d'occhio e
guardandosi intorno febbrile. Non era bravo a tenere dentro le emozione quando
si trattava dei suoi amici, Benn glielo rinfacciava sempre, ma non gliene
importava assolutamente niente in quel momento.
Poteva anche passare per un ansioso buono a nulla.
Ma dove diavolo era Rufy?
Poi lo vide, in mezzo al mare, su una barca con quell'imbecille dietro, legato
come un salame. Come se c'era bisogno di legarlo per farlo andare a fondo. Già
normalmente Rufy era un'Ancora, adesso che aveva mangiato il frutto del diavolo
non riusciva nemmeno a tenersi a galla -cosa che già prima gli risultava
difficile.
Senza pensarci due volte, si tuffò in mare, nuotando veloce verso la piccola
imbarcazione. Fortunatamente lui era sempre stato un ottimo nuotatore.
Notò con la coda dell'occhio un Re del Mare muoversi verso l'imbarcazione quasi
avesse individuato il suo pranzo.
C'avrebbe pensato lui al bastardo, ma Rufy non lo doveva toccare.
-"RUFY"-
Cercò di andare più velocemente possibile, e quando vide Rufy cadere in mare ed
essere quasi sbranato dal mostro marino non ragionò più.
Non sarebbe stato in grado di descrivere le sue azioni o quello che era
successo nell'arco di quei miseri minuti.
Sapeva solo che era arrivato in tempo, facendo da scudo al bambino di gomma col
suo stesso corpo. Il dolore alla spalla fu talmente accecante che durò solo un
istante, e per un attimo pensò di averlo immaginato.
Si voltò verso il mostro, assottigliando gli occhi.
-"Vattene"- e fu più che
altro un sibilo, quasi fosse quello di un serpente, pungente e agghiacciante
come una lama, come i suoi occhi in quel momento stretti a fessura, spaventosi.
E l'Ambizione che fuoriusciva dal suo corpo sarebbe stata in grado senza
problemi di farlo fuori in un battito di ciglia.
Era spaventoso.
In quel momento, Shanks, sembrava il pirata che era.
Forte e pericoloso.
Probabilmente anche l'animale lo capì, perché scappò senza emettere alcun
suono.
Shanks sospirò, allentando la presa quasi ferrea che aveva esercitato su Rufy
senza nemmeno accorgersene. Ma il ragazzino non sembrava essersene reso conto,
stretto a sua volta all'unica ancora di salvezza per evitare di annegare,
singhiozzando rumorosamente.
Sorrise teneramente.
Il mare intorno a loro si tingeva di rosso, ma il più grande fu talmente
sollevato di sapere che non era del suo marmocchio preferito che quasi non si
accorse che era suo. Che aveva perso un braccio. Che sarebbe morto dissanguato
se non fosse tornato al più presto sulla terraferma.
Ma la terraferma in quel momento gli sembrava dannatamente lontana.
Solo che c'era Rufy, e doveva assolutamente portarlo in salvo.
Con la poca forza che sentiva di avere ancora, nuotò verso la baia. Aveva la
vista annebbiata, ma riconobbe quasi subito la figura che lo aspettava lì come
quella di Benn, il suo vice.
Quando arrivò si sentiva davvero uno straccio per i piedi e si fece aiutare
senza problema da Benn, che era corso verso di lui appena l'aveva visto e aveva
capito la situazione.
Shanks aveva sacrificato il braccio.
Si fece aiutare ad uscire dall'acqua, sorridendo apertamente come faceva sempre
in direzione di Rufy, che sembrava non avere la minima intenzione di staccarsi
da lui.
Makino sopraggiunse in quel momento, cacciando un urlo terrorizzato. Solo
allora Shanks si sforzò di cercare di capire quello che era successo a lui.
Tanto, Rufy stava bene.
Respirò profondamente, ma le fitte che sentiva al petto sembravano volerglielo
impedire.
Dolore.
Ora lo sentiva.
E anche se c'era abituato, se ne aveva viste tante, se ne aveva subite tante,
non ci si poteva abituare al dolore. C'era Benn che lo teneva seduto cercando
di fermargli l'emorragia e che parlava con Rufy, insieme a Makino, però non
aveva più percezione di quello che stava succedendo intorno a lui.
Faceva un male cane, molto peggio di quando aveva rischiato di perdere l'occhio
per colpa di quel Teach.
Makino sembrava davvero molto spaventata.
Poi c'era anche Benn, ma non sapeva dire se era preoccupato o qualcosa del
genere.
Sperava solo di riuscire a mantenere il sorriso finché Rufy non se ne sarebbe
andato, perché non voleva preoccuparlo, non voleva si sentisse in colpa.
Anche se non era molto sicuro nemmeno di quello che stava facendo lui in quel
momento.
Respirava a fatica, stava perdendo troppo sangue. E faceva male. Questa era
l'unica cosa che poteva dire con certezza.
Male da morire.
Il suo braccio.
Il corpo era scosso dai fremiti, ma l'unica cosa che riuscì a capire, a
percepire più che altro, fu che Rufy se n'era andato.
Finalmente.
Finalmente.
Schiuse le labbra e gemette dolorante, gli occhi annebbiati, i suoni gli
giungevano ovattati, le labbra ancora stese in quel sorriso caloroso.
Ora faceva un po' meno male, dopotutto.
Forse il medico era arrivato e forse Benn l'aveva portato sulla nave in
braccio, di peso, non lo sapeva. Lasciò andare la testa all'indietro e chiuse
gli occhi, lasciando che i sensi l'abbandonassero, cadendo nel torpore
dell'oblio.
Quando riprese i sensi era nell'infermeria della Force, o almeno così gli sembrava.
Per un solo attimo non ricordò cos'era successo, ma la cosa gli tornò alla
mente appena cercò di muoversi. Grugnì dolorante, cercando di non cacciare
l'urlo che sentiva in gola, ributtandosi sul letto e strizzando gli occhi.
Non si sentiva nemmeno un po' in forze, nemmeno un po'.
Anche alzarsi in quel momento gli sembrava una cosa fuori dal mondo.
Forse poteva rimanere un altro poco a letto, non si sentiva affatto bene. Forse
aveva anche la febbre, o forse era una sua impressione visto che si sentiva
come si sarebbe sentito una pezza vecchia. Da buttare.
Sospirò, chiudendo di nuovo gli occhi, quasi fosse troppo faticoso anche
tenerli aperti. Fece scivolare la mano sulla fasciatura che gli copriva il
petto...e la spalla.
La spalla.
Il braccio.
Si morse un labbro, a sangue, fino a spaccarlo.
No, no, no, maledizione no.
Voleva sapere come stava Rufy, non lo ricordava. Voleva saperlo, che almeno
il suo stupido gesto fosse servito a qualcosa.
Dov'era Benn quando serviva?
Non ce la faceva ad alzarsi da solo, non aveva la forza di fare assolutamente
niente.
Maledizione, maledizione, maledizione.
Era stato davvero un idiota a tuffarsi in quel modo senza pensarci. Se
avesse aspettato che Benn avesse un'idea Rufy si sarebbe sicuramente salvato lo
stesso. O forse no. Comunque non poteva correre il rischio.
Aveva perso il braccio, okay, ma Rufy era salvo, era quello che contava.
Certo, magari sarebbe stato un problema, ma quello che contava era che il suo
piccolo amico fosse salvo.
Shanks era sempre stato convinto che non ci fosse niente di più importante al
mondo della vita e della salute dei suoi uomini, nemmeno la sua, di vita. E
Rufy era un suo amico. Su questo non c'era alcun dubbio.
Forse poteva agire con meno impulso, Benn gliel'avrebbe sicuramente
rinfacciato, ma non si poteva tornare indietro quindi pazienza.
Il problema adesso era un altro.
Era il suo braccio sinistro.
Che non c'era più.
Strinse ancora i denti, mordendosi le nocche dell'unica mano che gli rimaneva.
Non si pentiva di averlo fatto. Avrebbe sacrificato anche la testa se questo
avesse potuto salvar Rufy.
Ma un pirata, senza un braccio...che pirata poteva essere?
Non poteva più ricercare la sua indipendenza, in nessun modo. Lui era anche
mancino, sarebbe stato un problema doppio. Doveva praticamente ricominciare da
capo, e anche in quel caso avrebbe sempre avuto bisogni di qualcuno anche per
le cose più piccole.
Senza un braccio, niente sarebbe più stato come un tempo, niente.
Non si sarebbe stupito più di tanto se i suoi uomini avessero deciso di
abbandonarlo e intraprendere la carriera di Pirata per conto proprio. Che razza
di capitano e pirata sarebbe potuto essere se non poteva nemmeno considerarsi
un uomo indipendente?
Quando sentì la porta aprirsi s'immobilizzò e senza ben sapere perché finse di
star ancora dormendo. Probabilmente era solo William, il loro medico di bordo,
che era venuto a controllarlo, anche se a giudicare dai passi non era solo.
Lo sentì smanettare lì intorno e poi sentì solo una lieve puntura sul braccio.
Quel lieve bruciore che lo stava invadendo sparì, segno che quello era un
antidolorifico e che stava già facendo effetto. Qualcuno gli passò anche uno
straccio gelato sulla fronte e sugli occhi, dandogli un immenso sollievo.
Si lasciò scappare un sospiro.
Ma quello che faceva più male in quel momento non era la spalla o la febbre.
No.
-"Come sta?"- era la voce di Benn, e anche se come al solito non
tradiva quasi emozioni Shanks era certo avesse una nota d'apprensione nella
voce.
-"Meglio di ieri. La febbre è scesa, ma non potrò darlo fuori pericolo
finché non si sveglia. Ha perso molto sangue e per poco la ferita non si è
infettata. Se avessi potuto immaginare fosse così grave, avrei lasciato perdere
subito quei briganti e sarei corso da lui. La febbre è stata un meccanismo di difesa
del suo corpo per la ferita troppo grave ma...quel che è certo è che ha perso
il braccio"- la voce di William tremava, era quasi strano associarlo ad
uno con la stazza del medico -"E' stato tranciato di netto, rimarrà una
brutta cicatrice, ma è il minimo. Per il resto, fisicamente parlando sta
bene"-
Benn aveva annuito, prima di uscire dalla cabina senza dire niente a nessuno.
William si sedette sulla sedia accanto al letto e rimase a vegliare il suo
Capitano.
Si sentiva dannatamente in colpa, in quanto medico, ma non avrebbe potuto farci
niente. Quel mostro il braccio del suo capitano se l'era divorato in un sol
boccone, anche se ancora si chiedeva perché. Accettare che un pirata del
calibro del Rosso, così difficile da ferire anche per il miglior spadaccino del
mondo, avesse perso un arto contro uno stupido mostro marino, era difficile. Ma
Shanks l'aveva fatto per salvare il ragazzino e lui non aveva potuto fare altro
che cercare di salvargli la vita.
Non voleva nemmeno immaginare come l'avrebbe presa l'uomo.
In fondo, Shanks aveva solamente ventisei anni, non sarebbe stato affatto
facile per lui.
La porta si aprì di nuovo.
-"Hey Will"- la voce bene o male a Shanks
parve quella di Yasopp, ma in quello stato poteva
anche sbagliare, era davvero troppo bassa per poterne essere certo, aveva
ancora i sensi intorpiditi e l'antidolorifico non l'aiutava.
-"Cosa?"- Sembrava quasi avessero paura di svegliarlo, di
disturbarlo, quasi il sonno fosse l'unica sua cura possibile. Fosse stato così,
sarebbe stato felice.
-"Come sta il Capitano? Sono tutti preoccupati, sali di sopra e dai
notizie"-
William sogghignò, scoccò un'occhiata al capitano e decise che poteva andare
-"Okay"- disse, seguendo il cecchino fuori dall'infermeria e
chiudendo accuratamente la porta.
Shanks allora aprì gli occhi, piano, e sospirò.
I suoi compagni erano fantastici, davvero, ma...
Era stupido, infantile, insensato, molto poco da Shanks il Rosso, ma non poteva
fare a meno di aver paura che i suoi compagni in quel momento gli stessero
accanto solo per pietà e che appena sarebbe stato meglio l'avrebbero
abbandonato.
Se avessero voluto, lui li avrebbe lasciati andare, perché non era giusto,
nemmeno un po', che li tenesse incatenati ad un mutilato, allontanandoli dai
loro sogni e i loro ideali.
Eppure ne aveva paura, davvero tanto.
Il Rosso non aveva mai avuto timore di niente. Ma questa non era la paura che
avrebbe potuto provare davanti ad un nemico o ad un pericolo.
Era la paura di rimanere solo, perdere le persone a lui care.
Poteva anche essere un pirata pericoloso e temuto, potevano anche dire che uno
come lui non aveva paura di nulla, ma non era così.
Lui aveva il più puro terrore di perdere i suoi compagni.
E nonostante una parte di sé, quella che li conosceva meglio e più si fidava
probabilmente, gli diceva che non doveva temere, che prima che i suoi compagni
d'avventura erano amici e fratelli e che non l'avrebbero mai abbandonato solo
perché aveva perso un braccio, c'erano momenti in cui l'altra parte, quella
minuscola e pessimista, aveva la meglio. E tutto questo nel giro di dieci
minuti.
-"Ah,Capitano, ma allora sei sveglio"- Shanks sbatté appena gli
occhi. Perso nei suoi pensieri, non si era accorto che la porta si era
nuovamente aperta e che il medico era entrato.
Shanks si voltò verso di lui e sogghignò -"Certo, credevi che una cosa
simile potesse mettermi K.O.?"- rispose ilare, cercando di mettersi seduto
sul letto. Ma non ce la faceva, proprio no, e nemmeno il braccio sano sembrava
volerlo aiutare.
-"Fermo Capitano!"- intervenne il medico -"Devi rimanere
sdraiato e riposarti. Per almeno una settimana, non devi muovere nemmeno
un'unghia, intesi?"-
Shanks rise -"Come dici tu, dottore"- rispose.
William sospirò, sollevato che nonostante tutto il suo capitano sembrasse quello
di sempre, senza troppi problemi per la testa.
-"Sei davvero un pazzo, Shanks, ci hai fatto preoccupare tutti da morire.
Fortuna che stai bene"- e sembrava voler evitare a qualunque costo
l'argomento 'braccio'.
Shanks sorrise, in modo un po' teso stavolta, ma William non ci fece troppo
caso.
-"Oh, beh, lo sapete"- disse -"non sono troppo bravo con i piani
strategici, quello è Benn"- e rise ancora, sguaiatamente -"Piuttosto,
come sta il nostro Sasso preferito?"-
-"Rufy sta bene, Capitano. Non vede l'ora di rivederti, credo si sia
spaventato"-
-"Quel piccoletto si spaventa troppo facilmente per ogni cosa, mi chiedo
come possa sperare uno come lui di fare il pirata"-
-"Crescendo, magari"- affermò il medico -"In fondo mi pare che
Rufy sia sempre più sicuro di voler diventare il Re dei pirati"-
Shanks annuì, quel bambino gli ricordava Roger anche per questo, perché non
perdeva le sue convinzioni nemmeno davanti all'evidenza. Non sapeva nuotare, e
adesso non poteva più in effetti, ed era anche un gran fifone, come se non
bastasse.
Però sarebbe diventato un grande pirata, non c'era dubbio.
-"Pensare che è tutta colpa tua se gli è venuta la fissa dei pirati,
Capitano"-
Si riscosse, tornando a fissare l'uomo davanti a lui -"E' perché sono un
grande esempio da seguire"-
-"Certo, Capitano, proprio un grande esempio da seguire. Speriamo che Rufy
diventi un po' più affidabile di te"-
Shanks gonfiò le guance come un bambino -"E con questo cosa vorresti
dire?"-
William rise di gusto. Il suo Capitano era sempre stato un po' infantile, ma
vederlo in quel modo in quel momento era davvero un sollievo. Si rilassò
impercettibilmente contro la sedia e sorrise ancora guardandolo -"Comunque
meglio vada a dire agli altri che sei sveglio e sembri star meglio, così la smettono
di assillarmi. Non li facevo così apprensivi, sai? Pensa che Lucky non ha addentato il suo cosciotto finché non ti ho
dichiarato fuori pericolo. E' incredibile, no?"-
L'espressione del Rosso si addolcì appena al sentire le parole del medico.
Era stato davvero stupido anche solo a pensarlo.
-"Eravate preoccupati?"-
-"Tutti Capitano"- annuì l'altro -"Che t'aspettavi?"-
-"Non so. Che scappaste a gambe levate davanti ad un mutilato che
sicuramente da oggi in poi avrà qualche problema anche a vestirsi!"- rise,
buttandola sullo scherzo. Perché ormai non ci credeva davvero più, sapeva di
essere stato uno stupido anche solo a pensarlo ma William sembrava averlo preso
in parola, perché la sua faccia si fece improvvisamente seria. Molto più seria
di quanto Shanks l'avesse mai vista.
-"Non dirlo nemmeno per scherzo, Capitano! Come ti vengono in mente cose
simili? Noi non ti abbandoneremmo mai, per nessuna ragione al mondo, hai
capito? Dei del mare, Shanks, stavi scherzando, vero?"-
L'Imperatore sbatté le palpebre, stranito. Doveva essere una qualità di tutti i
medici pirata quella di saper incutere terrore con certe parole, forse perché
altrimenti i pazienti pirata rischiavano di fare di testa loro. Ne aveva visti
di tutti i tipo anche mentre era mozzo sulla nave di Roger e avevano tutti
questo piccolo difetto. William non era da meno, doveva ammettere, sapeva come
spaventare il suo avversario.
-"Certo che stavo scherzando!"- sogghignò, ma quelle parole gli
avevano fatto davvero bene -"E' solo
un braccio dopotutto"-
Il medico storse le labbra, ma poi annuì.
-"Sì, Capitano. Ma adesso riposati"- detto questo uscì dalla stanza,
lasciando il capitano a riposo.
Shanks lo guardò uscire, annuendo senza un preciso motivo fra sé e sé.
Era solo un braccio, poteva vivere anche senza.
Avrebbe dovuto abituarsi e non sarebbe stato facile, certo, ma era solo un
braccio, non doveva essere un problema.
Non doveva.
Note dell'Autrice:
Ehm...Okay, dunque, io in questo
preciso istante dovrei star studiando per gli esami, ma in fondo questa fic è lì a marcire nel pc da più
di un mese, quindi penso che pubblicandola non faccia del male a nessuno. A
parte voi poveri lettori immagino XD
E' una Shot, ma la metto come in corso perché, molto teoricamente, ne avrei pronta una sul medesimo
argomento dal punto di vista di Benn perché così, non avevo niente di meglio da
fare -come no XD- non so se la pubblicherò, deciderò prima o poi XD
Forse l'argomento è trito e ritrito, ma ci tenevo comunque a scrivere sopra
quella scena che è rimasta nei cuori di tutti i fan di OP e del Rosso in
particolare, anche perché Oda non l'ha fatto, quindi perché non dire la mia X°D Il Rosso non ha avuto conseguenze dalla perdita del
braccio, ma non penso che sul momento si sia proprio messo a ridere, né che sia
stato piacevole insomma, e io vi ho sempre fantasticato sopra in una maniere
indicibile davvero e visto e considerato che ultimamente Shanks invade i miei
pensieri, anche se nella mia testa dovrebbe esserci altro causa esami di
dopodomani e venerdì ( °-°), non posso farne a meno. Quando chiama, chiama.
Poi insomma, chi mi legge sa che so
essere maledettamente drammatica quando non voglio e che esagero sempre.
Quindi, ecco a voi, insomma XD
Fatemi sapere, commenti/critiche/consigli e quant'altro sono sempre bene
accetti.
Un bacione,
vostra,
Asuka <3