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Autore: JustALittleLie    26/06/2011    11 recensioni
Li avevamo lasciati lì.
Lui era tornato a Los Angeles, lei era su un aereo per Madrid.
Lontani per sempre, divisi da un destino che li ha fatti incontrare, li ha fatti innamorare e poi, li ha separati.
E se ora il destino volesse ripagarli di tutto questo?
Ronnie verrà ricatapultata improvvisamente nella sua vecchia vita a Los Angeles, dove la aspettano le sue amiche e lui, dove potrebbe riavere la sua vita.
Ma, si sa, nella vita nulla è così semplice.
Sequel "Let me under your skin"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'There's a fine line between love and hate'
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Alexandra Scott, conosciuta per lo più come Lexus, era sempre stata una persona indipendente.

Amava la solitudine ed il più delle volte la ricercava chiudendosi nei suoi momenti da “no mondo”. Questi momenti erano aumentati molto da quando si era trasferita a Miami con i suoi, dove non aveva trovato nemmeno un’amica, non che la cosa la turbasse particolarmente o la sorprendesse, anzi, le sorprendeva di più il fatto che avesse avuto delle amiche negli anni passati.

Ad ogni modo, nonostante la sua natura da eremita, in quel momento, nella sua vecchia auto, mentre girava per la vecchia Los Angeles, si sentiva sola ed annoiata.

“Ci siamo solo io e te piccola” pensò accarezzando il volante

Da quanto tempo non guidava quella macchina? Forse da quando si era trasferita a Miami. Sospirò girando a sinistra, non sapendo bene dove stesse andando precisamente.

Quanti ricordi racchiudeva quel vecchio pezzo di ferro! Se inspirava a fondo si poteva ancora sentire l’odore del rum che Kate aveva buttato casualmente sul sedile del passeggero, ricordava che avrebbe voluto ucciderla ma poi, come sempre, erano finite tutte e quattro a ridere sulle scarse capacità motorie di Kate; se si faceva attenzione si poteva vedere una piccola macchia di smalto viola che Ronnie aveva fatto cadere dopo che Lexus aveva frenato un po’ bruscamente, sul sedile posteriore.

Quando la lunga fila di palazzi alla sua destra terminò, il sole, spuntato dietro di essi, le colpì gli occhi violentemente facendole fare una smorfia. Abbassò lo sportellino di fronte a lei per proteggere i suoi occhi dalla luce accecante e frenò bruscamente provocando l’ira del tassista dietro di lei che attaccò letteralmente la mano al clacson.

Gli occhi di Lexus erano incollati allo sportellino, o meglio, alla foto che era attaccata a questo. Allungò una mano sfilandola dal piccolo pezzo di stoffa che lo teneva incollato lì e la avvicinò al viso studiandola con attenzione.

Ed inevitabilmente la sua mente fu trascinata nel passato, dove si stava così bene.

 

-non credo si faccia così- affermò Jamie guardando sconcertata Kate che, con un pennello in mano, disegnava cerchi concentrici sul muro della stanza dell’amica.

Kate tirò la lingua fuori mordendola leggermente in un espressione di piena concentrazione –scommetto che mai nessuno ha detto a Picasso come dipingere- affermò poi passandosi il dorso della mano sulla fronte

Lexus ridacchiò accovacciandosi accanto a lei ed immergendo a sua volta il pennello nel liquido lilla  –questo colore è orrendo, te l’ho già detto?- disse poi studiando quel tremendo colore

Jamie sbuffò portandosi le mani ai fianchi –almeno quattrocento volte, ma dov’è Ronnie?- chiese poi lanciando un’occhiata all’orologio che portava al polso

-eccomi!- si sentì una voce provenire dal corridoio e poco dopo Ronnie fece la sua comparsa con le braccia piene di barattoli di alluminio contenente pittura.

-oh, finalmente- sospirò Jamie andandole incontro e prendendole qualche barattolo dalle mani

Ne prese uno e lo aprì con non poche difficoltà dato che in mano aveva ancora il suo pennello –ma è rosso- affermò interdetta

Ronnie annuì poggiando i restanti barattoli su un ripiano –quel colore è orribile- ammiccò alle pareti lilla

-oh, grazie al celo, qualcuno che capisce qualcosa!- affermò Lexus alzandosi ed avvicinandosi alle due

-ma così il mio capolavoro verrà coperto!- si lamentò Kate fissando i suoi cerchi perfetti

Ronnie alzò un sopracciglio sarcastica –il mondo sopravvivrà-

Jamie si abbassò per poggiare il barattolo sul pavimento per poi alzarsi di scatto –ma a me piace lilla!- sbotto senza rendersi conto che col suo movimento brusco, la pittura lilla del suo pennello era schizzata sulla maglia dell’amica e persino sul suo collo.

-oh, mi dispiace- affermò portandosi una mano alla bocca cercando di non ridere di fronte all’espressione allibita dell’amica, ma con scarsi risultati

Ronnie socchiuse gli occhi abbassandosi poi ed immergendo due dita nel liquido rosso, si alzo e , con estrema calma,  spiaccicò le dita sulla guancia destra dell’amica che la guardò spalancando la bocca.

Lexus a pochi passi da loro scoppiò a ridere vedendo l’espressione sconvolta di Jamie, Jamie che si voltò verso di lei in silenzio e, allungando il braccio, disegnò una linea retta sulla maglia dell’amica –peccato non ti piaccia il lilla- affermò poi sorridendo –credo ti doni molto-

-tu.sei.morta.- ringhiò Lexus guardandosi la maglia rovinata

-ragazze, ragazze!- urlò Kate alzandosi –mantenete la calma, non a…- ma si bloccò quando vide Lexus lanciare il suo pennello contro la parete, nel punto preciso dove con tanto amore aveva disegnato i suoi cerchi lilla

-il mio capolavoro- si lamentò fissando la vernice che colando copriva la sua opera d’arte

Poi si voltò, più agguerrita che mai –non dovevate farlo!- e si catapultò sulle amiche che continuarono a buttarsi vernice dietro fino a sembrare un incrocio tra braveheart e gli indiani d’America.

-qui ci vuole una foto!- affermò Jamie ridendo

Kate si pulì, per quanto possibile, le mani sui jeans e prese la digitale dalla sua borsa poggiandola poi su un ripiano impostando l’autoscatto.

-dite cheeeese!- urlò poi unendosi alle amiche strette in un abbraccio

 

Quando il tassista, per l’ennesima volta, suonò il clacson Lexus sobbalzò stringendo la foto tra le mani.

-tesoro, se dobbiamo passare qui tutta la giornata almeno cerchiamo di intrattenerci- le gridò il tassista grassone dalla voce rauca

Lexus gli mostro la sua migliore espressione disgustata dallo specchietto retrovisore e, dopo aver alzato il medio in risposta, ripartì sgommando, sta volta con una meta ben precisa.

 

*     *     *

 

Un po’ disorientata Lexus entrò nell’edificio grigio di fronte a lei.

Si domandava se avesse fatto la cosa giusta. Quando aveva visto quella foto aveva capito che aveva bisogno di parlare con lei. Le sue intensioni non erano quelle di andare lì, abbracciarla e piangere sulla sua spalla urlandole quanto le era mancata, decisamente no. Ma sentiva il bisogno di capire il perché delle sue azioni, doveva sapere perché era scappata e non era rimasta ad affrontare i suoi problemi con loro.

Doveva avere qualche risposta dopo quattro anni.

Si avvicinò alla reception insicura, Ronnie era nuova, di certo non la conoscevano ancora lì, pensò così di chiedere un informazione più generica, poi l’avrebbe trovata da sola.

-buongiorno- salutò

-buongiorno- le sorrise cordiale la biondina dietro il bancone –posso aiutarla?-

-si, vorrei sapere qual è il piano che si occupa delle traduzioni- sperò di aver detto qualcosa di sensato

Fortunatamente la ragazza annuì –lei è…?- chiese mettendo già una mano sulla cornetta pronta ad avvisare il suo capo

-oh, io sono solo un’amica di una dipendente, sono passata per lei- chiarì

-va bene, ventunesimo piano, poi può chiedere della sua amica alla mia collega-

Lexus ringraziò la ragazza e si avviò verso l’ascensore pigiando il pulsante e quando le porte si aprirono entrò e pigiò il tasto 21, aspettando pazientemente che l’ascensore raggiungesse il suo piano.

Dopotutto quindi Ronnie ce l’aveva fatta, sembrava ieri che erano nel cortile della scuola e Ronnie aiutava Jamie con il francese o Kate con lo spagnolo, ed ora lavorava per una vera e proprio casa editrice.

Almeno gli anni passate lontane erano serviti a qualcosa.

Le porte finalmente si aprirono avanti a lei che a passo svelto usci fuori sperando di non perdersi.

Fece qualche passo e, quando si ritrovò in una stanza chiassosa piena di gente che urlava, ebbe l’istinto di girarsi e tornare in dietro, ma poi ricordò il motivo per cui era lì e a passi decisi si avviò verso un bancone identico a quello che si trovava nella hall a piano terra, sul lato destro della stanza.

Si affacciò al bancone, ma questo era vuoto.

Perfetto.

-Salve- sentì una voce profonda alle sue spalle

-oh, salve- rispose voltandosi con espressione felice, grata avesse trovato qualcuno a cui chiedere informazioni

Espressione che cambiò all’istante quando si accorse dell’occhiata poco discreta che il tipo le stava rivolgendo.

-ti sei persa?- chiese sfoggiando uno dei suoi sorrisi alla John Travolta ed uno sguardo capace di stendere chiunque

Chiunque tranne Lexus, ovviamente.

La ragazza squadrò di rimando l’uomo di fronte a se, che sembrava totalmente fuori luogo, posto in quel contesto.

La camicia a righe blu e bianca ed i jeans chiari non erano adatti ad un ufficio, per non parlare dei capelli lunghi e gli occhiali stile “mafia italiana”.

Era evidente che avesse un certo fascino, quel tipo di fascino a cui nessuno resiste e, dallo sguardo ammaliante che continuava ad inviarle, Lexus pensava che il ragazzo ne era più che consapevole.

Da dove era uscito quel tipo?

-io non sono il tipo di persona che si perde- rispose alzando un sopracciglio, senza l’ombra di un sorriso –tu piuttosto chi sei? Il fattorino?- chiese sarcastica indicando con cenno della testa il suo abbigliamento

L’espressione del ragazzo cambiò da ammaliante a confusa, poi rise di cuore.

-veramente, io sono il direttore di quest’ufficio– sorrise, allungando poi una mano – Johnny Radke-

Lexus guardò la mano del ragazzo, poi di nuovo lui che ora la guardava con un sorrisino divertito che, se possibile, le dava sui nervi più di quello di prima, poi si decise a stringergli la mano, riluttante -Lexus Scott-

-Lexus?- ripeté lui –che strano nome-

-io non parlerei così se indossassi quella camicia- rispose offesa

Johnny ridacchiò ancora –beh, cosa ti porta qui, Lexus?- chiese lanciandole un’altra delle sue occhiate

“Che idiota” pensò lei.

-sto cercando una mia amica, Ronnie Knocks- rispose cercando di mantenere la calma e di non fare caso al fatto che avesse messo per la seconda volta nella giornata la parola “amica” e “Ronnie” nella stessa frase

Il ragazzo si illuminò –e così sei un’amica della mia discepola prediletta!-

Lexus si accigliò, quel tipo le faceva venire voglia di tirargli un pugno sul naso.

-Lexus?!- la voce sorpresa di Ronnie la fece desistere dal picchiare il latin lover di fronte a lei

-cosa ci fai qui?- chiese la ragazza, sorpresa

Lexus si voltò verso di lei ignorando Johnny –dobbiamo parlare-

 

 

*       *       *

 

Kate era stata a numerosissimi servizi fotografici, era stata dietro le quinte di numerose sfilate, era stata persino ad un paio di trasmissioni televisive, ma non era mai stata sul set di un film, mai, ragion per cui non aveva la minima idea di come funzionasse lì.

-mi scusi…- provò a chiedere ad un uomo sulla trentina, ma questo la ignorò bellamente, sorpassandola.

Ma non era nell’indole di Kate arrendersi così facilmente.

-chiedo scusa…- provò ancora, con una donna stavolta, intenta a parlare ed un auricolare, ma anche questa scosse la testa facendole un cenno con la mano, ignorandola

Kate sbuffò pestando un piede a terra.

Il piano di quel pomeriggio era prelevare Joe dal set ed insieme andare a scovare un regalo adatto per il matrimonio di Jamie, il compito di Kate avrebbe dovuto essere quello di aspettare in macchina il ragazzo, ma dopo quasi trenta minuti di attesa si era stufata –era famosa per la sua incapacità di stare ferma in un posto per più di dieci minuti, figurarsi trenta- ed aveva deciso di scendere dalla macchina per andare a cercare Joe ed, eventualmente, picchiarlo.

Ed ora era solo colpa del ragazzo se si trovava in mezzo ad un set, circondata da matti che correvano avanti e indietro, sola e disorientata. Joe avrebbe pagato.

Dopo aver tentato di chiedere ad altre due persone dove fosse Joe ed aver ricevuto da entrambe lo stesso trattamento delle precedenti, strinse in mano il tesserino passepartout che Joe le aveva dato “in caso di emergenza” e si avviò nei meandri del set alla ricerca del ragazzo.

Dopo aver cercato per mari e per monti finalmente lo vide, in un angolo isolato, poggiato ad un muro mentre sembrava intento a…parlare da solo?!

-Joe?- lo chiamò titubante la ragazza avvicinandosi

Joe si voltò di scatto verso Kate spalancando gli occhi, poi cominciò a parlare a raffica –Kate! Oh, scusami è successo un casino! Dovevamo girare la scena finale ma io mi sono bloccato e non riuscivo più ad andare avanti, il regista si è arrabbiato da morire! E mi ha dato cinque minuti per ripetere la parte, ma io la parte la conosco il problema è che non riesco a…-

-wow wow wow! Non ho capito nulla, calmati e spiegami meglio- lo interruppe la ragazza posandogli le mani sulle spalle

Joe chiuse gli occhi facendo un respiro profondo, poi riprese a parlare, lentamente ora –non riesco a girare una parte, non so perché, la conosco bene ma poi arrivo lì guardo Isabelle e, niente! Mi dicono che non sono espressivo, non riesco a trasmettere- sputò l’ultima parola

-Isabelle?- chiese curiosa Kate togliendo le mani dalle spalle del ragazzo

-si, la coprotagonista- tagliò a corto lui –ad ogni modo Steve, il regista, mi ha dato cinque minuti, dopo di che mi uccide!- concluse agitandosi di nuovo

-okkay, non farti prendere dal panico ora! Ti aiuto io, dov’è il copione?- chiese e quasi immediatamente il ragazzo gli porse titubante un plico di fogli bianchi

Kate lo prese e lesse le prime righe trovando quel copione terribilmente melenso.

-okkay- sospirò –io sono Cindy e tu sei Seth, pronto?-

Joe spalancò gli occhi mentre l’idea di strappare quel copione dalle mani di Kate si faceva spazio tra i suoi pensieri –non…io non…credo sia una buona…idea- balbettò guardando la ragazza con un’espressione da cucciolo disorientato

Espressione che fece seriamente pensare alla ragazza di buttare il copione per aria e saltare poco signorilmente addosso al ragazzo.

Contegno, le ci voleva contegno.

-non dire stupidaggini su! Comincio io- si schiarì la voce e sotto lo sguardo terrorizzato ed impotente del ragazzo cominciò –Seth, come puoi dirmi questo?- disse in un lamento

Joe continuò a guardare Kate immobile, sconcertato, era sicuro che si stesse avviando verso un vicolo ceco, nulla di buono.

-la verità…- balbettò indeciso, ma quando Kate si aprì in uno sei suoi soliti sorrisi mozzafiato tutto, tutto, scomparve attorno a loro.

Non c’era più Seth, non c’era più Cindy, non c’era più nessun film.

Erano semplicemente loro, semplicemente Kate e Joe.

-la verità, Cindy, è che sono stanco- puntò gli occhi in quelli della ragazza –ti ho sempre dimostrato il mio amore e cosa ho ricevuto in cambio? Nulla!-

Kate scosse la testa con aria afflitta e fece un passo verso il ragazzo –non dire così! Lo sai…- si bloccò un attimo perdendosi negli occhi del ragazzo

-cosa? Cosa dovrei sapere, Cindy?- sussurrò Joe facendo un passo verso di lei e prendendole il viso tra le mani, sperando di star seguendo il copione

-lo sai che ti amo- sussurrò Kate sentendo il suo stomaco attorcigliarsi su se stesso

Joe stava per svenire, lo sentiva.

Guardò Kate che a sua volta lo guardava con gli occhi che brillavano come due stelle.

Doveva farlo.

Non importava se non era scritto nel copione, non importava se dopo probabilmente avrebbe ricevuto un ceffone da parte della ragazza, doveva baciarla, doveva farlo, doveva toccare quelle labbra almeno una volta in vita sua.

Avvicino ancora il viso a quello della ragazza fino a sfiorare il naso col suo, la guardò per un istante paralizzata, mentre non era in grado di fare niente.

Doveva baciarla.

E l’avrebbe fatto se solo il suono della voce del regista impazzito proveniente dal megafono non li avesse fatti sobbalzare entrambi.

-JONAS! I CINQUE MINUTI SONO FINITI, PORTA IL TUO SEDERE DA DIECI MILIONI DI DOLLARI QUI!-

Joe maledì chiunque avesse messo un megafono in mano a quel pazzo e Kate saltò letteralmente indietro diventando rossa fino alla punta dei capelli.

Entrambi si guardarono in silenzio, senza proferire parola.

Stupidi.momenti.imbarazzanti.

-o…ora devo…andare- balbettò Joe indicando un punto indefinito

-certo- sussurrò Kate –ti aspetto in macchina- gli allungò il copione ancora imbambolata

Joe annuì afferrandolo –vedrò di fare presto-

Kate annuì e con un sorriso tirato il ragazzo si voltò per andarsene.

Mentre lo guardava camminare sospirò dentro di se; per un secondo si era illusa, si era illusa che forse quelle parole…no. Lui era un attore e stava recitando la sua parte, anche se per quello che aveva visto nel copione non c’era nessun bacio o scene simili, ma forse si era lasciato trasportare dall’interpretazione.

Lui era un bravo attore e lei era solo una stupida a pensare certe cose.

-Joe!- chiamò il ragazzo che si voltò con un sorriso –anche le parti improvvisate andavano bene- disse abbassando la voce mentre il sorriso sulle labbra di Joe si spezzava

Solo un attore, doveva tenerlo bene a mente.

 

 

*     *     *

 

 

Ronnie si sedette sulle scale di ferro poste a lato della grande terrazza del grattacielo in cui lavorava, poco dopo Lexus la raggiunse prendendo posto accanto a lei.

Entrambe erano in enorme imbarazzo, non erano due persone che parlavano molto, e nessuna delle due sapeva come cominciare il discorso così per il momento si limitavano a stare sedute una accanto all’altra con lo sguardo perso nell’orizzonte.

Ronnie sospirò guardando la città che si stendeva di fronte a loro, quella città che aveva vissuto così intensamente, che le aveva regalato gioie, felicità, amori, odio e delusioni, quella città che ora le faceva tanta, troppa paura.

-ti chiederai…- cominciò Lexus senza guardare la ragazza accanto a lei –ti chiederai come mai sono qui-

Ronnie fissò l’amica senza rispondere, attendendo che questa continuasse.

-Eravamo così unite- sospirò colpendo Ronnie diritto al cuore –ci volevamo così bene, eravamo una cosa sola e tu…-

-ed io me ne sono andata- sussurrò distogliendo lo sguardo da Lexus per guardarsi la punta delle scarpe

-perché?-

-perché non ce la facevo più, non sarei sopravvissuta un giorno in più qui…-

-no- la interruppe Lexus continuando a guardare di fronte a se –lo so perché te ne sei andata, quello che non capisco è perché…- fece una pausa pensando a quello che voleva dire –come hai potuto lasciarci senza dire nulla?-

Ronnie si morse il labbro inferiore –è stato così difficile lasciarvi Lex- spiegò –non ce l’avrei mai fatta se avessi dovuto dirvi addio guardandovi negli occhi, mi sarei ritrovata a rimanere lì ed a soffrire ogni.singolo.giorno-

Lexus strinse la mano in un pugno guardando Ronnie per la prima volta –la verità è che sei una codarda!-

Ronnie rimase a fissare le sue scarpe senza mostrare alcun che, dopotutto Lexus aveva ragione, cosa poteva dirle?

-hai idea di come ci siamo sentite quando siamo venute a casa tua e tua madre ha detto che eri partita per Madrid fino a tempo indeterminato? Ti rendi conto Ronnie?!- sbottò con la sua solita voce bassa

Ronnie si prese la testa tra le mani, cercando di ricacciare in dietro le lacrime che sentiva stavano per arrivare.

-lo so, lo so!- urlò lei –pensi che non mi sia sentita un verme?!- continuò guardando gli occhi verdi dell’amica –pensi che non mi sia sentita una persona schifosamente cattiva? In ogni singolo giorno, ora, minuto di questi ultimi quattro anni Lex, in ogni fottutissimo istante, non ho fatto altro che pensare a voi, a come mi fossi comportata male e a come rimediare, non pensare che sia stata lì a bere sangria e mangiare paella!- fece una pausa tirando su col naso mentre si rendeva conto che ormai qualche lacrima era caduta contro la sua volontà –mi siete mancate il doppio di quanto io sia mancata a voi- concluse con la voce spezzata

Lexus guardò gli occhi lucidi dell’amica e sospirò.

-ti voglio bene Ronnie- disse seria , poi le sorrise –ma sei stata davvero una stronza-

Ronnie ridacchiò asciugandosi gli occhi –lo so- sussurrò poi

-Lexus- cominciò –non pretendo che la nostra amicizia torni quella di una volta, so che è una cosa impossibile, almeno per ora, ma vorrei solo che mi deste un opportunità per provare a ricominciare-

Lexus la guardò sospirando –non posso prometterti che riuscirò a dimenticare tutto Ron, ma- aggiunse – se la cosa ti può rassicurare quando tornerò a casa butterò la bambola voodoo costruita per te-

Ronnie rise di cuore dopo tanto, tantissimo tempo, e tornò a guardare l’amica –spero di riuscire a recuperare- sorrise per poi alzarsi ed avviasi con lei verso le scale

-ci sarebbe una cosa che tu potresti lasciarmi fare per recuperare sai?- disse Lex prima che le due cominciassero a scendere le scale

-davvero?- domandò lei interessata

-si, sarebbe una cosa così soddisfacente che potrei amarti alla follia-

-cosa?- chiese Ronnie curiosa

-potresti lasciarmi dare un pugno sul naso al tuo capo-

 

 

*     *     *

 

Ce l’ho fatta T__T

Se domani la terza prova mi va male, me la prenderò con voi, sappiatelo ùù

SORPREEEEEESA!

Avevo detto che non avrei postato fino alla fine degli esami, ma non ce l’ho fatta t.t

Dovevo scrivere questo capitolo ùù

Ad ogni modo! Spero vi sia piaciuto e ne sia valsa la pena di scrivere per un giorno intero non stop!

Dovevo dirvi una cosa, ma ora non la ricordo, come sempre xD quindi magari ve la dico sulla mia pagina quando mi verrà in mente, probabilmente mai cooooooomunque volevo dedicare questo capitolo alla mia Sorisò, che è la persona più vjrekooihgsjh che io abbia mai conosciuto ed è l’unica che riesce a mettermi di buon umore anche solo dicendomi “ciao” o “sei un idiota” a seconda del suo umore e con cui condivido la mia sfrenata passione per le tartarughe; Ed ovviamente all’Eleonora del mio cuore che, oltre a sopportarmi leggendo tutto ciò che scrivo in diretta, è la fonte della mia ispirazione non che suggeritrice ufficiale di questa Fan Fiction, senza di lei sarei ancora al secondo capitolo probabilmente ùù Vi voglio bene <3

Scusatemi se non rispondo alle vostre recensioni, ma ora sono stanchissima, cercherò di farlo domani!

Grazie a tutte voi che recensite dandomi la voglia di continuare, a voi che mettete la mia storia tra le preferite, seguite e ricordate ed anche a voi che leggete semplicemente <3

Vi amo, alla prossima <3

 

 

 

   
 
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