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Autore: Deirdre_Alton    26/06/2011    2 recensioni
C'è un piccolo ragno di nome Agravain che tesse la propria tela, nella sua trama saranno in molti a cadere. Sarà l'imprevisto però a far crollare il suo mondo.
C'è un'altra tela, grande, immensa, tessuta da Dio e dalla Dea. Questa trama si espande, oltre il mare, chi ne rimarrà impigliato?
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Agravaine, Gawain, Mordred, Morgana, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11

La mattina dopo mi svegliai percependo un presenza in camera mia. Agravain, ancora? Non ne volevo sapere di lui, si sarebbe ancora congratulato con me per i progressi del giorno precedente. Feci finta di dormire, se non altro questa volta non era venuto nel letto a sfregarsi contro di me.
«Mordred, lo so che sei sveglio», la voce di Gawain era seria. Io mi azzardai a far uscire la testa dalle coperte, lo vidi seduto sulla poltrona sotto alla finestra che guardava con finto interesse l'arazzo sul muro opposto.
Tornai sotto le coperte mugugnando qualcosa, in quel momento avrei davvero preferito dover parlare con Agravain piuttosto che con Ser Labbrasensuali.
«Mordred, non fare il bambino, dobbiamo parlare», continuò lui senza avere pietà di me.
«Mi sono già comportato da bambino ieri, no? Posso tranquillamente continuare a farlo anche per oggi. E poi io non ho nulla da dirti e se non vuoi che ti sputi in faccia qualcosa di cui poi mi pentirò è meglio se esci da camera mia.»
Lo sentii sospirare. «Ti stai comportando davvero come un ragazzino acido, mi sembra di essere tornato a casa quando ti arrovellavi il cervello per richiamare l'attenzione di nostra madre. Lei ogni tanto faceva finta di cadere nei tuoi trucchetti, ma aveva sempre quello sguardo... da volpe con te. Forse sognava per te...» Gettai via le coperte e mi misi a sedere sul letto, fissando lo sguardo sulla finestra e sulla collina che c'era in lontananza.
«Ne ho abbastanza di sentir parlare di nostra madre. L'ho sentita nominare anche troppo in questi giorni.» Mi alzai e incominciai a lavarmi il viso gettandomi velocemente l'acqua addosso con le mani.
«Perchè? Che notizie hai da nostra madre? Ti ha scritto?» Disse interessato Gawain seguendo tutti i miei movimenti, scelsi una tunica nera tra tutte le tuniche nere. Potevo anche decidermi ad indossare qualche colore diverso ogni tanto.
Ah! Dea! Come mai pensieri così positivi si affacciavano nella mia testa?
«Non credo che tu sia venuto qui per parlare di lei o sbaglio? E poi da quando in qua entri nella mia stanza senza chiedere il permesso? Hai preso i vizi di Agravain?»
Lui non rispose a nessuna delle mie inutili domande. Si alzò e mi venne vicino.
«Mordred, perché ti sei comportato in quel modo ieri? Non vorrei mai che tu mi odiassi e nemmeno Sagramore lo…»
Non ce la facevo, davvero, era troppo per me. Potevo evitarli, potevo difficilmente chiudere gli occhi difronte alla loro crescente intimità, ma non potevo ascoltare le sue parole. Loro due parlavano di me? Avevano pietà di me?
«Cos'è? Hai paura che vada a raccontare ai quattro venti il segreto di Lancillotto? Tanto lo sanno tutti a corte, cosa pensi?! E nessuno, ti assicuro, nessuno crederebbe alle mie parole! Sono solo un idiota che ha osato pensare di essere qualcuno!» Mi stavo di nuovo comportando come un cretino, Gawain avrebbe raccontato a Sagramore della mia stupida sfuriata. Già mi immaginavo Sagramore scuotere la bella testa, gli occhi chiusi che mormorava parole di conforto per mio fratello.
Gawain sospirò. «Galahad crede alle tue parole.» Feci per interromperlo, come osava mettere in mezzo Galahad? Lui fece un gesto imperioso con la mano e non osai aprire bocca. «Non me ne vado da qui fino a che non mi dici che cosa ho fatto di tanto male per farti scappare in quel modo. Se ho detto o fatto qualcosa per offenderti, non l'ho fatto coscientemente.»
Perché chiedermi questo?
Perché avevo sentito il mio cuore sbriciolarsi mentre me lo chiedeva?
Un dubbio mi scivolò lungo la schiena.
«Tu e Sagramore...», tossii a disagio. Possibile che…
Lui allargò le braccia senza capire e per invitarmi a proseguire.
«Voi due, siete... bè hai capito cosa intendo». Lui sgranò gli occhi e si mise a ridere.
«Pensi forse che io mi sia buttato nelle braccia di un altro così in fretta? Anche se io non avevo nessun altro in realtà. Mordred, non è facile dimenticare una persona, lo sai anche tu. Nemmeno per lui è stato facile chiudere con te, così all'improvviso. Ci siamo solo capiti a vicenda. Se questo ti da fastidio io-»
Mi tappai le orecchie come un cretino. «Zitto! Non aggiungere altro. Tu non devi fare nulla per me, vivi la tua vita. Non so cosa mi sia preso ieri, ero nervoso perché ero stato nelle stanze di Lancillotto, sono un tipo davvero sensibile sai?»
Rise di nuovo, divertito.
Possibile che Gawain il bello fosse così ottuso da non aver capito quello che provava per lui Sagramore? Non aveva voluto mai ammettere che ci fosse davvero una relazione tra Ser Mifacciolamogliedelre e la Regina fino al momento in cui la cosa non gli era stata sbattuta in faccia. Anzi gli si era attaccata alla schiena.
Dea! Salvaci!
«Ho saputo Mordred, qualcuno ti ha visto uscire dalle stanze di Lancillotto in ottima compagnia. Anche se tutti hanno pensato la stessa cosa, io non ho avuto dubbi. Sei troppo discreto per metterti ad amoreggiare in bella vista» disse mio fratello.
«Io non amoreggio! Che stai dicendo tonto che non sei altro!» mi avvicinai prendendolo per la tunica.
«Come osi darmi del tonto, proprio tu che non hai ancora capito che Galahad stravedere per te?» disse ridendo.
«Tu, zucca vuota, osi venire a parlarmi in questo modo? Ma come ti permetti?» mi stavo trattenendo dal ridere, mi tremava la bocca. Stavamo per azzuffaci amichevolmente ma purtroppo fummo interrotti da Gareth che con faccia preoccupata ci spiava dalla porta socchiusa.
«Gareth!» Urlai di follia euforica lasciando Gawain e precipitandomi a spalancare la porta, il mio fratellino fuggì per la nostra sala comune ma io, percorrendo la lunghezza del tavolo parallelamente a lui, riuscii a bloccarlo prima che uscisse. Rimanemmo a pochi passi l'uno dall'altro a fissarci, lui sembrava un coniglio in trappola, con gli occhi spalancati.
Gli sferrai il mio attacco, lui si voltò, andò a sbattere contro Gawain che ci aveva raggiunti e così finimmo tutti e tre a rotolare sul tappeto davanti al camino.
Ridemmo fino a farci lacrimare gli occhi.
Sapevo che le mie lacrime non scendevano dai miei occhi solo per quello, ero sollevato, Sagramore avrebbe aspettato, avrebbe atteso prima di donare tutto se stesso al suo vero amore.

   
 
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