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Autore: Ikiryuuame    26/06/2011    2 recensioni
Non so ancora bene il motivo per cui ti stia scrivendo.
Ormai è da secoli che ci penso, eppure tutte le volte allontano quest’idea dalla mia mente, constatando che sarebbe proprio una cosa stupida da fare, contando il fatto che tu mi odi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so ancora bene il motivo per cui ti stia scrivendo.
Ormai è da secoli che ci penso, eppure tutte le volte allontano quest’idea dalla mia mente, constatando che sarebbe proprio una cosa stupida da fare, contando il fatto che tu mi odi.
Sono passati secoli dall’ultima volta che ti ho parlato, e di certo non era una delle occasioni migliori per farlo. In mezzo al fango con un fucile puntato addosso…
Il giorno della mia indipendenza. Il giorno in cui quel legame che c’era tra il piccolo me ed il grande te si è rotto per sempre.
Irrimediabilmente perso.
E mi viene da ridere mentre penso che questa era l’ultima cosa che volevo succedesse. Sono stato uno stupido, lo so. Uno stupido che ha perso di vista quello che davvero gli stava a cuore. Ma avevo bisogno della mia indipendenza Arthur… E mi chiedo come mai tu questo ancora non l’hai capito.
Preferivi forse che restassi il tuo fratellino per sempre?
Probabilmente si, ma non hai capito che per me sarebbe stato impossibile… Per me che con il passare degli anni, quel sentimento che consideravo affetto, quell’affetto che il fratellino riserva per il suo fratellone, per la persona che l’ha cresciuto, per colui che gli ha insegnato a vivere, si è trasformato in qualcosa di più… In molto di più…
Volevo sempre averti accanto.
Volevo poterti toccare come faceva delle volte quel francese, ma che a me non era concesso farlo… Perché eravamo fratelli… Almeno per te.
Per me non più, Arthur.
Nell’esatto istante in cui capii che quello non era amore, per me non eri più il mio fratellone, per me eri diventato un uomo bellissimo ed impossibile da raggiungere, ma per te, io rimanevo sempre quel bambino che avevi incontrato quel giorno in mezzo alla prateria e che avevi amorevolmente preso con te e cresciuto.
Quante notti ho passato a piangere quando tu eri lontano, nella tua patria.
Quante notti pensavo a te toccandomi, immaginando che quelle fossero le tue labbra e non le mie mani.
Mi vergono a dirlo ma sembravo proprio una femminuccia innamorata.
Eppure era così… Ero perso per te Arthur.
Avrei dato qualsiasi cosa perché tu iniziassi a considerarmi come un uomo e non come un bambino. E per ottenere questo, purtroppo ho dato via te.
Adesso si, adesso mi consideri un uomo…
Ma mi odi.
Sono proprio un idiota.
La mia gente voleva quell’indipendenza nello stesso modo che la desideravo io, ma quella guerra no… non sarebbe dovuta esistere. Perché è quella guerra che ci ha messo contro. Non avrei mai pensato che sarei arrivato a puntarti un fucile addosso.
Combattere contro la persona che si ama..
Ci può essere qualcosa di più orribile?
No, io credo di no.
Ho passato più di cento anni senza di te nella speranza che tu apparissi da un momento all’altro con la tua espressione seria, ma pronto a perdonarmi per averti fatto soffrire. Ma lo sapevo che era impossibile una cosa del genere.
Lo sapevo che tu non saresti mai venuto da me, eppure io non ero intenzionato a muovermi dalle mie terre per il semplice fatto che avevo paura.
Ero terrorizzato dalla tua reazione nel rivedermi dopo tanto tempo, per il fatto che non mi sono fatto vivo prima… E così sono rimasto in panciolle ed in attesa in America, sperando di vederti spuntare esattamente come il giorno in cui mi hai trovato…. Scusa, sto divagando…
Riuscii a rivederti, e questo successe in un’occasione ben poco piacevole .
Una guerra.
Di nuovo.
Ma questa volta ero venuto in tuo soccorso. Non appena seppi che eri in difficoltà non ci misi molto a convincere il mio capo a mobilitare le truppe e a venire in tuo aiuto.
Non ci scambiammo neppure una parola.
Fianco a fianco sul campo di battaglia senza nemmeno riuscire a costruire un discorso come si deve. Solo piani strategici e basta.
Cercai anche qualche volta di avvicinarti, ma puntualmente tu ti allontanavi e scivolavi via come sabbia stretta in un pugno, che sfugge inesorabilmente a qualsiasi presa.
E anche questa guerra finì.
E io finalmente capii che senza di te non potevo vivere.
Così decisi di venire da te, in Inghilterra a risolvere questa faccenda che avevo creato io , ma che non riuscivo più a sopportare, ma… Mi resi conto che forse sarebbe stato meglio se non ci fossi mai venuto in Inghilterra.
Quando giunsi davanti a casa tua, trovai la porta aperta e con il terrore che ti fosse successo qualcosa, corsi dentro, cercandoti in tutte le stanza… E ti trovai…
Nella camera da letto, nudo, a gemere come una di quelle verginelle che lo fanno per la prima volta… Con Francia…
Mi portai una mano alla bocca poiché sentii il pranzo salirmi su, fino in gola.
Indietreggiai ma, ahimè, colpii un mobile ed il rumore attirò la tua attenzione.
Mi guardasti con faccia sconvolta quel giorno, mentre quello schifoso continuava a prenderti e prenderti… E io volevo essere al suo posto, lo desideravo con ogni singola fibra del mio corpo. Ma quella fortuna non era capitata a me.
In quel momento odiai Francis con tutto me stesso, ma forse, era giusto così. Sicuramente lui ti era stato vicino più di quanto abbia fatto io in tutti questi anni.
Eppure non riuscii a trattenere le lacrime, e mentre tu ti alzavi, spingendo via il francese, coprendoti con il lenzuolo e venendomi in contro, dicendomi qualcosa che non riuscii a capire, poiché nelle mie orecchie ancora rimbombavano quei maledetti gemiti, le lacrime presero a scendere veloci dai miei occhi e le mie gambe si mossero da sole, portandomi fuori da quella casa ad una velocità impressionante.
Sentivo la tua voce dietro di me chiamarmi, ma non avevo la forza di voltarmi con il terrore di rivedere il francese al tuo fianco, ad occupare il posto che per tanti anni ho desiderato.
Ho sempre saputo che non sarebbe mai stato mio, ma scoprire che era già occupato da chissà quanto tempo è stato più doloroso di quanto avessi mai potuto pensare.
Sparì per altri anni, anni durante i quali tutte le notti fui perseguitato dalle scene che vidi quel giorno. Piansi non so quante volte, sempre da solo senza farmi vedere da nessuno.
Gli eroi non possono soffrire in pubblico.
Ed è così che continuai ad indossare quella maschera come se nulla fosse mai successo.
Altri secoli sono passati Arthur e io, da quel maledetto giorno, non ti rividi più.
Poi, trovai il coraggio di scriverti, poiché parlarti di persona lo ritenni davvero troppo complicato.
Forse dovrei smetterla di parlare al passato, visto che la lettera è proprio questa.
E con queste parole, solo una cosa voglio dirti…
Ti amo Arthur.
Ti amo e ti ho sempre amato.
Non so se adesso il tuo cuore è già impegnato, non lo so e non mi interessa.
Voglio solo dirti che ti amo.
Probabilmente quando leggerai questa lettera io sarò li, davanti a te, a meno che tu non mi abbia sbattuto la porta in faccia, ed infondo è proprio quello che temo.
Ma io ci spero ancora sai? Nel tuo perdono…
Non so come finirla questa lettera. Non sono mai stato bravo con le parole.
Ti dico solo una cosa ancora.
Qualsiasi sia la tua risposta sappi che il mio cuore ti appartiene, fanne quello che ritieni più giusto.

Tuo Alfred F. Jones.

-La lettera finisce così.
Come sia andata tra i due non ci è dato sapere.
Si può dire che il finale di questa vicenda rimane nella fantasia di voi lettori.
Nella mia c’è un lieto fine, dopotutto se lo meritano entrambi.
Che la storia continui come più vi aggrada e con questo, direi che è giunta l’ora di andare e di lasciarvi con la mente ad immaginare-


Lo so, lo so, il finale è orribile, ma ho avuto seri problemi nel riuscire a trovare una cosa che si potesse almeno definire tale.
Comunque, spero che questa fic vi piaccia almeno un pochino.
Ah si, dedico questa storia alla mia socia, che mi sopporta ad ogni ora del giorno e della notte xD
Un bacione a tutti, Alaska-chan <3
  
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