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Autore: _Qwerty_    26/06/2011    4 recensioni
Andromeda è appena scappata di casa e Orion Black, lo zio, dentro di sé se ne compiace. Pensieri di un mago che non ha mai preso in mano il suo destino.
Mia prima, primissima fanfic dopo molto tempo come lettrice, sicché...paura!
Se ne avrò l'opportunità e l'ispirazione, dedicherò una raccolta di one-shot a vari membri della famiglia Black, più o meno conosciuti dalla saga di HP, in vari contesti.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Andromeda Black, Famiglia Black, Orion Black, Walburga Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Contesto generale/vago
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Quisque faber fortunae suae




Orion Arcturus Black guardava il sole tramontare quel giorno di luglio, in piedi di fronte alla finestra del suo studio, una mano occupata da pergamene piene di cose che potevano aspettare e l'altra abbandonata sulla piccola consolle a muro.
Meno di ventiquattro ore prima si era consumato l'ultimo atto di una grave tragedia che aveva coinvolto i Black tutti: la giovane Andromeda, figlia di suo cugino Cygnus, aveva abbandonato la casa dei padri per fuggire con un Sanguesporco, gettando un'onta indelebile su se stessa e sulla famiglia che le aveva dato i natali. Se ne era andata di notte, di certo dopo aver a lungo meditato i tempi e i mezzi della fuga, non mancando di rendere evidente il fatto già prima che albeggiasse, col chiaro intento di rovinare fin dalle prime luci quella che per i Black sarebbe dovuta essere una giornata estiva di leggerezza e malcelata soddisfazione. Quel giorno, infatti, era il secondo anniversario del matrimonio di Bellatrix col secondogenito dei Lestrange, quello che due anni prima era stato considerato non a torto il matrimonio del secolo. Già l'anno precedente, in occasione del primo anniversario, le due consuocere si erano ritrovate nel giardino della villa gallese in compagnia di altre esponenti della buona società purosangue per un pomeriggio di frivolezze e autocompiacimento. La fuga della giovane Andromeda aveva rovinato senza possibilità di rimedio l'appuntamento del 1971, e non solo, visto che un comportamento di siffatta gravità avrebbe fatto parlare di sé e dei Black molto a lungo, tanto quanto il matrimonio del secolo. Quale sagace ironia, la giovane Andromeda.
Orion Arcturus Black avrebbe dovuto rammaricarsene, scandalizzarsi, indignarsi, disperarsi per il terribile colpo al nome della famiglia, come sua moglie Walburga aveva fatto tutto il giorno, inveire con lei contro la feccia che pure li circondava e scagliare maledizioni irate sulla giovane traditrice del suo sangue. Ed era quello che aveva fatto – non con lo stesso tono di voce, giacché non era nel suo carattere, e senza imprecazioni, ma era quello che aveva fatto. La mattina, ascoltando la consorte; a pranzo, che era stato come quello dei giorni di lutto, in cui non aveva mancato di rivolgere al cugino parole di umana comprensione per la sciagura che gli era toccata e per la sua forza d'animo nel proteggere il nome della famiglia; nel pomeriggio, giustificando con inappellabili ragioni la decisione delle due donne della famiglia di non partecipare al ricevimento; la sera a cena, quando gli animi si erano scaldati di nuovo ed era toccato a lui, per la prima volta dopo molto tempo, mantenere quell'aplomb che in genere contraddistingueva Cygnus.
Eppure Orion Black nel profondo del suo animo gioiva segretamente. La sorte aveva finalmente giocato un tiro mancino all'invincibile cugino Cygnus: a lui, prima apparentemente baciato ad ogni passo dalla buona sorte, era toccato il disonore di avere una figlia traditrice del sangue; a nulla era valso quel formidabile contratto che era stato il matrimonio di Bellatrix, a nulla era valso che la più giovane Narcissa fosse già in odore di nozze con il ricchissimo erede dei Malfoy, a nulla era valso che lui stesso fosse uno dei più rispettati purosangue dell'intera comunità magica. La malasorte si era finalmente abbattuta su Cygnus Black, infangandone il nome nel modo peggiore che un mago della loro stirpe potesse concepire: aver allevato un traditore del sangue nella propria famiglia. Dunque si avvicinava per lui, per il triste e silenzioso Orion Black, il momento della tanto agognata rivincita: lui aveva due figli maschi, il nome dei Black sarebbe stato portato avanti dal suo ramo della famiglia, i suoi figli presto sarebbero andati a Hogwarts, dove sarebbero stati due Serpeverde modello, le stelle che avrebbero ridato lustro al nome dei Black lordato dalla figlia di Cygnus. Ma la gioia di Orion era rimasta tutto il tempo sepolta sotto il muro di sdegno che la circostanza richiedeva, al punto che solo un abile Legilimens avrebbe saputo svelarla, non solo o non tanto perché fosse molto versato in Occlumanzia, quanto perché Orion Black aveva imparato a fingere sentimenti di circostanza fin dai primi anni di vita, e nessuno, in tutti quegli anni, aveva mai potuto conoscere quale fosse il suo sentire più nascosto – sospettarlo forse, ma mai scoprirlo né tanto meno provarlo.

Orion Black aveva imparato a fingere fin da bambino poiché la condizione della sua famiglia lo richiedeva, essendo essa quello che, ne era sicuro, i cugini chiamavano “i Black poveri”. Suo padre Arcturus e Pollux Black, il padre di Cygnus e Walburga, erano cugini di primo grado, ma le sorti dei due rami della famiglia si erano separate già molti anni prima, con la spartizione dei beni fra i loro nonni, Sirius e Cygnus, i figli del fu Preside di Hogwarts Phineas Nigellus. Sirius Black aveva accusato il fratello Cygnus di averlo ingannato e costretto ad un contratto che lo avrebbe portato alla rovina, Cygnus non aveva saputo dimostrare il contrario, ma i fratelli si erano schierati dalla sua parte, non credendo a una tale accusa, e alla fine Phineas Nigellus Black aveva dato il suo appoggio indiscutibile al figlio minore, così Sirius e i suoi eredi dopo di lui si erano trovato incastrati in una condizione di rispettabilità, certo, ma anche di grande incertezza a causa del contratto stregato che non fu mai sciolto. E insieme al danno, venne la beffa, dal momento che ufficialmente non c'era stata alcuna rottura all'interno della grande famiglia: all'esterno i rapporti fra le due parti non erano cambiati e nelle ricorrenze i Black poveri ricevevano lo stesso inviti e attenzioni, nella grande casa di Grimmauld Place, così opulenta in confronto alla villa gallese in piena decadenza in cui loro erano stati confinati. In tali occasioni, era proibito mostrare anche il minimo fastidio nei confronti dei cugini Black, figuriamoci rifiutarne la carità verbale in un sussulto d'orgoglio: questo era forse il primo insegnamento che Orion avesse ricevuto, la prima lezione di vita che potesse ricordare con lampante chiarezza. Era il sesto compleanno di Cygnus e anche lui aveva sei anni, già compiuti due mesi prima, ma a Grimmauld Place fu fatto un compleanno collettivo dei due cugini, una delle tante occasioni per il ramo di Pollux di mostrare la sua superiorità economica e sociale sui cugini. Subito prima di aprire i regali, Cygnus gli disse:
“A te hanno comprato qualcosa che io ho già, perché tu sei povero come un Weasley”.
Il suo primo istinto fu quello di gettarsi contro quel cugino spocchioso e arrogante, ma gli occhi di suo padre lo fermarono, decisi, rigidi, consapevoli ma inflessibili. Con un piglio e una fermezza che era ingiusto richiedere a un bambino di sei anni, Orion rispose:
“Certo io non sarò mai in basso come un Weasley, perché conosco il mio posto”.
Il lampo d'approvazione che attraversò gli occhi di suo padre non lasciava adito a dubbi su quale era e sarebbe stata la strada per lui: fingere, sempre.
Non che questo fu sempre facile: finché era piccolo, si trattava di poche e prevedibili occasioni in cui la famiglia si riuniva, ma a Hogwarts non c'erano i genitori a mantenere il controllo sulla lingua sua e di Cygnus, che poté mostrare a tutto tondo la sua arroganza e la sua sfacciata fortuna.
Erano entrambi a Serpeverde, nello stesso anno, così come le loro sorelle, Lucretia e Walburga, che avevano quattro anni in più, mentre con Alphard c'erano solo due anni di differenza. Gli anni a Hogwarts per Orion furono molto duri. I primi mesi aveva in qualche misura sperato di potersi rifare nelle cose di scuola nei confronti di Cygnus, come del resto accadeva a sua sorella, decisamente più brava e ammirata di Walburga, ma presto dovette arrendersi all'evidenza. Cygnus sembrava davvero baciato dalla buona sorte: non solo riusciva a prendere ottimi voti pressoché in tutto studiando e faticando meno di lui, ma nonostante la sua evidente arroganza riscuoteva comunque molta più simpatia e popolarità di lui. Agli occhi degli altri di sicuro non traspariva nulla del rancore fra i due rami della famiglia, ma era chiaro lo stesso che fra i due cugini quello bravo, quello in gamba, quello brillante, quello che sarebbe diventato qualcuno era senza dubbio Cygnus. Anche Alphard era amato e popolare, desiderato dalle ragazze, complice forse anche il talento nel Quidditch – di cui Orion era ovviamente privo, mentre Cygnus era dotato, benché non facesse parte della squadra –, tuttavia, Orion non odiava Alphard come odiava Cygnus semplicemente perché Alphard non era arrogante e se ne stava molto per i fatti suoi. Il giorno di Halloween del secondo anno non ci fu lezione il pomeriggio e gli studenti erano liberi di stare anche in Sala Grande nell'attesa del banchetto con i compagni delle altre Case. Fu in quell'occasione che Francine Bode, del suo anno, Corvonero, una lunga treccia biondo cenere e una risata contagiosa, gli chiese se potevano fare un cambio per il compito di Erbologia.
“Ti volevo chiedere se ti scocciava scambiarti con tuo cugino, sai, credo che anche lui preferisca...non ti ha detto nulla? Comunque lui era con Avery, che è di Serpeverde con te, sicché non è che ci rimetti, e tuo cugino con Avery si è già messo d'accordo! – la ragazzina riprese fiato – Certo, se ti toccava con un altro non te lo chiedevo, è chiaro!”. È chiaro, pensò Orion. Fu tentato di dirle di no, che non gli andava bene, che Erbologia la voleva fare con lei, ma non lo fece. Si erano già messi d'accordo, lei, quella testa vuota di Avery e il suo invincibile cugino. Non c'era nulla da fare, tanto Cygnus avrebbe ottenuto lo stesso quello che voleva, se non con una richiesta, con una minaccia, un ricatto, un duello. Ad Orion non piaceva particolarmente Francine, né il progetto di Erbologia era una questione importante, ma di sicuro certificava ancora una volta, se mai ve ne fosse stato ancora bisogno, che non c'era giustizia fra lui e Cygnus, perché il cugino aveva sempre quello che voleva e passava per il ragazzo serio e capace che merita il riconoscimento, mentre lui era il cugino anonimo e imbranato che si deve far bastare le briciole. Era solo una questione di principio, e di giustizia. Per questo Orion Black, alla veneranda età di dodici anni e mezzo, aveva concluso che non era il suo destino quello di essere felice.

Quella che Orion avrebbe dovuto considerare la svolta della sua vita avvenne l'estate dopo la fine del terzo anno. Pochi giorni dopo la fine della scuola si presentò a villa Black in Galles Ignatius Prewett per chiedere la mano di sua sorella Lucretia. Prewett era dello stesso anno di Lucretia e i due erano già fidanzati, più o meno ufficialmente, a scuola, ma Orion non pensava che alla fine si sarebbero sposati, o comunque non così presto. Capì soltanto durante la lunga sera in cui Prewett parlò con suo padre che Lucretia era incinta e non voleva interrompere la gravidanza né con la pozione né con l'incantesimo. Acclarata l'urgenza della richiesta, Orion cominciò a guardare Prewett con nuovo interesse. Avrebbe potuto tirarsi indietro, cercare di convincere Lucretia a prendere la pozione, rifiutarsi di affrontare il confronto con la sua famiglia, e invece no: era lì, di fronte non solo a suo padre ma a tutti loro, a dire che amava Lucretia e non le avrebbe fatto mancare nulla, che si assumeva le sue responsabilità perché per lei era disposto ad accettare qualunque cosa gli fosse richiesta. Orion vide Lucretia arrossire appena mentre Prewett diceva queste cose, stringersi nella veste in un moto di imbarazzo e toccare con la mano il braccio del suo fidanzato, verso il quale di sicuro provava gli stessi sentimenti. Nel corso della serata venne fuori che Lucretia era incinta da tre mesi e questo spiegava la proposta di matrimonio che Prewett le aveva fatto in Sala Grande a due mesi dai M.A.G.O., davanti a tutti; proposta che Lucretia aveva accettato fra gli applausi, trasversali, del capannello di studenti curiosi che si era formato. Prewett era un Grifondoro, ragione che secondo Orion non avrebbe certo deposto a suo favore, e proveniva da una famiglia di purosangue benestanti forse non quanto loro, ma con la notevole differenza che i Prewett lavoravano tutti in ottime posizioni al Ministero. Grifondoro, tanto clamore e tanta sfrontatezza facevano pensare a Orion che Prewett avrebbe ricevuto un sonoro rifiuto. E invece si sbagliava: con sua grande sorpresa, Arcturus Black disse semplicemente: “Va bene” e sorrise. Forse anche Prewett stesso rimase un po' sorpreso che fosse stato tutto così facile, ma se così era non lo diede a vedere. Il matrimonio si celebrò quello stesso luglio. Fu una cerimonia tutto sommato semplice, con i cugini Black che rimasero molto in disparte, senza dare confidenza agli altri invitati, e i Prewett che fecero molta festa alla nuova donna della famiglia. Orion passò tutto il tempo in silenzio, lontano dal ballo e dalle chiacchiere, ad osservare quello che facevano gli altri attorno a lui. L'unica cosa di rilievo che notò però fu soltanto che suo padre e lo zio Pollux erano rimasto a parlare in un angolo molto a lungo, alternando momenti di serietà a momenti più distesi. Orion ebbe la sensazione che si stesse discutendo qualcosa di importante, qualcosa che avrebbe coinvolto anche lui. Non sapeva spiegare perché fosse così sicuro di questa intuizione, ma il sesto senso gli diceva che non si stava sbagliando. O forse il suo non era uno spiccato sesto senso, ma solo l'abitudine a farsi osservatore assiduo dell'agire altrui, maturata in quei primi anni a Hogwarts vivendo all'ombra del più fortunato cugino. Quale che fosse la ragione della sua intuizione, quando la sera, al termine della cerimonia, suo padre gli disse che lo aspettava l'indomani mattina nel suo studio per parlare di una cosa importante, Orion ebbe la certezza assoluta che una grande svolta si preparava per lui.

“Come puoi immaginare, il matrimonio di tua sorella è stato un grosso sacrificio per le finanze della nostra famiglia, benché certamente ripagato dalla sua felicità. Immagino che tu conosca già per intero la storia della nostra famiglia, e i fatti che la divisero. Improvvisamente col matrimonio di tua sorella si è schiusa per noi la possibilità di riunirla, e riunirla con vantaggio del nostro ramo. Tu sai che Pollux è un uomo molto avido e trema al pensiero che dovendo dividere il suo patrimonio per tre figli essi diventino singolarmente anche più poveri di noi. Conta poi che ha compiuto negli ultimi anni degli investimenti alquanto avventati e non è più così sicuro di poter assicurare un dorato avvenire ai suoi eredi. Per questo si è detto disposto ad accordarsi con me, per riunire la famiglia e non disperdere i beni. Comprendi, Orion?”
Orion non aveva ancora capito cosa gli sarebbe stato chiesto di fare; l'unica cosa che aveva compreso fin da quando il padre aveva aperto bocca era che gli sarebbe stato chiesto di fare qualcosa che non avrebbe desiderato. Tuttavia, non cambiò espressione e annuì compostamente.
“Bene. Quello che Pollux mi propone è un matrimonio fra te e Walburga, quando tu avrai finito Hogwarts, per riunire sotto un unico nome l'eredità dei Black. Quello che io ho proposto a lui è un contratto che sancisca il tuo diritto come erede ultimo in qualità di marito della primogenita e il tuo diritto di veto permanente sulle decisioni finanziarie future di Cygnus e Alphard.”
Orion annuì ancora. Si era trovato da un giorno all'altro incastrato in un matrimonio combinato con una consanguinea verso cui provava solo una sana indifferenza, eppure la cosa non lo turbava più di tanto. Restò sorpreso con se stesso di non essersi sorpreso alla decisione del padre. Avrebbe potuto protestare, obiettare che questo ledeva la sua libertà di costruirsi un futuro con qualcuno di cui gli importasse davvero – come era stato concesso a Lucretia, bruciò in un angolo della sua mente –, prendere per una volta in mano il suo destino e imprimergli con forza una direzione diversa da quella che gli altri decidevano per lui, ribellandosi alla sudditanza stoica che gli era stata imposta da che aveva memoria, ma non lo fece. Non lo fece perché non poteva farlo. O meglio, poteva farlo, poteva dire che non era quello che voleva, ma alla fine avrebbe dovuto obbedire lo stesso: dunque, perché mettersi a contrasto con suo padre? In quei pochi istanti di silenzio che seguirono le parole di suo padre, Orion pensò che alla fine avrebbe fatto di necessità virtù, ancora una volta: non avrebbe mai amato Walburga né sarebbe stato amato da lei, ma entrambi, consapevoli della formalità dell'accordo, avrebbero quantomeno vissuto tranquilli nell'agio e nel rispetto reciproco, e poi, chissà, più avanti, nell'indipendenza. A lui sarebbe andato il diritto dell'ultima parola sugli affari dei cugini, pena la dispersione del patrimonio, e finalmente sarebbe stato Cygnus a vivere ogni giorno con l'ombra irritante di qualcuno che aveva più potere di lui. Sì, stava bene. Distogliendo lo sguardo dalla campagna fuori della finestra, rispose soltanto:
“Sarò orgoglioso di tenere alto il nome dei Black, padre.”

Le previsioni di Orion si avverarono una dopo l'altra. Finita Hogwarts, si celebrò il matrimonio con Walburga e Orion si trasferì a Grimmauld Place. I rapporti con i cugini non migliorarono, visto che anche loro conoscevano esattamente la ragione del matrimonio combinato, ma ormai erano dalla parte debole e finsero felicitazioni e gentilezza come anche a loro era stato insegnato negli anni precedenti. Fu forse quella l'unica altra occasione in cui Orion Black si era sentito, se non felice, quantomeno soddisfatto. Gli anni avvenire furono tutto sommato tranquilli, scanditi dalle occasioni mondane che allietavano il tempo delle buone famiglie purosangue e dagli incontri d'affari cui Orion assisteva e che, talvolta, conduceva di persona. Paradossalmente, da quel matrimonio assurdo la sua reputazione ne aveva assai guadagnato. Ora che era per tutti il signor Black, quelle che negli anni precedenti, a Hogwarts, nessuno avrebbe esitato a chiamare, se non difetti, perlomeno inadeguatezze, adesso risaltavano come doti e capacità: il suo carattere introverso e remissivo adesso era indice di saggia riservatezza e superiorità, la sua goffaggine e il suo aspetto mediocre adesso, rivestiti dalla rinnovata ricchezza, potevano spacciarsi senza sforzo per signorilità e autorevolezza; tutti adesso nella comunità magica cercavano l'attenzione di Orion Black, uomo sobrio, fine ascoltatore, signore distinto con la compostezza dei purosangue che furono. La vita sembrava davvero aver preso una piega favorevole per Orion, almeno fino a quando non venne fuori la questione di dare un erede alla famiglia, e tale questione venne fuori con una potenza devastante il giorno in cui nacque Bellatrix, la primogenita di Cygnus. Allora cominciarono malevole insinuazioni nei suoi confronti. Si era sposato ben prima di Cygnus: com'era possibile che lui e Walburga non avessero ancora dato un erede alla famiglia? Cygnus e Druella c'erano riusciti senza sforzo, aveva detto il vecchio Pollux. Anche allora, Orion non si sorprese più di tanto. Sapeva che prima o poi la questione si sarebbe presentata e, come era solito fare, non l'aveva mai affrontata per primo, lasciando piuttosto che gli eventi si dispiegassero per loro conto. Orion non sapeva cosa fosse responsabile della mancanza di un figlio – qualora qualcosa lo fosse –, certo era che lui e Walburga non ci avevano provato molto. In fondo, loro erano sposati per una mera convenienza economica, non provavano nulla l'uno per l'altra. A volte Orion si era chiesto se all'epoca dell'accordo Walburga avesse acconsentito senza fiatare come lui o se avesse protestato e rivendicato il diritto di sposare chi voleva. Aveva un carattere molto più forte del suo, rifletteva, senz'altro si era ribellata. Si era ribellata per nulla, concludeva ogni volta Orion con impietoso realismo, visto che Walburga non aveva mai avuto la coda di spasimanti che avevano altre ragazze a scuola, né un fidanzato che avrebbe fatto per lei quello che Prewett aveva fatto per Lucretia, e neppure qualcosa di lontanamente simile ad un ammiratore. Si aggiungano un carattere aggressivo e lunatico e un aspetto non esattamente piacevole e appariva evidente che il matrimonio l'aveva solo  salvata dall'umiliazione di restare sola ad ammuffire e inacidire a Grimmauld Place. E con altrettanto impietoso realismo Orion concludeva ogni volta che lo stesso valeva per lui: nell'ombra di un cugino così bello e capace come poteva anche solo sperare che una brava ragazza purosangue si accorgesse di lui? Alla fine il matrimonio era stato davvero la soluzione più saggia e vantaggiosa per entrambi, la possibilità di fare di due sconfitte individuali una vittoria collettiva. Restava però in sospeso la necessità di assicurare un erede alla famiglia. Dopo la nascita di Bellatrix, Orion ne aveva parlato alla moglie, ma Walburga aveva detto che lei c'aveva pensato prima di lui e che se le poche volte che avevano provato ad avere un figlio non c'erano riusciti era solo perché lui era un buono a nulla. La prima volta che Walburga disse queste parole l'orgoglio di Orion ne fu ferito, ma la ferita si rimarginò presto, perché ormai era abituato a sopportare qualunque cosa e i lunghi anni a fingere di andare d'accordo con i cugini avevano donato al suo spirito come uno strato di vernice impermeabile su cui l'acqua, e con essa gli affronti, scivolavano via senza passare sotto. Provarono altre volte, con scarsa convinzione, negli anni seguenti, mentre intanto le tre figlie di Cygnus crescevano e la posizione di vantaggio di Orion si indeboliva ogni giorno. Quelli furono per Orion anni disperati quasi quanto quelli passati a Hogwarts, in cui riemersero in tutta la loro interezza il conflitto col cugino e il mai sopito senso di inferiorità. Eppure, adesso quasi ne sorrideva. Sorrideva degli sforzi per avere finalmente un erede, sorrideva al ricordo di Walburga con le gambe aperte sul letto, violenta e spaventosa come solo lei sapeva essere, e di se stesso reticente e concentrato sull'atto necessario che gli costava la rievocazione di fantasie lontane. E alla fine i suoi sforzi furono premiati, poiché con la nascita di Sirius le malignità nei suoi confronti tacquero del tutto e la sua vita poté riprendere silenziosa e abitudinaria come lo era stata dopo il matrimonio. La nascita di Regulus fu un'inaspettata nuova occasione di soddisfazione e Orion percepì la dolce sensazione mai provata fino ad allora che finalmente i suoi doveri e i suoi oneri erano terminati, che nessun compito gravoso lo attendeva più l'indomani e che il futuro gli riservava ormai solo silenzio e rispettabilità.

Il sole era ormai tramontato mentre Orion ripensava al passato e godeva del presente. La fuga disonorevole della giovane Andromeda non era forse l'ultimo regalo che una fortuna quanto mai alterna gli stava facendo? Certo la ragazza aveva infangato il nome della famiglia intera, il suo nome, ma non era sua figlia. Andromeda era sangue del sangue di Cygnus ed era lui che doveva in primo luogo vergognarsene e dolersene. Lo smacco di non aver avuto un figlio maschio che perpetuasse il nome della famiglia non aveva tuttavia scalfito negli anni l'arroganza e il successo di Cygnus; egli era pur sempre il più amato e stimato fra i Black, eppure adesso la sorte gli voltava le spalle per offrire a Orion l'ultima parola sul destino della famiglia. E Orion sapeva che questa volta non avrebbe sbagliato niente, questa volta sarebbe andato tutto come desiderava: i suoi figli sarebbero stati i veri eredi dei Black, sarebbero stati dei purosangue modello che avrebbero continuato nel modo più illustre la tradizione a cui lui stesso apparteneva. Occorreva adesso istruirli e prepararli nel modo migliore prima che andassero a Hogwarts, perché comprendessero cosa è giusto e cosa non lo è, cosa è degno e cosa è infame, quale posto e quali responsabilità li attendevano nel mondo dei maghi. Dei due Regulus gli dava forse meno pensieri: era perlopiù obbediente e interessato a capire e a far parte del mondo dei grandi, vivace ma non per questo privo di autocontrollo. A volte gli ricordava molto se stesso alla sua età. Sirius al contrario era molto più vivace e aveva bisogno di essere tenuto a freno, soprattutto per quello che riguardava la lingua, ma era un bambino intelligente e non avrebbe mai avuto problemi a farsi rispettare, come era giusto aspettarsi da un Black. Certo, nutriva una strana curiosità verso il mondo dei Babbani e minacciava talvolta di scappare di casa, come aveva osservato con orrore sua madre, ma secondo lui queste erano solo manifestazioni di un carattere indipendente e tendente all'indisciplina che senz'altro Hogwarts e la vita nella società purosangue avrebbero mitigato adeguatamente fino a riportarle alle giuste proporzioni.
Sì, Orion ne era convinto, anni pieni di soddisfazioni si stavano preparando per lui.


  
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