Cartastraccia.
Il mio corpo è
una pagina bianca, vorrei scriverci con l’inchiostro scuro tutto
ciò che mi ha fatto male così non ricadrò negli stessi errori.
Sono recidiva ma vorrei che qualcuno mi colorasse usando sfumature mai viste e
che non fosse solo sogno.…solo sogno. Ricoprite il mio cuore di luci
colorate, per sentirmi a Natale in questi giorni di primavera, che di fiori
ancora pronti non ne ha. Che qualche estraneo passante mi disinfetti le
scorticature, portando nuova luce ai miei occhi ciechi e che col tempo diventi
egli stesso mio martirio stuzzicando le cicatrici sbiadite sulla pelle.
Nuove cancellature,
nuovi disegni, nuove parole e poi tutto da capo. Alla fine arriverò a
consumarmi e sarò troppo stropicciata per far l’innocente per
recare a qualcuno piaceri e dolori. Però ora
ho bisogno di essere vissuta. Solo un po’, non chiedo molto, quel tanto
che basta per sentirmi dentro un sogno che va avanti a zucchero filato e
vaniglia finché sarò troppo nauseata da quello stesso profumo che
mi fa girar la testa.
Scrivi un’altra
strofa, una nuova e poi bacia ogni tentativo di mia rinuncia cosicché
possa star zitta un momento in più.
Sono malata di
quell’amore che vorrebbero le puttane di questo mio Paese eccessivamente
romantiche - e oche - per vedere questa realtà, morirò non appena
i polmoni saranno soffocati da quelle piante rampicanti troppo
velenose per strapparsele di dosso, ho bisogno di una trasfusione di
flusso caldo che scappi per le vene giocando ad acchiapparella facendomi ridere
per ore, facendomi arrossire, anche se la verità è che la porpora
sul mio viso deriva da quegli sguardi che bruciano il sole, e ho bisogno di
dormire cercando di non vomitare per l’ansia che l’indomani
sentirò quando mi dovrò alzare e cercherò nei cortili un
mondo nuovo da visitare sperando che l’inquinamento non lo porterà
a rinunciare a quella vita troppo breve che ad ognuno è toccata
patire…amare…